Salve le disposizioni delle leggi penali e di polizia, nonchè le norme dell'ordinamento corporativo e le disposizioni particolari concernenti beni determinati, quando il proprietario abbandona la conservazione, la coltivazione o l'esercizio di beni che interessano la produzione nazionale, in modo da nuocere gravemente alle esigenze della produzione stessa, può farsi luogo all'espropriazione dei beni da parte dell'autorità amministrativa, premesso il pagamento di una giusta indennità.
Il componente dell'equipaggio, che senza il consenso del comandante abbandona la nave o il galleggiante in pericolo, è punito con la reclusione fino a un anno.
Alla stessa pena soggiace il componente dell'equipaggio dell'aeromobile, che senza il consenso del comandante si lancia col paracadute o altrimenti abbandona l'aeromobile in pericolo.
Il componente dell'equipaggio della nave, del galleggiante o dell'aeromobile che durante un servizio attinente alla sicurezza della navigazione abbandona il posto, è punito con la reclusione da tre mesi a un anno.
Il comandante della nave o dell'aeromobile, che, fuori del territorio nazionale, arbitrariamente sbarca un componente dell'equipaggio o un passeggero, ovvero li abbandona impedendone il ritorno a bordo o anticipando la partenza della nave o dell'aeromobile, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire mille a tremila.
Chiunque introduce o abbandona animali in gregge o in mandria nel fondo altrui è punito con la multa da lire cento a mille.
Chiunque abbandona un neonato, subito dopo la nascita, per salvare l'onore proprio o di un prossimo congiunto, è punito con la reclusione da tre mesi ad un anno.
Alla stessa pena soggiace chi abbandona all'estero un cittadino italiano minore degli anni diciotto, a lui affidato nel territorio dello Stato per ragioni di lavoro.
Chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici, ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a sé stessa, e della quale abbia la custodia o debba avere cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.
Il pubblico ufficiale, l'impiegato incaricato di un pubblico servizio, il privato che esercita un servizio pubblico o di pubblica necessità non organizzato in impresa, o il dipendente da imprese di servizi pubblici o di pubblica necessità, il quale abbandona l'ufficio, il servizio o il lavoro, al fine di turbarne la continuità o la regolarità, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa fino a lire cinquemila.
Alla stessa pena soggiace: 1° chi, in luoghi aperti, abbandona a sé stessi animali da tiro, da soma o da corsa, o li lascia comunque senza custodia, anche se non siano disciolti, o li attacca o conduce in modo da esporre a pericolo l'incolumità pubblica, ovvero li affida a persona inesperta; 2° chi aizza o spaventa animali, in modo da mettere in pericolo l'incolumità delle persone.
(Sanzioni contro il difensore dell'imputato che abbandona la difesa)
Il sostituto può essere scelto anche tra i procuratori iscritti nell'albo locale; egli assume tutti gli obblighi del difensore ordinario, quando questi abbandona la difesa, e non può ottenere la concessione di un termine per lo studio degli atti.
È punito con la destituzione: il notaro che continua nell'esercizio durante la sospensione o l'inabilitazione, salvo il disposto dell'ultimo capoverso dell'articolo 137; il notaro che è recidivo nelle contravvenzioni all'art. 27, o nelle contravvenzioni indicate nell'art. 138, nn. 2, 3, 4, o che è una seconda volta recidivo nelle contravvenzioni all'art. 26 o ai nn. 1, 8, 11, 12 dell'art. 51; il notaro che abbandona il luogo di sua residenza in occasione di malattie epidemiche o contagiose; il notaro che dolosamente non ha conservato i repertori o gli atti da lui ricevuti o presso di lui depositati, salvo le pene maggiori sancite dal codice penale.
(Pilota che abbandona la nave).
Il comandante della scorta di un convoglio, che lo abbandona, è punito con la reclusione militare da sette a quindici anni.
Il militare, che, durante il combattimento, abbandona il posto, è punito con la morte mediante fucilazione nel petto.
Il comandante, che in qualsiasi circostanza di pericolo, senza giustificato motivo, abbandona il comando o lo cede, è punito con la reclusione militare fino a dieci anni.
Il militare, che, essendo di sentinella, vedetta o scolta, abbandona il posto o viola la consegna, è punito con la reclusione militare da uno a dieci anni.
Il militare, che, per combattere contro lo Stato, abbandona il corpo, la nave o l'aeromobile, è punito con la morte con degradazione.
Il militare, che, essendo di sentinella, vedetta o scolta, abbandona il posto o viola la consegna, è punito con la reclusione militare fino a tre anni.
Il pilota, che abbandona la nave militare o la nave di un convoglio sotto scorta o direzione militare, da lui condotti, è punito con la reclusione da uno a cinque anni.
Il militare, che passa al nemico, o che, a fine di passare al nemico, abbandona, in presenza di questo, il corpo, la nave o l'aeromobile, è punito con la morte con degradazione.
Fuori dei casi enunciati nei due articoli precedenti, il militare, che abbandona il posto ove si trova di guardia o di servizio, ovvero viola la consegna avuta, è punito con la reclusione militare fino a un anno.
Il pilota, che abbandona la nave militare o la nave di un convoglio sotto scorta o direzione militare, da lui condotti, è punito con la reclusione da due a sette anni.
Il comandante, che, senza giustificato motivo, abbandona o cede il comando durante il combattimento o in presenza del nemico, ovvero in circostanze tali da compromettere la sicurezza di forze militari, è punito con la morte mediante fucilazione nel petto.
Fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, il militare, che abbandona il posto dove si trova di guardia o di servizio, ovvero viola la consegna avuta, è punito con la reclusione militare da uno a sette anni.
E' considerato immediatamente disertore: 1° il militare destinato a un corpo di spedizione od operazione, ovvero appartenente all'equipaggio di una nave militare o di un aeromobile militare, che, senza autorizzazione, si trova assente al momento della partenza del corpo, della nave o dell'aeromobile; 2° il militare, che evade mentre sta scontando la pena detentiva militare; 3° il militare, che evade mentre è in stato di detenzione preventiva in un carcere militare; o dovunque, per un reato soggetto alla giurisdizione militare; 4° il militare, che, senza autorizzazione, prende servizio a bordo di una nave estera o di un aeromobile estero, ovvero nelle forze armate di uno Stato estero; 5° il militare, che abbandona il servizio alle armi, facendosi sostituire.
Quando sorga tumulto nell'aula e riescano vani i richiami del Presidente, questi abbandona il seggio e ogni discussione s' intende sospesa. Se il tumulto continua, il Presidente sospende la seduta per un dato tempo o, secondo l'opportunità, la toglie. In quest' ultimo caso l'assemblea o la commissione s' intende convocata senz' altro, con lo stesso ordine del giorno, per il seguente giorno non festivo alla stessa ora di convocazione della seduta che è stata tolta, oppure anche per il giorno festivo quando l'assemblea o la commissione abbia già deliberato di tenere seduta in quella data.
Quando sorga tumulto nell'aula e riescano vani i richiami del Presidente, questi abbandona il seggio e la seduta è sospesa fino a che il Presidente non riprenda il suo posto. Se, ripresa la seduta, il tumulto continua, il Presidente può sospenderla nuovamente per un tempo determinato, o, secondo l'opportunità, toglierla. In quest'ultimo caso il Senato, qualora nella stessa giornata non risulti già convocato per altra seduta, si intende convocato senz'altro, con lo stesso ordine del giorno, per il prossimo giorno non festivo alla stessa ora di convocazione della seduta che è stata tolta, oppure anche per il giorno festivo, quando il Senato abbia già prima deliberato di tenere seduta in tale giorno.
Quando sorga tumulto nell'Aula e riescano vani i richiami del Presidente, questi abbandona il seggio e ogni discussione s'intende sospesa. Se il tumulto continua, il Presidente sospende la seduta per un dato tempo, o, secondo l'opportunità, la toglie. In quest'ultimo caso il Senato s'intende convocato senz'altro pel prossimo giorno non festivo alla stessa ora di convocazione della seduta che è stata tolta.
Con una modifica al visto di conformità, che abbandona uno dei riscontri da effettuare obbligatoriamente per il suo rilascio, viene modificato il sistema delle certificazioni mediante l'attribuzione all'asseverazione di tutte le caratteristiche che ne concretizzano, a pieno titolo, la sua specifica funzione nei confronti dell'applicazione degli studi di settore: con ipotetici risvolti positivi, anche per quanto riguarda la futura relativa attività di controllo. L'asseverazione attesta, oltre alla concordanza degli elementi contabili ed extracontabili rilevanti ai fini degli studi, anche la congruità dell'ammontare dei ricavi o dei componenti dichiarati a quelli determinati sulla base degli studi di settore, nonché le eventuali posizioni dissonanti dalle relative risultanze.
Comunione de residuo e tutela della parte debole: la Cassazione abbandona la teoria del "coniuge virtuoso"
Per la prima volta in forse sessant'anni la Suprema Corte abbandona la concezione della causa come "funzione economico sociale" del contratto per adottare una visione che concepisce la causa come "funzione individuale" dell'accordo.
Si tratta della normativa che abbandona le precedenti configurazioni di primario, aiuto ed assistente, introducendo quelle di dirigente di primo e di secondo livello (d.lg. n. 502/1992) e, poi, di dirigente di struttura semplice e di struttura complessa (d.lg. n. 229/1999), intervenendo anche sulla descrizione delle competenze. Sembrerebbe, secondo la Suprema Corte, che, in sostanza, in termini di responsabilità penale nulla sia cambiato, permanendo in capo alla figura apicale poteri-doveri di organizzazione, coordinamento e sorveglianza analoghi a quelli prima di spettanza del primario, e ciò anche in relazione alla più recente regolamentazione del 1999, che pure descrive in modo sensibilmente diverso le varie competenze. Verosimilmente, tale ultimo punto esigerà un ulteriore approfondimento.
In questa sentenza , La Cassazione abbandona le (discutibili) posizioni espresse in precedenza, con la pronuncia 20133/2005, e si ricolloca nel proprio, tradizionale orientamento: in caso di furto realizzato avvalendo di impalcature e ponteggi, deve essere dichiarata la responsabilità dell'impresa ai sensi dell'art. 2043 c.c. Tuttavia, appare confermato, da un lato, come la ricostruzione ex art. 2051 c.c. non sembri più godere dei favori della Suprema Corte, dall'altro, come non vi siano novità di rilievo in ordine al c.d. illecito "omissivo".
Dopo aver ripercorso le diverse tappe evolutive del Patto di stabilità Interno dal 1998 al 2006, l'autrice mette in evidenza l'attuale sistema attraverso il quale si abbandona la cosiddetta regola Gordon Brown del 2 per cento e si costruisce un sistema di riduzione dell'indebitamento netto (entrate finali meno spese finali) di tipo "personalizzato" che muta da ente a ente e tiene conto del deficit individuale e dei livelli di spesa corrente e di investimento preesistenti. Vengono esposti i limiti di tale modello nell'auspicio che le nuove intese per il 2008 superino alcune delle criticità riscontrate che il Mef ha provato a edulcorare con una circolare additiva, non proprio conforme all'attuale dettato normativo.
Per le donazioni si abbandona l'imposta di registro e, anche in questo caso, si ripristina l'imposta di donazione.
Partendo da una pronuncia delle Sezioni unite in materia di valutazione delle circostanze nel reato continuato, che abbandona definitivamente l'idea che il reato continuato possa considerarsi, salvo eccezioni, un unico reato, l'A. svolge alcune riflessioni critiche sul reale fondamento dell'orientamento dominante, secondo cui il reato continuato si caratterizza per l'esistenza di una "previa programmazione" dei reati in serie, ed esamina la praticabilità e le conseguenze della possibile rinuncia a tale requisito.
L'Agenzia delle entrate abbandona le liti sugli studi di settore non precedute da contraddittorio
Il dirigente che abbandona il posto di lavoro è responsabile. Il commento
Con la sentenza in esame, la Cassazione abbandona il criterio di recente affermatosi in materia di competenza territoriale per il reato di diffamazione a mezzo Internet: il giudice competente è quello del luogo in cui si riverberano le conseguenze dannose della diffamazione, ovvero la residenza o il domicilio della persona offesa. Un criterio che collimava con quello affermatosi anche in ambito civile con un recente intervento delle Sezioni Unite civili e che appariva idoneo a garantire l'uniformità per la diffamazione commessa a mezzo mass media. Il revirement della Corte, a vantaggio del criterio suppletivo di cui all'art. 9, secondo comma, c.p.p., appare un passo indietro metodologico, in quanto si rinuncia alla verifica del locus commissi delicti, stabilendo una competenza standard.
La figura istituzionale dell'agenzia abbandona il campo proprio delle attività tecnico-amministrative ed entra nella sfera della regolazione. In cambio, cambia parzialmente "pelle", dotandosi di un vertice indipendente e sottraendosi agli indirizzi politici. La dipendenza dell'assetto interno dal governo, soprattutto per quel che riguarda il disegno statutario e regolamentare e il regime del personale, tuttavia, rischia di rallentare l'avvio dell'Agenzia e di condizionarne la concreta operatività.
In particolare l'analisi muove dall'idea che si sia in presenza di un nuovo modello di produzione paritaria di informazione, organizzato secondo logiche non commerciali e non proprietarie e attuato da un soggetto nuovo, un soggetto che abbandona la propria posizione di destinatario passivo di informazione per divenire produttore attivo di contenuti, mosso da motivazioni psicologiche e sociali che lo inducono a condividere le proprie risorse e le proprie capacità con il resto degli utenti della rete.
La disciplina sui costi da reato abbandona il doppio binario tra giudizio tributario e giudizio penale?
Il matrimonio celebrato all'estero tra persone dello stesso sesso: la Cassazione abbandona la qualifica di "atto inesistente" approdando a quella di "non idoneo a produrre effetti giuridici nell'ordinamento interno"
La Corte costituzionale con la sentenza 85/2013: a) stabilisce la legittimità del decreto legge n. 207 del 2012 - meglio conosciuto come "decreto Ilva" (che fissa, per la prima volta con precisione, cosa bisogna fare e come per rendere efficace e sopportabile l'obbligo di sicurezza); b) fissa precisamente i contorni dello scrutinio di costituzionalità del decreto, secondo i criteri di ragionevolezza e proporzionalità; c) stabilisce, a presidio di uno Stato democratico, la necessaria relazionalità dei diritti ed abbandona ogni astrattismo ideologico; d) evita un cortocircuito tra poteri dello Stato; e) rassicura ogni operatore economico e giuridico sotto il profilo della certezza del diritto.
Nonostante si tratti di articoli di giornale, Giannini non abbandona mai il rigore e la profondità dell'analisi. Sono scritti animati da una critica sferzante nei confronti delle istituzioni costituzionali e amministrative, caratterizzate da gravi mal funzionamenti e inefficienze. Alla dura critica, però, si affiancano sempre proposte di rimedi efficaci. Proposte che, purtroppo, sono rimaste largamente in attuate.