Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: accentratrice

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Il discorso dell'on. Degasperi a Milano

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

La situazione si svolse così, che il Consiglio nazionale popolare, raccolto il 20 ottobre 1922, a due anni dalla riunione che abbiamo citato nel principio, si credette in presenza di una minaccia della rivoluzione di destra, onde l’appello diceva: «Non è vano il timore che siano in pericolo le istituzioni dello Stato italiano», ma continuava «non si può tornare indietro e credere di poter governare senza mantenere saldo il regime democratico non nella forma inorganica e accentratrice di ieri, ma nella forma organizzata e decentrata di domani», e concludeva facendo appello alle nuove forze della nazione di voler decidersi a vivere entro le istituzioni costituzionali rinunciando alle organizzazioni armate. La collaborazione che venne data poi, a rivoluzione compiuta, non rinnega queste tendenze perché, come verrà proclamato a Torino, essa mira alla normalizzazione costituzionale. C’è bisogno di dire, conclude l’oratore, che anche su questo terreno, a giudicare dai risultati immediati, noi siamo dei vinti?

L'assemblea costitutiva del Partito popolare

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

Come non reagire e non protestare quando alla nostra affermazione delle autonomie locali si oppose una burocrazia accentratrice o livellatrice, talvolta attenuata, ma talvolta anche inasprita dalla collaborazione di trentini che, vuoi per malinteso idealismo patriottico, vuoi per ambizione di dominio e con una certa tendenza alla rappresaglia, dedicarono la loro collaborazione a questo sistema di governo che, malgrado il buon volere di parecchi e le cortesie di molti, fu spesso sistema coloniale e quasi sempre antidemocratico? (grandi applausi) Di fronte a questo sistema, che oggi ancora è troppo poco attenuato, il paese non aveva che due alternative: o lasciarsi andare alla deriva, rassegnandosi alla parte passiva degli eterni brontoloni, o reclamare altamente i diritti della democrazia, concretandoli in due postulati fondamentali: l’assetto definitivo della nostra amministrazione può essere attuato solo col concorso dei rappresentanti eletti dal popolo e le nostre autonomie del comune e della provincia devono essere quanto prima reintegrate in tutta la loro essenza.

Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

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Toniolo, Giuseppe 3 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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Le ragioni di questa forma di trattazione si trovano in quei fatti stessi, che segnano il passaggio dal medio evo all'età moderna: — nel campo politico,l'aggrandirsi degli Stati, il loro costituirsi in forma assoluta accentratrice e l'estendersi di colonie politiche in altri continenti; — nel dominio strettamente economico,l'allargarsi del commercio internazionale, l'affluire dei metalli preziosi, l'elevarsi dei prezzi e quindi l'inasprirsi delle usure e la miseria delle classi inferiori; — nel rapporto finanziario,le spese sempre maggiori degli Stati, specialmente per gli eserciti permanenti e per le guerre più poderose e prolungate: — fatti, i quali fanno grandeggiare il fenomeno economico, in un ambito largo e più uniforme, attraendo su di esse l'attenzione delle menti e spingendole ad una trattazione speciale autonoma.

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In queste, veggasi come torna facile il disgregamento dell'unità politica appena manchi la violenza accentratrice; quali spese per ricollegare le distantissime membra d'immensa contrada con ferrovie, che poi rimangono passive per scarso movimento; quanto incerta e perigliosa la difesa del paese agli estremi confini di esso, senza basi di operazione in centri demografici intermedi. Sono questi i duri esperimenti fatti dalla Russia contemporanea, coi suoi disordini finanziari cominciati colle ferrovie (dal 1860), colla guerra disastrosa in Manciuria (del 1904-5) e colla cancrenosa trasformazione di quella colossale autocrazia (dal 1906). E di ricambio questi sono (per qualche rispetto) gli ammaestramenti offerti dalle recenti fortune del Giappone, raccolto nelle sue isole fitte di popolazione (48 milioni di abitanti, 116 per kmq.).

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. — Similmente in Egitto, ove le dinastie dei faraoni si innalzano e si perpetuano sul dorso di remotissime e poderose classi sacerdotali guerriere e burocratiche, le quali sostentano la massima potenza accentratrice che conosca la storia. — L'organizzazione giuridica (di diritto consuetudinario) delle classi in India con genesi storica, che va da 1400 a 500 anni a. Cr. (dopo la conquista aria sopra la razza negra) perviene anzi, sotto l'azione penetrante religioso-ieratica, al regime di casta.E questo regime col triplice carattere, di specificazione in gruppi distinti di popolazione per funzioni pubbliche e professioni private, del divieto dei matrimoni fra i vari gruppi, e di ereditarietà delle rispettive condizioni sociali e civili, — si insinua dappertutto, dalle caste dei sacerdoti e dei guerrieri scendendo con ramificazioni minute fino alla base del popolo (esclusi i sudra), e si protrae attraverso i secoli modificandosi di continuo ma perpetuandosi nella sostanza, sicché anche oggi ogni località conta più decine di caste, e Madras oltre 300 (censi. ingl. 1872). Ma tale complesso sistema cristallografico di caste, se ivi difficulta l'unità del grande Stato, sicché una volta l'India ebbe un impero, rimanendo del resto divisa in più Stati e regoli («rajah») come oggi sotto l'alta dominazione inglese, esso compose pure quel poderoso organismo giuridico-sociale di classi, da cui non si staccò mai lo Stato. E del resto somiglianti organizzazioni di classi superiori politiche (se non interamente chiuse in caste), facenti capo per lo più ad un monarca accentratore, incontransi fra assiri, medi, persiani, negli imperi antichi del Messico e del Perù, e fino ad ieri nel Giappone.

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La regione

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1921
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 194-231.
  • Politica
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. — L'organizzazione del lavoro è appena agli inizi: lo stato ha finora contenuta la sua azione entro limiti poco sviluppati; però come tendenza accentratrice ha avversato il sorgere e lo sviluppo degli uffici di lavoro provinciali e comunali, ha tenuto lontano dagli organi locali ogni ingerenza e ogni potere, quasi geloso e sempre diffidente. Invece anche a scopi statistici e per lo sviluppo e l'applicazione delle leggi sociali, l'azione locale è necessaria e deve svilupparsi di pari passo con le organizzazioni locali di carattere sindacale, cooperativo, assicurativo, previdente, mutualista. È un campo immenso di attività, che lo stato deve regolare e gli enti debbono attuare, nell'evolversi e progredire di tale nuova struttura sociale.

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Introduzione alla sezione "Dall'idea al fatto (1919)"

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Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1955
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 3-9.
  • Politica
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La lotta dei popolari era allora contro le tendenze (e in parte contro le teorie) dello stato liberale italiano; era anche contro il socialismo che tendeva alle nazionalizzazioni, alle statizzazioni e alle non discriminate municipalizzazioni, per arrivare al cosiddetto socialismo di stato.Era anche contro la burocrazia invadente e accentratrice. Preludiava la lotta contro il fascismo nazionalista e socialista allo stesso tempo, che portava verso la dittatura di stato-partito.

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