frateìli » 99 Suocere e cognate » 107 I nostri vecchi » 111 La signorina » 123 Il gentiluomo » 168 Fidanzati » 221 Sposi » 231 La vera signora » 275 La
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La signorina dovrebbe conoscere bene e parlare con garbo almeno due lingue straniere. Ai nostri giorni è importantissimo; anzi necessario lo studio
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servitori. Se si ripensa all'eleganza civettuola dei bei costumi a colori, trapunti d'argento, in cui i nostri avi si pavoneggiavano, piegandosi in profondi
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corti in città, a jeans a vita bassissima che mostrano la biancheria intima, a gioielli vistosi e logo disseminati in ogni dove. Nei nostri ambienti
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Con i nostri vicini di tenda e di camper comportiamoci con lo stesso garbo e rispetto dovuto ai vicini di casa in città, ma... all'ennesima potenza
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essere seccanti, ma che segreti non solo nostri vengano raccontati in giro. Per quanto riguarda l'ex, evitiamo di chiedere sue notizie, di compiacerci
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buon rendere», che riduce il tutto a un triste principio di dare e avere. Una regola di galateo che secondo me non regge più ai giorni nostri è
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I nostri figli non sono più bambini, e non accetterebbero certo che fossimo noi a organizzare i loro intrattenimenti. Giustissimo. Quindi limitiamoci
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meglio, essere più ilari e distesi. E invece no, dicono i sociologhi: adesso c'è il problema del tempo libero. I nostri fantasmi, che durante il lavoro
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vogliamo colta la nazione, ingentiliti i costumi, ognor crescente fra noi la civiltà, cominciamo dal coltivare noi stessi e insegniamo ai nostri figli
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Eccoci alla fine del nostro scrivere di cui chiediamo venìa, adempiendo noi per i primi al dovere di Galateo che c'incumbe presso i cortesi nostri
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conoscenza di noi stessi, sul valore dei nostri mezzi, ma farci apprezzare i giusti nostri meriti. Diversamente non è più amor proprio: è superbia, è
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Carissima, riceviamo ora la partecipazione con la bella notizia. I nostri cugini Alberti che conoscono bene l'architetto Rossi ci dicono che è un
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, per le cinque, e in attesa i nostri più cordiali saluti.
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l'affettuosa accoglienza fatta alla nostra Gigliola. Le andrebbe bene martedì alle cinque? In attesa, i nostri più amichevoli saluti.
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vero fine di vivere. I primi nostri doveri sono quelli della religione, origine di felicità illibata in questa vita e di gloriosa immortalità nell'altra
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. La sommissione invece d'essere ostacolo alla felicità, è un benefico aIleviamento dei mal della vita; fa sì che i nostri errori siano più facilmente
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, siamo stati sottoposti dal nostro prossimo, dalle vicende della vita, dai nostri errori, dai nostri insuccessi, a queste iniezioni. Noi sappiamo
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toletta. La polve di Cipro è scomparsa da' nostri capelli; quindi men lordi serbiamo gli abiti. Un parrucchino modesto biondeggia sopra canuti crini; quindi
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disse: » Sire noi apportiamo a Vostra Maestà » il nostro vino, le nostre pere e i nostri cuori: » è tutto ciò che abbiamo di meglio nella nostra
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, l'obbligo di ricordare a' nostri benefattori che non gli abbiamo dimenticati, il rispetto che richieggono le persone in carica di qualunque specie, le
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I nostri atti devono riuscire piacevoli o spiacevoli agli altri secondo la situazione del loro animo, come lo stesso cibo gradito ci riesce o
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Prossimo sono tutti i nostri simili, ogni uomo, cioè, di qualunque colore, religione o paese. Tutti infatti, senza eccezione discendiamo dagli stessi
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Il bisogno di educare i nostri figli, si fa ogni giorno più vivo; con l'istruzione obbligatoria anche il figlio del contadino e dell'operaio ha perso
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Se alla loquacità s'unisce l'egoismo, cioè se parliamo sempre di noi stessi, de' nostri gusti, delle cose nostre, in somma di quanto ci appartiene
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nostri incomodi, le nostre debolezze, la nostra pusillanimità, e talora que' mali che, essendo comuni, non meritano speciale riflesso.
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erbaggi, non si può spendere in carne; il caffè, più innocente del vino, assorbe parte del denaro che al vino consecravasi. I nostri maggiori mangiavano e
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« Oggi più non si ride, ma solo si sorride; » e i nostri piaceri sono vicini alla noia. IV. Troviamo offesa la decenza anche negli usi de' tribunali
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di saper leggere, leggete le biografie dei vostri amici. Chi sono, domanderete voi; i nostri amici? I vostri amici sono i Franklin, gli Stephenson, i
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Veniamo a'tempi nostri: Manzoni, l'immortale poeta e romanziere, Mosca l'ingegnere insigne, D'Azeglio artista, uomo di Stato, militare, scrittore non
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sulle quali non pesa, come una maledizione, la sventura degli eserciti permanenti. Noi non possiamo a meno, pensando ai nostri ammiragli, ai nostri
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, ma che non ricevono da noi il salario per opere servili. Nei nostri paesi, la gran mercé di Dio, non esiste, propriamente parlando, la schiavitù
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nostri fratelli. «Le parole, dice il Savio, non sono che aria, ma quest'aria qualche volta attossica». Si vorrebbe, più tardi, rimediare allo scandalo, al
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donne, quando non avessimo qui i nostri morti; possiamo noi dire alle ossa dei nostri padri, delle nostre spose, dei figli nostri: sorgete, venite con noi
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nostri cuori. Io non entro in considerazioni di filosofia e di religione, io non parlo di convinzioni e di credenze. Certo è soave il pensare con la fede
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Parliamo dei nostri morti; parliamone con riverenza, parliamone con affetto. Vadano i loro nomi frammisti ai nostri discorsi; salutiamo coll'alba che
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in silenzio dei nostri errori e soffrono, ignorati, di quei domestici dispiaceri che per essere volgari e comuni hanno per altro il triste potere di
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condannato al Divino Poeta: è dessa la cortesia, la urbanità, ognora rispettata dai nostri cittadini? non avvi nulla negli atti, nei discorsi che si fanno in
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abitualmente parche e di allevare i nostri figlioli parchi, di gusti e di abitudini semplici. Ricordiamo che, a tavola, si vede il vero gentiluomo: che la
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dell'animo di un nostro bimbo, spesso riproduce il capriccio, il moto cattivo dell'animo nostro e dei nostri padri, e che, allora, egli non va castigato
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vita nuova. E riserbiamo certi insegnamenti a noi genitori. I nostri bimbi sappiano dalla voce commossa del babbo, oltre che la storia di Roma, di
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alla causa buona, poi col lavoro di tutti i momenti, e con l'esempio. Prima di tutto, non dobbiamo affidare mai completamente i nostri figli ad
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Terzo punto: per fare dei nostri figli delle ben nette personalità, dei responsabili, dei galantuomini (parola andata in disuso, ma così bella ed
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Lasciamoci oggi con questo pensiero consolante: se noi tutti daremo tutto ai nostri figlioli senza nulla pretendere, se, come insegna l'Imitazione di
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preferibile a quello stampo da cui si ricavano i nostri salotti, i nostri appartamenti tutti uguali, preparati da un estraneo che sa molto piantare dei
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Chiuderemo queste rapidissime raccomandazioni dettate senza veruna pretesa pei nostri buoni villici col seguente
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sulla via esposti a mille pericoli, non dovrebbero essere frequentati dai nostri fanciulli che in casa possono avere uguale e migliore sorveglianza
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I FIGLIUOLI DELLE AMICHE I figliuoli delle amiche sono un po' i nostri figliuoli. E se l'affetto non può sussistere allo stesso grado d' intensità
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pure esilissimo — di speranza nuova. Nulla! Non è rimasto nulla, un deserto! Ci rivolgiamo allora ai nostri simili, a coloro che nei giorni lieti
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LA SVENTURA E GLI OBBLIGHI SOCIALI Gli obblighi che la civiltà c' impone verso i nostri simili, sono in certe circostanze una pesante catena che l
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