Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il movimento politico e il partito popolare trentino

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Questa organizzazione noi abbiamo già preparata da tempo ed è l’Unione politica popolare trentina. Essa ha il proprio programma che fu spiegato nelle adunanze e diffuso a larga mano tra il popolo; anche il numero dei soci è rilevante. Siamo ben lungi tuttavia dall’essere pronti alla lotta, d’aver raggiunto l’ideale prefissoci. Incoscienza colpevole o deplorevole trascuratezza di molti dei nostri ha ostacolato i progressi voluti, e ancora oggi, mentre gli avversari si organizzano e l’ora decisiva sta per scoccare, dobbiamo rinnovare l’appello a quanti condividono le idee nostre, a quanti desiderano la vittoria legata alle bandiere cristiane. Il programma del partito popolare è programma d’oggi, il quale, poggiando sulle granitiche basi della storia cristiana del popolo nostro, ne vuole l’elevamento morale, nazionale ed economico. In esso rivivono le idee della democrazia cristiana, per la quale sono sorte e fiorite tante nostre organizzazioni, in esso è segnata la via dell’elevamento nazionale di questa terra, stretta da potenti avversari. Il nostro programma infine e programma di rivendicazioni popolari, di difesa e di progresso sociale per le classi che si presentano ora appena alla ribalta della vita pubblica. E Dio voglia che i nuovi atteggiamenti della politica e i rivolgimenti che prepara l’indomani ci trovino pronti e fiduciosi, come un esercito ordinato, con la magnifica parola d’ordine che racchiude le idealità e le speranze di tutti: cattolici, italiani, democratici!

Il contraddittorio D.r Degasperi-Todeschini a Merano

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

È vero, ma anche per gli operai industriali abbiamo tentato il possibile. A Trento si fabbricarono le case operaie, si fondò una cassa d’assicurazione e abbiamo tentato anche le Unioni professionali. Di chi la colpa, se troviamo tanta diffidenza negli operai? Dei capi socialisti, che hanno dipinto i cattolici e il prete come gli strozzini, come i primi nemici degli operai. E ci hanno creduto a questi capi, e quando noi dicevamo, non fidatevene, siamo stati scherniti.

Congresso degli Universitari catt. a Mezolombardo

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Non a noi andava diretto l’invito che abbiamo l’onore oggi di aver fra noi come oratore, l’amico Luigi Carbonari, lo strenuo difensore dell’italianità, dove l’esserlo è grave e pericoloso. (Applausi prolungati). A questo giovane, che appartiene alle nostre file, vogliamo oggi rendere omaggio, tanto più che il plauso dei non consenzienti, è venuto meno quando s’è scoperto, che a quella strenua opera di difesa, lo guidavano i suoi principi intransigentemente cattolici. Chiedo quindi scusa alla sua modestia, ma ritengo doveroso, che il congresso degli studenti, riconosca i suoi meriti e lo additi al pubblico come esempio. (Applausi). Il dott. Degasperi presenta quindi il seguente ordine del giorno, che viene accolto da applausi fragorosi e grida di viva S. Sebastiano, viva Carbonare, viva lo studente Carbonari! Il congresso di Mezolombardo, mentre protesta contro gli attentati del Tiroler Volksbund diretti contro l’integrità nazionale del Trentino, eccita studenti e popolo tutto ad opporsi con tutte le forze agli avversari nazionali, addita all’ammirazione ed all’esempio dei trentini la difesa dei benpensanti del comune di Folgaria e in modo speciale l’opera energica ed efficacissima dello studente Carbonari.

La scopa di Francia

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Il d.r Degasperi abbiamo detto ieri, chiudeva la classificazione dei partiti asserendo che il cosiddetto clericalismo dei cattolici non è che la difesa e la rappresentanza degli interessi religiosi nella vita pubblica. Chi è detto «clericale» in Francia se non colui che pubblicamente sulla stampa, nei municipi e nel parlamento difende la libertà della Chiesa cattolica e l’integrità delle sue dottrine? Chi era ultramontano o clericale in Germania se non chi protestava contro il Kulturkampf di Bismarck il quale voleva servire la Chiesa allo Stato, imprigionando vescovi e giornalisti? Si trattava della Chiesa cattolica, dei suoi apostoli, dei suoi principii, si trattava quindi per un credente del cristianesimo, del cattolicesimo. È forse diversa la situazione in Austria? E forse differente il clericalismo e l’anticlericalismo da noi? Lasciamo stare il passato ma consideriamo la manifestazione d’oggi. Che cosa è la propaganda per la «scuola libera»? Nient’altro che una lotta contro l’insegnamento della religione. Che cos’è la «riforma matrimoniale» se non un attentato contro la «santità e indissolubilità del matrimonio»? Sono due movimenti quindi espressamente antireligiosi, anticattolici, che sono divenuti oramai molto seri specialmente nella parte tedesca della diocesi. I vescovi austriaci nell’ottobre di quest’anno indirizzarono ai credenti una pastorale comune, nella quale i due movimenti vengono caratterizzati come sopra e vien detto ai cattolici: «Voi non dormirete, mentre il nemico si accinge a spargere fra il grano la zizzania, ma veglierete e colla vostra vigilanza e fortezza ne manderete a vuoto i tentativi». E perché noi vegliamo, perché ci schieriamo attorno ai vescovi per la difesa degli interessi religiosi siamo detti clericali e i nostri avversari anticlericali? No, qui si tratta di cattolici o di non cattolici. Volete sapere come la pensano i liberali-radicali del Trentino in proposito? È un po’ difficile, perché a fatica prendono posizione aperta in questioni siffatte, amano meglio farsi eleggere con programma nazionale ed esercitare più tardi incontrollati il loro giacobinismo alla Camera com’è accaduto altra volta. Però, a lungo andare, la botte lascia trapelare di quel vino che ha. L’Alto Adige definiva la pastorale dei Vescovi austriaci una brutta lettera sinodale (Alto Adige 19 nov.) e s’augurava la fine della confessionalità dell’Austria. Che cosa l’autore intendesse sotto questa parola è evidente da tutto l’articolo. Il «grande conflitto» a cui accenna l’Alto Adige non è che il conflitto fra Chiesa e Stato o meglio fra cosiddetta coscienza moderna e gli storici principi del Cristianesimo. Ma un altro giornale liberale il Messaggero di Rovereto parlò ancora più chiaro e rivolgendosi ai liberali dell’Alto Adige scrisse ai 17 nov.: «Uniamoci tutti invece con ferma fede ed attività di lavoro per opporci a questo oltracotante clericalismo che ha già sfruttato il Trentino. Non è ancora maturo il popolo italiano per adoperare la scopa di Francia! Ma educhiamolo almeno che, quando sarà fatto conscio di sé saprà dire la sua sovrana parola». Queste parole, contenute in un articolo tutto intiero dello stesso spirito sono un programma, sono un programma, come si suol dire, di anticlericalismo o come più esatto, di lotta nelle questioni ecclesiastico-religiose. Si vuole il bloc anticlericale per educare il popolo, affinché sia degno della scopa di Francia. Sapete che roba è questa scopa di Francia? La scopa di Francia è quella che ha spazzato via il nunzio della S. Sede da Parigi sicché il Vicario di Cristo venne proclamato in Francia uno «straniero», la scopa di Francia ha spazzato via frati e monache dai loro conventi, ha cacciato l’insegnamento religioso dalle scuola ed ora spazzerà fuori dalle Chiese tutti i sacerdoti che rimarranno fedeli al papa. Ecco la scopa di Francia che si augura al Trentino, ecco il fine a cui tendono educando intanto il popolo a tali gloriosi destini. Donde si vede che anche i nostri radicali prendono parte al movimento anticattolico generale e che se non combattono più energicamente «la rude campagna» è solo perché il popolo è ancora credente, non maturo. Qual è il' dovere dei cattolici di fronte a tale situazione? 1) Tener fermo all’educazione cristiana del popolo ed educarlo cristianamente anche nella vita pubblica. Propagate quindi anzitutto la stampa quotidiana. 2) Partecipare attivamente alla vita pubblica, occupandosi di politica, elezioni e organizzazione. Fatevi quindi soci attivi della Unione politica popolare trentina, ossia divenire membri coscienti del Partito popolare trentino il quale si propone anche la difesa della libertà della Chiesa e degli interessi religiosi. L’oratore, dopo aver accennato alla nuova situazione elettorale, conclude la sua applaudita conferenza con un appello a tutti i consenzienti. Per vincere sono necessarie tre cose 1) coraggio e coscienza d’essere la maggioranza del paese 2) contatto col popolo e agitazione incessante delle nostre idee 3) ferrea disciplina che lascia da parte tutte le questioni secondarie, per raggiungere lo scopo comune. Nelle prossime elezioni generali noi ci presentiamo con un programma apertamente nazionale e sinceramente democratico, ma vi poniamo a capo la questione detta falsamente «anticlericale» ed esattamente religiosa. Si tratterà della scopa di Francia. Attenti dunque al manego della scopa di Francia!

Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

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Toniolo, Giuseppe 4 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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Ma in tal caso ci sentiamo vieppiù confortati a mantenere nella seconda edizione del presente volume quella suprema concezione, razionale e positiva insieme, alla quale abbiamo informato l'intero trattato: essere cioè l'economia, senza rinnegare la propria costituzione autonoma, un aspetto della «scienza generale della società e dell'incivilimento».

Pagina 1.13

Vero è, invece, che di idee religiose congiunte ad una morale severa erano imbevuti gli arii occidentali (europei), i celati, i germani, gli slavi e le loro istituzioni fino a' tempi della conquista romana, come abbiamo in Tacito; e prima di loro le genti elleniche e latine, come attestano Esiodo, Omero, Ennio (Fustel de Coulanges). Solamente può dirsi che il discredito e il pervertimento di una morale religiosa furono, presso queste ultime, più anticipati e diffusi.

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Se infatti, crescendo da 1 a 4 i pani, il benessere fisico-psichico o l'appagamento si quadruplica, il valore totale dei quattro pani non cresce di rispondenza, perocché, mentre il benessere (o la ricchezza) si conguaglia alla quantità dei beni posseduti ed usati, i quali apportano utilità ossia soddisfazioni (in parte gratuite, in parte onerose), — invece la stima che si fa di que' beni o il valore di essi (come più sopra abbiamo fermato) normalmente si pareggia soltanto alle utilità onerose, vale a dire a quella porzione di utile e di appagamento che è risultato dei nostri sacrifizi produttivi di lavoro e di capitale, per rendere effettive le virtù potenziali (utili) della natura; giusta l'esempio del viandante assetato, che stima (apprezza) l'acqua che lo salva da morte, non già l'infinito, ma quanto a lui costa di fatica per ricercarla e attingerla alla fonte dell'oasi lontana. E perciò, data una certa massa complessiva di beni a cui è salito e da cui è misurato il benessere di un individuo o di una famiglia, di una tribù chiusa in un dato momento, — se il valore unitario si deprime proporzionalmente ad ogni unità di beni utili, il valore totale si deprime più che proporzionalmente,rispetto al complesso di quelle unità medesime. Sicché, dietro l'esempio suddetto, se il valore unitario di quelle quattro porzioni di pane discende da 8 a 6 a 4 a 2, e se ulteriormente quest'ultimo valore marginale (di 2) degrada alla propria misura infima tutta intera la serie dei pani componenti la massa, il valore di essa invece di 20 diventa 8.

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., se il fine e quindi il bene supremo dell'umanità è la libertà,abbiamo una economia liberale individualistica; se è la potenza politica, si avrà una economia panteistica autoritaria (di Stato); se fosse l'eguaglianza materiale si avrebbe una economia socialistica (collettivistica). E così si sperimentò nella storia.

Pagina 1.77

Note sul clero meridionale

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1906
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 295-298.
  • Politica
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La crisi è apparente, perché molto si è trasformato in questi 14 anni — e specialmente dal 1898 in poi — di cultura, di mentalità; ci siamo avvicinati alla realtà; abbiamo fatto la dovuta distinzione fra rinascenza cristiana della società e organismi religiosi; — sono cadute le forme o fittizie o sussidiarie di organizzazione cattolica per potere trovare la via maestra degli organismi umani, dove noi dobbiamo portare la voce e la vita, e ci si è aperto il campo dell'avvenire.

Pagina 293

Per l'autonomia politica dei cattolici. Democratici e Cristiani

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Murri, Romolo 3 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 56-72.
  • Politica
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Abbiamo già detto nell'introduzione essere la falsa posizione presa dai cattolici nella vita pubblica del paese e il dissidio — manifestantesi per molte vie — fra coscienza religiosa e coscienza civile degli italiani una delle più profonde cause di perturbamento e di dissociazione di energie spirituali nella nostra vita nazionale.

Pagina 56

I giovani non possono quindi non assecondare il risveglio della coscienza religiosa — ciò è, abbiamo visto, nei loro stessi principii fondamentali — e promuovere la distinzione più precisa fra religione e politica, o, meglio, ridurre la politica religiosa nei suoi veri termini; dentro i quali, essa non può che limitarsi a promuovere la rettitudine delle coscienze operanti nel terreno politico ed a lottare contro le violazioni della libertà religiosa, tenendosi estranea gelosamente a tutto ciò che è gara e competizione d'interessi di altra natura e giuoco delle varie forze e frazioni politiche.

Pagina 67

Di questo clericalismo noi non solo vogliamo essere immuni ma siamo risolutamente nemici; e crediamo che, se lo Stato non può e non deve rifiutare alla società religiosa, liberamente e legittimamente costituita, quanto possa essere necessario ed utile per svolgere la sua vita interna, i mezzi esterni o coattivi dei quali il potere politico dispone non sieno tuttavia in nessun modo atti a produrre nelle coscienze prima che negli atti esterni la fede e l'attività religiosa; e respingiamo e combattiamo quelle varie manifestazioni di clericalismo alle quali abbiamo accennato.

Pagina 71

Clericalismo

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Murri, Romolo 5 occorrenze
  • 1906
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 73-85.
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Le parole: conservatore, liberale, progressista, dicono oramai troppe e troppo vaghe cose, nel campo religioso: ad indicare gruppi e sfumature diverse abbiamo preso dal socialismo la parola riformisti ed ora l'altra integralisti;per designare il movimento dei giovani, nel cattolicismo italiano, si è foggiata la parola murrismo, ed ora, con termine più generico, che dai giornali è passato nei documenti delle autorità ecclesiastiche, si dice modernismo. A designare gli oppositori, i giovani usano la parola reazionari, e l'altra refrattarii, venuta di Francia, ed oggi più largamente la vecchia parola clericali, precisandone o mutandone il significato. In Francia e in Italia, i giovani sono anche giunti a dichiararsi apertamente anticlericali, in un senso che è certo diverso da quello più noto e comune; poiché questi anticlericali si dichiarono insieme buoni e fedeli cristiani e cattolici.

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Noi abbiamo cercato di caratterizzare in breve due stati d'animo molto diversi, opposti anzi. Secondo gli uni e gli altri, si noti, la parola clericale significa la stessa cosa: significa cioè le opinioni ed i modi di agire di quei primi.

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Quello che noi rimproveriamo ai clericali è il confondere che questi fanno interessi politici e interessi religiosi; confusione spiegata da quei modi di vedere che noi abbiamo già caratterizzato come clericali.

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Noi abbiamo voluto, con queste brevi linee, fare opera serena di espositori. Nessuno, di qualunque opinione o partito egli sia, potrà negare ormai questo stato evidente di malessere profondo, di contrasti vivaci e di tentativi nei più varii sensi che caratterizza il momento presente, specie, ma non solo, nei paesi latini.

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Noi non abbiamo intenzione di rilevare i dispettosi commenti e le maligne interpretazioni e neanche di polemizzare con i pochi avversari cortesi; ma ci par utile tornare sull'argomento per delucidare brevemente alcune idee.

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