Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: abbia

Numero di risultati: 1153 in 24 pagine

  • Pagina 3 di 24

Sull'Oceano

171544
De Amicis, Edmondo 1 occorrenze
  • 1890
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • Paraletteratura - Divulgazione
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Se è vero che in ogni lunga navigazione v'è una così detta "giornata del diavolo" in cui tutto va alla peggio, e il piroscafo diventa un inferno, io credo che il Galileo abbia avuto la sua il giorno dopo di quella sepoltura, almeno per tre quarti, poichè, grazie al cielo, non finì com'era incominciata. Ci può aver contribuito quella morte a bordo, il sapere che da due giorni si faceva poco cammino, e un brutto mare somigliante ad una immensa lastra di platino, la quale rifletteva una vôlta di nuvole senza colore, donde pareva che piovessero falde dilatate di fuoco, come sopra i bestemmiatori dell'inferno dantesco. Ma tutto questo non basta a dar ragione d'una giornataccia compagna, e bisogna proprio ammettere un influsso misterioso del tropico del Capricorno, che si doveva passare nelle ventiquattr'ore.

Pagina 309

Come devo comportarmi?

172834
Anna Vertua Gentile 8 occorrenze
  • 1901
  • Ulrico Hoepli
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
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Badi che la cipria non abbia odore, e se ne serva unicamente per la così detta toeletta intima; non la metta sul volto; impallidisce, toglie la freschezza; e oggi quello che si vuole e piace, non è già il pallore sentimentale, ma il roseo della salute. Abbia grande cura dei capelli; non li martirizzi con ferri caldi, non li assoggetti ad acconciature non sempre igieniche; non ne alteri la naturale tinta con cipria o pomate. Usi la spazzola; lavi la testa con ricette di acque suggerite da persone esperte. Ricordi che la pulizia rigorosa, è salute, giovinezza, buon umore.

Pagina 136

Quando la madre abbia ragione di stimare la propria figliuola e questa, ormai nei vent'anni, abbia imparato a conoscere e schivare i cosi detti pericoli!... Non è forse meglio che una signorina esca sola piuttosto che accompagnata da una domestica, dalla cuoca, dalla cameriera persone queste non sempre conosciute come tipi di virtù, non sempre contegnose, di rado serie? Uscendo sola, la signorina, avrà il buon senso di vestire assai modestamente per non attirare gli sguardi. Camminerà lesta, diritta, senza mai rivoltarsi a guardare le persone passate, nè fissare quelle che le muovono incontro. Se incontra delle signore che conosce, le saluterà per la prima, cortesemente. A un uomo o a un giovinotto che le facessero di cappello, risponderà con riserbo, garbata. Se ci fosse qualcuno di così poco tatto da seguirla, ella faccia mostra di non avvedersene e con la serietà del contegno, mortifichi l'importuno o lo sfacciato. Nei negozi, non scambierà con i commessi che le parole necessarie, impedendo con il contegno, le famigliarità. Dalla sarta, dalla modista, userà parole e atti gentili, facendo, quando occorra, le proprie rimostranze con garbo, senza offenderle, nè disprezzare mai anche un lavoro non riuscito.

Pagina 165

Abbia dunque l'avvertenza di non trascurare nulla , per riuscire a conoscere la qualità della carne, dei pesci, ecc.; il loro prezzo, e la loro cucinatura. Sicuro; anche' di cucina dovrebbe sapere qualche cosa la signorina. Le figlie e le nipoti della Regina d'Inghilterra, non furono parecchie volte trovate con le maniche rimboccate intente a comporre i loro puddings!... La signorina per bene e seria, non sdegna di stare ai fornelli quando occorra, nè fa la schifiltosa quando la necessità le impone di badare alle casseruole. Tocca a la signorina a tenere in ordine la biancheria da tavola; a riempire le ampolle, le saliere, le zucche- riere; a misurare la quantità del caffè necessaria per il giorno, ad apprestare il thè. E lei che deve disporre con gusto, la frutta, i fiori, i dolci, i piattellini degli antipasti, delle salse. I gingilli, i mobilucci eleganti e preziosi, devono essere spolverati e spazzolati dalla signorina. Se ha dei fratelli grandi, tocca a lei ad aver cura del loro guardaroba. Lo tenga in ordine; abbia cura della biancheria; faccia trovare ogni tanto qualche fazzoletto con le cifre ricamate, qualche nonnulla che possa far piacere. Il fratello ne sarà riconoscente per certo, ed a sua volta cercherà di usare a lei qualche gentilezza. Se ha dei fratelli e delle sorelline piccoli, faccia in modo di proteggerli, sorvegliarli, educarli, se fosse il caso; alleviando la mamma d'una cura, confortandola d'un aiuto. In casa ci sono dei vecchi?... il nonno ?... la nonna?... Sia essa il loro sorriso e Dio la benedirà. Il babbo è un uomo politico, d'affari, uno scienziato?... Ella gli prepari in casa un nido di riposo, di soddisfazioni; un centro di affetti. Si renda cara, preziosa, indispensabile; faccia dire e meglio sentire di se, che è un angelo, un vero angelo del focolare domestico !

Pagina 168

Si stende su un uscio aperto, un lenzuolo o una copertina bianca: al di qua dell'uscio sta, al buio, chi deve riconoscere nelle ombre la persona vera: di là sono gli altri; e passano uno ad uno, fra l'uscio e un lume acceso, di modo che la loro ombra viene proiettata di profilo su la tela, fino a che chi deve indovinare, abbia riconosciuto la persona, la quale allora prende il suo posto. Si intende che ciascuno si camuffa come può meglio, per non essere riconosciuto. Nel gioco della parola nascosta, il giovane educato, non scelga una parola troppo difficile o superiore a la coltura della società. Lo stesso riguardo abbia nel gioco degli omonimi, in quello degli enigmi, delle sciarade, dei rebus e monoverbi. Accompagnando la sera a casa le signore, il giovane a modo offre il braccio alla maggiore di età. Dopo una festa, il giovane ha l'obbligo di visitare la signora che lo ha invitato, prima che sieno passati otto giorni.

Pagina 199

Se la signora viaggia sola, faccia il possibile di alloggiare in un albergo di cui abbia prima avute sicure informazioni. Se ha con sè dei bambini, non consenta che essi giuochino lungo i corridoi, nè facciano strepito in nessuna maniera. A tavola rotonda, la signora mostrerà tutta la finezza della sua educazione, col suo modo di comportarsi. Entrerà in sala senza cappello, indosserà un vestito serio e accurato, con pochi gioielli; non incoraggerà i vicini a trattarla con qualche domestichezza, e nel modo di mangiare non si scosterà mai dalle regole della più rigorosa civiltà.

Pagina 367

La donna nubile abbia o non abbia senso materno, cerchi di interessarsi dei bambini, di aiutare i piccoli derelitti, gli Innocenti infermi, i poverelli, gli abbandonati o trascurati. Si avvicini all'infanzia, entri nelle amicucce dei bimbi, impari a capirne i desideri e le aspirazioni, a comprenderne i piccoli dispiaceri, i crucci ed i dolori. La pietà, da prima imposta dal volere, finirà per recare il suo compenso; si sveglierà il sentimento di madre nel cuore fino allora chiuso all'interesse dell'infanzia, e basterà a riempire il vuoto di un'anima solitaria. Provvedere ai bisogni dei bambini poveri, assistere i piccoli malati, raccogliere e far raccogliere i miserelli abbandonati, non tutte lo possono fare. Ci vogliono mezzi, ci vuole una speciale condizione, qualche potere e molte conoscenze nella società. Ma tutte possono studiarsi di rendersi utili ai bambini con i primi insegnamenti morali, con l'imparare a conoscerli profondamente e con intelletto di amore. A voi sembra che il sereno dell'infanzia debba essere costantemente sgombro di nubi. Ma non è sempre cosi. I bambini, i quali si abbandonano intieramente al dolore come alla gioia, hanno qualche volta una pienezza d'affanno, di cui le persone adulte sono incapaci. Ci sono bambini che soffrono crudelmente senza che nessuno ne sappia indovinare la causa; senza manco, che nessuno se ne avveda. O se qualcuno avverte l'espressione malinconica di un visetto infantile, o l'aria di abbattimento della piccola persona, ne cerca tosto la causa nella salute; e crede di guarire con ferro e olio di merluzzo un male morale, che avrebbe bisogno di affetto, di carezze, di dolce persuasione. Ora, chi può usare di tali rimedi per ritornare la serenità sul volto dei bimbi, mi pare ne abbia da risentire una dolcezza infinita. E una tale dolcezza se la può procurare senza fatica, anzi ubbidendo spontaneamente al proprio cuore, la signora nubile, che può consacrarsi allo studio dell'infanzia senza le distrazioni e gli impegni di chi ha famiglia.

Pagina 389

Se l'istitutrice si è guadagnata la stima e la fiducia dei parenti o del tutore della sua allieva, sì ch'ella abbia una certa libertà nell'educarla e istruirla, faccia che la fanciulla affidata alle sue cure, goda di uno dei principali vantaggi della istruzione privata. Il vantaggio, voglio dire, di non essere assoggettata a troppo intense fatiche intellettuali nell'età più laboriosa del fisico femminile; dai dodici ai diciasette anni; età in cui la fanciulla passa dall'infanzia all'adolescenza e da questa alla giovinezza; età in cui ha bisogno di forza, dalla quale in gran parte dipende la bellezza. Lo studio indefesso e grave, non le tolga il tempo della passeggiata, degli svaghi innocenti e igienici , delle corse all'aperto, in mezzo al verde, degli esercizi salutari, che aiutano il fisico nel suo lavorìo, nelle sue trasformazioni.

Pagina 413

Che le sue occupazioni, i suoi esercizi, gli stessi suoi passatempi siano variati; ma che ella non ozieggi mai. « Medico - è Bouchardat che parla - io ho avuto troppo spesso l'occasione di constatare gli immensi benefici della vita laboriosa della donna ed i mali innumerevoli del suo ozio, per non insistere su i vantaggi d'un'educazione che abbia per base la continuità e la varietà del lavoro.»

Pagina 88

Il successo nella vita. Galateo moderno.

175931
Brelich dall'Asta, Mario 5 occorrenze
  • 1931
  • Palladis
  • Milano
  • Paraletteratura - Galatei
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L'importante ora è di non lasciare che chi prova abbia a premere da solo la moneta sulla fronte, ma di esibirsi, perchè più pratici a premergliela facendo questo in modo di esercitare una forte pressione sulla fronte, ma di togliere, senza che la persona se ne accorga, la moneta dalla sua fronte. La persona non se ne accorgerà facilmente, avendo l'impressione che la moneta aderisca alla sua fronte, effetto ottenuto appunto dalla forte pressione. Essa corrugherà la fronte in mille modi per far cadere la moneta che... non è, sollevando con la sua mimica l'ilarità degli altri, mentre è sorpresa che la moneta non cada ancora.

Pagina 313

Non si facciano però tali giochi in società quando non si abbia la sicura destrezza e sicurezza, poichè ci si esporrebbe facilmente al ridicolo od alla compassione dei presenti. In seguito indicheremo qualche giuoco più semplice che potrà esser fatto con sufficiente destrezza in società quando se ne sia fatto qualche esercizio prima.

Pagina 322

Ciò non si applica che al primo a giuocare; il secondo deve sempre annunciare il re prima di giuocarlo; non è tenuto di annunciarlo prima che l'avversario abbia giuocata la sua prima carta. 29. Il colore della carta scoperta si chiama atout; l'atout è superiore a tutti gli altri colori.

Pagina 355

Fatto lo scarto, non si possono chiedere più o meno carte di quante se ne abbia prima domandate, e neppure si può toccare quelle che furono scartate. Avviene talvolta che, dopo vane distribuzioni sopra lo scarto, il primo giuocatore, avendo domandato ancora carte, ed il secondo avendo risposto inconsideratamente: Quante? non ne restino abbastanza per soddisfare le domande del primo. In tal caso, la persona che ha domandato è tenuta a prendere carte; ma siccome non può esigerne più di quante ne abbia il tallone, essa sceglie nel suo scarto, se è fatto, quelle carte che ha scartate in troppo. Il giuocatore che guarda il proprio scarto è obbligato di giuocare a carte scoperte. Quando, dopo la prima distribuzione, chi ha la mano propone, e l'altro rifiuta, quegli che rifiutò perde due punti, se non farà tre mani. Del pari, quando il primo a giuocare giuoca senza avere proposto, egli perde due punti, se non fa tre mani. Il giuocatore che, dando le carte dopo lo scarto, volge come se fosse la prima distribuzione, non può rifiutare un secondo scarto, allorchè il suo avversario lo chiede.

Pagina 355

Questi due numeri, adunque, sono i soli di vantaggio che abbia il banchiere.

Pagina 366

Le belle maniere

180141
Francesca Fiorentina 1 occorrenze
  • 1918
  • Libreria editrice internazionale
  • Torino
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Non dovete trattarli severamente, approffittando del vostro potere quasi illimitato, ma sempre come sorelle buone, a cui una madre vera abbia lasciato in eredità un cuore materno. E fate di tutto per contentare il babbo; cercate, quant'è possibile a una persona che non sia la mamma, di colmare il terribile vuoto, perchè vostro padre non creda necessario far entrare in casa un'altra massaia. Che dolore, figliole mie! Dov'è stata la mamma, voi non potete vedere di buon occhio nessuna donna; ma, se vi càpita, pazienza! Non volete chiamarla col dolce nome che per il primo v'appiccicò le labbra come in un bacio? Ebbene, chiamatela in qualunque altro modo, ma. . . sopportatela. La vostra mamma vi voleva buone, e cercava d'inculcarvi la pietà, il compatimento:ricordatevi de'suoi consigli, delle sue parole. Ne'momenti tristi rifugiatevi nel ricordo di lei, che unico vi darà la forza per la rassegnazione. Ma se date sfogo al vostro risentimento, non rimediate a nulla, anzi rendete la vostra relazione, con la nuova padrona di casa, più tesa, più dolorosa e insoffribile; se non altro, cercate di comportarvi amichevolmente verso di lei. Le vostre buone maniere finiranno col rendervela benevola, affezionata come una sorella maggiore, che forse in séguito vi potrà giovare con un consiglio. Questo capitolo, figliole, vorrei non averlo scritto per alcuna di voi; ma quelle pochissime a cui la terribile sventura fosse capitata mi saranno grate, forse, ch'io abbia pensato a loro con animo veramente materno.

Pagina 201

Il Galateo

180927
Brunella Gasperini 1 occorrenze
  • 1912
  • Baldini e Castoldi s.r.l.
  • Milano
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Quindi: a meno che una donna non abbia una casa grande, comoda, organizzata, con assolute garanzie di igiene, con attrezzature adatte, con levatrice e ginecologo a disposizione, a meno che insomma non abbia molti mezzi e molti aiuti, la soluzione della clinica è preferibile: e a conti fatti meno costosa. Prima di precipitarsi fuori nel cuor della notte con la valigia e il marito stravolto, la partoriente sia ben certa che si tratti di doglie, e non di indigestione o di suggestione. Ma neanche aspetti troppo, come fanno certe partorienti sportive o veterane, che rischiano di partorire in taxi o nei corridoi della clinica.

Pagina 39

Galateo popolare

183715
Revel Cesare 1 occorrenze
  • 1879
  • Vinciguerra
  • Torino
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Non può contrarre nuovo matrimonio la donna, se non decorsi dieci mesi dallo scioglimento o dall'annullamento del matrimonio precedente; cessa questo divieto dal giorno che la donna abbia partorito. Un vedovo può rimaritarsi appena lo desideri. Una vedova in lutto non deve arricciare i propri capelli, e deve conservare un atteggiamento modesto.

Pagina 110

Galateo ad uso dei giovietti

183815
Matteo Gatta 1 occorrenze
  • 1877
  • Paolo Carrara
  • Milano
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Nol credo: l'istinto del pudore, di questa virtù ingenita nella donna e madre di tante altre, è troppo forte in voi perchè abbia bisogno di raccomandazioni e di eccitamenti.

Pagina 27

Il saper vivere

185841
Donna Letizia 5 occorrenze
  • 1960
  • Arnoldo Mondadori Editore
  • Milano
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Il cappello è ammesso, purché abbia proporzioni ragionevoli. Se il cappello di chi siede davanti disturba, si potrà chiedere con gentilezza che venga tolto. Se la signora rifiuta di levarselo, è meglio non sollevare una questione, mettendo a disagio i reciproci accompagnatori i quali si sentirebbero costretti a intervenire, ma avvertire piuttosto la "maschera" che dovrà provvedere al da farsi. Alla "maschera" che accompagna gli spettatori ai posti viene data una mancia. Lo stesso vale per la signorina del guardaroba.

Pagina 150

Abbia un cuoco francese, elargisca laute somme alle Opere benefiche capeggiate da dame autorevoli; inviti spesso qualche nobile, decaduto ma à la page, disposto a consigliarla e a pilotarla in cambio di un posto sempre disponibile a tavola. Abbia una casa arredata da un decoratore di gusto sicuro e piuttosto tradizionale (quadri moderni se crede, ma mobili antichi) e quando riuscirà a riunire nel suo salotto un mazzetto di marchese e contesse non imiti di colpo i loro modi di parlare; non inserisca a vanvera parole straniere nella conversazione; non inauguri un'aria annoiata e blasée; si dimostri invece felice di riceverle, di stare fra loro, dia a ognuna l'impressione che è quella, fra tutte, che lei ammira di più. Non evochi i "pensionnats svizzeri" della sua infanzia, "la collezione di porcellane cinesi" di suo padre, la "classe" che aveva sua nonna. Perderebbe di colpo la loro benevolenza. Meglio, piuttosto, inserire frasi di questo genere: « Io che non ho avuto un'infanzia privilegiata come tutte voi... », « Mio padre, che si è fatto da sé... » ecc. Si dirà di lei che ha l'orgoglio di essere quello che è, e il coraggio di non rinnegare le sue origini. Non si associ troppo presto ai pettegolezzi delle nuove amiche, non dichiari che « il cenino della duchessona era una barba ». Per molto tempo ancora questo linguaggio e queste malignità le sono vietate. Se qualcuno pronuncia in sua presenza un commento del genere, potrà tutto al più rispondere: « Può darsi, ma in tutti i casi io invidio alla duchessa i due Tiepolo del salone... », che non c'entra nulla, è vero, ma deporrà per la sua discrezione e per il suo amore dell'arte. Per concludere, se un giorno si accorgerà che nel mondo della "crema", non è tutto oro quello che riluce, non si atteggi a Grande Disillusa; dimostrerebbe solo leggerezza e malafede. In quel mondo lei ha voluto entrare non per cercarvi delle amicizie profonde, ma delle conoscenze brillanti. Non per riempire il vuoto dell'animo, ma per riempire il suo salotto. E' tutto sommato ha avuto quel che ha voluto.

Pagina 176

Ho scritto "normalmente" perché può darsi che la signora della porta accanto abbia il telefono guasto e venga a chiedere il permesso di usare quello nostro: sarà subito accontentata e si spera che abbia il buon gusto di esser breve e di non allungare il collo, mentre telefona, verso una porta semiaperta, né di sfogliare il libretto dei numeri telefonici, sul tavolino. Se accade che annaffiando il terrazzo si inondi l'inquilino del piano di sotto, non ci si ritira precipitosamente, ma ci si profonda, invece, in scuse mortificatissime che smonteranno subito il suo malumore. Una mancia mensile al portiere, anche modesta, è sempre consigliabile e, passando davanti alla guardiòla, non si dimenticherà un cortese saluto: i portieri sono delle Divinità potenti e vendicative di cui conviene garantirsi la benevolenza, anche se vi consegnano un telegramma con due giorni di ritardo e alle vostre obiezioni rispondono (come è accaduto a chi scrive): "Non vedo proprio perché se la prende tanto... Dopo tutto era solo un telegramma di auguri!"

Pagina 205

Sconsigliabile il costume a due pezzi a qualsiasi donna che abbia l'addome funestato da salcicciotti o da grinze. Il costume a pagliaccetto, a gale, a nastri e altre leziosaggini vanno lasciati alle giovanissime. Non se ne rammarichino quelle che non lo sono: la linea classica del costume a un pezzo ha uno stile sicuramente signorile. Gli uomini, specie se non più giovanissimi, debbono portare costumi decenti, evitare copricapi e accessori stonati.

Pagina 225

Chi riceve uno di questi cartoncini è tenuto a rispondere con un biglietto, sia che accetti o non accetti, sia che il cartoncino abbia o non abbia nell'angolo le tre lettere che vogliono dire "Si prega rispondere" (alcuni preferiscono le iniziali R.S.V.P., che corrispondono alla frase francese "Reponse s'il vous plait". Si può anche scrivere "P.C.R.", cioè: per cortesia, rispondere).Chi non riceve, inserito nella partecipazione, il biglietto d'invito al rinfresco, si astiene dal presentarcisi. Alle partecipazioni di nozze si risponde almeno con un telegramma di auguri, la vigilia della cerimonia. L'invito al rinfresco può essere limitato a pochi intimi se, alcuni giorni prima, è stato offerto dalla famiglia della sposa un ricevimento agli amici: cocktail o ballo. Può accadere che la famiglia dello sposo sia in condizioni molto più agiate di quella della sposa e che questa non sia in grado di offrire un ricevimento di nozze come si vorrebbe; i genitori dello sposo, in questo caso, possono proporre di assumersi le spese del rinfresco, che avverrà in un buon albergo. Saranno gli sposi ad accogliere nel salone gli amici: le consuocere, leggermente in disparte, distribuiranno sorrisi e strette di mano, senza che l'una cerchi di prevalere sull'altra. Se lo sposo possiede una villa o qualche tenuta, si potrà, col pretesto di un matrimonio in campagna, scaricare egualmente di tutte le spese la famiglia della sposa.

Pagina 67

Nuovo galateo

190009
Melchiorre Gioja 2 occorrenze
  • 1802
  • Francesco Rossi
  • Napoli
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Il corpo de' medici di Parma disse nel primo giorno d'un anno al cessato duca: » il migliore augurio che possiamo fare a Vostra Altezza, si è che in quast'anno Ella non abbia bisogno di noi. »

Pagina 183

E se la leggiadria si apprezza » negli animali e amo nelle cose che anima non » hanno né sentimento, come noi veggiamo che due » cose egualmente buone e agiate non hanno però » uguale prezzo, se l'una avrà convenevoli misure, » e l'altra le abbia sconvenevoli, quanto si dee ella » maggiormente procacciare e apprezzare negli uomini ? »

Pagina 68

Saper vivere. Norme di buona creanza

193412
Matilde Serao 1 occorrenze
  • 2012
  • Mursis
  • Milano
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Lavori, per modo di dire, lettrici mie, giacché è impossibile che una villeggiante, abbia quindici anni o ne abbia settanta, lavori, sul serio, quando può chiacchierare con un'amica, fare la partita col cappellano, flirtare con un giovanotto: è impossibile che l'uncinetto, o l'ago di ricamo, o i ferri da far maglie, o la tappezzeria, possano troppo andar d'accordo con la conversazione, col giuoco, col flirt. Se voi siete sola, solissima in un villaggio, in un'isola abbandonata (e non si è mai assolutamente soli, anche in un deserto e anche in un'isola, esempio Robinson Crusoè), allora potrete anche fare una intera coltre al filet, potrete ricamare un intero mobile di un salotto, a punto antico, potrete, persino, fare degli arazzi di alto liccio; ma, se appena siete in tre, in quattro, in cinque, sarà una gran cosa, se metterete cinquanta punti nel vostro ricamo, se potrete fare due quadrettidi filet, se potrete dare una sola stella di colori argentei alla vostra bizzarra tappezzeria, che imita l'antico. Non lo sperate, i vostri lavori domestici ritorneranno in ottobre, quasi intatti, alla città. Eppure, dovete portarli con voi! Vi sono momenti, vi sono ore, in cui un lavoro fra le mani, sotto gli occhi, è di una necessità assoluta: esso è una scusa, un pretesto, un diversivo, un derivativo; esso è una salvezza, per esso gli occhi possono abbassarsi o alzarsi come vogliono, le mani sono occupate, la persona sembra scomparsa: esso calma i nervi, regola la voce, mette delle pause sapienti nella conversazione. Una donna che ricama, è venti volte più padrona di se stessa, accanto a un uomo, che una donna, la quale non fascia nulla: una donna, che fa l'uncinetto, è molto più la padrona di suo marito, che non una donna disoccupata... Io non approfondisco il soggetto, perché voi già lo avete tutto inteso, care lettrici: il lavoro è, dunque, un'arma di difesa e di offesa, in villeggiatura. E chi di voi vorrebbe andare alla guerra, senza corazza e senza spada?

Pagina 128

Galateo morale

196833
Giacinto Gallenga 2 occorrenze
  • 1871
  • Unione Tipografico-Editrice
  • Torino-Napoli
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Pagina 184

Che valore volete voi che abbia contro gli eccessi del potere, contro gli abusi delle amministrazioni, contro gli scandali dei partiti, contro i pregiudizi della plebe un giornalismo che non si vergogna di mettere in celia un galantuomo perché fu vittima delle altrui frodi o un povero diavolo perche è zoppo o guercio? un giornalismo che si crede spiritoso allorché lancia i suoi epigrammi sull'onor delle mogli e dei mariti, sul candor delle vergini, sull'innocenza dei giovanetti? che credito pensate voi possa avere, allorché sferza i vizi, le prepotenze dei grandi quel giornalismo che adula ed accarezza i vizi, le prepotenze della piazza! che prende argomento de' suoi dileggi le religiose credenze? che razza di conforto e d'insegnamento è questo che si offre a coloro ai quali si cerca di togliere la fede in un avvenire migliore perché ridere di ciò che forma la consolazione del derelitto, del misero? saprebbero essi, allorché saranno riusciti a soppiantare da quelle anime la rassegnazione, la fiducia, qual cosa sostituirvi che ne possa fare le veci? perché seminare il dubbio nei campi di quei che sperano? Udite le parole di un umorista, lo Sterne. «Nel novero di coloro che sberteggiano la religione credete voi che ve ne abbia uno su mille al quale le convinzioni, la logica, la ragione, le sobrie ricerche dell'antichità abbiano fornite queste celie irreligiose? No, la loro vita è quella che potrà, spiegarvi la loro passione. La religione che prescrive tante privazioni è un'importuna compagna per coloro che non vogliono contenersi; e si osserva generalmente che questi miserabili sofismi ragunati dagli uomini contro la religione, per quanto importanti possano sembrare attraverso alle passioni e ai pregiudizi che danno loro una apparenza di corpo, finiscono nondimeno, allorché la forza dei loro appetiti è smorzata, ch'è calmato il fuoco dei loro desideri, per arrendersi alla ragione ed al buon senso; questi due amici degli uomini non tardano a ricondurre queste pecore smarrite al loro ovile».

Pagina 343

Signorilità

198691
Contessa Elena Morozzo Della Rocca nata Muzzati 4 occorrenze
  • 1933
  • Lanciano
  • Giuseppe Carabba Editore
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E poi... e poi mettiamo accanto due donne che camminino verso la cinquantina, di cui una abbia adoperato, per la sua pelle, soltanto schiuma di sapone e acqua di fonte; e di cui l'altra abbia esperimentato su di sè i belletti e le creme più perfezionate. Quale delle due è meglio conservata? La seconda, anche se ha avuto un'esistenza esemplare, ha sempre avuto l'aspetto di una persona equivoca... ed è meno ben conservata della prima, che è sempre restata, anche d'apparenza, corretta e signora. E scusate se è poco!...

Pagina 106

Quando la terrazza è aperta da tutti i lati e serve, quindi, solo per la buona stagione, abbia per mobili poltrone a sdraio, sedie, tavolini da giardino, abbia una gran tenda color crudo a grosse righe che, tirata, ripari dal sole e dal vento, o abbia un ombrellone da spiaggia allo stesso scopo. Ma sopratutto, sia molto, molto fiorita! Se è possibile farvi arrivare dal giardino e dal terreno sottostante una pianta che abbia là le radici, scegliamo la vite ed il rosaio rampicante - in modo da aver l'utile e il dilettevole; se dobbiamo fare le piantagioni in cassette sulle terrazze stesse, preferiamo dei bei rosai rampicanti da disporre a pergola, a parasole, ad arcata. Scegliamo il tipo rifiorente, che dà corolle e profumo tutto l'anno, il tipo «Thea», ed anche quella varietà a piccoli fiori che formano mazzo. Una pianta magnifica, per terrazza e giardino d'inverno, è l'azalea. Tutti, a Roma, ricordano le gigantesche azalee che adornavano il giardino della Regina Margherita e che si intravedevano passando per via Boncompagni... e particolarmente le ricordano i feriti, che passarono la loro convalescenza sotto l'ombre fiorite ed amiche. La balaustra della terrazza abbia geranii ricadenti; i grossi vasi abbiano, se il clima lo permette, aranci e mandarini; le cassette poste a terra abbiano fresie, giacinti, tulipani, e, in estate, petunie, margherite, zinnie, astri, salvie. Qua e là vi sieno prese di corrente, che potranno servire a fare il thè colla thejera elettrica, o ad azionare ventilatori, o a illuminare la terrazza con lampade portatili, dai bizzarri paralumi colorati che, nella notte profumata, fra i rosai, parranno altri bizzarri fiori multicolori.

Pagina 219

Per finire la serata, egli abbia fissato in antecedenza un palco, a teatro, oppure chieda le preferenze degli amici. Naturalmente stia attento di non lasciare che questi mettano mano alla borsa sotto forma di mezzi di trasporto, mancie ecc. Le persone invitate abbiano la delicatezza, conoscendo di quale potenzialità finanziaria è il loro amico, di non permettere spese eccessive da parte sua, e di tenersi in un giusto limite nell'esprimere le loro preferenze. Se quella che invita è una signora, si faccia trovare pronta all'albergo (una signora sola o delle signore sole non invitano mai al ristorante o in trattorie, sieno pure caratteristiche). Ella abbia di sua mano posti dei fiori sulla tavola, e curato che in tutto si riveli la cura femminile di offrire un'ora lieta a delle amiche o a degli amici.

Pagina 265

Io voglio il tradizionale equilibrio della donna italiana e fascista, e vi affido una propaganda che solo la madre intelligente e che abbia sensibilità può compiere: la propaganda della bontà». S. E. Mussolini, in molti suoi discorsi e messaggi, parla volentieri dei doveri delle donne nuove, doveri che si riassumono: nell'aumentare la popolazione, nel fare dei loro figli degli italiani nuovi, nell'essere convinte e disciplinate, nell'essere brave e previdenti padrone di una casa, razionalmente montata, bene organizzata e ben tenuta; nell'aiutare, per doverosa fraternità, i sofferenti e specialmente i fanciulli.

Pagina 495

Come presentarmi in società

200220
Erminia Vescovi 1 occorrenze
  • 1954
  • Brescia
  • Vannini
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. - Nessuno abbia a soffrire per colpa tua. 5. - Non rimandare a domani ciò che puoi fare oggi. 6. - La tua vita vale tanto quanto saprai farla valere. 7. - Non promettere mai, non giurare mai, non giudicare mai troppo facilmente. 8. - Agisci sempre in modo da non doverti poi vergognare delle tue azioni. 9. - E' nel tuo interesse conservarti onesto e virtuoso. 10. - Fa prima il tuo dovere e poi prendi il mondo come viene. NICOLA ORLANDI

Come si fa e come non si fa. Manuale moderno di galateo

201151
Simonetta Malaspina 1 occorrenze
  • 1970
  • Milano
  • Giovanni de Vecchio Editore
  • paraletteratura-galateo
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Possibile dunque che il galateo abbia a che fare anche con lo zoo? Possibile che disciplini perfino i nostri rapporti con gli animali? Sì, è così. Anzitutto bisogna tener conto che il rispetto degli animali. È un segno di civiltà e non di dabbenaggine come a torto credono alcuni. In secondo luogo bisogna non trascurare il regolamento che impone di lasciare in pace le bestie. Se poi il regolamento dice di non dare da mangiare agli animali, non trasgreditelo. Insegnate ai vostri bambini l'amore per gli animali, ma anche a trattarli con prudenza. Non tollerate che diano loro fastidio. Una visita allo zoo, sotto questo aspetto, è utile e istruttiva.

Pagina 387

Eva Regina

204438
Jolanda (Marchesa Plattis Maiocchi) 4 occorrenze
  • 1912
  • Milano
  • Luigi Perrella
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Se si accorge che qualche signorina è trascurata, preghi con garbo qualche signore, col quale abbia una certa confidenza, d' invitarla: se qualcuna vuol ritirarsi prima delle altre, faccia in modo che la società non se ne avveda considerandosi obbligata a sciogliersi. Provveda che ognuno dopo il ballo trovi da rinfrescarsi o da rifocillarsi : faccia star pronta la cameriera nel gabinetto di toilette o in qualche stanza attigua, nel caso che alle danzatrici abbisognasse il suo aiuto: non si mostri stanca nemmeno se è esausta, e trattenga per dieci minuti gli invitati a sera finita perchè abbiano modo di rimettersi se accaldati, prima d'uscire nella via. Vegli che ogni signora abbia quanto le occorre e l' accompagni sino all' anticamera.

Pagina 304

Una donna che si veste come tutte le altre, che si pettini come tutte le altre, che abbia idee comuni, parole convenzionali, che prenda tutto dalla moda del giorno e dalla sua ricchezza, se anche è bella ed elegante ha molte probabilità di non rimanere in modo speciale nella memoria : mentre una signora che sappia farsi una eleganza personale, che manifesti preferenze per un colore, per una foggia, per uno stile d' arte, per un profumo; che esprima idee consone al suo carattere, apprezzamenti che risultino frutto d'un' esperienza, d'un pensiero, d'una volontà individuale; che abbia per l'amore, per l'amicizia, parole non dette da alcuna, ma zampillanti dal suo vivo cuore come un getto d'acqua naturale che contiene in sè le proprietà del suolo da cui sgorga ; questa donna che si riconoscerà fra mille, la cui casa avrà un carattere particolare, si profilerà nella nostra memoria nettamente, anche se non è bella, nè ricca, nè mondana. Si è affrancata dalla grande massa oscura ed emerge per la forza delle sue linee in rilievo: è una stella che splende di luce propria fra gli altri pianeti che ricevono luce dallo splendore altrui.

Pagina 570

I PICCOLI FIORI DEI MARGINI Non vi è sentiero per quanto remoto e immerso nell'ombra che non abbia sui margini qualche fiore. Non vi è vita per quanto sventurata ed oscura che non conti qualche conforto d'affetto o di simpatia, che non abbia qualche abbellimento spirituale. La pace che segue un periodo di tragiche sciagure e che ha una soavità stanca e profonda : il compianto sincero dei buoni e le manifestazioni della loro simpatia; un'occupazione provvidenziale che viene a distogliere dall' inutile rimpianto ; la distrazione di un viaggio, d'un invito, di qualche bel dono; il ritrovarsi impensato con una cara amica d'infanzia nel cui cuore fedele possiamo versare tutto il dolore dell'anima nostra, il compiersi di qualche avvenimento desiderato — ecco i piccoli fiori che la vita non nega nemmeno ai più grami e che bisogna saper apprezzare. Vi sono delle persone morbosamente sensibili ad ogni male, ad ogni contrarietà, e cieche e sorde ad ogni concessione della sorte. Invece non bisogna essere ingrati verso i piccoli fiori dei margini, e non fare loro una colpa se non sono fiori di serra. Si rifletta che senza quei fiori che non si vogliono avvertire e si calpestano sbadatamente, la nostra vita sarebbe ancora più squallida, più deserta, più triste. Avvezziamoci invece a opporre al dolore la fortezza e la rassegnazione e a tendere l' anima verso ogni conforto, sia pure il più piccolo e il più lontano. Ognuno di quei semplici fiori può nascondere tanta bontà di profumo e vaghezza di colore da bastare alle nostre aspirazioni. Non dimentichiamo che molte volte la felicità e la fortuna amano prendere forma umile e venire a noi nascostamente e che domani potremmo pentirci di non avere indovinato il grande valore celato nella modestia d' un involucro comune. Dai fiori più appariscenti non si distillano che essenze odorose per la vanità; ma dalle umili erbe e dai modesti fiori del prato si ricava il farmaco che ritorna alla salute e salva la vita.

Pagina 679

Abbia il tatto supremo della discrezione, si allontani, anche, per poco, se occorre, affinchè la sposa non abbia a mutare bruscamente così i suoi atti di riservatezza ; non debba rinunziare ad un tratto alle sue pure abitudini di fanciulla. Io so di una giovinetta che la sera delle nozze s' inginocchiò per recitare la solita preghiera della sera ; ebbene, lo sposo, non pio, non praticante, s' inginocchiò accanto a lei per pregare insieme. Sono tratti di squisitezza di sentimento, di rara intuizione, che possono divenire le basi d'un' unione perfetta, e che una donna non potrà più dimenticare.

Pagina 68

Una famiglia di topi

205124
Contessa Lara 1 occorrenze
  • 1903
  • R. Bemporad &Figlio
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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- E disse alla contessa, che assentiva a quelle parole: - Questo topo, mia cara, è il più fìno diplomatico ch' io abbia conosciuto. -

Pagina 72

Il giovinetto campagnuolo II - Agricoltura

206148
Garelli, Felice 1 occorrenze
  • 1880
  • F. Casanova
  • Torino
  • Paraletteratura - Ragazzi
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Ma in questo caso occorre che il guardiano abbia cura di spandere gli escrementi, per dare una concimazione uguale a tutto il terreno. DOMANDE: 1. Quale è il grado di bontà del concime ovino? - Come si suole utilizzare? 2. Si può anche concimare sopra luogo con altri animali? - Con quale avvertenza?

Pagina 137

Il libro della terza classe elementare

211955
Deledda, Grazia 2 occorrenze
  • 1930
  • La Libreria dello Stato
  • Roma
  • paraletteratura-ragazzi
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Però, affinchè il Signore abbia a perdonare a noi, è necessario che noi prima perdoniamo a chi ci ha offeso. Questa è una condizione rigorosissima e necessaria. E difatti, in che modo placherà il padre quel figliuolo che non vuol fare la pace col suo fratello? Un compagno, dunque, ci ha offeso? Ebbene, cosa ci costa perdonargli? La gioia serena del perdono ci metterà il cuore in pace. E non solo si deve perdonare, ma anche pregare di cuore per i nostri offensori. E questa è tutta una carità che porta sempre buon frutto da raccogliere in Cielo.

Pagina 171

Diametro di una circonferenza è ogni segmento che passi per il centro ed abbia gli estremi su di essa. Quindi ciascun diametro di una circonferenza è il doppio del suo raggio. La porzione di piano racchiusa da una circonferenza si dice cerchio. Si badi bene, pertanto, che le circonferenze sono linee, i cerchi sono superficie. Una circonferenza ed il cerchio da essa racchiuso sono divisi per metà da ciascun diametro. Nella pratica per disegnar circonferenze si adopera il compasso. 85. Un poligono si dice regolare, se ha tutti i lati e tutti gli angoli eguali.

Pagina 441

Manon

233703
Adami, Giuseppe 2 occorrenze
  • 1922
  • Edizioni Alpes
  • Milano
  • teatro - commedia
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Che ti importa sapere perchè io sono qua, e come sia venuta, come abbia aspettato questo giorno?... Non importa: son qua... sono ai tuoi piedi!... Siamo noi, siamo noi: tu che mi scacci, ed io che imploro! lo che supplico e tu che mi respingi!... Sì... lo so... mi hanno detto... lo sono morta... per te io sono il nulla! Me l' han detto!... Il nulla! II nulla! No, peggio: il tuo male!... Sì... Tiberge me l' ha detto!... Ma ti chiedo pietà!... Non mi vuoi più?...Non mi vuoi più?...Fra la tua santità e la mia disperazione c'è dunque l'impossibile?...Un terribile abisso?... S'è così, mi precipito, gridando il nome tuo!

Pagina 101

Non è a dire che non abbia fatto di casa vostra Ia mia casa. Vi ho portato gli amici... V' ho trattato con piena confidenza... La vostra mensa diventò la mia... ho persino adottato il vostro sarto... e accondisceso che mi pagaste i debiti... Tutte queste rinuncie, dirò così, alla mia individualità, servono a dimostrarvi che avevo fede in voi, che vi stimavo!... Ma se a un piccolo intoppo vi perdete, se affogate d'un tratto negli scrupoli, eh! cavaliere mio, con gran dolore... con dolore immenso... ahimè, sarò costretto a infilare la porta... Se non volete dunque che ciò avvenga, cerchiamo di risolvere la crisi!...

Pagina 133

Casa di bambola

235484
Ibsen, Eric 1 occorrenze
  • 1894
  • Maz Kantorowicz
  • Milano
  • teatro - commedia
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Credi tu che non abbia tentato degli stratagemmi? Gli dicevo che sarei stata felice se avessi potuto viaggiare all'estero, come tant'altre giovani mogli. Piangevo, supplicavo, gli facevo intendere che avrebbe dovuto secondarmi per lo stato in cui allora mi trovavo: infine gli insinuai che avrebbe potuto fare un imprestito. Per poco non montò in furia. Mi rispose ch'ero una stordita, che il suo dovere di marito gl'imponeva di non secondare le mie fantasie e i miei capricci. Bene, bene! - dissi tra me - lo salverò ad ogni costo! - E trovai un espediente.

Pagina 27

Malia. Commedia in tre atti in prosa

242047
Luigi Capuana 1 occorrenze
  • 1891
  • Stabilimento tipografico di E. Sinimberghi
  • Roma
  • verismo
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Ha rabbia che Nedda abbia sposato prima di lei...- Sciocchezze!... E vedranno poi chi starà meglio... Oh! darei metà, del mio sangue per vedervi allegra!... Non paiono più, gli occhi vostri, i begli occhi per cui vi ho fatto cantare tante canzoni dietro quel portone

Pagina 12

Documenti umani

244581
Federico De Roberto 2 occorrenze
  • 1889
  • Fratelli Treves Editore
  • Milano
  • verismo
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Pagina 134

Quando io mi son deciso a parlare, nel tempo che pronunzio le prime parole, il mio pensiero è già mille miglia lontano da quel punto di partenza. lo mi ripiego su me stesso, io vivo di me e per me: l'anima mia è un mondo, e la vita cesserà prima che io ne abbia compiuta l'esplorazione. Leggo talvolta, e le voci dei grandi spiriti poetici, dei pensatori profondi, risvegliano mille echi nelle più recondite pieghe della mia mente.

Pagina 220

La ballerina (in due volumi) Volume Secondo

247663
Matilde Serao 1 occorrenze
  • 1899
  • Cav. Niccolò Giannotta, Editore
  • Catania
  • Verismo
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Non sì può dire che l'editore non renda omaggio al principio di lavorare per tutti i gusti, tua un libro che potrebbe fare la sua fortuna sarebbe quello in cui fosse spiegato il perché don Emanuele dei principi Ruspoli, abbia da essere ancora e sempre il sindaco di Roma. Vice-Versa. Da una corrispondenza da Roma al Giornale di Sicilia dell'8 luglio 1899.

Pagina 175

Saper vivere. Norme di buona creanza

248767
Matilde Serao 1 occorrenze
  • 1923
  • Fratelli Treves Editore
  • Milano
  • Verismo
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Lavori, per modo di dire, lettrici mie, giacchè è impossibile che una villeggiante, abbia quindici anni o ne abbia settanta, lavori, sul serio, quando può chiacchierare con un'amica, fare la partita col cappellano, flirtare con un giovanotto: è impossibile che l'uncinetto, o l'ago di ricamo, o i ferri da far maglie, o la tappezzeria, possano troppo andar d'accordo con la conversazione, col giuoco, col flirt. Se voi siete sola, solissima in un villaggio, in un'isola abbandonata (e non si è mai assolutamente soli, anche in un deserto e anche in un'isola, esempio Robinson Crusoè), allora potrete anche fare una intera coltre al filet, potrete ricamare un intero mobile di un salotto, a punto antico, potrete, persino, fare degli arazzi di alto liccio; ma, se appena siete in tre, in quattro, in cinque, sarà una gran cosa, se metterete cinquanta punti nel vostro ricamo, se potrete fare due quadretti di filet, se potrete dare una sola stella di colori argentei alla vostra bizzarra tapezzeria, che imita l'antico. Non lo sperate, i vostri lavori domestici ritorneranno in ottobre, quasi intatti, alla città. Eppure, dovete portarli con voi! Vi sono momenti, vi sono ore, in cui un lavoro fra le mani, sotto gli occhi, è di una necessità assoluta: esso è una scusa, un pretesto, un diversivo, un derivativo; esso è una salvezza, per esso gli occhi possono abbassarsi o alzarsi come vogliono, le mani sono occupate, la persona sembra distratta: esso calma i nervi, regola la voce, mette delle pause sapienti nella conversazione. Una donna che ricama è venti volte più padrona di sè stessa, accanto a un uomo, che una donna, la quale non faccia nulla: una donna, che fa l'uncinetto, è molto più la padrona di suo marito, che non una donna disoccupata.... Io non approfondisco il soggetto, perchè voi già lo avete tutto inteso, care lettrici: il lavoro è, dunque, un'arma di difesa e di offesa, in villeggiatura. E chi di voi vorrebbe andare alla guerra, senza corazza e senza spada?

Pagina 168