Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: accomodarsi

Numero di risultati: 6 in 1 pagine

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Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

391503
Toniolo, Giuseppe 2 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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È noto, come questo nel medioevo cristiano fosse inteso (meglio ancora che nel giure romano) quale una proportio o adaequatio,per cui i presidi del diritto, mercé lo Stato, devono accomodarsi alla varia natura dei rapporti umani. Ne sorse una giustizia commutativa,che regola le relazioni da pari a pari,valevole p. e. in modo speciale per tutta l'attività privata, industriale e commerciale in un regime di eguaglianza di trattamento e di libera concorrenza. Poi una giustizia distributiva, che disciplina le relazioni fra superiori e inferiori,p. e. fra classi abbienti (di proprietari e capitalisti) e nullatenenti (di lavoratori), germe della legislazione sociale moderna, che mantiene l'equilibrio sociale, infrenando i forti e sorreggendo gli umili. Infine una giustizia legale o meglio politica,per cui al bene dello Stato tutti i cittadini devono prestarsi in misura, non già materialmente uniforme, bensì adeguata alla rispettiva capacità contributiva (Antoine, Pottier, Rivalta).

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Differenza obbiettiva di fini, alla quale viene ad accomodarsi, a seconda di corrispondenti varietà accidentali soggettive dei singoli che vi si adibiscono, due gruppi fondamentali di classi di differente specie e grado.Ma nell'ordine di tempo, prima si svolgono con forme organiche spesso poderose le classi morali-civili; e ciò per la eccellenza e necessità indeclinabile dei loro uffici per la società e per lo Stato, rivestendosi del prestigio ed autorità di ceti dirigenti,a cui gli altri ceti (senz'uopo di supporre sempre la violenza) volontariamente si sottomettono per essere protetti e guidati dai più capaci. Ciò spiega il sorgere anticipato di caste sacerdotali (caste ieratiche), di nobiltà di uffici civili (satrapi, ottimati, mandarini, filosofi), di aristocrazie militari, che sotto l'una e l'altra forma grandeggiano in oriente, si ripetono in Grecia e a Roma, ed anche fra i germani. E tanto più si rinsaldano, in quanto, per l'autorità stessa giuridico-politica di cui trovansi munite, attribuiscono a sé la proprietà territoriale e subordinano coattivamente le forze di lavoro (le moltitudini), assicurandosi così le condizioni economiche con cui meglio dispiegare le loro funzioni superiori.

Pagina 2.117

Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

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Toniolo, Giuseppe 1 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
  • Economia
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Come chimicamente un corpo risulta da diversi agenti rigorosamente determinati per specie (analisi qualitativa), così ogni impresa di produzione, per rispondere progressivamente al fine edonistico, deve prima accomodarsi alla legge delle proporzioni definite qualitative,rispetto ai fattori della produzione, mediante una cernita e applicazione di quelle specie di lavoro, di capitale, di forze e materie naturali, che offrono il più alto grado di efficacia utile, rispondente alla natura dell'impresa stessa.

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Di un partito e un programma radicali in Italia

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 192-206.
  • Politica
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Quando, realisticamente, si rifletta che Chiesa e Stato, nella loro realtà concreta e viva, presi come esistenze e. non come astrazioni, sono solo due diversi momenti della coscienza sociale, si vedrà come, l'escir del cattolicismo o meglio delle coscienze cattoliche dalla vecchia formamentis del medio evo per accomodarsi ed accomodare a sé i risultati della cultura contemporanea, non può essere senza profondi effetti e radicali mutazioni negli atteggiamenti anche politici, e sociali di queste medesime coscienze. Gli anticlericali volgari e settarii, sono ancora quasi tutti in Italia, identificano il cattolicismo con questa vecchia forma mentis dellaquale combattono i risultati inconsciamente, essi concorrono a liberarmelo, promuovendo e provocando la lotta.

Pagina 203

La nuova politica ecclesiastica

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 149-165.
  • Politica
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La democrazia e i presenti ordinamenti democratici possono essere stati un male, e la Chiesa e i buoni cattolici li avversarono da principio; ma oramai conviene accomodarsi ad essi e trarne profitto: molto più che con l'accordo fra le autorità religiose e le civili i loro inconvenienti possono essere attenuati, e il potere assumere una certa stabilità nelle mani di gente assennata e per bene, aliena dai mutamenti, rispettosa della Chiesa e dei suoi diritti, se non per intimo convincimento religioso, almeno per senno politico e per prudenza. Infine, i partiti così detti popolari, e il socialismo in particolar modo, appariscono a questa mentalità come partiti di disordine e di turbolenza, che speculano sulle passioni delle folle, come nemici dell'autorità per se stessa, e quindi di Dio, e che perciò bisogna combattere in tutti i modi per conservare l'ordine sociale. Ci sono, sì, delle ingiustizie da riparare, degli operai mal pagati, dei contadini abbrutiti dalla miseria; ma le classi alte non sono insensibili ai buoni consigli, e con della buona volontà, con della quiete, soprattutto, da parte dei lavoratori, con- delle casse rurali e delle associazioni confessionali, si potrà venir riparando al male. Quindi, intese così le lotte dei partiti poli¬ tici come lotte tra il bene e il male, tra l'autorità e la turbolenza, tra le virtù cristiane e le cupidigie pagane, la Chiesa ha il dovere di intervenire per sostenere il diritto dell'ordine e dell'autorità contro i partiti sovversivi; diventando essa la grande elettrice dei candidati dell'ordine contro i candidati sovversivi, non compie che il suo dovere. — Coerentemente a questa visione della società religiosa e dei suoi rapporti con la società civile, è stato proclamato da molti interpreti di esso il principio che la dipendenza dei cattolici e del clero dall'autorità della Santa Sede debba essere assoluta, anche in materia politica; il rinvigorimento della disciplina è promosso non solo per rinvigorire lo spirito e l'attività religiosa del corpo ecclesiastico, ma anche per ottenere in questo, e per mezzo di esso nel laicato cattolico, unità di azione politica, sotto la condotta della suprema autorità della Chiesa; le organizzazioni di cattolici promosse senza la diretta ingerenza dell'autorità ecclesiastica sono state combattute e riprovate, anche quando esse dichiaravano aperto di avere uno scopo nettamente politico e sociale, e di rimettersi invece alla Chiesa nelle eventuali questioni riguardanti la vita religiosa ed i diritti della coscienza religiosa; come è appunto avvenuto alla Lega democratica nazionale. Quindi il non expedit non fu ritirato; l'esercizio del voto da parte dei cattolici fu subordinato a queste vedute, che sono insieme di carattere religioso e politico: i cattolici voteranno, ma per il candidato dell'ordine e dell'autorità, che è anche il candidato della Chiesa. Questo battesimo politico, questa investitura ecclesiastica, ebbero subito moltissimi candidati; noti massoni, anticlericali ferventi sino allora, grossi industriali e proprietari di terre minacciati dal socialismo, si presentarono a chiedere agli ordinari del luogo i voti dei cattolici; e ne seguirono le vittorie elettorali che è inutile ricordare.

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Clericalismo

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 73-85.
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I secondi osservano, in sostanza, questo: che la posizione della Chiesa risultava, nell'antico regime, da molti elementi di fatto i quali sono venuti intieramente a mancare; che gli uffici e le attribuzioni delle due società si vanno sempre specializzando e quindi anche differenziando: che, si voglia o non si voglia, è grandissimo oggi ed aumenta sempre il numero di coscienze le quali chiedono una organizzazione della vita pubblica che sia all'infuori di ogni azione diretta della società religiosa e riconoscimento ufficiale di questa, e non si può togliere a tali coscienze, nei presenti regimi democratici, il modo di far valere le loro idee nella vita pubblica; che, d'altra parte, ogni tentativo di restringere le libertà. democratiche (simile a quello che oggi scontano così duramente i cattolici francesi), di consolidare il potere in certi gruppi o certe classi sociali più favorevoli alla religione cattolica, il confidare sul concorso dello Stato per la formazione delle coscienze cristiane (conati vari che caratterizzano appunto lo spirito clericale) sono tentativi vani e che ricadono in danno della Chiesa stessa; che in alcuni ordinamenti di questa, i quali datano dal secolo XVI, non si tien conto sufficiente dei mutamenti grandissimi avvenuti nella vita sociale e nello spirito pubblico, donde frequenti conflitti ed incompatibilità che una grande riforma simile a quella compita per i suoi tempi dal Concilio di Trento allontanerebbe; che intanto conviene al cattolicismo, nelle condizioni presenti (ed è vano pensare a delle condizioni future, poiché noi costruiamo il futuro con le forme già note e quindi con il passato) accomodarsi al regime democratico e ad una più netta distinzione di uffici fra Chiesa e Stato, e invece di combattere quel regime dal di fuori, cercar di agire dal di dentro, insinuando nella democrazia lo spirito vivo del cristianesimo, e di concorrere nel modo migliore al normale sviluppo di essa, rifacendosi la Chiesa, come fu, grande educatrice di coscienze.

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