Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Numero di risultati: 1745 in 35 pagine

  • Pagina 2 di 35

Per il 1° anniversario della sezione operai S. Giuseppe e per l’inaugurazione della compagnia del ven. n. Suplrizio in Caltagirone.

398220
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1896
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 17-29.
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« a Dio spiacenti ed ai nemici suoi ».

Pagina 21

Comizio elettorale

398649
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1908
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 322-328.
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a) Opere pubbliche in corso

Pagina 327

Rivoluzione e ricostruzione

398741
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1922
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 264-308.
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Oggi è comune credenza che siano da attribuirsi al frazionamento dei partiti e alla mancanza di un forte partito di maggioranza, le difficoltà di vita e di azione della camera dei deputati; né è facile dimostrare che le 66 crisi di gabinetto in 74 anni di costituzione si devono alla inconsistenza e al tormento parlamentare in genere, quali siano i sistemi elettorali in vigore; e che le crisi Nitti del ʼ20, Giolitti del ʼ21 e Facta dell'ottobre ʼ22 sono maturate nel paese fuori della camera dei deputati; e che le due crisi Bonomi del febbraio e Facta del luglio scorso appartengono al rango della maggior parte delle crisi italiane dal ʼ48 ad oggi per scontento di gruppi o di persone, per politica debole e incerta, per bisogno di mutar uomini ritenuti incapaci. La proporzionale non c'entra; essa invece è servita, in tre anni e con due elezioni, a fornire un contenuto e a dar vita ad una discussione programmatica alla vita politica e alle correnti di pensiero; e a far iniziare l'opera di individuazione e di responsabilità dei partiti, fino a ieri personalistici e incompleti, a dare ai partiti stessi un contenuto sostanziale e non solamente formale; e a obbligarli a chiarire le loro posizioni, ideali e pratiche.

Pagina 277

Note sommarie per le organizzazioni professionali nell'interno della Sicilia

398964
Sturzo, Luigi 3 occorrenze
  • 1901
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 197-204.
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Non potendosi riuscire a organizzare tutti i capi-bottega di una data arte, quelli che sarebbero disposti a unirsi insieme temono che, cessando dalla concorrenza, si alienino i clienti, che passeranno ai refrattarii.

Pagina 200

Essi lavorano a cottimo o a giornata. I capi-maestri assumono i lavori (spesso ad appalto) e rimunerano essi i lavoranti, o li fanno rimunerare, dietro patto, dai privati committenti.

Pagina 200

Turacciolai - Essi lavorano o a cottimo o a giornata nelle fabbriche (grandi o piccole). Il lavoro è mediocremente rimunerato e non da per tutto, perché l'offerta della mano d'opera supera la domanda. Il peggio si è che il lavoro non è stabile e per lo meno cessa quattro o sei mesi l'anno a interruzioni e a sbalzi, perché spesso o cessano le richieste di turaccioli, o vengono meno i capitali, o la scorza di sughero è incettata ed esportata, facendo venir meno il genere nelle piazze di lavoro.

Pagina 201

Note sommarie sui contratti agrari e le cooperative agricole di lavoro in Sicilia

399114
Sturzo, Luigi 6 occorrenze
  • 1901
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 205-216.
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A) Subaffitto — Il gabellotto divide il latifondo a spezzoni e lo concede ai lavoratori, dietro un annuo estaglio in denaro, che assai spesso rappresenta il doppio o anche più del prezzo, che il colono deve relativamente al proprietario.

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Ilproprietario dà il solo fondo per la corrispettiva somma che varia da L. 70 a 300 la salma siciliana (Ettari 2,78). La ristoppia resta a vantaggio del proprietario.

Pagina 209

D) A conto proprio — Il gabellotto spesso sceglie la miglior parte del latifondo e lo coltiva a conto proprio, cioé con personale salariato. Il raccolto è perciò tutto del gabellotto. Non di rado il personale salariato sono gli stessi mezzadri, a cui è stato concesso il resto del latifondo; i quali vengono obbligati a coltivare quella parte di terra con salari fissi, più o meno inferiori ai prezzi di piazza; spesso pagati in natura al raccolto o compensati con gli anticipi accordati per le loro spese colturali. Lo stesso proprietario, quando è dedito alle aziende agricole e

Pagina 209

Onde il subaffittuario è costretto o a ricorrere al prestito, o a vendere le derrate al prezzo corrente, che al raccolto, per l'aumentata offerta, suole notevolmente abbassarsi.

Pagina 211

La società fissa i salarii degli agricoltori a giornata, secondo le stagioni, e li rende obbligatorii per la società e per i socii. La qual cosa influirà a mantenere equi anche i salarii di piazza;

Pagina 215

Quando la società lo potrà — da poco a molto — inizierà la cultura del latifondo a conto proprio,pagando i socii lavoratori, e distribuendo loro gli utili; per poter così godere i vantaggi della grande coltivazione estensiva.

Pagina 215

Crisi economica e crisi politica

399271
Sturzo, Luigi 3 occorrenze
  • 1920
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 132-161.
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Il ministero precedente sulla trama del progetto Meda, ma con deviazioni notevoli, aveva adottato i primi provvedimenti finanziari del dopo guerra, che dalla tassa sul patrimonio a quella sul vino, avevano avviato lo stato con una certa timidezza, a domandare ai contribuenti il dovuto concorso. Giolitti affrontò subito la questione della nominatività dei titoli e quella dei profitti di guerra i cui progetti volle rapidamente approvati dalla camera dei deputati e oggi dal senato, come mezzo di risanamento finanziario dello stato e come elemento concorrente, insieme all'inchiesta sulla guerra, a determinare uno stato di equilibrio morale atto a dare efficienza maggiore all'equilibrio finanziario, che affannosamente si tenta.

Pagina 136

Non valsero avvisi ai governanti del periodo della guerra, per preparare una soluzione adeguata al problema: ricordo i voti del congresso dei sindaci siciliani tenuto a Girgenti nel gennaio 1917, del congresso degli interessi del mezzogiorno tenuto a Napoli nel giugno 1917, di quelli degli agricoltori tenuti a Roma nel gennaio 1918 e a Palermo nel settembre 1918, oltre ai congressi di partiti quali il socialista e il nostro, che sicuramente affrontavano il problema da diversi punti di vista, ma con una visione chiara della urgenza e della imponenza del fenomeno agrario del dopo guerra.

Pagina 138

Come in tutti i momenti critici della vita collettiva si assommano i problemi vissuti e non risolti attraverso lunghi anni di maturazione; così oggi in Italia si sono acutizzati tutti i nostri problemi, da quello agrario a quello industriale, a quello doganale, a quello emigratorio, con una forma di imponenza e di urgenza che non ammette dilazione.

Pagina 142

La regione

399609
Sturzo, Luigi 5 occorrenze
  • 1921
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 194-231.
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«ritenuto che uno dei postulati fondamentali del programma del partito popolare è l'autonomia e il decentramento amministrativo a base regionale; e che a tale criterio si e ispirato il gruppo parlamentare nel proporre l'istituto delle camere regionali di agricoltura, come ente autarchico, primo esperimento di decentramento amministrativo dell'agricoltura (che è così varia e distinta nelle diverse regioni d'Italia) e di rappresentanza di interessi di classe a base sindacale (vero elemento ricostruttivo del paese);

Pagina 199

«invita la direzione del partito a promuovere pubblicazioni atte a creare attorno al problema del decentramento e dell'autonomia amministrativa una coscienza popolare, necessaria perché le soluzioni invocate siano assistite dal consenso e dal favore generale».

Pagina 202

Ma ben altre funzioni dovrebbero essere demandate all'ente provincia, rispondenti a necessità organiche della vita locale. In primo luogo, l'organizzazione e la rappresentanza (diretta o indiretta) di quanto nel campo della cooperazione, delle assicurazioni sociali, della previdenza, della beneficenza, del lavoro, dell'agricoltura viene creato come organo tecnico o arbitramentale o di propulsione o di propaganda attualmente presso le prefetture e le intendenze di finanza o come organi autonomi di enti centrali, da passarsi, come abbiamo detto, alle regioni, dovrebbero trovare nelle provincie un mezzo di decentramento locale adatto a funzioni amministrative permanenti e a dare naturale sviluppo a quanto corrisponde agli interessi collettivi, senza le preoccupazioni politiche o burocratiche, di prefetture o di intendenze. E anche quando, nei vari corpi tecnici e consultivi da creare, occorra la rappresentanza del governo o di enti statali o semistatali, l'ente provincia è molto più adatto della prefettura a dare a tale corpo carattere amministrativo non politico.

Pagina 221

istituzione di contributi di miglioria obbligatori a favore dei comuni e delle provincie per devolvere a loro vantaggio il plus valore di beni stabili dipendenti dalla esecuzione di opere pubbliche e abolizione dell'imposta comunale sulle aree edificabili;

Pagina 224

«invita lo stesso gruppo: 1) a far opera perché il governo mantenga gli impegni di presentare un progetto sulla regione, e, se del caso, a presentare anche altro progetto d'iniziativa parlamentare, perché il problema venga posto in termini concreti e definiti; 2) a coordinare a tale fine il proprio atteggiamento nella discussione delle leggi in corso di esame (camere regionali di agricoltura; consiglio superiore del lavoro) altre già elaborate (riforma della finanza locale) o proposte (riforma delle camere di commercio), in modo da non pregiudicare il concetto fondamentale organico dell'ente regione, anzi da realizzarne i criteri direttivi; 3) a interessarsi perché sia concretizzato in effettivi provvedimenti organici, in rispondenza ai nostri criteri programmatici, l'art. 1° della legge 13 agosto 1921, n. 1030 dove è stato stabilito di «attuare un largo decentramento amministrativo con maggiore autonomia degli enti locali»;

Pagina 230

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

400690
Murri, Romolo 3 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
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Recise e separate dall'azione, e dal principio vivo dell'azione cristiana che è la carità, le credenze, adunque, non sono più che l'ombra di sé medesime; unite a quella, invece, esse vigoreggiano rapidamente nello spirito e ne derivano energie fresche e possenti. Nella società nostra, questa dissociazione dell'idea religiosa dall'attività pratica dello spirito ha assunto delle forme gravissime; nulla, forse, di più miserevole, che vedere a quanti nobili affetti ed entusiasmi, a quanti progressi umani, a quanta sete di libertà di dignità di miglioramenti spirituali sia rimasto, esteriormente, estraneo il cattolicismo nei nostri paesi latini. Il popolo sul quale un grande ideale è passato, come una vampata di entusiasmo, senza che la fede religiosa di esso consentisse; l'animo che nella sua fede cristiana non ha sentito un incoraggiamento ogni volta che possenti stimoli di bene lo muovevano all'azione e forse all'eroismo, incomincia a dubitare della bontà del cristianesimo.

Pagina 118

Molti veggono nelle dottrine e nei riti cattolici una specie di dande per i rachitici ed i malfermi della coscienza; l'anima moderna aspira a vivere la sua vita, a reggersi da sé e farsi padrona dei suoi destini. Il cristianesimo, che è fatto appunto per ottenere questo risultato nel miglior modo possibile, sembra invece a molti una catena legata al piede delle anime perché non riescano a levarsi in piedi e camminare da sé. Il timore, in tanti cattolici, dei moti civili, quando si trattava di rifarsi una patria, parve ed era viltà: il timore dei moti sociali, che ci caccia, come una mandra d'inconscii, contro i partiti giovani, sembra a molti ed è anche esso viltà; la cura paurosa del vecchio, il timore sciocco del nuovo sembrano a molti e sono anche essi viltà.

Pagina 200

E l'egoismo stesso, io vi diceva, che è nell'uomo lo stimolo acuto all'affermazione del proprio dritto ed alla tolleranza di quelle restrizioni collettive senza le quali la vita individuale apparisce storicamente impossibile, diviene, ravvicinato alla sua norma etica, la misura del dovere, vale a dire del dritto degli altri; poiché il Vangelo ha stabilito: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Se esso avesse detto: non fare agli altri quello che le leggi vietano, un'immenso numero di rapporti umani si sarebbe sottratto a quella nuova legge, la qua le invece mirava a raggiungere il principio stesso dell'azione umana, a creare, prima che l'atto giusto, la volontà buona e fraterna; se avesse ancora detto: non fare agli altri quello che sai essere ingiusto, avrebbe lasciato aperto il campo alle innumerevoli illusioni che un'interesse prevalente, dirigendo e deviando l'attività del pensiero, tende a introdurre nei nostri giudizi pratici; esso dice quindi: non fare agli altri quello che non vorresti fatto a te applica cioè agli altri, come a fratelli tuoi, uguali a te nel dovere e nei dritti, quel senso acuto e vigile di giustizia che tu sei solito applicare alla tua persona ed alle tue cose: tratta gli altri come questo stesso desiderio del tuo benessere personale ti dice che gli altri dovrebbero trattare te: riconosciti, insomma, uguale agli altri e soggetto ad una stessa legge di giustizia e di solidarietà fraterna.

Pagina 60

La nostra politica

401089
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1907
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 315-321.
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richiamato il pensiero di molti, sotto diverse vedute, a discuterci; e il bisogno in noi a discutere la nostra politica. Porterò a tale discussione il mio contributo personale, non in nome di un partito, di una frazione, di una tendenza, ma puramente personale, fatto di lotte e di esperienze, se non lunghe e complete, certo dense e non prive di interesse e di significato.

Pagina 315

Considerazioni sul potere temporale dei papi

401301
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1895
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974.
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Noi non siamo chiamati a definire la questione, né a ribellarci al governo, cose proibite per noi; solo a ubbidire al Papa. La questione la scioglierà Dio quando e come vorrà, e se noi sarem chiamati a parte dell'opera divina, vi accorreremo.

Pagina 15

I problemi del dopoguerra

401630
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1918
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 32-58.
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Si sono dovute abolire formule e alleggerire regolamenti, nel campo della vita comunale, e si sono chiamate le organizzazioni operaie a nuove rappresentanze e a partecipare a organismi di interesse statale nel campo del lavoro.

Pagina 51

Sedici mesi di amministrazione

401720
Sturzo, Luigi 3 occorrenze
  • 1907
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 306-314.
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A) Riordinamento degli ufficii.

Pagina 310

A) Istruzione. Problema - lode agli insegnanti.

Pagina 312

Non vuole compensi, non domanda voti, non ha l'ambizione di restare a un posto difficile, fortunata se altri siegue i criterii che ha avuti, di nessun altro premio paga che di quello di aver servito. E se dopo verrà il silenzio sulle opere nostre, e se il popolo cercherà altri, e se la pubblica estimazione non continuerà a sorreggere l'opere nostre, onesti e semplici torniamo come Cincinnato ai campi, pronti all'appello, senza che nessuno possa dirci: fanno un favore a prezzo della coscienza, senza che nessuno possa rimproverarci di aver venduto il favore a prezzo di un voto.

Pagina 314

Crisi e rinnovamento dello Stato

401898
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1922
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 232-263.
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Se non vogliamo il sistema dei decreti-legge, a fianco del parlamento politico, occorrono i consigli superiori, eletti dalle rappresentanze organiche del paese, non più come corpi consultivi a tipo burocratico o burocratizzato, ma a tipo rappresentativo; questi consigli debbono poter dare leggi particolari e speciali, le leggi di esecuzione, i regolamenti, con potere delegato e controllabile dal parlamento. Questi consigli superiori dovrebbero presiedere l'amministrazione civile, la sanità e la beneficenza, l'istruzione, i lavori pubblici, l'economia, il lavoro e la finanza. Oggi vi sono molti consigli superiori, e si tende a crearne altri; ma sono organi burocratici centrali, paravento delle responsabilità esecutive, ai quali si demandano i pareri su atti amministrativi; a ciò deve bastare il consiglio di stato dal punto di vista giuridico e i dirigenti tecnici amministrativi dei vari ministeri, per il giudizio pratico della convenienza e della opportunità.

Pagina 251

La stampa quotidiana e la cultura generale

402052
Averri, Paolo 2 occorrenze
  • 1900
  • Averri, La stampa quotidiana e la cultura generale, Roma, Società Italiana Cattolica di Cultura, 1900, IV-70.
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Il giornale di domani noi dobbiamo concepirlo libero da queste pastoie: esso dovrà attingere a una vita intellettuale più serena e più normalmente diffusa, a una vita morale più sana e più feconda di bontà e di giustizia sociale.

Pagina 63

E per questo il giornalismo richiama ogni giorno più l'attenzione dei sociologi e degli uomini pubblici: e mentre esso era abbandonato sinora liberamente all'esercizio di chiunque volesse improvvisarsi giornalista, oggi s'incomincia a riconoscere ed a predicare che questa importantissima funzione pubblica richiede attitudini e studi preparatori determinati: sicché, per esempio, proprio di questi giorni a Parigi si è decisa la fondazione di una facoltà universitaria speciale per i giornalisti.

Pagina 8

Gesù contemporaneo

402652
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 179-211.
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«Soltanto i fatti e la personale esperienza dì essi possono obbligare a credere. Le Chiese, per acquistare aderenti ai loro sistemi confessionali, molto giustamente si adoperano a persuadere altri affinché credano». Ma questi sistemi confessionali sono parecchi e diversi; e ciascuno di essi implica una diversa versione dei fatti. Noi dovremmo dunque trovarci dinanzi a parecchie mistificazioni, se ci fossero davvero dei fatti immobili nella loro realtà storica e facilmente constatabili. Ma la verità è che i puri fatti non esistono; esistono invece le innumerevoli coscienze ciascuna delle quali rifà, cioè rivive e valuta i fatti a suo modo. E, salvo per alcuni dati storici elementari e di per sé stessi assai poco significanti, negli stessi Vangeli noi ci troviamo dinanzi non a dei fatti, ma a testimonianze di una fede, ad una transvalutazione religiosa, e talora anche ad una invenzione, sulla base di «profezie», oppure di esigenze didattiche, dei fatti. L'esperienza personale é creazione personale di esperienza.

Pagina 205

Di un partito e un programma radicali in Italia

402719
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 192-206.
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L'uno è posto bensì nel titolo del libro, senza però che ad esso alcuna pagina di questo risponda: l'accenno a una «nuova democrazia industriale». Dove si nasconde, come si costituisce, che cosa pensa di dove ci verrà, questa nuova democrazia industriale? Certo, se essa vi fosse, e se acquistasse una più diretta efficacia sulla nostra vita pubblica ed un più grande valore politico, se una democrazia industriale potesse formarsi a democrazia di governo, essa sarebbe atta a volere un programma di politica di lavoro, di iniziativa, di risveglio delle energie nazionali, un programma radicale assai simile a quello tracciato dal Nitti; e l'energia spiegata prima nel creare sé stessa, impiegare vigorosamente a promuoverne 1'attuazione. Ma questa democrazia radicale non c'è, o non si occupa di politica, o non è concorde: essa è assenteista o clericale a Bergamo, moderata a Milano, affarista in Liguria, camorrista nel mezzogiorno; in molta parte maneggia denaro non italiano ed è non italiana di origine; ed è, anche essa, poco colta e poco battagliera. La classe nuova, che crei nel nostro mondo una situazione politica nuova, crediamo si debba ancora attenderla per un pezzo; il cavalierato del lavoro non l'ha rivelata.

Pagina 202

Il modernismo che non muore

402801
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 37-59.
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Primo suo ufficio era di restituire in qualche modo la coscienza religiosa a sé medesima, ridirle la formidabile parola: di fronte a ogni cosa concreta, finita, esteriore, di fronte ad ogni tua creazione o manifestazione passata, tu hai il tuo Dio in te, sei, in qualche modo, quando mortifichi e annulli la tua effimera individualità nella coscienza dei valori assoluti ed eterni, il tuo Dio a te, e non puoi abdicare a questa tua sovranità nelle mani di altri, e non puoi schermirti dall'essere te stessa e dal farti volontà buona, con nessuna lettera di precetti e di regole: ed a questo momento e compito è legato in modo indissolubile il nome di Giorgio Tyrrell Si leggano, nel numero di febbraio 1918 della Riforma italiana, alcune pagine inedite di Tyrrell mirabilmente perspicue..

Pagina 56

Un grido di dolore

402930
Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 155-166.
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E allora molti di questi sacerdoti sottratti, nei più fervidi anni della loro giovinezza, alla manutenzione ecclesiastica, passati attraverso la vita militare, abituatisi a sorridere alla giovane figlia della vivandiera od a passare a drappelli ed a coppie per le vie della città tentatrice, nelle prime ore notturne; e quelli che continuando, pure fra gli ospedali e nel campo, una vita austera e raccolta, hanno tuttavia veduto se stessi e la società e la ditta ecclesiastica con occhio nuovo, e impa¬rato a sorridere un poco, dentro di sé, dei loro superiori celibatarii, non avrebbero che una via innanzi a sé; rivolgersi ai loro superiori, alla loro Chiesa, e dire apertamente ad essa: liberateci da questo peso che é troppo grave per noi, da questo tormento interiore nel quale la nostra giovinezza rischia di esaurirsi. Voi sapete in quali circostanze, con quali mezzi, ci avete indotto a giurare la castità perpetua. E noi sappiamo che essa non fu chiesta da Cristo ai suo apostoli, non fu chiesta, per secoli, ai sacerdoti cattolici, non è chiesta, oggi stesso, nella stessa Chiesa cattolica, a sacerdoti di altro rito. Liberatecene, e l'esser buoni mariti ci salverà dallo strazio o dall'ipocrisia, non c'impedirà d'esser buoni parroci, ci permetterà forse anzi di esser migliori parroci.

Pagina 162

E allora a questi sacerdoti ex militari, a quelli di essi che non vogliono, come parecchi loro colleghi vanno facendo, uscire tacitamente dal sacerdozio e dalla Chiesa e che non vogliono nemmeno «arrangiarsi» segretamente e continuare come senulla fosse, a quelli che cercano non la femmina, ma la donna, non rimane che una via, anzi un viottolo angusto e per il quale non giungeranno a nulla: chiedere all'opinione pubblica di interessarsi di essi, perché si possa indurre l'autorità ecclesia¬stica o il legislatore civile ad esaminare il loro caso.

Pagina 164

Appendice

402948
Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1907
  • Murri, R. La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 246-263.
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Il Segretariato generale risiede ora a Bologna, presso il dott. Giuseppe Fuschini, Via Cavaliera 24; l'organo ufficiale, si pubblica invece a Torino, sotto la direzione del dottor Mario Tortonese, Via Garibaldi 33.

Pagina 248

a dare la loro opera, secondo le opportunità dei luoghi, alle associazioni professionali e cooperative del luogo nel quale risiedono, a promuoverne la fondazione, ed in genere ad aiutare con ogni mezzo i lavoratori nelle loro legittime aspirazioni e rivendicazioni,

Pagina 250

I cattolici e la questione politica in Italia

403202
Averri, Paolo 2 occorrenze
  • 1897
  • Averri, I cattolici e la questione politica in Italia, Torino-Roma, Giacinto Marietti, 1897, 4-31.
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Di questo problema politico che è in fondo a tutto il resto, e che soprattutto importa studiare agitare e cercar di risolvere, molti si ostinano a non parlarne in termini espressi. Si parli, domandano questi antichi buoni, di questione religiosa, di questione morale. Come se a molti, specialmente alla folla, importasse proprio assai di questioni religiose e morali; come se bastasse mutare il nome per far mutare indole alla cosa; come se per prepararsi a fare della buona politica il miglior modo fosse allontanarsi quanto è possibile dalla scuola vera della discussione e dell'esperienza. Oh, timidi interpreti di una santa parola!

Pagina 17

Alcune, pronte, fremono già di impazienza di misurarsi con gli avversari nelle ultime e definitive lotte politiche, altre si scuotono appena ora; e però la direzione unitaria, dall'una parte spinge spinge, dall'altra deprime, rattiene, condanna; non può, per gl' interessi dell'integrità d'organizzazione e della concordia, lasciar libera agli uni la parola, non sa a queste energie libere e forti trovare in qualche modo il lavoro che le quieti; non riescendo a giungere a tutto, perché non trova opportuno allargarsi troppo, lascia quasi nell'abbandono parecchie province che pur sarebbero pronte e aspettano la chiamata; accumula iniziative, e, benché moltiplicando la attività, non riesce a condurle tutte.

Pagina 20

Il Partito Popolare Italiano

403433
Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 92-127.
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«Per dare a questo movimento democratico-cristiano, a questo partito nascente un organo popolare nazionale, noi fondiamo oggi, con l'ap¬provazione e l'appoggio di numerosi amici di tutta Italia, il Domani! settimanale ora, quotidiano, speriamo, più tardi.

Pagina 104

Infine va considerato a parte l'ottavo paragrafo — il quale avrebbe logicamente dovuto essere il primo, e si intende bene perché sia stato cacciato in mezzo a una lunga lista di rivendicazioni politiche. Esso dice :

Pagina 124

Introduzione alla sez. "Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922)

403517
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1923
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 101-131.
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Perciò, per noi, lo stato, in quanto società organizzata politicamente, è diverso dalla società e non si confonde col regime; non vi è quindi uno stato liberale o uno stato fascista o simili; vi è uno stato a regime liberale, a regime democratico, o a regime assoluto e così via; ma lo stato esiste con qualsiasi regime; e nella sua natura fondamentale e nelle suefacoltà naturali, con qualsiasi regime è sempre lo stesso.

Pagina 112

I primi cattolici in Parlamento

403704
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari– Società Naz. di Cultura, 1908, 86-107.
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Per le ragioni dette sopra, il nuovo gruppo sarà facilmente favorevole a una politica agraria e protezionista; ed esso temerà rimaneggiamenti di imposte che possono gravare sulla proprietà terriera ed accrescerne il disagio, a vantaggio del proletariato delle città e dell'industria.

Pagina 101

La crisi religiosa in Francia (Lettere al "Corriere della Sera")

404039
Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 207-245.
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E può darsi che in realtà, verificandosi certe condizioni, le cose sarebbero andate a questo modo, e una pacifica giurisprudenza, favorevole a Roma, si sarebbe stabilita; può darsi, diciamo; giacché osservazioni diverse ed opposte non mancano anche esse di verità.

Pagina 223

Gli ultimi rappresentanti della Santa Sede a Parigi non erano preparati né adatti a portare nello stadio e nel governo delle cose ecclesiastiche francesi una visione chiara dello stato degli animi e degli interessi veri della società religiosa sulla fine del secolo XIX. Essi erano, per educazione o per principio, estranei od ostili alla democrazia. L'aristocrazia francese che spalancava a quei figli del popolo, modesti di idee e di ambizioni, vestiti di un abito meravigliosamente decorativo, i suoi saloni, acquistava immediatamente su di essi un ascendente insensibile ma profondo ed efficace. Nelle contese intellettuali interne del clero, la loro parte era subito scelta, con quelli che ostentassero maggiore il rispetto alla tradizione e all'ortodossia. La guerra mossa alla Chiesa si impiccoliva, ai loro occhi, in una congiura settaria di pochi; e le parole di qualche Ministro abile facevano presto a rassicurarli. Tutto, nella tradizione del loro ufficio e nelle conversazioni dei cattolici che frequentavano, li induceva a credere che la lotta religiosa fosse un affare politico, da risolvere con mezzi politici. Ma poi i mezzi politici che essi mettevano in uso erano radicalmente viziati del sospetto che investiva la Chiesa ed i suoi rappresentanti, di tendenze e di amori anticostituzionali. Essi si fecero eco, presso il Vaticano, delle animosità, dei rancori, delle passioni che si accompagnavano alla ricerca degli onori e degli alti ufficii, tentazione così forte per ogni cuore francese; contribuirono così a rassodare l'autorità gelosa e sospettosa dei capi, a spargere il sospetto intorno ai migliori, a diminuire a questi — se alcuno riescì ad occupare alti posti, fu piuttosto per effetto dell'ingerenza governativa — il terreno di azione.

Pagina 241

Clericalismo

404650
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 73-85.
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Non è, benché possa sembrare, una modesta questione di vocabolario; la disputa sulle parole nasconde conflitti profondi ed acuti di idee, i quali premono su di esse per adattarle a nuovi significati, quando non giungono a crearne direttamente delle nuove.

Pagina 73

Prefazione

404820
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R. La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 7-14.
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La pubblicazione di queste pagine può anzi essere riguardata, da parte sua, come un atto di sincerità; poiché, a proposito del suo pensiero politico, delle accuse gli sono state mosse da varie parti, le quali tuttavia non giunsero mai a prendere forma precisa così che a lui fosse possibile tenerne conto; ed egli offre ora modo, raccogliendo questi scritti, di un esame più sistematico e, spera, più concludente.

Pagina 14

Introduzione alla sezione "Dall'idea al fatto (1919)"

404847
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1955
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 3-9.
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Era naturale che, appena firmato l'armistizio, mi recassi in un centro come Milano a pronunziarvi il discorso (17 novembre 1918) che, collegandosi a quello del 20 dicembre 1905, segnava la prefazione alla costituzione di «un partito fra cattolici».

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