Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Una famiglia di topi

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Contessa Lara 16 occorrenze
  • 1903
  • R. Bemporad &Figlio
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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! Puzzi che appesti, Mimmì! - diss' ella, nauseata dall' odore del formaggio. La contessa, vedendo il sorcio col pelo insudiciato di giallastro e di

d'ingresso ad aspettare l' arrivo dei topi. La mamma li aveva raggiunti. Qualche istante dopo, guidato da Letizia, spuntò dalle scale l' individuo col

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, secco allampanato e col muso aguzzo, che annusandolo l' aveva toccato co' baffi ispidi. Si guardarono tutti

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con la pelle accapponata. Il topo comune si guardò attorno sospettosamente; poi disse piano, col terrore negli occhi, queste due parole: - I gatti

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? Che vuoi? Hai sete, forse? - E presa la scodellina col latte, ch' era su la tavola, gli diede da bere. In quel mentre Moschino aprì un occhio, e

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- E sai come Dodò fa la sentinella col fucile! - Davvero? - - Guarda! - Dodò, serio, grave, afferrava la sua piccola arma di legno, e restava lì

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dispose subito in favore del poveraccio, che gli stava davanti. Era un topo comune; ma bello, grosso, di forme eleganti, col mantello d'un bigio chiaro

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! - gridò la Letizia, additando verso il posto di prima. Per terra, ma un po' più vicino, il sorcetto bigio fiutava in aria col naso mobile in torno al

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loro Lilia col signor Mimmì Rosicalegno. Si ballerà. » NB.- Gl'invitati saranno tutti in costume.» Questi bigliettini furono spediti a dodici o

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dopo aver col girovago mangiato sempre un po' di pane nero e raffermo, bagnato nell' acqua, il trattamento dei prigionieri, le pareva curioso, poverina

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cotte col burro. Ma il torlo d' uovo e i dolci erano la loro festa. Non gli date molti dolci, - raccomandava la contessa Sernici ai suoi figliuoli

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e di fame!... - Caciotta accostava allo sposo il musetto col naso mobile, tutto roseo in mezzo alla raggiera dei lunghi baffi (tra' topi, curiosa

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' era riconciliata, e di nascosto le dava qualche buona cucchiaiata di brodo col semolino, per tenerla in forze. Quanto a Ragù, non si può dire come

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genitori avean richiamate tante dolorose memorie, finiva col ripetere: - Si vede che il buon Dio pensa per tutti. - E con questa saggia sentenza

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gli venivano i lucciconi, lo consolava col dirgli: - Quando sarai grande, pregherò io il babbo che ti faccia far il marinaro, vedrai; ma tu mi devi

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cosa, proprio col fare d' una persona a modo: a segno che persino Ragù e la Caciotta guardavano il loro figliuolo con grande ammirazione, come s' ei

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Il compito dei giovani

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Bene e del Buono, fiduciosi in questo trionfo, checché ne dicessero i malvagi e gli indifferenti, col semplice motto serviendo consummar. E così

Il congresso dell'Associazione universitaria cattolica trentina - Relazione del presidente

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

organizzazioni uno dei posti più avanzati, e l’essere per gran parte dell’anno tagliate le comunicazioni col grosso dell’esercito cattolico, rende

La questione meridionale (II red.)

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 240-244.
  • Politica
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— dominio delle autorità politiche e appoggio — rapporti col governo. Condizione dell'elettorato: la mafia,

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Il legittimismo in Italia

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 245-249.
  • Politica
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parte il resto che neanche col ritorno dei Borboni si salverebbe il Mezzogiorno..

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I PREDONI DEL SAHARA

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Salgari, Emilio 29 occorrenze

anni, è uno dei più grandi fiumi del continente africano. Se non può gareggiare col Nilo, certo può stare a fronte, pel volume delle sue acque e per

eserciti forse non otterrebbero. Col gruzzolo in tasca allora tornano nel Marocco, ne trattengono la parte più grossa e consegnano il rimanente al sultano

, come aveva promesso, lo aspettava sdraiato sotto una tettoia, col cibuc in bocca ed una tazza di caffè dinanzi. Alcuni dei suoi uomini stavano

suoi compagni, mentre stavano sorbendo il caffè sotto la tenda, videro comparire El- Haggar col volto abbuiato e sconvolto. "Signori," disse con un

, col bellissimo capo sempre posato sul braccio destro ripiegato, le labbra schiuse ad un adorabile sorriso che metteva a nudo i suoi dentini

avrebbero certo trovato di che cibarsi. Il suo proprietario, un vecchio arabo, dalla lunga barba bianca, che contrastava vivamente col lungo caic di

a mostrarsi esigenti e ad assumere un contegno minaccioso. Si erano messi d'accordo col tunisino per spogliarla. "Resi arditi dalla complicità di quel

d'incontrarsi col marchese, poi riprendeva la marcia più rapido. Mezz'ora dopo giungeva dinanzi all'abitazione dell'ebreo. Il cancello del giardino era aperto, e

confondendosi col fiammeggiante orizzonte, ma non era una pianura liscia, era invece un continuo succedersi di gibbosità sabbiose, disposte in mille

scambiato alcune parole col capo della scorta, si avvicinò al marchese, dicendogli "Salam-alek [la pace sia con te]. Io sono El-Haggar." "L'uomo che il

lana, armati di lunghi fucili ancora a miccia col calcio intarsiato in argento e madreperla; abitanti del deserto magri come aringhe, tutti nervi

Sartena. "Nella campagna della Kabilia ho mangiato le cose più strane e col miglior appetito." Un negro era intanto entrato portando, appeso ad un

da parte di chicchessia, mio caro El- Haggar. Il deserto appartiene a tutti e chi vorrà impedirmi d'attraversarlo avrà a che fare col mio fucile

scrupolo alcuno a mettersi in lotta col sultano, purché non si risparmi l'oro." "Ma quale progetto avete voi?" chiese El-Haggar. "Di strappare i

lugubre urlo dello sciacallo. "Sono frecce," disse El-Haggar. "Abbassate la testa!" Il marchese invece di curvarsi si era alzato col fucile in mano

sparato da Esther. "Tuoni dell'Argentaro!" esclamò il marchese, rialzandosi prontamente col fucile in pugno. A quel grido una voce a lui ben nota, che

Ben Nartico, vestiti da arabi, con bianchi caic ed i caffettani variopinti ed infioccati, precedevano la carovana insieme col moro che aveva la

cavallo." Gettò uno sguardo furioso sui Tuareg. Il predone che gli aveva mandato quella palla stava ritto sul suo mehari, col fucile fumante ancora

, balzando come palle di gomma e urlando a piena gola. Sono dei cercopitechi verdi, non più alti di mezzo metro, col pelame verdognolo ed i musi adorni di

l'arabo?" gli chiese il marchese. Il negro fece col capo un cenno affermativo. "Allora ti avverto che al primo grido che mandi, ti fucilo come un cane. Mi

non aveva perduto il suo sangue freddo. Quantunque intontito dal rovinio delle casse, si era prontamente rialzato col fucile in mano. "A me!" gridò

tutta la purezza l'antico tipo semitico. Quel giovane, vedendosi piombare addosso i fanatici, si era levato dalla cintura un pugnale ed una pistola col

fermò guardandolo attentamente, quasi con diffidenza. Era un uomo di sessanta e forse più anni, col volto rugoso ed incartapecorito, il naso ricurvo

, A mezzanotte, El-Haggar, come gli era stato ordinato, suonò la sveglia col suo corno d'avorio, e mezz'ora dopo la carovana riprendeva le mosse

il muezzin, col viso volto alla Mecca, lanciava nello spazio la preghiera mattutina: "Allah, Allah, russol Allah ... [Dio è Dio e non v'è altro Dio

centrale, dalle oasi di Argan e di Birel-Deheb." Nartico scambiò col marchese un rapido sguardo che voleva significare "Quest'uomo può essere prezioso

. "Mi hai compreso?" Gli levò le due pistole che aveva alla cintura, due armi ad acciarino, lunghissime, col calcio intarsiato in argento, e ne diede

aveva sorpresa in mezzo ad un cespuglio e uccisa col calcio del fucile. "Nessuno?" chiese Esther, appena li vide. "La foresta è disabitata," rispose il

signorina Esther." Il sahariano fece col capo un segno affermativo e aizzò il mehari. Verso il tramonto, dopo una corsa furiosa di otto ore, El-Haggar