- Nicoletta, che cos' hai? Piangi? - esclama Francesco entrando nella soffitta. Nicoletta è seduta sulla poltroncina, ha le braccia sul letto e la
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Alano. - Non è seccante? L' hai detto tu stessa a Leonia. - Io? - protesta Maria. - Sì, tu. Il giorno in cui la mamma parlò di partire, dicesti a Leonia
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naso. - Oh, - esclama essa ridendo di tutto cuore - tu hai creduto che non sapessi nemmeno questo! Conosco tutte le lettere e le sillabe, ma non so
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Francesco porgendole la tazza. - Oh, no! - risponde Nicoletta. - Non hai fame? - No!... Ho male al cuore.... - Francesco si ricorda la strana domanda della
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anno, almeno altrettante sostanze nutritive, quante ne diede alle piante che hai in esso coltivate. Se trasgredisci questo precetto, rovini le tue
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: e hai ragione. Ma io ti dico che molti coltivatori non guadagnano neppure queste povere 13 lire, e vi perdono, perchè non sanno coltivare. 2. Ora
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, il paralitico disse al cieco: «Compare mio, se non ci aiutiamo l'un l'altro, resteremo sempre qui. Tu che hai buone braccia e buone gambe prendimi
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Riassunto. Hai cominciato lo studio dell'agricoltura dalle piante, le quali sono appunto lo scopo della coltivazione delle terre. Esaminasti dapprima
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che hai da coltivare. DOMANDE: 1. Qual è il terreno coltivabile? - Ogni terra è adatta a qualunque coltura? - Le piante traggono tutte lo stesso
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1. La buona stanza delle piante. 1. Hai studiato la vita delle piante, le vicende delle stagioni, e la natura del terreno. Fin qui fosti osservatore
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1.Necessità dei lavori. 1. Le piante coltivate trovano buona stanza in un terreno sano, fresco, soffice, e netto da malerbe. Hai visto come si renda
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poc'anzi. Hai un terreno di buona pasta, non compatto, non sciolto, e con sottosuolo argilloso e forte? Non ti conviene portarlo su: guasterebbe la tua
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, per accrescere la fertilità del terreno. Dopo ciò hai seminato. Or bene: per assicurare la buona raccolta, non ti resta più nulla a fare? A questa
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12. Le erbe cattive. 1. Nel terreno, preparato con tanta cura, insieme alle piante buone che vi hai seminate, ne vedi comparire altre cattive, ed
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Lucio, tornato dalla scuola, non era andato sùbito a salutare la mamma. - Che hai, bambino mio? - gli chiese questa. Fot. R. FiorilIli. Lucio
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- Pollice, come stai ? - - Grazie, sto benissimo. E tu, indice? - - Medio , hai bisogno del nostro aiuto?- - Oh sì, - rispondeva Medio. - E allora veniamo
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alla via videro un piccino che piangeva. - Che hai, poverino? - chiesero i due fanciulli. - Il vento mi ha portato via il cappello! - rispose
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altri, e non parlare mentre mangi e hai la bocca piena. Allora diventerai tu pure una bambola ben educata! - Povera Luisa! Chi l'avesse sentita avrebbe
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; è l'intimo affetto della bellezza di natura, è vera poesia. Se tu hai contemplata qualche volta una di queste aurore, là sulle rive beate del lago
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1.La voce della coscienza. Dimmi, cara giovinetta, quando hai adempito con diligenza i tuoi doveri, o fatta una buona azione, non provi tu una
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. Fin che dura la buona stagione, ti è facile variare i cibi; non hai che a scegliere. Ma viene l'inverno, privo di ogni cosa: bisogna dunque, nell'estate
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16.Un po' di medicina domestica. Ora ti farò conoscere le virtù medicinali delle erbe, e delle piante che hai raccolte. L'infuso di fiori di
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10.Ama il prossimo come te stessa. Il tuo affetto non si deve limitare alla famiglia. Fuori di essa tu hai altri fratelli. Le compagne di scuola, i
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un po' di biancheria nuova al posto di quella che si logora e consuma. Ma abbine solo quanto te ne può bisognare. Se ne hai troppa, una parte resta là
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hai sottomano, e così eviti la spesa di comperarne di nuovi. Pròvati, giovinetta: non è arte così difficile, come ti pare, e troverai tempo a tutto, se
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cariche di grosse pietre, come hai già veduto farsi per le vinacce. Così si conservano bene, e piacciono molto alle vacche; quantunque la
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, due orecchi, e una lingua sola? Hai due occhi per veder molto, due orecchi per ascoltar molto, e una sola lingua per parlar poco. Dunque ascolta molto
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pane a ufo non si trovano in nessun luogo. Ogni stato, mia cara, ha le sue spine: forse il tuo ne ha meno degli altri. Quindi non hai ragione di
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, e godi di poter giovare a qualcosa. Giovinetta, continua bene, come hai cominciato, e diventerai una buona massaia.
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viene, passa, e non ritorna più: impara dunque a spenderlo bene, fin che lo hai. L'arte di impiegar bene il tempo si impara da ragazzi; si perfeziona
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lavoro che hai da fare è lungo, e pesante, non potrai finirlo nè in un giorno, nè in due; ma vi arriverai al fine, se tutti i giorni, senza perder tempo
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: tu ami sovra tutti il padre tuo, e la madre tua. E hai ben ragione di amarli tanto, di amarli più d'ogni cosa al mondo. A loro, dopo Dio, tu devi la
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, coccobenigno, e spugnola, che tutti conoscono. 5°«Non comprare funghi secchi sui mercati, e da gente in cui non hai fiducia, come in te stessa. 6°«È
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madre, a questa li condurrai solamente al mattino, al mezzodì, e alla sera. Dopo cinque o sei settimane li spoppi, se li hai destinati al macello. Se
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metterlo nel salvadanaio. Tu invece l'hai speso, dicendo a te stessa: «Un soldo risparmiato a che può servire? Che cosa si può fare con un povero soldo?» Io
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, o non, una data spesa; e giudichi dove è possibile una qualche economia. Se hai fatta una spesa inutile, ti salta agli occhi, ti rimprovera, e ti
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riflettono le tue virtù, e i tuoi difetti. Nella casa trovi moltissime cose da fare. Dall'alba alla sera hai le ore contate: sii dunque sollecita
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vuoi che sieno cattivi, se sono morti!... MYTYL Ne hai già visti, tu?... TYLTYL Sì, una volta, quand'ero piccino.... MYTYL Come sono, di'?... TYLTYL
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?... Io, forse?... LA LUCE O io, piuttosto.... Che ne sappiamo?... Quel muro però circonda una casa che tu hai veduto più volte, da che sei nato
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?... Hai l'aria stordita.... TYLTYL (fregandosi gli occhi) Mamma! Mamma!... Sei tu!... LA MAMMA Sono io, sì.... E chi vuoi che sia?... TYLTYL Sei tu.... Ma
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perché dovesse prendersela tanto se avevamo fatto una figura un po' ridicola davanti a suo zio. - Hai visto come fa, - disse. Anche dalla voce si
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da lei. E tu hai detto che però adesso lo sapevo. Dall'emozione di quello che indovinavo che doveva dire adesso, mi prese la tremarella. A Ippolita
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balcone e fingi di essere la dama e io di quaggiú ti faccio la serenata. - Se mai toccherebbe a te di far la dama, - trovai da ridire, - sei tu che hai i
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IDA - Quanti anni hai ? - Che lo so? - O il babbo dov'è? - Che lo so? - Perchè ti hanno messo nome Ida? - Che lo so? - Non sa nulla, a sentir lei
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abbia in misericordia. Quando gennaio mette erba, se tu hai grano, e tu lo serba. Gennaio secco, villan ricco. Gennaio mite, primavera tarda.
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campo. La maestra li gradisce molto e subito ne approfitta per fare delle domande ai bimbi. - Nello, tu che li hai portati, saprai i nomi. Questo
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hai paura? D'ogni cosa rispose il Coniglio bianco. - Oh, vergogna! - Eh, già, tu parli bene, perchè hai il becco e gli unghioli in fondo alle zampe e
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piangeva. - O che hai? - le domandò. La bimba rispose: - Mi è cascato in fondo al burrone il fagotto della lana filata datomi dalla mamma per portarlo in
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condotto un'ultima volta davanti al Re. - Dunque - disse questo - hai scelto la pianta a cui dovrai essere appiccato? - Si - rispose timido il contadino
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IL MINISTRO DEL RE Capitò un giorno a passare da quelle parti un Ministro del Re. Vide Desiderio ch'era molto triste, e gli domandò: - Che hai? Il
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