Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Per la difesa nazionale a S. Sebastiano e Carbonare

388054
Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Per la difesa nazionale a S. Sebastiano e Carbonare

L'evoluzione della cultura e la stampa quotidiana

388066
Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Ciascuno di voi si sarà per naturale effetto del nostro egoismo che fa del nostro io il centro del tempo e dello spazio che ci circondano — si sarà disegnato un proprio orizzonte al di là del quale è un passato che si propende più a compatire che a studiare, entro il quale è un presente che si adula volentieri e confina con un avvenire, a cui non si pensa. Ma proviamoci un po’ a rompere questo orizzonte: figuratevi che risorgano i nostri padri antichi e camminino per le contrade d’oggi dì. Li meraviglierà anzitutto il progresso meccanico, la macchina a vapore, la macchina elettrica, il telegrafo, il telefono, il fonografo. Ma fino che osservino più addentro la vita sociale. Troveranno anzitutto mutata essenzialmente la nostra vita economica.

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

400333
Murri, Romolo 25 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
  • Politica
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Questa fede vissuta, sostanza della nostra sostanza spirituale, guida e norma della nostra attività interiore, a noi è necessaria oggi; questa cerchiamo; e se anche tante larve di fede si dissolveranno, a questa analisi del valore della fede nella vita, né la chiesa né le anime, che non vivono di larve, perderanno alla prova.

Pagina 112

L'educazione deve rivelare alle anime questo bisogno d'una nonna morale, abituarle a discernerla nell'interno fulgorio dello spirito, a seguirla, a raccogliere su di essa l'attenzione, a piegare le rappresentazioni confuse, gli impulsi, i processi della vita interiore a questa norma. L'educazione cristiana deve, creato prima questo senso morale, abituar la coscienza a cercare ed a trovare nella parola viva del Vangelo e negli insegnamenti della Chiesa questa luce interna che, seguita, diviene anche forza e calore.

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Recise e separate dall'azione, e dal principio vivo dell'azione cristiana che è la carità, le credenze, adunque, non sono più che l'ombra di sé medesime; unite a quella, invece, esse vigoreggiano rapidamente nello spirito e ne derivano energie fresche e possenti. Nella società nostra, questa dissociazione dell'idea religiosa dall'attività pratica dello spirito ha assunto delle forme gravissime; nulla, forse, di più miserevole, che vedere a quanti nobili affetti ed entusiasmi, a quanti progressi umani, a quanta sete di libertà di dignità di miglioramenti spirituali sia rimasto, esteriormente, estraneo il cattolicismo nei nostri paesi latini. Il popolo sul quale un grande ideale è passato, come una vampata di entusiasmo, senza che la fede religiosa di esso consentisse; l'animo che nella sua fede cristiana non ha sentito un incoraggiamento ogni volta che possenti stimoli di bene lo muovevano all'azione e forse all'eroismo, incomincia a dubitare della bontà del cristianesimo.

Pagina 118

Evidentemente, tutto il cristianesimo è impregnato di questa credenza nella divinità del Cristo, la quale sola sta a noi garante della certezza dei dati che egli ha fornito alla nostra vita religiosa; tolta questa, esso si dissolve nel soggettivismo razionalista; le anime che si appoggiano a Cristo, aspirano a lui e vogliono derivarne la luce e la forza necessarie al compimento del bene, le anime che in lui si incontrano e si affratellano ed unificano il loro volere e vivono come sotto il suo governo presente, riconoscono in lui il rivelatore certissimo, il salvatore, il mediatore; aderendo a lui esse sanno di aderire all'assoluto bene ed a Dio stesso. L'attestazione della divinità di Cristo sale incessantemente da ogni anima cristiana; ed alle anime cristiane essa è rivelata non dalla carne né dal sangue, ma da Dio stesso, il quale cosi afferma e riconosce sé e l'opera sua e solleva con sé le anime umane alla luce del vero e del bene.

Pagina 170

E noi abbiamo avuto anche, in uno di questi nostri discorsi sulla carità, occasione di vedere come l'unione doverosa nel cristianesimo non può esaurire l'intima forza di associazione che è nella carità: ma via via che gli animi sono maggiormente penetrati di questa, essi sentono il bisogno di più intime associazioni, sino a porre tutto in comune quel che essi hanno, a negarsi il diritto di proprietà individuale, a mettere tutta la loro vita a disposizione di un volere collettivo e d'una autorità liberamente costituita e accettata.

Pagina 178

Nella vita della natura, la più intima radice della nostra attività è l'insufficienza di ciò che costituisce inizialmente il nostro io, di ciò che siamo in noi medesimi, e il bisogno fisico, fisiologico, psichico che ci spinge a cercare fuori di noi, intorno a noi, le cose delle quali abbiamo bisogno per trasfonderle nel nostro essere, impossessarcene, assimilarle ed arricchirne così la nostra esistenza. Prima ancora che incominci la serie delle nostre impressioni dal mondo esterno, prima che abbiamo qualsiasi notizia di ciò che è non-noi, fuori di noi, il nostro piccolo essere irrequieto anela e si volge, per un senso intimo di bisogni varii, a chi od a ciò che da fuori deve venire in noi per appagarci e divenire noi stessi.

Pagina 18

Dopo quel che io ho detto, dei dubbi possono essere ancora in voi circa l'uso dalla Chiesa universalmente accettato di ricevere al battesimo anche i bambini, anzi di amministrarlo, per norma, a poca distanza dalla nascita. Che una società, fondata sul libero consentimento dei soci, abbia un rito speciale per l'iscrizione dei suoi è semplice ed ovvio; ma che questa società prenda come suoi dei bambini appena nati, e che essa si faccia promettere da altri, per essi, fedeltà ed obbedienza, e che su questi inconsapevoli soci eserciti poi la sua autorità, pare oggi a molti irrispettoso per la libertà della coscienza umana e quasi tirannico; ed alcuni genitori cominciano a non volere che i loro bambini siano battezzati, ed anche ad impegnarsi a questo con un vincolo sociale, col pretesto che questi medesimi, divenuti uomini, sceglieranno il loro Dio e la loro fede.

Pagina 188

Molti veggono nelle dottrine e nei riti cattolici una specie di dande per i rachitici ed i malfermi della coscienza; l'anima moderna aspira a vivere la sua vita, a reggersi da sé e farsi padrona dei suoi destini. Il cristianesimo, che è fatto appunto per ottenere questo risultato nel miglior modo possibile, sembra invece a molti una catena legata al piede delle anime perché non riescano a levarsi in piedi e camminare da sé. Il timore, in tanti cattolici, dei moti civili, quando si trattava di rifarsi una patria, parve ed era viltà: il timore dei moti sociali, che ci caccia, come una mandra d'inconscii, contro i partiti giovani, sembra a molti ed è anche esso viltà; la cura paurosa del vecchio, il timore sciocco del nuovo sembrano a molti e sono anche essi viltà.

Pagina 200

Coloro che si accostano a questa mensa sanno di entrare, in essa, in comunione immediata e personale con Gesù. Egli è veramente in essi; a lui, da persona a persona vivente, senza intermediario, essi parlano, aprono il loro animo, i loro desiderii possenti ed occulti: in lui e per lui, essi, chiamati tutti ugualmente al banchetto, si dichiarano e si sentono fratelli, confortati e rianimati anche da quel loro soave essere insieme.

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Oggi molte coscienze domandano pel pentimento motivi più profondi; il terrore della minaccia ha perso molta efficacia su di esse, mentre la parola del dovere e la soave allettativa del bene sembra rispondere a una nostalgia profonda di purificazione morale. Di un dovere elevato e assoluto, del quale la coscienza fosse l'eco ed il vindice quasi per la sua costituzione, d'un imperativo morale insito nell'anima come forma propria ed a priori dell'attività morale s'è molto parlato nel secolo scorso, ed uomini celebri, filosofi o agitatori, han fatto molto a fidanza su di esso. Il cristianesimo può soddisfare più efficacemente e veracemente a queste nobili aspirazioni; al dovere astratto, creatura dell'uomo, alla coscienza autonoma, vane forme senza contenuto, essa sostituisce il Volere divino, assoluto e personale, che è appunto il volere del bene, di ogni bene, e del bene per sé stesso, e la riprovazione perenne e totale del male.

Pagina 218

Ma questa speculazione e questa credenza soggettiva ci si presentano, fuori d'una religione positiva, come soggetto a molteplici disputazioni ed errori: mentre nell'anima nostra permane il peso greve della nostra materialità, il principio dell'azione egoistica, in opposizione a questa tendenza a negare noi stessi per entrare, spogliati della nostra corteccia individualistica, in una più vasta circolazione di vita morale e religiosa.

Pagina 23

Noi possiamo dunque argomentare che, nella nostra coscienza e vita interiore, là dove la spontaneità inconsapevole diviene coscienza, dove la contingenza dell'atto particolare comincia a essere superata dalla universalità del principio etico che lo informa; dove, per dirlo in parole più comuni, l'egoismo rude o basso cede il posto a un senso nuovo di eguaglianza umana o di dovere, e al desiderio d'un bene che non è solo nostro, individualmente, ma deve essere da noi conquistato o goduto in comunione degli altri e comunicandolo a questi, non già spogliandone alcuno, là sia la soglia della religione; e che da questa proceda ed intorno a questa si raccolga l'educazione dell'uomo o della civiltà umana ad un concetto elevato o spirituale — e quindi altruistico — della vita, ed alla società dei voleri.

Pagina 23

Chiunque parli, signori, a cristiani d'oggi, della Chiesa cattolica, se egli intende dire della società dei credenti nel regno di Dio che è in mezzo a noi, deve avere presenti una quantità di giudizii fatti e di prevenzioni che impediscono a molti il retto intendimento di ciò che la Chiesa è. Per una associazione di idee che si è venuta lentamente costituendo negli ultimi secoli, al concetto di Chiesa cattolica si uniscono assai più facilmente ricordi ed esperienze d'ordine politico-sociale che non di ordine religioso; e il pensiero va a ciò che nella Chiesa è esteriore, a ciò che è gerarchico, a ciò che ha rapporto con fatti d'ordine politico e sociale. I mezzi esterni, dei quali il cattolicismo si è servito per agire sugli uomini e plasmare la loro anima sociale, avendo — per il decadere dello spirito vivo nel cristianesimo — preso quasi consistenza a sé come fine a sé stessi, e gli istituti ed organi varii delle sue funzioni esteriori avendo acquistato una meravigliosa efficacia figurativa dalla ricchezza, dal numero e dall'arte, noi siamo innanzi tutto portati ad associare il concetto di Chiesa a ciò che è in essa esteriore e formale; ai tempii, ai conventi, alle processioni, ai convegni rituali; quasi come un giorno il vivente concetto religioso dell'ebraismo era incorniciato prima e poi sopraffatto dall'imagine imponente del tempio, sotto il quale tutte le idee civili e nazionali del popolo s'erano riparate. E quel che è intimo, quel che è vivo, pensieri ed aspirazioni ed energie valide di anime, si appiatta, si attenua e quasi ci sfugge. La Chiesa, per molti, vuole anche oggi dire preti, vescovi, papa, decreti di congregazioni ed atti di concilii, encicliche, pastorali, discorsi. Ora anche ciò è molta parte della vita esterna della Chiesa, quasi come una enorme sinfonia al cui svolgersi le anime cristiane palpitano e vibrano e pulsano; ma anche qui ciò che importa maggiormente è questo palpitare e vibrare e pulsare di anime, questa circolazione vivente, più intensa o più lenta, di energie spirituali, non il suono esterno degli i-strumenti.

Pagina 243

Infine, noi che veniamo dopo generazioni le quali vissero ed operarono intensamente per fini politici, noi anche oggi così intensamente occupati da agitazioni politiche e sociali, nelle quali questo enorme ed antico organismo ecclesiastico e religioso si è variamente atteggiato, per cause storiche e contingenti, pensiamo, ricordando la Chiesa, a governi civili caduti, a congiure e sette politiche, a lotte nazionali; e come nella fedeltà di molti alla Chiesa c'è un senso di clientela politica, di fazione economica, di devozione civile a interessi quasi dinastici, così nell'odio di molti per essa c'è l'antico fermento politico giacobino, l'astio per regimi passati, la sete ansiosa del nuovo. E queste ed altre associazioni passeggere, ma ancora tenaci, di idee impediscono di levare gli occhi e il pensiero alla società delle anime che seguono il Cristo e vivono la sua dottrina, nell'unità della fede, della speranza, dell'amore.

Pagina 244

Il fanatismo, che fu già rimproverato sino alla nausea ad alcune manifestazioni passate di zelo ortodosso, minaccia oggi di risorgere, alimentato e diffuso contro la Chiesa, per opera di partiti che si dicono giovani e che in questo sono vecchissimi e illiberali: sia permesso a noi, che siamo irresponsabili di quelle antiche violenze, protestare contro le nuove; e nel nome della dignità e della sincerità della coscienza umana chiedere agli uomini di tutti i partiti e di tutte le opinioni il più largo rispetto dei convincimenti altrui, ed invitarli ad accordarsi a vicenda, nei limiti della legge, ampia libertà di propaganda per ciò che par giusto e umano ed ideale. Vincerà, noi sappiamo, la causa del bene e di Dio; e se, nella lotta, noi stessi che vogliamo esserne i difensori impareremo a conoscerla meglio, ed a meglio illustrarla, ed a meglio convergere verso di essa ogni aspirazione ideale dell'umanità, e a dar convegno in essa a tutte le anime che cercano onestamente e sinceramente il bene, sarà molto di guadagnato, per noi e per la Chiesa.

Pagina 251

che cosa manca a questo clero che esso guarda passare con indifferenza e con ischerno? Perché e come noi, figli e ministri di Dio, abbiamo disimparato le parole che commuovono e trascinano le folle, che raccolgono qui, intorno a questi nostri altari, le anime, assetate di redenzione e di bontà, e le preparano a portare con sé nella vita l'alito caldo d'una speranza divina?

Pagina 257

Ma è doloroso osservare che molti cattolici non intendono tutta l'ampiezza e la gravità dell'obbligazione loro a questo proposito. Le infrazioni alla legge sono molte, e spesso velate e sottili così che esse sfuggono a coscienze non molte operose né sollecite.

Pagina 264

L'esame è tanto più necessario in quanto, come abbiamo veduto, il cristianesimo per molte anime ha preso consistenza in una serie di credenze astratte, cui la vita non rende testimonianza, e di riti esterni, sì che poi la sostanza vera di esso ci sfugge: e la nostra illusione giunge a tal segno che spesso crediamo di essere religiosi quando ai riti cristiani veniamo a chiedere, con preoccupazioni interamente naturalistiche e pagane, qualche cosa male desiderata, o per l'oggetto stesso o per il disordine che è nel nostro desiderio, a chiedere in somma e cercare noi stessi.

Pagina 27

Si pensa ai defunti, ma così poco, e per piangerli più che per continuare a vivere con essi. Si pensa ai santi, non per coltivare in sé uguali affetti, ma per ottenere favori terreni, come i pagani pensavano ai loro dei; si vive con i prossimi, ma una vita di natura, di affetti, di simpatie, di antipatie, di rivalità personali, non una vita affettuosamente fraterna in Dio; a Dio stesso, a Cristo, abbiamo veduto quanto poco e male pensino i nostri cristiani.

Pagina 279

Signori, chi non tenesse conto che di ciò che intorno alla natura di Dio ed ai nostri doveri verso Lui è contenuto nella nostra rivelazione o nell'insegnamento teologico delle scuole e dei catechismi potrebbe pensare, venendo a dir simili cose ad un pubblico di cristiani, di indugiarsi inutilmente nei concetti più elementari: da tanti secoli l'umanità cristiana recita il Pater ed in tante aule e da tanti pulpiti esso viene ogni giorno illustrato e commentato, e può parere utile tornare a ripeterne il semplice e caro insegnamento? Eppure, solo uno sguardo alla pratica della nostra vita cristiana ci mostra che noi recitiamo sì il Pater, ci ripetiamo sì, da molto tempo, che il primo precetto del cristianesimo è l'amore di Dio, ma la vita e l'anima nostra rimangono estranee a quell'insegnamento, a quella preghiera.

Pagina 34

fede ed a chiedere favori, diviene nemico al fratello, lupo in cerca di agnelli.

Pagina 55

E l'egoismo stesso, io vi diceva, che è nell'uomo lo stimolo acuto all'affermazione del proprio dritto ed alla tolleranza di quelle restrizioni collettive senza le quali la vita individuale apparisce storicamente impossibile, diviene, ravvicinato alla sua norma etica, la misura del dovere, vale a dire del dritto degli altri; poiché il Vangelo ha stabilito: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Se esso avesse detto: non fare agli altri quello che le leggi vietano, un'immenso numero di rapporti umani si sarebbe sottratto a quella nuova legge, la qua le invece mirava a raggiungere il principio stesso dell'azione umana, a creare, prima che l'atto giusto, la volontà buona e fraterna; se avesse ancora detto: non fare agli altri quello che sai essere ingiusto, avrebbe lasciato aperto il campo alle innumerevoli illusioni che un'interesse prevalente, dirigendo e deviando l'attività del pensiero, tende a introdurre nei nostri giudizi pratici; esso dice quindi: non fare agli altri quello che non vorresti fatto a te applica cioè agli altri, come a fratelli tuoi, uguali a te nel dovere e nei dritti, quel senso acuto e vigile di giustizia che tu sei solito applicare alla tua persona ed alle tue cose: tratta gli altri come questo stesso desiderio del tuo benessere personale ti dice che gli altri dovrebbero trattare te: riconosciti, insomma, uguale agli altri e soggetto ad una stessa legge di giustizia e di solidarietà fraterna.

Pagina 60

Quanto più si fa assegnamento sui digiuni, sulle preghiere, sulle benedizioni, sul numero dei sacramenti, tanto più si trascura ciò che è difficile a cogliere con l'attenzione, divenuta grossolana e tendente a esteriorizzare: le intime e profonde disposizioni dell'animo verso Dio, come norma e principio di vita interiore, e quindi anche verso il prossimo. Ogni forma di farisaismo è quindi unita — e la parola di Gesù scolpisce meravigliosamente questa associazione — con il disprezzo del prossimo, con l'orgoglio e l'egoismo spirituale; la religione materializzata diviene oggetto di peso e misura; e chi ha accumulato digiuni, rosari, indulgenze disprezza colui che ne è povero, con un sentimento simile a quello di chi ha il granaio pieno per il povero che compra il grano da settimana a settimana.

Pagina 81

Ma un altro equivoco ha addensato sull'argomento la scienza recentissima; scienza che è tutta, come Vi è noto, di analisi minuziosa dei fatti e di critica storica e sperimentale: dominata poi anche per giunta dal pregiudizio metafisico d'un determinismo assoluto che la portava a ricercare nell'antecedente storico tutto il conseguente, mentre la storia dello spirito umano è storia di arricchimento e di crescenza spirituale continua. Ma questa, a chi guardi solo l'esteriore delle cose e prescinda dallo spirito imponderabile ed invisibile che penetra sempre meglio l'essere delle cose e, nella coscienza umana, lo rivela a sè stesso, apparisce come una creazione dal niente e quindi un assurdo; e perciò i metafisici del materialismo si sforzano di sostituire a questo crescente arricchimento dello spirito ab intus una semplice complicazione di rapporti esterni di materia e di fenomeni.

Pagina 9

Ogni certezza, vi dicono oggi i filosofi — che la vostra sicurezza intorno a ciò che del mondo o di voi stesso credete di sapere farebbe sorridere — è relativa: il vero per noi esiste, ma solo approssimativo, in una certa misura, e proporzionato sempre a quel momento della cultura e del pensiero umano nel quale appunto ci apparisce vero: relativo quindi a noi ed ai nostri stati psicologici o trasmessici dalla società o acquisiti da noi, relativo ad alcuni punti di partenza accettati senza dimostrazione ma per comodità, relativo a mille altri piccoli veri, correlativi ad esso, i quali si comunicano a vicenda la forza e la debolezza loro. Anche le matematiche, che parevano il tipo ideale della certezza, han mostrato recentemente alcuni sottili critici, son vere sì, ma posti certi assiomi accettati per opportunità e per una tal quale approssimazione, che permette di erigere su di essi delle dimostrazioni utili all'esperienza e quindi controprovate in qualche modo da questa. Ma quei punti di partenza sono supposti veri, non provati. E ponete anche superata questa crisi e stabilita alla conoscenza umana una qualche attitudine a discernere con sicurezza, nella rappresentazione del mondo sensibile, il reale in sé e l'assoluto: il campo cioè delle realtà spirituali e del divino. La critica, che la vostra indagine filosofica ha superato, torna a voi dal terreno della storia. Supponiamo che voi, avendo poco da lavorare per la vita, riusciate a farvi una filosofia. Quando il vostro sistema sarà fatto, od uno qualunque dei sistemi esistenti avrà avuto la vostra preferenza e sarà stato da voi accomodato al vostro proprio pensiero, guardate di non fidarvene molto: poiché la storia vi mostra che mille altri uomini hanno avuto la stessa certezza in sistemi tutti diversi, hanno confutato quelle che vi parevano ragioni, hanno ceduto innanzi a quelli che vi paiono sofismi. Avanti, avanti, tornate a studiare, ad esaminare, a confrontare. La verità non è certamente discesa dal cielo proprio per voi e voi portate in voi stessi, nella inconsapevole costituzione organica del vostro pensiero, le cause dell'errore che vi lusinga. Una tale filosofia, così incerta di sé, non ha certo delle difficoltà temibili da muovere contro la fede. Anche la fede, del resto, ha avuto ed ha la sua filosofia: né sarebbe difficile mostrarvi che essa riposa sui dati perenni, spontanei e tradizionali, della coscienza umana, e si rivela, luminosa e sicura di sé, a chi interroghi questa serenamente.

Pagina 94

La nostra politica

401089
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1907
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 315-321.
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richiamato il pensiero di molti, sotto diverse vedute, a discuterci; e il bisogno in noi a discutere la nostra politica. Porterò a tale discussione il mio contributo personale, non in nome di un partito, di una frazione, di una tendenza, ma puramente personale, fatto di lotte e di esperienze, se non lunghe e complete, certo dense e non prive di interesse e di significato.

Pagina 315

Prefazione alla seconda edizione

401166
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, VII-IX.
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Meglio destinare botti nuove a raccogliere il liquore spremuto e fermentato nelle vendemmie degli anni seguenti a quello in cui questi discorsi furono detti prima, poi scritti e pubblicati.

Pagina IX

Sedici mesi di amministrazione

401759
Sturzo, Luigi 8 occorrenze
  • 1907
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 306-314.
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O meglio: come l'am[ministratore] che è andato a vedere per la prima volta i beni lontani di un ricco signore, e torna a darvi conto, facendogli conoscere gli ordini che ha impartiti.

Pagina 306

E ora la nuova disposizione di regolare le nomine di guardie secondo regolamenti, preclude la via a tanti spostati che vogliono posti ed è nuova ragione a lamentele;

Pagina 309

La disciplina nei corpi costituiti è sentita male; l'aver, fin dal primo giorno, soppresse le gratificazioni agli impiegati ha dato ragione a mormorii, ed a litigi anche; ogni giorno si è combattuto contro pretese di gente che sul Comune e pel Comune ha avuto speranza di rimunerazione e di vita. Levate le pensioni di grazia.

Pagina 309

A) Riordinamento degli ufficii.

Pagina 310

Sgombrato il terreno dagli affari personali entriamo a parlare di quelli del Comune.

Pagina 310

i) una scuola a S. Pietro e un'altra a S. Maria di Gesù e una a Mazzarrone;

Pagina 312

A) Istruzione. Problema - lode agli insegnanti.

Pagina 312

Non vuole compensi, non domanda voti, non ha l'ambizione di restare a un posto difficile, fortunata se altri siegue i criterii che ha avuti, di nessun altro premio paga che di quello di aver servito. E se dopo verrà il silenzio sulle opere nostre, e se il popolo cercherà altri, e se la pubblica estimazione non continuerà a sorreggere l'opere nostre, onesti e semplici torniamo come Cincinnato ai campi, pronti all'appello, senza che nessuno possa dirci: fanno un favore a prezzo della coscienza, senza che nessuno possa rimproverarci di aver venduto il favore a prezzo di un voto.

Pagina 314

Appendice

402994
Murri, Romolo 10 occorrenze
  • 1907
  • Murri, R. La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 246-263.
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Il Segretariato generale risiede ora a Bologna, presso il dott. Giuseppe Fuschini, Via Cavaliera 24; l'organo ufficiale, si pubblica invece a Torino, sotto la direzione del dottor Mario Tortonese, Via Garibaldi 33.

Pagina 248

A proposito dello Statuto avvertiamo che dopo la lettera Pontificia vietante al clero d'iscriversi nella L. D. N., questa si è affermata in senso sempre più laico, né si sentirebbe disposta a seguire i clericali italiani in quelle rivendicazioni a cui essi pretendono dare un carattere religioso mentre in realtà sono politiche; una prova di questa più netta scissione può trovarsi nel programma di politica ecclesiastica e nel recente atteggiamento della Lega di fronte alla questione dell'insegnamento religioso nelle scuole.

Pagina 248

La Lega democratica nazionale, che è nominata spesso in questo volume, fu fondata nel novembre 1905, a Bologna in una riunione indetta dalla direzione della Società Nazionale di cultura. Essa incominciò presto a diffondersi, e molti sacerdoti diedero in quei primi tempi la loro adesione; ma nel giugno 1906 in una lettera di S. S. Pio X ai vescovi d'Italia la Lega era riprovata e proibito ai sacerdoti di iscrivervisi. Divenuta così associazione puramente laica, essa tenne il suo primo congresso nazionale a Milano nel settembre 1906; congresso al quale intervennero i rappresentanti di oltre cento sezioni.

Pagina 248

a dare la loro opera, secondo le opportunità dei luoghi, alle associazioni professionali e cooperative del luogo nel quale risiedono, a promuoverne la fondazione, ed in genere ad aiutare con ogni mezzo i lavoratori nelle loro legittime aspirazioni e rivendicazioni,

Pagina 250

. - Ogni socio s'impegna a concorrere nei modi sopra indicati, ed in altri che siano a sua disposizione, all'incremento della Lega.

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Essi si opporranno alla propaganda anticristiana ed a qualsiasi atto di persecuzione religiosa.

Pagina 251

La costituzione di un gruppo politico parlamentare di cattolici che gli ufficiosi del clericalismo negavano sino a ieri, è oggi ufficialmente annunziata dall'on. Cameroni, l'alfiere del cattolicismo politico lombardo, a Firenze; ed egli ha parlato chiaro, in mezzo agli scrupoli spenti di coloro i quali gridavano già non potere il vincolo del non expedit sciogliersi che a ricostituzione avvenuta della libertà territoriale della Santa Sede; ha parlato con la sicurezza dell'uomo che sa la parola d'ordine corsa, e se ne fa forte.

Pagina 255

Poiché, mentre a questo ha dato fatti di appoggio concreto, aperto e cordiale, mentre ha rifatto una base a gruppi borghesi rimasti senza elettori, mentre, strano a dire, ci si dichiarava autorevolmente che esso non dovrà porre candidature proprie contro le candidature di moderati (Osservatore Romano del 6 marzo), al popolo non ha dato che parole e apparenze; le non molte organizzazioni economiche che ha in balia non furono certo scuole di libertà popolari ma piuttosto ingegnoso agglutinamento di cli entele politiche; nel campo professionale, lungi dall'avere i cattolici conservatori impresso una vigorosa orma propria, pesa su di essi il sospetto di essersi prestati a dividere e snervare le forze del proletariato, col pretesto della difesa, inabile, del resto, ed inefficace, della fede religiosa di una parte di questi.

Pagina 256

Dobbiamo poi ricordare a voi che questi uomini, fatta alcuna eccezione, avversarono sempre, o più specialmente negli ultimi anni, ogni libera iniziativa dei giovani, impedirono ogni nostro sforzo diretto a dare ai cattolici una rinnovata coscienza politica, spezzarono, in odio a noi, le organizzazioni che eravamo riusciti ad occupare, vollero deliberatamente un periodo, di anarchia, per annodare i loro complotti ed hanno spesso dimenticato per sé, la facoltà di agire vendendo noi giovani ad ire possenti e tenaci di pochi, mentendo a sé stessi per metterci in mala vista, ed accusandoci di un programma che non avevamo, per poter più liberamente sfruttare il nostro, sin dove ad essi facesse comodo. E in noi, o di proposito o per vile spirito di opportunità, si volle appunto combattere una nuova politica, sinceramente democratica e liberatrice.

Pagina 257

Essa non può licenziarla su due piedi; e tocca ai cattolici laici d'azione organizzarla a partito, si dice. E sia; ma l'ufficio è delicato e difficile. Sfruttare questa clientela a piccoli scopi di dominio e interessi di casta conduce a perderla e perdersi; conviene invece educarla a prendere nelle lotte della vita pubblica il posto che le spetta, secondo lo spirito delle istituzioni democratiche, e le esigenze della vita nazionale. L'alleanza politica che oggi prevale è stretta a danno degli interessi di quelli che di questa clientela politica della Chiesa costituiscono il grandissimo numero, per la difesa di una posizione di privilegio contro ogni forza rinnovatrice.

Pagina 259

Il bivio della politica ecclesiastica in Italia (colloquio con un giornalista)

403774
Murri, Romolo 3 occorrenze
  • 1907
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 138-148.
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Il primo punto sul quale abbiamo interrogato don Murri riguardava il suo ultimo articolo pubblicato dal Rinnovamento, intorno a un libro del Nitti sul partito radicale; una dichiarazione contenuta in quell'articolo, secondo la quale il Murri tornava a manifestare la sua recisa ostilità per il clericalismo, provocava in questi giorni violente risposte della stampa clericale.

Pagina 140

— E perché, scusi, la presente politica ecclesiastica non può, a suo parere, durar molto tempo?

Pagina 143

Sacerdote, io mi sono impegnato a spendere la mia vita per la Chiesa e lo fo. E sarebbe assurdo, intende bene, che io portassi il mio contributo ad una politica che ritengo esiziale per gli interessi della mia causa, quando nulla mi obbliga ad aderire a questa politica, che non riguarda, ripeto, né la fede, né la morale, direttamente. Ora, quanto al successo, qualcosa si otterrà immancabilmente; poiché tutte le simpatie guadagnate a questo movimento sono simpatie sottratte definitivamente all'anticlericalismo fanatico od a quello che io credo sarebbe meglio chiamato clericalismo rosso. Ma poi ho un altro motivo di sperare che questa linea di condotta prevarrà.

Pagina 145

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