è però il giudicare il siciliano dalla collettività, come la maggior parte di noi italiani facciamo. Egli ha tutto da guadagnare a esser conosciuto
simbolo esteriore degli antichi riti tradizionali. L'insistere che facciamo in questi costumi gentili non potrà parere superfluo in un trattato dei
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destino ce lo facciamo noi, con le nostre stesse mani, figliuola mia! -Fosse campata mia madre! È morta di dolore, dai maltrattamenti. E piangeva per me
chiesto un congedo di quindici giorni. - Verrai? Oh!... Facciamo male. Perchè non restare ignoti l'uno a l'altro? - Come? Ti sei già pentita? - No.... Ma
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risposte dalla finestra, con maravigliosa destrezza. Rumasuglia insisteva con Clementina: - Facciamo come tua sorella e Caniglia! Non c'è altro verso
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di riprendere il figlio. - Facciamo una causa; tiriamola a lungo. Da cosa nasce cosa. Le legge dovrebbe dirgli: - Ah, tu non hai voluto il bambino
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A nessuno quindi può sembrare che noi, che ci ripresentiamo nell'agone, facciamo come i dulcamara della medicina o della politica che promettiamo col
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affrontate; alni facciamo un esame d'indole prevalentemente storica. Né il lettore si meravigli — ultima osservazione preliminare — della vivacità delle
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facciamo.
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: - Facciamo la prova. La prova riuscì male. Niente monetine. E Sua Maestà ordinò che il lupinaio fosse gettato in fondo a un carcere. Accorse la moglie
subito. Facciamo chiamare il Reuccio. - Alla vista di Carbonella, il Reuccio indietreggiò nauseato. - Ecco qui, Reuccio, quelle che voi credete le più
. - Che gli sia capitata qualche disgrazia? - Non gli facciamo il cattivo augurio .... Appena,arrivava: - Dove siete stato, Principino? - Avete trovato
Re. Per ora si trovano colà ... Facciamo il conto, ramaio. Il ramaio volle mostrarsi onesto, e gli disse: - Prima di pagare, signore, riguardare bene
; facciamo cento! E tirò avanti. Il portone del palazzo reale era chiuso per lutto. Quando il contadino capì che quei due poveri diavoli affamati e stanchi
per tornare addietro. Ma allora quelle pietre preziose cominciarono a pesare, a pesare da impedir loro di muovere un passo. - Come facciamo
sigari di Cuba, come se fossero tre tranquilli borghesi, in attesa del tocco, prima di andarsene a dormire. - Arrendetevi o facciamo fuoco! - gridò per
le sue lunghissime e magre gambe. - Facciamo correre la ronda. Signor fiammingo, badate che i guasconi ed i baschi sono agili come i cervi. - Lo so
conversazione. - Facciamo colazione ora - disse la marchesa al conte. - Gli uomini di mare devono esser dotati d'un buon appetito e spero, signor de Miranda
risa. - Pare che facciamo una brutta figura - brontolò Mendoza. - Di servi - rispose sottovoce il guascone, arricciandosi i baffi e posando fieramente
rappresentava il nemico, a qualunque nazione appartenesse. - Don Barrejo, che cosa facciamo? - chiese Mendoza, il quale si era prontamente riparato
fermato. - E dunque, don Barrejo, che cosa facciamo? - chiese Mendoza, il quale rideva sotto i baffi. - Non è un gattone guascone quello lí? - Mi pare che
vostre gambe. - Orsú, che cosa facciamo ora, don Barrejo? - chiese il conte. - Io per conto mio, farei colazione - disse Mendoza. - Questa corsa mi ha
, perfino Buttafuoco. - Che cosa facciamo dunque? - chiese il conte. - Scendiamo? - Sarebbe una grave imprudenza - rispose il bucaniere. - I cani possono