Parola che par debba sonare altrimenti, da che abbiam visto soggiogati popoli e regni da quel liberalismo, che in religione ammette libertà di culti, in morale il divorzio, in istruzione le scuole laiche, e che in finanza, costretto dalle conseguenze, deve ammettere il furto.
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Che cosa abbiam fatto?
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Chi avrebbe fatto come abbiam fatto noi?
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Noi oggi non ripetiamo quello che abbiam scritto e promesso. Diciamo che ancora c'è da lavorare.
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La fede deve essere per noi insieme un complesso di affermazioni teoretiche, di idee e di direzioni morali; ed abbiam visto come queste due cose sono fra di sé in intima relazione, e tanto più la fede si illumina di luce interiore quanto più essa si accompagna ai processi affettivi e volontarii del nostro spirito. Essa è, perdonatemi l'espressione melodrammatica, fiore che non si apre se non all'alito caldo dell'amore. Quindi, per educare la fede in noi, non basta introdurre nell'intelligenza e nella memoria, strati superficiali e labili del nostro spirito, alcuni concetti od idee, quelle, per es., della Trinità di Dio o della presenza reale: conviene associare ad esse sentimenti di piacere e di pace interiore, affetti buoni, direzioni pratiche dello spirito; metterle, insomma, in rapporto con tutta la nostra vita morale e trarre da esse il costrutto di buoni risultati su questa: allora l'anima assorbe più profondamente quelle idee, le fa vita della sua vita e si trasforma, in esse e per esse, di chiarezza in chiarezza.
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Dico di dar fine, affinché primo con animo più pacato ciascuno studi da sé la questione; secondo perché non si divulghi presso il popolo una idea che corre, cioè che noi vi abbiam chiamato a queste riunioni per convincervi che il nostro re debba essere il Papa. L'azione dei cattolici invece si deve restringere ad ubbidire il Papa non solo come Maestro infallibile dei dommi e della morale, ma anche come supremo Gerarca. Di questo ne parlerò in fine: comincio ora ad esporre le mie brevi considerazioni, lasciandovi libertà a notare ciò che crederete poco esatto o esagerato.
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Rapida come il fulmine, vasta come la tempesta, avvolgente come l'uragano, venne la vittoria, premio alla costanza, virtù di uomini, ragione di eventi, alta disposizione di Provvidenza; — e abbiam visto Lucifero cader dal cielo come una folgore, quando il tedesco, nel culmine delle sue speranze, dopo aver quasi raggiunto Parigi e carpito il trionfo, cedeva, cedeva, nel disfacimento di una forza titanica, immane; quel Lucifero che peccò di superbia di fronte al mondo e di fronte a Dio.
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La posizione equivoca dei futuri integralisti aveva, come abbiam detto, snervato, prima, e poi spezzato l'opera del gruppo parlamentare in favore dell'on. Sonnino; ma il criterio ispiratore di quella posizione equivoca ha poi trionfato al congresso con l'integralismo; poiché il partito si è deciso a tollerare si e no l'appoggio a un ministero borghese, a permettere si e no l'azione del gruppo a favore di un programma di riforma, e rende quindi possibile si e no il costituirsi di un indirizzo e di un gruppo di governo, con programma nettamente democratico e sociale, pel quale l'appoggio e il concorso delle forze socialiste sia condizione prerequisita e prestabilita. I socialisti si sono proposti di essere alleati a metà, quanto cioè permetta il sentimento rivoluzionario delle masse, sentimento che gli organi ufficiali del partito incoraggiano e promuovono…per la formazione delle coscienze socialiste; alleati incerti ed infidi sui quali, quindi, nessuna persona e nessun gruppo politico serio vorrebbe seriamente contare per assumersi la responsabilità del governo. Con che i socialisti, dicendo si, hanno in realtà stabilito no, ed assicurato il durare pacifico e lieto di quel ministero e di quella maggioranza che domani torneranno a combattere alla Camera, solo per la bellezza e l'utilità dello spettacolo che offriranno così ai loro, e senza alcun proposito serio di creare una situazione nuova, e creatala, di conservarla. Tanto chiede il grosso del partito dal balocco parlamentare; e non permette di più. Ma con ciò stesso essi si sono condannati a non avere nessuna effettiva importanza nell'andamento della vita parlamentare; e mentre salvando e sorregendo l'on. Sonnino, sarebbero rimasti gli arbitri delle sorti di un ministero, riaprendo la via all'on. Giolitti hanno condannato sé stessi e la Camera al presente nullismo politico. Non è quindi meraviglia che un partito capace di commettere errori cosi gravi e che ha rivelato una tale assenza di intuito politico abbia in breve tempo perduto talmente importanza ed autorità.
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