Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abnegazione

Numero di risultati: 10 in 1 pagine

  • Pagina 1 di 1

Giornalismo ed educazione nei seminari

398444
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1902
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 217-233.
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Anzi la direzione dello spirito nei seminari deve determinare quelle disposizioni d'animo, che i chierici devono avere nel ministero sacerdotale; tra cui principale l'abito della sollevazione della mente a Dio fra tutte le più svariate, agitate, complesse occupazioni; e lo spirito di zelo e di abnegazione sino ai sagrificii più inauditi.

Pagina 231

Comizio elettorale

398647
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1908
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 322-328.
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Le grandi crisi non si superano senza abnegazione.

Pagina 327

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

400473
Murri, Romolo 5 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
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E nei rapporti col prossimo e con la società la severa norma di bene che abbiamo detto esige anche abnegazione sincera e costante: la vita civile è ancora un campo aperto di competizioni, di lotte, di cupidigie quasi feroci nelle quali molti, purtroppo, si armano delle più violente e insidiose maniere di nuocere e di vincere, sbarazzandosi di ogni ostacolo; e lo spirito evangelico, specie quando esso comanda di resistere e di agir contro, non può parere, come non parve a D. Abbondio, il miglior mezzo per far la sua via fra i violenti e gli astuti, od anche solo per vivere in pace.

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Gesù vivente e presente nelle anime è appunto questo contatto con la realtà spirituale ed eterna, nella quale è rientrato per la morte, ma dalla quale emerge quasi, tramite vivo fra essa e le anime nelle quali vive; Egli è questa forza di abnegazione di amore di sacrificio che le anime ne attingono e della quale vivono: veracemente Gesù è la vite e noi siamo i tralci ed i grappoli; la vite è invisibile, ma senza di essa i tralci ed i grappoli divengono meno che nulla, ombre del sogno; e chi sente e palpa questi frutti deve ammettere il tronco nodoso che porta le radici nel terreno pingue, nel terreno della realtà infinita e perenne.

Pagina 165

Noi sappiamo già che cosa significhi e sia, nel mondo dei valori spirituali, questa nuova natività, il nasci denuo del quale Gesù parlava a Nicodemo; inversione degli scopi della vita, quali essi appariscono al senso ed al mondo, rinnegazione solenne del male, principio d'una vita interiore di abnegazione, di carità, di verità. Il simbolo, il lavacro del corpo, si adatta mirabilmente a rappresentare la verità interna, lo spogliare l'uomo vecchio, deporre l'immondezza delle colpe, delle passioni sensuali, del desiderio terreno, e vestire l'uomo nuovo, che fu creato, secondo Dio, nella giustizia e nella conoscenza della verità.

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L'individuo non diviene cristiano praticamente ed efficacemente senza questo lungo e difficile lavoro interno, lavoro a volte a volte di vigilanza paziente, di iniziativa operosa, di abnegazione, di mortificazione, del quale abbiamo innanzi esaminato il processo. Ma questo processo non è puramente individuale, la vita di ogni singola anima essendo ad ogni istante condizionata dall'influenza del mondo circostante e specialmente delle persone e degli istituti sociali con le quali e fra i quali la vita di ciascuno si svolge; e quindi, in ogni cristiano, la necessità di coinvolgere in misura più o meno larga la società alla quale egli appartiene nel processo della sua attività interiore: la società religiosa, nella quale egli cerca le condizioni più adatte e gli aiuti necessari alla cultura della sua vita spirituale, ed anche la società esterna civile e le sue varie frazioni, dinanzi alle quali egli è portato, secondo le circostanze, od a reagire e resistere od a penetrarle del suo spirito e piegarle ai suoi voleri ed al suo programma.

Pagina 195

E poi ancora, quando la vita politica si va penetrando, sotto le pressioni delle cose, di tendenze laiche ed illiberali, e i comuni si mutano in signorie e il potere centrale diviene rapace ed accentratore, il cattolicismo, respinto dalla vita pubblica, oppresso dal peso delle ricchezze terrene e del privilegio accumulato dai suoi, manifesta tuttavia, in più umili e forse anche più generose famiglie di eroi della carità e dell'abnegazione cristiana, l'interna vitalità del suo spirito; e noi vediamo, dal secolo XIII al nostro, accanto all'asceta che chiude ed isola i conventi e accanto alle spurie misture di semplicità cristiana e di dominazione pagana, sorgere frequenti istituti mirabili di vita comune e, più, di azione sociale comune, adeguarsi a tutte le necessità, raggiungere tutte le miserie, organizzare i più svariati servigii spirituali. E anche oggi, sotto i nostri occhi, in società le quali sembrano divenute così inette a tutto quello che sappia di sacrificio o rinunzia cristiana, noi vediamo meravigliati aumentare il numero di coloro ai quali, come già ad Antonio, giunse la voce del Cristo che invita ad uscire dalla casa paterna, a lasciar tutto ciò che si possiede, a rinunziare alla propria volontà ed entrare in vita comune, dedicandosi a questo elevato ufficio di salute e di redenzione spirituale degli uomini.

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I problemi del dopoguerra

401568
Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1918
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 32-58.
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Certo il complesso della vita economica e politica di una nazione moderna è così denso di relazioni e di sviluppi, ha tali compiti nel progredire delle ragioni sociali, che crea nuovi vincoli, mentre presta nuovi utili servizi; onde nuovi organismi e più sviluppati si impongono, leggi più complicate e ordinamenti molteplici si approvano, pari al ritmo della vita moltiplicantesi come onde che si accavallano e si dissolvono nella tempesta dell'attività collettiva. Però, mentre ogni nuovo sviluppo di vita crea vincoli di relazione, tende per questo stesso alla liberazione da miserie e da deficienze morali o intellettuali, politiche o economiche, secondo la natura specifica di ciascun movimento; sicché è nel giusto ritmo della vita sociale mantenere l'equilibrio tra lo sviluppo della personalità individuale equello della ragione collettiva, perché ogni vincolo porti una elevazione, e ogni elevazione conquisti una libertà. Non vorrei essere oscuro: l'elemento familiare dà il più luminoso esempio al mio dire: l'uomo che si unisce ad una donna nel sacro vincolo della società matrimoniale perde una parte della sua libertà individuale e accetta le leggi e i patti coniugali ai fini specifici: ma insieme passa in una condizione di liberazione dalle ragioni di inferiorità quale era per lui la vita del celibe (nel senso naturale della parola, a parte ogni concezione di abnegazione cristiana), ottenendo l'aiuto della donna ai fini naturali, nel mutuo amore, nella filiazione, per la continuità della specie. E tale liberazione ed insieme elevazione determina in lui, con i nuovi doveri e diritti, l'acquisto di libertà sociali, cioè la possibilità di conquistare i fini della nuova società con atti di propria volontà e sotto la propria ragione personale.

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Della stessa libertà, in ordine spiritualmente più elevato, parlava San Paolo quando, predicando il cristianesimo, mentre annunziava la legge di Cristo, che è abnegazione e mortificazione, che è giustizia e rispetto all'altrui personalità, proclamava la liberazione da una società inferiore, la società del peccato, e annunziava la libertà dei figliuoli di Dio: una libertà psicologica rinnovatrice e vivificatrice, nel vincolo di una nuova società cui si appartiene liberamente, la società cristiana. Così è in tutto lo sviluppo della vita sociale, da quella domestica a quella nazionale, da queste a tutte le forme di libere unioni: la ragione sociale è insita nell'uomo, come ragione specifica della sua esistenza; e ogni novello vincolo che egli accetta o persegue per la sua elevazione e il suo miglioramento (e perciò rispondente alle sue finalità naturali) è nuovo ausilio a superare sé stesso e le proprie deficienze, e nuovo mezzo per la liberazione da mali che si fuggono per beni che si vogliono raggiungere: è insomma un elemento di libertà organica.

Pagina 40

La nuova politica ecclesiastica

404227
Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 149-165.
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La Chiesa si offriva a rassodare nelle mani di un gruppo di uomini legati elettoralmente ad essa il potere politico, per avere dei vantaggi di ordine, diremo così, ecclesiastico; e ad essa, le cui ambizioni potevano parere modeste, bastava confermare o restituire questo potere ad uomini non cattolici, ma che l'interesse od il vincolo elettorale avrebbero fatto ligi al potere ecclesiastico; ed essa cercò appunto di far questo senza troppo scuoprire la sua politica. Un partito cattolico alla Camera o avrebbe scoperto l'accordo, se evidentemente ligio alla Chiesa, o, se voglioso di autonomia, avrebbe costretto il governo a rivolgersi ad esso trascurando il potere ecclesiastico che, in luogo di guadagnare, verrebbe così a perdere notevolmente. I cattolici laici invece, che avevano una posizione e delle clientele politiche, pensarono, naturalmente, a dividere con gli avversari di ieri questo dominio elettorale del quale la gerarchia si offriva a difendere i confini. Rassegnarsi ad esser solo gli elettori di moderati e di massoni esigeva da essi una troppo grande abnegazione. Sorsero così delle candidature cattoliche. La Santa Sede avrebbe preferito impedirle, ma non poté sempre; il Corriere della Sera, per mezzo del suo corrispondente romano, ripeteva tutti i giorni che il Vaticano permetteva bensì ai cattolici di votare, ma non poteva aver interesse a che si costituisse un partito cattolico; i clericali militanti strepitavano e protestavano. Il conflitto divenne talora acuto, e i giornali clericali di questi ultimi tempi ebbero una violenza di linguaggio notevolissima; poi, in piena bufera anticlericale l'Osservatore romano rimproverò acerbamente quei clericali di non aver voluto capire il pensiero della Santa Sede per amore della medaglietta, e di avere così rovinati gli interessi di quella.

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