Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Numero di risultati: 90 in 2 pagine

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Giornalismo ed educazione nei seminari

398432
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1902
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 217-233.
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Distrae dallo studio: può esser che si abbia questo effetto quando senza né discrezione né misura si slancia il chierico nella vita attiva o nella passionale lettura di qualsivoglia giornale. Sta qui il criterio direttivo e regolativo del superiore.

Pagina 230

Rivoluzione e ricostruzione

398696
Sturzo, Luigi 3 occorrenze
  • 1922
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 264-308.
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Si domanda se la presa di possesso del potere per mezzo di una organizzazione armata da parte dei fascisti, abbia dato all'Italia solo un governo fascista,ovvero abbia gettato le basi di uno stato fascista;se quindi gli attuali avvenimenti siano un episodio di governo (sia pure con forme esteriori di forza e all'infuori della legge e della tradizione costituzionale) ovvero siano l'attuazione iniziale e dinamica di un nuovo ordinamento che crei in Italia lo stato fascista;in altre parole, se l'episodio sia già chiuso o stia per chiudersi in una serie di fatti che possono caratterizzare una crisi di governo;ovvero debba svolgersi ancora in un processo rivoluzionario di crisi istituzionale.

Pagina 268

L'equivoco fondamentale della polemica sta nel fatto che nonostante la svalutazione della camera dei deputati, questa rimane l'organo preponderante della vita politica. È di vitale importanza che il parlamento poggi sull'equilibrio delle due camere; e che queste siano l'una l'espressione completa del corpo elettorale, come singoli, nei raggruppamenti dei partiti politici creati dalle correnti vive di pensiero e di interessi; e l'altra, cioè il senato, espressione in maggioranza dei gruppi organici del paese a sistema elettorale periodico di secondo grado, e con la partecipazione di senatori di nomina regia. Corpi liberi e monarchia debbono avere insieme una naturale convergenza di voce; affinché così la camera alta abbia autorità pari a quella eletta dal popolo, ed esse formino insieme un potere indipendente dalla influenza del governo; il quale non possa più poggiare esclusivamente sull'azione e reazione della camera dei deputati e del corpo elettorale, ma sia esponente del parlamento intero nella sua funzione politica e amministrativa di potere esecutivo.

Pagina 279

Questa non e stata ancora raggiunta; la stessa guerra ci ha uniti di fronte al nemico, ma sembra abbia acutizzato i dissensi interni; il movimento nazionale, il travaglio dei partiti, lo stesso disordine pubblico nelle sue fasi anarcoidi, segnano un moto interno di revisione e un tentativo di unificazione ancora incerto e confuso.

Pagina 298

La costituzione del partito (1. Appello al Paese, 2. Programma)

398873
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1919
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 66-71.
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Perciò sosteniamo il programma politico, morale patrimonio delle genti cristiane, ricordato prima da parola augusta e oggi propugnato da Wilson come elemento fondamentale del futuro assetto mondiale, e rigettiamo gli imperialismi che creano i popoli dominatori e maturano le violente riscosse; perciò domandiamo che la società delle nazioni riconosca le giuste aspirazioni nazionali, affretti l'avvento del disarmo universale, abolisca il segreto dei trattati, attui la libertà dei mari, propugni nei rapporti internazionali, la legislazione sociale, la uguaglianza del lavoro, le libertà religiose contro ogni oppressione di setta, abbia la forza della sanzione e dei mezzi per la tutela dei diritti dei popoli deboli contro le tendenze sopraffattrici dei forti.

Pagina 66

Crisi economica e crisi politica

399330
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1920
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 132-161.
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È naturale che questo sforzo abbia prodotto l'elefantiasi, e che i nervi e i muscoli non reggano più l'immane corpo; e lo stato è costretto a cedere una parte delle sue funzioni e delle sue attività, — sottratte già all'iniziativa privata e agli enti locali o agli organismi che ha assorbiti eliminandoli — ad altri centri, ad altri organismi nuovi e senza responsabilità e senza garanzia né per lo stato né per i cittadini. E per giunta, come uno affetto dalla malattia della voracità, continua e tenta nuovi elementi di assorbimento e di centralizzazione nel momento stesso in cui vuole cedere e smobilitare e alleggerire le funzioni della sua pesantissima macchina.

Pagina 149

La questione meridionale (II red.)

399409
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 240-244.
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Per cui la vita di organismi sociali è stentata, sporadica, infruttuosa nella sua radice, quantunque nelle esplicazioni abbia parvenze di larga efficienza e di sviluppo.

Pagina 241

La regione

399628
Sturzo, Luigi 4 occorrenze
  • 1921
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 194-231.
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«La commissione del gruppo popolare, considerando che nelle dichiarazioni soprascritte il presidente del consiglio abbia corrisposto anche nella essenza della proposta formulata nell'emendamento aggiuntivo presentato dal gruppo popolare, ringraziò vivamente il presidente del consiglio di queste dichiarazioni che dissipano ogni possibile malinteso».

Pagina 204

Anzitutto credo opportuno sgombrare il terreno da un pregiudizio affacciato dagli antiregionalisti, che cioè non esista un serio movimento in Italia a favore della costituzione della regione e che sia un artifizio di parte, sfruttando un movimento istintivo di reazione contro il centralismo burocratico; che la regione non abbia precedenti storici, non abbia vere circoscrizioni definite; che possa divenire un movimento disgregativo dello stato e perciò politicamente pericoloso.

Pagina 205

Così si può concepire una camera economica quale corpo consultivo permanente e sintetico di tutti gli interessi economici, come verrebbe ad essere il futuro consiglio superiore del lavoro o meglio consiglio superiore dell'economia nazionale,essendovi in esso le rappresentanze paritetiche o quasi di tutta l'economia produttiva del paese; e nessuno nega che tale corpo abbia anche mansioni tecniche e regolamentari, ovvero di prescrizione legislativa su deliberazioni parlamentari di massima. Si può anche concepire (in sostituzione e non in aggiunta) un senato elettivo a base amministrativa ed economica, che legiferi di pari grado con la camera dei deputati; non si possono concepire corpi amministrativi locali specializzati, senza spezzare l'unità reale della vita e senza che divengano o enti rachitici, organi impacciati, forze avulse dalla realtà, oppure forze guidate a scopi sovvertitori dell'ordinamento politico.

Pagina 216

Chiarisco le parole in corsivo: ente elettivo-rappresentativo,perché non sia formato tramite elezioni di secondo grado di enti locali, né per via di nomina statale, ma in base a elettorato diretto, a suffragio universale, comprese le donne, e a sistema proporzionale; ente autonomo-autarchico,perché esso in base alla sua legge costitutiva governi veramente, e da tale legge derivi il suo carattere; non sia quindi un ente statale, con poteri delegati che abbia per capo un governatore; ente amministrativo-legislativo,che abbia finanza propria, con facoltà di imporre tributi; che amministri tali fondi con legge di bilancio; che, nel complesso della sua attività specifica, statuisca leggi e approvi regolamenti tali da avere vigore nell'ámbito del proprio territorio. Non nego, con ciò, il possibile intervento statale; quale esso debba essere, vedremo più innanzi.

Pagina 217

Il 15 maggio

399812
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1905
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 289-291.
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Questi fatti presentano elementi in parte poco visibili, perché l'opera esteriore, fra le deviazioni e gl'intralciamenti, sembra che non abbia avuto la forza di resistenza necessaria alla perenne vitalità di un'organizzazione: manca l'organismo. È possibile?

Pagina 289

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

399850
Murri, Romolo 8 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
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E pure la fede è questa: devozioni ardenti come il fervore del martire, pazienza vigile e lunga come quella dell'anacoreta, purezza di fanciulle che pur l'ombra del male non abbia sfiorato, entusiasmo di apostoli che affrontano come Paolo tutti i dolori e tutti i pericoli, santità di vite consumatesi silenziosamente nel compimento del dovere e nel sacrificio di sé: il cielo nell'anima dell'uomo, o, meglio, la conquista lenta faticosa gelosa del cielo e di Dio.

Pagina 120

Come io vi dissi già che la morale cristiana non è una eteronomia, la quale abbia bisogno quasi di giustificarsi dinanzi alla coscienza, così il piano provvidenziale, che si incentra e compendia in Cristo, non è nella storia una eteronomia. Alcuni vollero faticosamente ricostruire lo svolgersi parallelo delle due città e tracciare il piano della storia universale, muovendo dal Cristo e collocandosi quasi nel punto di vista di Dio; tentativi geniali, ma difettosi, perché la storia non potrà essere abbracciata d'uno sguardo, nel suo interno processo e nell'ampia lentezza del suo svolgimento, che alla fine, quando i decennii di migliaia di anni che precedettero l'avvento di Gesù non saranno che un lontano preambolo della storia umana, e la parola evangelica, profondatasi lentamente nella coscienza umana, l'avrà tutta penetrata e riplasmata. I nostri schemi difettosi non riflettono che in piccola parte la realtà della storia e la vita delle anime, e poco vi discerne chi vuole curiosamente ficcar lo viso a fondo.

Pagina 160

Che una società, fondata sul libero consentimento dei soci, abbia un rito speciale per l'iscrizione dei suoi è semplice ed ovvio; ma che questa società prenda come suoi dei bambini appena nati, e che essa si faccia promettere da altri, per essi, fedeltà ed obbedienza, e che su questi inconsapevoli soci eserciti poi la sua autorità, pare oggi a molti irrispettoso per la libertà della coscienza umana e quasi tirannico; ed alcuni genitori cominciano a non volere che i loro bambini siano battezzati, ed anche ad impegnarsi a questo con un vincolo sociale, col pretesto che questi medesimi, divenuti uomini, sceglieranno il loro Dio e la loro fede.

Pagina 188

E “l'irreligione dell'avvenire” è una fede la quale ha oggi molti credenti, benché essa non abbia ancora degli altari e dei riti. I poeti e gli scienziati poeti hanno già del resto consacrato per loro conto degli altari alla Vita e alla onnipossente Natura e fiori alla Morte, che è circolo perenne di vita, ed adombrati i riti futuri.

Pagina 223

Quantunque il problema della sorte che attende il nostro essere spirituale dopo la morte, la quale è il momento in cui l'organismo nostro cessa di servire alle funzioni superiori della vita, occupi sempre grandemente gli animi, non può tuttavia negarsi che esso abbia oggi fra noi minore posto, nelle preoccupazioni umane, di quello che ha avuto innanzi per molti secoli. E tale fatto perdura, anche nell'attenuarsi di quel pregiudizio materialistico del quale abbiamo spesso parlato e che ottuse così fortemente il senso delle cose spirituali; mostrando con ciò di aver delle cause più profonde e più durature.

Pagina 289

Di quel che il loro spirito sia ed abbia, di questo limbo di anime rimaste fanciulle, noi sappiamo, per argomentazione, assai poco.

Pagina 294

Ora io so che tutto ciò non è vero e vorrei mostrarvelo, presentandovi il cristianesimo nella sua vera luce: e mostrandovi nel fatto come ciò che voi disapprovate non in esso, ma nel costume di molti di coloro che lo professano, abbia il diritto od il dovere di disapprovarlo anche io nel nome stesso del Cristo: il quale è assai più vicino alla coscienza moderna di quello che da molti si creda.

Pagina 5

Non c'è passione umana che non abbia sempre avuto e non abbia anche oggi le sue vittime umane. Il démone della voluttà non si sazia di ciò che gli offre di carni venali o perverse il suo mondo: esso raccoglie le sue vittime fra le minorenni, usa l'inganno e la frode, moltiplica il numero delle madri senza mariti e dei figli di nessuno, votati alla miseria ed all'ignominia; dovunque esso passa, la pace, la serenità, le virtù domestiche e sociali non fioriranno mai più. L'avarizia, favorita dalle lacune delle quali la rivoluzione francese sparse la compagine sociale, tenne schiavi ⸺ schiavi dell'orario eccessivo, delle sale malsane, dei salarii bassi, del regolamento intimano — un numero enorme d'uomini, considerati come semplici strumenti di lavoro, dei quali, per giunta, non si paga l'ammortizzamento. I rapporti fra le classi sono dominati anche essi dall'egoismo. Il proprietario di terre, vampiro talora enorme che succhia senza render nulla e consuma a Palermo o a Roma o a Parigi il lavoro di folle di agricoltori dell'infelice agro romano o del centro della Sicilia, assottiglia nei patti colonici il compenso degli agricoltori, che si rifanno, dove possono, sottraendo; le nostre padrone trattano la servitù come cose venali, la umiliano in mille modi, ne trascurano interamente la vita interiore.

Pagina 66

La nostra politica

401091
Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1907
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 315-321.
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La nostra politica! Abbiamo noi una politica? La domanda non è ingenua; ed escludo che abbia una punta anche leggera di ironia: è una semplice costatazione di fatto.

Pagina 316

Quell'epoca sotto certi aspetti non ha nessun rapporto oggi con la nostra politica,più di quello che ne abbia per esempio la lotta dei curialisti contro i giurisdizionalisti del sec. XVIII.

Pagina 316

Il Mezzogiorno e la politica italiana

401309
Sturzo, Luigi 3 occorrenze
  • 1923
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 309-353.
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Premetto che per mezzogiorno intendiamo non solo quello continentale dall'Abruzzo alla Calabria, ma anche le isole di Sicilia e Sardegna. naturale che così vasta regione, anzi agglomerato di regioni, abbia molti problemi da agitare e da risolvere. Ma la convergenza di tante condizioni quasi omogenee, la connessione di interessi e di economie, la simultaneità e univocità di cause e similarità di effetti — pur nel vario e diverso sviluppo politico, che li assomma e li proietta nella visuale nazionale, — fanno dei tanti problemi un problema solo, formidabile e premente sulla coscienza pubblica.

Pagina 309

Alcuni opinano che storicamente sia un errore credere che il sud Italia possa avere una sua floridezza, e quindi divenire un notevole centro economico del bacino mediterraneo, sì da determinarvi una politica realistica. Senza voler fare una discussione storica — che si allontanerebbe dalle linee di un discorso — credo che il tema della povertà naturale del mezzogiorno abbia forzato la mano perfino ad uno studioso e profondo conoscitore del nostro problema quale Giustino Fortunato. Nessuno nega che le condizioni fisiche, demografiche ed economiche delle regioni del sud siano difficili e siano state aggravate dalle vicende storiche; ma sarebbe errore conchiudere per una inferiorità insanabile.

Pagina 326

Per quante leggi si facciano, non si possono superare queste barriere della economia; né d'altro lato era possibile per il passato, e molto meno sarà possibile per l'avvenire, pretendere che lo stato abbia mezzi adeguati a concorrere utilmente ed efficacemente alla trasformazione economica del mezzogiorno; né è a credere che lo stato possa impunemente violare le leggi economiche, e creare d'un tratto una forza produttiva ove non esista.

Pagina 330

Il legittimismo in Italia

401521
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 245-249.
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Ci vuole la coscienza e l'energia di un popolo per salvar se stesso; e i governi potranno fare del male; difficilmente fanno del bene senza che questo bene abbia vita intrinseca.

Pagina 249

I problemi del dopoguerra

401610
Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1918
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 32-58.
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Ebbene, oggi, al confronto di un assurdo politico creato in Europa, splende l'esempio americano che alla libertà vera di insegnamento dà il fidente rispetto di governi e di partiti; e non si preoccupa — come vanamente sognano i liberali e i democratici di razza latina — della concorrenza o della prevalenza della chiesa nel campo dell'istruzione, conoscendo quale valore educativo abbia la religione nel plasmare il cuore del fanciullo e nel formare le nuove generazioni agli ideali della virtù e del bene, e al soffio vivificante dell'amor di patria congiunto all'amor di Dio.

Pagina 47

Può essere che tale forza abbia la prevalenza politica oggi o domani, nell'avvicendarsi dei partiti sul terreno elettorale legittimo o illegittimo; ma non deve vincere il pregiudizio, non deve permanere l'equivoco che l'organismo di classe rappresenti il passato delle corporazioni fossilizzate, soppresse allora per rivendicare la libertà di lavoro; mentre oggi si tollerano o si blandiscono le camere del lavoro secondo il fluttuare degli eventi, ponendo ostacoli a quel riconoscimento giuridico che affranchi le stesse masse dall'asservimento ad una parte politica preponderante.

Pagina 52

Sedici mesi di amministrazione

401687
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1907
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 306-314.
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Dirvi quanti dolori essa ci abbia procurato; come per 16 mesi non si abbia avuto un'ora tranquilla, come si abbia lavorato, è fare il panegirico di noi stessi, e lo sappiamo.

Pagina 307

Crisi e rinnovamento dello Stato

401929
Sturzo, Luigi 5 occorrenze
  • 1922
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 232-263.
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Gli uomini che campeggiavano in questo periodo di disfacimento della classe parlamentare della democrazia furono pochi, anzi può dirsi che uno solo abbia segnato la via: Giolitti, a cui gli anni diedero una statura maggiore della sua altezza politica. Invano si cerca in lui un pensiero costruttivo: nel suo costante semplicismo tradusse i problemi del futuro in adattamenti del presente: superò le battaglie del momento o seppe evitarle e parve un vincitore: ebbe istinti demagogici pur nell'austerità delle forme. A lui si deve il primo avvicinamento della borghesia al proletariato: avvicinamento non disinteressato né organico, ma istintivo di colui che meglio degli altri conobbe o intuì la crisi della borghesia e tentò di salvarne il potere, facendo concessioni alla nuova forza del proletariato socialista.

Pagina 241

Nitti fu accusato di avere contribuito a deprimere i valori morali della vittoria; mai si ebbe in Italia un periodo inquieto e torbido come quello che dal giugno ʼ19 va al maggio del ʼ20; la sconfitta di Parigi soverchiava la gloria purissima di Vittorio Veneto; era naturale che il popolo italiano, che sul Grappa e sul Piave si era unito per virtù di fede, per sentimento di estrema difesa e per valore di soldati, piegasse lo spirito nell'abbattersi della crisi economica e politica, nello smarrimento di una via risolutiva perduta nelle spire di una nuova falsa diplomazia, per la quale i tanto decantati principî di civiltà e di fratellanza dei popoli, di nuovi orientamenti di politica internazionale, portavano alla quanto mai grave crisi europea. Forse oggi, dopo tre anni, a Cannes prima e a Genova dopo, si inizia una revisione, che speriamo abbia a far tesoro della triste esperienza che accomuna nel danno popoli vincitori e popoli vinti.

Pagina 243

Qualcuno mi domanderà a questo punto quale azione abbia avuto il partito popolare italiano nel campo economico in un anno e mezzo di partecipazione, sia pure limitata, al governo (dal giugno 1920): lo dirò subito in poche parole.

Pagina 258

Noi diamo la colpa di molte delle cattive sorti dell'Italia, un po' all'America, un po' alla Francia, un po' all'Inghilterra; e certo nessuno nega che ciascuno di questi stati abbia dei veri torti verso l'Italia, i cui sacrifici militari e finanziari non sono stati valutati a dovere; però è mancata la linea politica, la sicurezza di questa linea e la rispondenza all'indirizzo di politica interna.

Pagina 258

Bisogna formare l'ambiente anche ai grandi uomini e noi auguriamo che l'Italia ne abbia molti, e che sorgano dalle rovine del passato con la fiducia dell'avvenire.

Pagina 261

La questione meridionale

401959
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 234-239.
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Ho accettato, io siciliano, di parlare in Bologna sulla Questione Meridionale non solo per un senso di carità sentita verso il natio loco, troppo vituperato e troppo sconosciuto, non solo perché sento che è una nobile missione rivendicare la verità e farla conoscere a chi, per quanto abiti mentali vi facciano ostacolo, non vi ripugna con le prevenzioni della volontà; ma anche perché noi cattolici, che oggi diamo all'Italia lo spettacolo del come sappiamo sentire cristianamente tutta la vita moderna, sentiamo anche quanto importanza abbia nella vita nazionale e nello sviluppo delle coscienze proletarie, una adeguata percezione del problema del Nord e Sud Italia, e una pronta e sicura visione delle vie di rinnovamento; al quale noi, se comprendiamo per intiero la nostra missione, dobbiamo partecipare con la vergine potenzialità dei nostri ideali.

Pagina 234

La stampa quotidiana e la cultura generale

402232
Averri, Paolo 4 occorrenze
  • 1900
  • Averri, La stampa quotidiana e la cultura generale, Roma, Società Italiana Cattolica di Cultura, 1900, IV-70.
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Ebbene, anche in questo caso, esso non è quasi mai il contributo d'un'opera originale e pensatamente riformatrice al progresso della scienza e della vita: esso riassume ed incarna una tendenza diffusa, un giudizio giacente nell'idea di molti, un commento spirituel ed acuto al fatto del giorno: poiché il lettore non cerca mai nel giornale un pensiero superiore, al quale esso abbia da apprendere, ma l'espressione nitida e lusingatrice del proprio pensiero. Questo scopo, che l'articolo di fondo del giornale francese o tedesco si dissimula e raggiunge indirettamente, il leading del giornale inglese o americano se lo propone tale e quale, senza reticenze come senza preoccupazione di classicismi letterari. Il leading inglese è il listino di borsa (un po' tendenzioso e un po' arbitrario, naturalmente, come i commenti di borsa di tutti i giornali) dell'opinione pubblica della giornata.

Pagina 12

Non vi è né può esservi, come abbiamo dimostrato, giornale che non abbia insieme scopi di cultura e di partito: ma, secondo che l'una o l'altra di queste due tendenze predomina, noi possiamo adottare come una prima grande distinzione sommaria quella indicata di giornali di cultura o di partito.

Pagina 36

Conviene inoltre notare come in tal caso la diversità di vedute che si va formando fra i militanti per una medesima causa introduce fra questi dei dissensi pericolosi ed offre facile modo a chiunque abbia interessi o abitudini o gusti particolari da difendere di nascondersi dietro le pieghe d'un programma troppo vago ed incerto e d'insinuare, non veduto, il suo spirito e le sue tendenze personali nei movimenti di parte propria.

Pagina 52

Ma a questo esso non giungerà se prima una larga e profonda trasformazione non abbia luogo nella cultura e nella vita dei cattolici.

Pagina 68

Il Parlamentarismo in Italia e la funzione del partito socialista

402544
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 166-191.
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Chi abbia presenti le osservazioni da noi svolte in questo breve studio dovrà convenire che quei giovani erano nel giusto.

Pagina 190

Gesù contemporaneo

402661
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 179-211.
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It. studenti per la cultura religiosa deve essere appunto quello di rifar cosa viva ed unità indissolubile la cultura e la religione; di avviare gli studenti,.con tutti i sussidi culturali e morali dei quali può disporre, a foggiarsi una vita religiosa alla quale la cultura non abbia nulla da opporre, una cultura che sia essa stessa vivente religiosità, cura e creazione di valori assoluti. Di questo specialmente ha bisogno l'Italia nostra, nella quale da secoli cultura e vita si sono quasi scisse, con una dolorosa mutilazione dello spirito e diminuzione di intima e sincera religiosità.

Pagina 207

Di un partito e un programma radicali in Italia

402707
Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 192-206.
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Il N. vuole che si abbia presente un piano organico consapevole di graduale nazionalizzazione, che potrebbe, dopo qualche diecina d'anni, trasformare radicalmente, per effetto di questo colossale demanio pubblico, le condizioni finanziarie dello Stato e l'economia nazionale.

Pagina 200

Forse tuttavia una nuova generazione politica, più seria e positiva, sta formandosi oggi in Italia, la quale potrà solo giungere a maturità fra parecchi anni; la crisi interna di pensiero che affatica il cattolicismo ne è forse il sintomo più eloquente. Nella vita dello spirito e delle coscienze questo occupa ancora una grandissima parte in Italia:.che la pratica di esso si rinnovi, rianimata da un pensiero vivo e fecondo, che dell'ufficio suo nella vita delle coscienze e nella vita sociale si abbia una idea meno farisaicamente esteriore, più sana e più giusta, che in questa atmosfera grave di volgarità intellettuale e morale passi una corrente viva ed un alito caldo di pensiero e di volontà rinnovatrice, e le condizioni politiche della vita italiana muteranno profondamente; ed i programmi che oggi sono inutilmente tracciati troveranno allora animi pronti a volerli ed a metterli in atto.

Pagina 206

I cattolici e la questione politica in Italia

403124
Averri, Paolo 1 occorrenze
  • 1897
  • Averri, I cattolici e la questione politica in Italia, Torino-Roma, Giacinto Marietti, 1897, 4-31.
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Pagina 4

Il Partito Popolare Italiano

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 92-127.
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Falso: nella dottrina ufficiale cattolica sulla posizione della Chiesa nella società e di fronte allo Stato, e dei doveri verso di essa, c'è quanto basta ed avanza perché si abbia un partito, il partito clericale nel senso stretto della parola, sino a che i diritti della Chiesa non sieno riconosciuti ed accettati dallo Stato. Chi segue rigidamente quella dottrina non può non essere di questo partito. La verità è che di cattolici i quali, sul terreno della loro azione politica, aderi¬scono lealmente a quel programma — che era il programma dell'Opera dei Congressi prima della crisi di questa — non se ne trovano più in numero sufficiente. Il clericalismo dichiarato e coerente fa bancarotta anche in Italia.

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Introduzione alla sez. "Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922)

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1923
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 101-131.
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Però, pur concedendo molto all'idealismo pacifista e alle correnti democratiche, bisogna convenire che la società delle nazioni non ha ancora una salda base nella coscienza collettiva tale da conferirle autorità; perché mentre rimane un tentativo permanente di far vagliare da un corpo rappresentativo e diplomatico, di studiosi e di interessati, i problemi dei rapporti inter-statali, non supera però il valore degli elementi costitutivi, e quindi non ne diventa un organo di sintesi che abbia carattere autonomo e responsabile.

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La crisi religiosa in Francia (Lettere al "Corriere della Sera")

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Murri, Romolo 2 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 207-245.
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Si è molto scritto in Italia sulla crisi religiosa in Francia e sulla separazione, ma non credo che il lettore italiano abbia potuto farsi, da quel che ha letto nei giornali, una giusta opinione sulla gravità di essa, sulle conseguenze gravissime che avrà per l'avvenire del cattolicismo in Francia e sulle ripercussioni sue negli altri paesi di Europa.

Pagina 207

Ma crisi simili, quanto più sono profonde, tanto più promettono di essere anche risolutive; e noi comprendiamo quindi perché l'abbé Lemire abbia accettato di far parte della commissione parlamentare nominata per l'esame delle carte Montagnini e di esserne anche vicepresidente, e si dichiari favorevole, con certe riserve, alla pubblicazione. I cattolici francesi si correggeranno meglio di certi loro errori e guariranno più facilmente da certe illusioni quando avranno osservato più da vicino tutta la gravità degli uni e la vanità delle altre.

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Che cosa fu il modernismo?

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 6-36.
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Peccate che non abbia voluto o potuto condurla sino agli ultimi tempi; poichè il dramma sarebbe stato evocato intiero per i venturi, sino allo scioglimento della dolorosa liberazione.

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Clericalismo

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 73-85.
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Ora, ha un bel motteggiare il Tempo e dire che per esso sono clericali tutti quelli che pensano e agiscono cristiani: è ovvio che chi combatte il cristianesimo per sé ed in sé abbia interesse di dire e di agire così, di addossare al cattolicismo la responsabilità di posizioni prese, di alleanze politiche, di tutela di interessi economici contro i quali il socialismo si leva; ma è strano che fra i cattolici stessi vi sieno di quelli i quali accettano la lotta su di un terreno così favorevole agli avversarii; sul terreno sul quale il cattolicismo è stato così spesso e amorosamente sconfitto lungo tutto il secolo scorso.

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