Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Numero di risultati: 8 in 1 pagine

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Crisi economica e crisi politica

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Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1920
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 132-161.
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È naturale che questo sforzo abbia prodotto l'elefantiasi, e che i nervi e i muscoli non reggano più l'immane corpo; e lo stato è costretto a cedere una parte delle sue funzioni e delle sue attività, — sottratte già all'iniziativa privata e agli enti locali o agli organismi che ha assorbiti eliminandoli — ad altri centri, ad altri organismi nuovi e senza responsabilità e senza garanzia né per lo stato né per i cittadini. E per giunta, come uno affetto dalla malattia della voracità, continua e tenta nuovi elementi di assorbimento e di centralizzazione nel momento stesso in cui vuole cedere e smobilitare e alleggerire le funzioni della sua pesantissima macchina.

Pagina 149

Che Corradetti abbia in mano i porti e Giulietti le navi mercantili, anche offerti a titolo di regalo dal ministero della industria? Che meraviglia che le officine d'armi di stato, i cantieri e gli stabilimenti della guerra e della marina, le acciaierie e gli opifici appartenenti allo stato si cedano a organizzazioni socialiste favorendone in modo palese e occulto il finanziamento? Che meraviglia che ad esse si faccia il privilegio di monopoli nelle rappresentanze organiche dello stato, nei lavori pubblici, nei consigli e nelle commissioni, siano o no paritetiche, nominate per decreto reale o ministeriale?

Pagina 150

Gesù contemporaneo

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Murri, Romolo 3 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 179-211.
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Ma, se forse il signor L. ed io non possiamo intenderci in questa concezione di Cristo e del suo messaggio, non parmi che egli abbia il diritto di dire che il messaggio del Cristo è quello che egli intende e quello che egli deduce da una interpretazione critica dei Vangeli — nella quale certo sarebbe assai più forte di me —; ciò avviene perché qui entrano davvero in campo due diverse filosofie. Le quali tuttavia non sono così diverse e delle quali l'una non è così moderna che non trovi il suo posto nell'ambito stesso dei quattro Vangeli; perché il Cristo del IV non è il Cristo dei primi tre, non il Cristo storico, mail logo, cioè lo spirito come parola e rivelazione, cioè l'eterna autorivelazione di Dio nelle coscienze o nel tempo. In Lui non c'è già più nulla di ebreo; Egli vive e si muove non fra persone vive ma fra simboli, vivi anche essi, ma di un'altra vita, extra¬temporale; in Lui anche la teologia di Paolo è già superata e risolta. Ma il cristianesimo che è venuto dopo, quello dei padri e della Chiesa romana e delle varie ortodossie protestanti è ancora, a parer mio, anteriore al IV Vangelo: e tutta la filosofia precritica è anteriore al IV Vangelo, con il suo ingenuo oggettivismo dommatico, nel quale l'unità nel Logo e nello spirito rivelantesi come pensiero e creante come parola immanente, unità divina nella sua opera, è ancora inintelligibile.

Pagina 191

Io dubito che Gesù abbia mai potuto pensare ad alcuno dei suoi comandamenti come soltanto morale. Egli pensa all'uomo come ad un essere che è in rapporto con due mondi: con una società in¬visibile e con una visibile. Ogni sua azione deve essere quindi determinata dalle condizioni di questi due ambienti, dal motivo religioso quanto da quello morale. La morale, strettamente chiamata così, riguarda solo le condizioni terrene e i rapporti che ha l'uomo nell'umana società». Siamo quasi intieramente d'accordo. Anche noi neghiamo ogni distinzione fra morale e religione, che non sia solo desunta da una astratta distinzione di momenti logici. La morale è per i simili e la società; la religione è per Dio. Ma siccome non ci sono simili né società se non per il nostro atto spirituale che accetta e pone questi suoi rapporti, e i valori assoluti sono il pregio di ogni atto umano, anche di quello con cui l'uomo pone i suoi simili e lo Stato e il diritto, così tutta la vita dell'uomo è religiosa.

Pagina 202

It. studenti per la cultura religiosa deve essere appunto quello di rifar cosa viva ed unità indissolubile la cultura e la religione; di avviare gli studenti,.con tutti i sussidi culturali e morali dei quali può disporre, a foggiarsi una vita religiosa alla quale la cultura non abbia nulla da opporre, una cultura che sia essa stessa vivente religiosità, cura e creazione di valori assoluti. Di questo specialmente ha bisogno l'Italia nostra, nella quale da secoli cultura e vita si sono quasi scisse, con una dolorosa mutilazione dello spirito e diminuzione di intima e sincera religiosità.

Pagina 207

Il modernismo che non muore

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 37-59.
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Pagina 58

Il Partito Popolare Italiano

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 92-127.
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Falso: nella dottrina ufficiale cattolica sulla posizione della Chiesa nella società e di fronte allo Stato, e dei doveri verso di essa, c'è quanto basta ed avanza perché si abbia un partito, il partito clericale nel senso stretto della parola, sino a che i diritti della Chiesa non sieno riconosciuti ed accettati dallo Stato. Chi segue rigidamente quella dottrina non può non essere di questo partito. La verità è che di cattolici i quali, sul terreno della loro azione politica, aderi¬scono lealmente a quel programma — che era il programma dell'Opera dei Congressi prima della crisi di questa — non se ne trovano più in numero sufficiente. Il clericalismo dichiarato e coerente fa bancarotta anche in Italia.

Pagina 96

Che cosa fu il modernismo?

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1920
  • Murri, Dalla Democrazia Cristiana al Partito Popolare Italiano, Firenze, Battistelli, 1920, 6-36.
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Peccate che non abbia voluto o potuto condurla sino agli ultimi tempi; poichè il dramma sarebbe stato evocato intiero per i venturi, sino allo scioglimento della dolorosa liberazione.

Pagina 12

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