Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Numero di risultati: 106 in 3 pagine

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Una famiglia di topi

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Contessa Lara 25 occorrenze
  • 1903
  • R. Bemporad &Figlio
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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genitori Rita e Nello, sedevano accosto, sfogliando un grosso libro, che la mamma aveva regalato loro perchè anche durante la ricreazione imparassero

contessa Sernici, stava per lo più, mentre i suoi bimbi cicalavano, seduta a un elegante tavolinetto da lavoro, tutto ingombro di sete e di fili d

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Moschino, lo abbiamo detto, era uno spiritello curioso, sempre in giro, sempre pronto a cambiar di luogo, con la smania dell'ignoto, con un desiderio

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l'appartamento dei Sernici fosse al primo piano; saltella, saltella, arrivò in fondo; e allora gli si parò innanzi un largo androne, che da un lato menava

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come una grandinata. A un tratto, Moschino sentì accanto a sè qualcosa che lo solleticava leggermente. Si volse. Era un topo comune, d' un bigio cupo

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luoghi più brutti, più sudici, più pericolosi. Gli uomini, se c' incontrano, ci schiacciano con un piede, peggio che se fossimo vipere; si soffre la

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, cominciò a sentirsi un prurito per tutta la pelle; sicché ogni momento doveva grattarsi fin quasi a farsi uscire il sangue. Su le prime nessuno gli

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giù per la veste, e via di corsa a traverso le stanze, andò a nascondersi in un cantuccio della cucina, perchè nessuno potesse notare la sua vergogna

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bastò un' occhiata, e capì tutto. Diè un grido; e, come un pazzo, corse a chiamar sua madre: poi giù per le scale, come le gambe lo reggevano

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A quando, a quando, da poco più di un mese, la Lilia scompariva, nè si facea più vedere per ore e ore: e ciò accadeva anche se Rita e Nello

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un' angoscia che nemmeno lei avrebbe saputo descrivere. La giornata passò quietamente per tutti; i topini dormirono e mangiarono come al solito

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uscita, vivente e sorridente, al colpo di bacchetta d' una fata, da un ventaglio di carta di riso con le stecche di lacca intarsiate. Nello, egli

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collo per un vellutino; c' era un soldato romano del tempo degl imperatori; un Greco con la gonna a pieghe e la cintura carica d' armi di cartapesta

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Un giorno la contessa Sernici e i suoi bambini erano a colazione; e c'erano anche i due topi, perchè la piccola Rita s' era messa in testa d

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Allora, ma allora soltanto, una testina nera e irrequieta s' affacciò timidamente di dietro un divano; fiutò l' aria in giro per sentire se c'era

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tutto la mezz' ombra di quella libreria, che gli dava modo di dormire in pace; poi lì stava tra un profumo vago di pelli e in mezzo al molle contatto

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mezzo inclinato, tra un vapor denso che lo avvolgeva tutto: una gran macchia nera sopra, che voleva dire i nuvoloni; sotto era bianco, non c' era

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gastiga, sai, cattivaccia! Esser previdenti, mettere da parte, è bene; ma sciupar la roba o portarsela via di nascosto, è cosa degna d' un topaccio

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giapponese, di quelle che si vedon disegnate su' paraventi, pieni di sentimento, quasi che sempre gliel'inumidisse un leggiero velo di lacrime

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, per iscoprire se gli sarebbero capitate delle tirate d' orecchi o delle carezze. Quando il topino ebbe pensato un po', parve buttarsi al partito di

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A quattro mesi Dodò pareva già un vecchio topo di tre anni, tanto era serio e ordinato in tutte le sue faccende. In uno scaffale della libreria s

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- Bravo Dodò! - esclamava il conte, mentre la Rita e Nello, vedendo quell' armeggìo, si tenevano i fianchi dal ridere. Forse un solo vizio aveva Dodò

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lo lasciava fare, e gli dava de' buoni consigli. Zì, zì, tu sei un cattivo soggetto, Moschino! A me non la dài a intendere, zì, zì. Il primo dovere

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, divenuto a un tratto pensoso. Poi soggiunse: - Eppure, vedi, il mondo ha da esser qualcosa di bello, se c' è de' topi che rischiano di incappare

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acuti come aghi, si ficcarono fino all'osso in un dito del malcapitato. - Ahi! ahi! - si mise a gridare colui - ma che ci tengono qui dentro? che cos

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Il congresso dell'Associazione universitaria cattolica trentina - Relazione del presidente

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Alcide de Gasperi 2 occorrenze

Signore, signori, colleghi! La mia relazione non sarà un nudo enumerare dei fatti e degli avvenimenti ai quali prese parte in quest’anno sociale la

solidarietà delle organizzazioni democratiche cristiane di cui offre un esempio così bello questa adunanza, ci testificano che la fiducia in noi è

La questione meridionale (II red.)

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Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 240-244.
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Nature fantastiche, mobili, che hanno una visione della realtà dal punto di vista estetico più che realistico, hanno un soggettivismo psicologico che

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Un po' di storia dal '94 sino a oggi, un decennio. Dalla Sicilia a Napoli.

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Il legittimismo in Italia

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Sturzo, Luigi 3 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 245-249.
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Dalla lettura attenta dei documenti umani (un bel titolo messo dall'Osservatore Cattolico a titolo della protesta del Collegio Araldico contro di me

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Un'altra questione fanno alcuni. Essi dicono: l'attuale governo unitario ha sfruttato il Mezzogiorno: ebbene, che il

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Anche in ciò non siamo d'accordo: noi non possiamo avere di mira un obiettivo impossibile, né un obiettivo che comprometta una causa più alta qual'è

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La questione meridionale

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Sturzo, Luigi 4 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 234-239.
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ha creato un Meridionale d'Italia che non

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E mi piace tenere questa sera la mia improvvisata conversazione sopra un tema che mi sta a cuore, qua a Bologna, dove il processo Palizzolo, la cui

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un pubblico e ad un uditorio non composto di meridionali, parlo della questione meridionale, di una questione, che non è estranea al nostro programma

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terra natale, e a vituperare coloro che l'hanno oppressa e disprezzata; sono e voglio essere un analizzatore spassionato di un problema, che amo sia

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I PREDONI DEL SAHARA

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Salgari, Emilio 14 occorrenze

modificate ed un pò ingentilite la Turchia e l'Egitto; la Tripolitania e l'Algeria hanno molto perduto del loro selvaggio zelo religioso, ma il Marocco

cotta, per la maggior parte schiacciate o screpolate, e di sacchetti di caffè. I mobili consistevano in un banco massiccio e in un letto. Vi era anche

. "Ho udito lo spezzarsi di un ramo. Il leone ha certo ripreso la sua marcia." "Allora prendiamo posizione," disse Esther inginocchiandosi presso il

Quando la carovana si ripose in cammino, il sole stava per tramontare in un vero oceano di fuoco. L'astro, ancora sfolgorante di luce, declinava

Un momento dopo, il marchese ed i suoi due compagni si slanciarono attraverso la tenebrosa foresta, risoluti ad affrontare qualunque pericolo. I

Quando il marchese, dopo un sonno durato forse parecchie ore, riaprì gli occhi, una mezza oscurità lo avvolgeva. Sorpreso da quel cambiamento di luce

e Ben, impazienti di vedere il colonnello, avevano scavalcato precipitosamente il davanzale, il moro, trattenuto forse da un sospetto, si era fermato

. Verso le sei del mattino, la carovana, diminuita d'un asino e d'un cammello, lasciava il campo per scendere verso il deserto. Il marchese aveva fatto

Allo sparo, il cui rumore doveva essersi propagato fino al villaggio distintamente, era tenuto dietro un breve silenzio; poi urla acutissime erano

L'indomani, quando il marchese uscì dalla tenda, trovò l'uomo che aveva strappato miracolosamente alla morte, seduto sulla sella d'un cammello, cogli

minuti vi giunse, cacciandosi sotto le vaste tettoie degli schiavi. Amr-el-Bekr era ancora là, nascosto dietro ad un massiccio pilastro, avvolto nel suo

internamente da pareti di giunchi o di canne, avendo le donne un posto riservato. Il loro mobilio è molto semplice: qualche cassone, due pietre per

nerissimi del Tuareg mandarono un lampo. "Devo andarli a denunciare?" chiese. "Adagio, mio caro. Non voglio far arrestare anche la donna, te lo dissi

insieme, nell'eterno sonno della morte. Un silenzio profondo, rotto solamente dal lugubre gridio degli uccelli da preda, volteggianti su quell'ecatombe