Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: essere

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Una famiglia di topi

205186
Contessa Lara 9 occorrenze
  • 1903
  • R. Bemporad &Figlio
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
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, proprio non so, come abbia ad essere il mondo! Di pericoli, dice la mamma mia, ce n'è a bizzeffe; e lei lo sa, povera mamma, che ne ha cansati tanti

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due come due piccoli disperati. Moschino, turbato dal brutto sogno, che doveva sicuramente essere una visione, si svegliò sobbalzando. Appena desto, si

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: una notte oscura, umida, piena di paure. Quanto tempo poteva egli essere stato lontano da casa? Non abituato a que' calcoli, lo ignorava affatto

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, lo aveva fatto crescere un po' capriccioso e sempre risoluto a non essere contrariato in ciò che gli piaceva di fare. Quel giorno, per esempio, si

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tanti discorsi - ripigliò calmo Dodò. - Io conosco la nostra famiglia; e ti assicuro che invece d'essere scacciato e maltrattato perchè non sei indiano

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. Doveva essere un' altra sorpresa gentile e gradita. Così fu. Quando il banchetto infantile ebbe termine, il paravento venne tolto; e apparve agli

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latte; ma scappò in fretta a cercare i tovaglioli che mancavano. Dove potevano essere andati? Lei avrebbe giurato che di lì non gli aveva mossi; e

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da pappagallo. Nello, per non essere da meno della sorella, dichiarò che, quanto a lui, da che Ragù e la Caciotta erano entrati in casa, aveva quasi

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più intelligenza degli altri topi, e a poco a poco, sapendo che il suo linguaggio non poteva essere inteso da' bambini, se n'era fatto uno di gesti, per

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Il compito dei giovani

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

moderna non penetra fino alla radice dell’essere, ch’essa non è capace di dare un senso ed un valore intrinseci alla vita e di riempire le anime con

Il congresso dell'Associazione universitaria cattolica trentina - Relazione del presidente

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

organizzazioni uno dei posti più avanzati, e l’essere per gran parte dell’anno tagliate le comunicazioni col grosso dell’esercito cattolico, rende

Il legittimismo in Italia

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Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 245-249.
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Per noi il legittimismo è una pianta che non deve essere coltivata nelle nostre associazioni cattoliche; nelle quali non si fa questione di forma di

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mezzogiorno torni ad essere quel che era, e sarà salvo. Ecco il perché del legittimismo.

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La questione meridionale

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Sturzo, Luigi 2 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 234-239.
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terra natale, e a vituperare coloro che l'hanno oppressa e disprezzata; sono e voglio essere un analizzatore spassionato di un problema, che amo sia

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Dirò cose che spiaceranno ai miei colleghi del meridionale, come a quelli del settentrionale; ma proverò di essere obiettivo. È la prima volta che ad

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I PREDONI DEL SAHARA

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Salgari, Emilio 30 occorrenze

, scomparendo verso l'estremità opposta della galleria e lasciandosi dietro un'onda di profumo acutissimo. "Deve essere una donna," disse il marchese

credendo di veder accorrere gli abitanti del villaggio, i quali dovevano essere stati allarmati da quel colpo di fucile. "Ho commesso una sciocchezza

via. Il rumore diventava sempre più distinto. Ad un tratto però cessò bruscamente. "Che quel briccone si sia accorto di essere seguito?" si chiese

noi saremo pronti a riceverli, signor ... " "Ben Nartico," rispose l'ebreo. "Si direbbe dal nome che siete mezzo arabo e mezzo spagnuolo." "Può essere

, dove vi possono essere degli orecchi che ascoltano. Quando saremo al duar del mio amico Hassan, non avremo più da temere che altri odano le nostre

perfino le palle dei cannoni! ... Si vantano anche di essere dottori, e le loro ricette consistono sempre in un pezzo di carta, su cui vergano delle

deserto, senza un albero che potesse rallegrare lo sguardo, senza un pozzo ove bagnarsi le labbra arse, senza un essere vivente qualsiasi, perché se il

!" Il marchese e Ben Nartico si erano precipitati innanzi, mandando un grido di sorpresa e d'orrore. Un essere ancora vivo, forse l'unico superstite di

disse con uno strano sorriso: "Voglio concludere che Tombuctu potrebbe essere pericolosa per quell'ebrea troppo bella." "Veglieremo attentamente sulla

dal doppio peso e dalla stanchezza, si lasciasse raggiungere dai Tuareg. Il destriero però, oltre ad essere robustissimo, era ancora pieno di vigore

che voglio essere l'ultimo." Invece di obbedire l'arabo aveva accostato due dita alle labbra come per mandare un fischio. Nello stesso momento dalle

, avendo deciso di fermarsi un paio di giorni in quel piccolo Eden. Disgraziatamente quella felicità doveva essere di breve durata. Riposavano da quattro

stato condotto colà per essere venduto al sultano, noi lo troveremo e lo libereremo." "Volete che vi dica che cosa penso dell'uomo scampato?" disse Rocco

levare le tende e di caricare i cammelli. Doveva essere l'ultimo ordine che dava; la sua morte era stata ormai decisa dai Tuareg e dal tunisino. "Già

Rocco; "quello che ci è passato sopra doveva essere un altro." "Diavolo!" esclamò il marchese. "La faccenda si fa seria." "E la bestia che è caduta

sospeso alla sella del cavallo, immaginandosi che potessero essere utili. Mentre Esther, armata della sua carabina, si metteva in sentinella, temendo

." "Tasili vi può essere utile, signore," disse El-Melati, a cui non garbava la presenza del moro. "È vecchio e non potrebbe esserci di molto aiuto," rispose

vostro viaggio. Per recarvi a Tombuctu insieme con vostra sorella, vi deve essere un motivo ben forte." "Mi reco alla Regina delle Sabbie per

Sabbie. Cosa c'era di vero in quelle voci? Nessuno poteva saperlo. Il dubbio però che il disgraziato colonnello potesse essere stato risparmiato aveva

riposarci, onde essere pronti per la lotta." "Quando verrà l'amico di vostro padre?" chiese il signor di Sartena. "All'alba, assieme al capo arabo. Il vostro

fosse almeno un po' di frescura sotto queste piante! Pare invece di essere entrati in una serra calda." "Udite nulla voi?" chiese il marchese. "No

cavalli invece, cosa strana, avevano le vene del collo turgidissime e continuavano a mordersi con furore. "Questo simun deve essere qualche cosa di

spedizione della signora Tinnè." "Chi? Tu?" esclamò il marchese, stupito. "Sì, signore, e dovrei essere morto fino da allora." "Chi era questa signora Tinnè

solo, col viso sconvolto, gli occhi fiammeggianti e armato d'un pugnale sanguinante, intuì subito che qualche cosa di grave doveva essere avvenuto e

un povero vecchio!" Poco dopo il marchese e Ben condussero Tasili sotto una tenda per essere più liberi e non aver testimoni. Intanto Rocco e Esther

paio di tende lacere e da una piccola cinta di rami contenente due o tre dozzine di montoni neri. Doveva essere l'ultimo; più oltre quegli animali non

aggrappò nuovamente alla parete e, dopo essere disceso un paio di metri, si lasciò cadere sullo strato sabbioso. "Non perdiamo tempo," disse, "forse i

smaglianti, aveva subito fatto conoscere a quegli esaltati che si trovavano dinanzi ad un infedele, peggio ancora ad un ebreo, ad un essere odiato, che

essere stati rinchiusi dalle sabbie accumulate dal simun, avevano anche corso il pericolo di venire divorati dai leoni. Separati dai loro compagni dai

centrale, dalle oasi di Argan e di Birel-Deheb." Nartico scambiò col marchese un rapido sguardo che voleva significare "Quest'uomo può essere prezioso