Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Numero di risultati: 8 in 1 pagine

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Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

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Toniolo, Giuseppe 1 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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Data l'attività umana volta alla ricchezza, essa non investiga in essa le ragioni ed i precetti dell'onestà o moralità; ma, accettate (dalla filosofia) queste norme etiche che superiormente la governano, ne considera l'efficacia utile rispondente a quei fini etici medesimi. In altre parole, ammesso che un atto relativo all'acquisto od uso della ricchezza sia lecito ed onesto, l'economia definisce in qual modo e con quali procedimenti esso torni utile o proficuo,ossia più confacente a conseguire il benessere materiale dei popoli, stromento alla sua volta al bene morale voluto dall'etica stessa.

Pagina 1.44

Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

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Toniolo, Giuseppe 1 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
  • Economia
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Ma lo svolgimento delle singole industrie sembra avvenire normalmente (fra variazioni notevoli, a seconda del genio dei popoli o delle loro sedi marittime e continentali o delle primitive tradizioni) con questa successione: — dapprima si svolgono certe forme di industrie rurali, p. e. la pastorizia e la produzione granaria, perché indispensabili alla sussistenza; — le industrie manifatturiere, in ispecie le arti fabbrili per l'armi di difesa e le tessili per le vesti, seguono dappoi, perocché esse richiedono più vario e pieghevole ingegno e certo possesso di capitale; — ultimi si intrecciano e si ampliano i commerci, perché questi suppongono numerose popolazioni, distinzione di classi e di nazioni e certa efficacia di leggi etico-giuridiche generalmente accettate, che li guarentiscano. Vero è però che il commercio,ultimo nel suo ordinamento ed esplicazione, diviene ulteriormente il primo per efficacia, ogni successivo ampliarsi e perfezionarsi di esso traendo dietro di sé la trasformazione e il progresso di tutte le altre industrie.

Pagina 18

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

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Murri, Romolo 3 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
  • Politica
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No, vi ho già detto; solo, alla fede nel Cristo e nella società universale e perenne dei cattolici essi ne sostituiscono un'altra; la fede nelle opinioni degli amici e delle amiche delle quali temono il biasimo e l'opinione sfavorevole; la fede nel maestro, che, a sua volta, ebbe fede in qualche fanatico sacerdote della scienza, nel giornale il quale traffica opinioni e coscienze, nell'osceno libello settimanale; fede nell'agitatore politico cui l'ambizione di potere e di ricchezza solleva il petto e snoda la lingua; fede forse nell'ultimo in cui si imbatterono nell'angolo d'un salotto o di una via o di una taverna; ma ad ogni modo fede, e solo fede, e spontanea e irriflessa, poiché di altro non si alimenta la loro vita morale; e rendersi conto di una di quelle affermazioni che sono accettate con tanta facilità esigerebbe anni di studii e di meditazione, e tanti sussidii di ricerca coscienziosa quanti appena ne hanno le università meglio fornite.

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Le conclusioni certe alle quali esse giungono in questo campo della loro ricerca debbono essere accettate da noi: ciò che era criticamente o storicamente falso poté anche giovare alla nostra fede sino a che essa, ritenendolo vero, se ne servì per rappresentarsi più facilmente e comodamente certe verità religiose; scoperto l'errore, noi troviamo che questo è di indole puramente letteraria e storica, ma in nessun modo di indole teologica: poiché alle realtà spirituali nelle quali noi crediamo rimane, nella storia della rivelazione cristiana e nelle fonti autentiche di questa, quanto è necessario per presentarle ai nostri spiriti e permetterci di intenderle ed appropriarcele. La nostra fede cristiana implica l'azione illuminatrice e riparatrice di Dio nella storia e, quindi, una serie di affermazioni e constatazioni storiche senza le quali noi vedremmo quella fede sfumare nei campi del soggettivismo. Ma questo pensiero non può sottrarre alla critica l'esame di ciascun dettaglio in particolare di quei fatti storici, senza una implicita confessione di sfiducia in sé stesso. Ed infatti, se dall'una parte noi vediamo che su certe conclusioni della critica non può esservi più dubbio, anche se esse spaventano delle anime semplici, questa critica stessa, ben lungi dal distruggere tutto, molte cose ha sottratto alla discussione e molte ne ha ricostruite. Faccia dunque essa liberamente; noi siamo certi della sua buona testimonianza: come la lancia della leggenda, essa piaga e risana.

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Se dite che Dio non c'è e l'anima non c'è, non è già che voi ne sappiate qualche cosa più di me: credete che sia così e difficilmente sapreste voi stesso dirmene il perché: spesso quelle che vi sembrano le ragioni della vostra convinzione o le avete cercate dopo o non convincono neanche voi; i giudizii esistenziali sorsero forse in voi come giudizii di valore, poiché quelle esistenze nelle quali voi credete hanno un effetto decisivo sulla vostra vita morale, e, secondo che questo effetto vi piace o vi ripugna, voi accettate o meno quelle realtà. Se dite che non val la pena di preoccuparsi di un avvenire ignoto, e non ve ne preoccupate, voi credete che le cose visibili e sensibili e gustabili hanno maggiore realtà delle supposte o intravvedute realtà spirituali, e sono più adatte a voi e più desiderabili; lo credete, non vi siete mai preoccupato di dimostrarvelo, ma agite secondo quella fede; fosse essa anche la fede nella bellezza della donna e nella vostra, nel denaro, nella salute, nelle stoffe di seta, nei brillanti, in un paio di cavalli. Voi riponete la verità e l'essere in questi vostri effimeri ideali, vi affidate ad essi; credete in essi, ed infatti domandate loro di empire la vostra vita interiore, di dar consistenza al vostro essere, che da sé non l'ha, di farvi felici.

Pagina 98

La crisi religiosa in Francia (Lettere al "Corriere della Sera")

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 207-245.
  • Politica
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All'Union pour le verité, della quale è anima Paul Desjardins, noto per la sua. assidua e nobile azione morale; ai Libros eatretiens, do ve accanto a cattolici come 1'abbé Klein discutevano uomini di governo, protestanti, liberi pensatori e socialisti (noteremo solo i nomi di Brisson, relatore della Commissione parlamentare per la legge di separazione, e di Jean Jaurés), la legge fu discussa accuratamente in ogni sua parte, furono proposte modificazioni, in gran parte accettate, furono valutate accuratamente tutte le possibili conseguenze. Alla Camera, poi, le vedute di Briand furono accolte da deputati che, nella massima parte, non sono anticlericali di proposito, benché imbevuti d'uno spirito profondamente laico, e che desideravano veramente di finirla con la questione religiosa, risolvendola, una volta per sempre, in senso democratico e liberale.

Pagina 222

La nuova politica ecclesiastica

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 149-165.
  • Politica
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Il concetto dello Stato laico è lungi dallo spaventarli, poiché esso non significa già che le azioni umane, in qualsiasi campo, non debbano sottostare a delle norme etiche liberamente accettate, e quindi anche essere informate, nell'interno della coscienza di chi le compie, da una visione e da un senso religioso della vita, ma significa solo che, l'attività dello Stato essendo inseparabile dagli interessi di coloro che sono giunti ad impossessarsi dei suoi meccanismi, e mirando a porre il diritto come pura norma formale, per sé, dell'opera esteriore dei cittadini, le più alte epiù universalmente umane esigenze delle coscienze, non solamente non devono esser poste sotto la sua tutela, ma devono anzi esser messe gelosamente in salvo dal prevalere delle maggioranze o dall'interessato controllo e patrocinio dei poteri politici.

Pagina 163

La Democrazia Cristiana in Italia

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 62-90.
  • Politica
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Di fronte a questa illogicità, la condotta del Vaticano appariva logica; poiché esso diceva, in sostanza: voi dichiarate di voler rifare religiosi lo Stato e la società; insieme, voi accettate da me la religione e mi professate obbedienza in materia religiosa; o dunque questa religione che voi accettate da me è quella che volete applicare allo Stato e alla società, ed allora dovete riceverne le norme da me; o è un'altra, ed io ho il diritto di sconfessarvi e di smascherarvi.

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