pur la sola cosa, che ha ricevuto dal Padre, e nella quale ogni cosa è racchiusa. Ora chi può intendere, senza sforzo e violenza fatta alle parole
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non l' essere ideale con tenue lume, il quale non afforza l' uomo di tanta virtù che possa resistere o alla lusinga di un bene reale, o alla violenza
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molto tempo ogni lor cura gli scrittori ecclesiastici. Ma questo gran lavoro fu storpiato dalla violenza dei barbari, che coll' impero romano
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violenza che gli fa il vero, a Platone. [...OMISSIS...] . Ciò dunque a cui l' anima deve tendere è di sottrarsi alla sensazione, e affissarsi nel più
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ripulsa la violenza colla violenza: le vie di fatto non hanno ancora ceduto il luogo alle vie di diritto. A niuno viene in mente nè manco la possibilità di
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violenza dell' amore. Dirovvi anche di più: v' indicherò la strada per adempiere le mie brame. Pregate Iddio che diavi lume; molto e caldamente
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colla violenza. Non siete mai tanto eloquente come quando detestate la forza bruta che aspirò sempre a farsi regina del mondo; e poi invece d' opporle
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odŒ e di astŒ sopratutto nel clero, schiavitù della Chiesa, provocazioni alla violenza e alla guerra ecc.: tutto è buono, tutto è santo, tutto è
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ripulsa la violenza colla violenza: le vie di fatto non hanno ancora ceduto il luogo alle vie di diritto. A niuno viene in mente nè manco la possibilità
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' accennare, che la realità esterna cade nel nostro sentimento colla sua azione, immutando appunto il nostro abituale sentimento con violenza, cioè con
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sana e retta, e immune dalla violenza di quella passione che, come dice l' Angelico, talora trae a sè sola tutta la forza dell' anima. La mancanza
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questo, gli farebbe violenza e, lungi dall' aiutarlo a svolgersi, lo combatterebbe e impedirebbe nel suo svolgimento. Un altro esempio ci porrà in
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medesimo, ed è una forza che non entra a costituire il sentito, ma a mutarlo; onde noi ne conosciamo l' esistenza per la violenza che sentiamo farci
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della continuità di comunicazione, quando per esempio la coesione è poca, come nei fluidi, o viene tolta dalla violenza che strazia il corpo, ecc
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, o si esercitasse qualche violenza per avere dei discepoli, il che sarebbe una lesione del diritto d' imparare. Laonde il diritto di insegnare non
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Aristotele stesso, quando la natura non si prestava a numeri prestabiliti dai Pitagorici, essi facevano violenza alla natura, per farla ubbidire al loro
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dottrina. La questione vitale che s'agita nel nostro secolo è una questione di Educazione. Si tratta non stabilire un nuovo ordine di cose colla violenza
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mal costituita, perché l'origine del riparto attuale sta generalmente nella conquista, nella violenza colla quale, in tempi lontani da noi, certi
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Accademia della crusca
