. Egli sa che chi non è puntuale manca di rispetto verso i propri simili. Ora, quello che i nostri simili perdonano meno è di mancar loro di riguardo
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rispettosamente i nostri sovrani, i nostri principi. Visitando il vescovo o il papa, il gentiluomo veste l'abito da visita.
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tessuti e materiale che ne compensi le perdite; onde la vita nostra non è che la somma di mille urti, che scattano da l'intima attività dei nostri
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stolido. La casa dove viviamo, dove sorridono i nostri cari, dove piangiamo i nostri morti, deve avere da noi tutto il rispetto, tutto l'amore, tutta
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apparenze. "I servi sono i nostri nemici pagati da noi stessi — scrisse certa nobile dama della corte francese a un'amica che le faceva il panegirico della
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spirito — le donne chiacchierano sempre tanto, che lasciano consumare le sigarette senza fumarle e così non si sciupano la salute. Sarebbe, ai nostri
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continuo, è passata nel numero dei più. Nei nostri pranzi attuali il numero delle portate — fra calde e fredde — non deve superare il numero di cinque. Ce
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È questo un tasto scabrosetto da toccarsi. Sappiamo purtroppo che cosa sono le conversazioni dei nostri salotti, a questi lumi di luna; conversazioni
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. Se conosciamo bene i gusti dei nostri ospiti, potremo sempre portare loro un bel CD, o un libro - uno solo e non costoso, per non dare l'impressione
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tutto quanto ci può servire; per i nostri bagni di sole usiamo creme e lozioni non unte (così useremo meno acqua per lavarci), e sediamoci solo sui
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spreco come qualcosa privo di senso, una volgarità che banalizza i nostri consumi. Preoccuparsi di spegnere le luci uscendo da una stanza, non lasciare
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nelle vite dei nostri amici credenti e che possono essere comunque punti di riferimento e occasioni di riflessione anche per chi non crede.
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Da persone di garbo, non metteremo mai in imbarazzo un nostro superiore o l'insegnante dei nostri figli con un regalo troppo impegnativo. Ma come
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rispetto del ruolo. Quindi, se i nostri obblighi di lavoro prevedono occasioni sociali, viaggi, cene, party, presentazioni, incontri, per essere
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, dove le colpe più veniali diventano insopportabili. Quindi se siamo fautori del disordine creativo, pratichiamolo solo nei nostri cassetti personali
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-Coltiviamo nei nostri figli il rispetto per nonni e parenti anziani: in loro presenza, non critichiamoli, non prendiamoli in giro per le loro «manie
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calcetto, la moto, l'aeromodellismo o il ballo latinoamericano e approfittare dell'occasione per organizzarci degli spazi nostri, non come ritorsione o
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Per concludere: la conversazione è il più prezioso mezzo per comunicare e per conoscere i nostri simili, purché sia spontanea, creativa, genuina; e
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galateo sociale, c'impone il santo dovere di tenere con noi e mantenere i nostri parenti, quando l'età li ha resi inabili a guadagnarsi il vitto. Non
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Verso i nostri eguali e colleghi siamo concilianti, schietti, servizievoli; non presumiamo mai di essere o di sapere più di loro atteggiandoci a
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debbono tutti quei riguardi che l'ospitalità esige. Ma purtroppo tutte queste parole sono inutili; perchè fra i più grandi difetti nostri c'è quello
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risponde: « No, mi scusi, ma i morti mi fanno senso... ». Si ringrazia assentendo, quali che siano i nostri sentimenti. Giunti davanti alla salma, si fa il
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dicerie, e fondamentalmente dimentichiamocene. Se siamo nuovi, rispettiamo le abitudini consolidate (se naturalmente non contrastano con i nostri principi
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maggiore - anche se per diversi motivi anche la gratificazione può esserlo. ✓ I nostri problemi, di qualunque natura siano, rimangono fuori
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l'adempimento dei nostri doveri non ci riesca gravoso, bisogna assuefarsi per tempo a esercitar la pazienza, ponendo ogni studio per liberarci dai naturali
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dovuto usare talvolta utile severita; nè essere indulgenti coi nostri difetti o coi nostri falli, nemmeno quando ci accorgessimo d'alcuni difetti dei
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, scarnito, spolpato la nostra filosofia, il rococò dei nostri nonni, il liberty dei nostri padri, il Luigi Filippo dei nostri antenati che abbiamo
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differenza tra l'importanza concepita e l'importanza reale. b) Avendo la maraviglia la sua radice nell'ignoranza, è chiaro che i nostri frequenti atti
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Odiato o amato, preparato con cura o consumato al volo, il cibo è sempre in cima ai nostri pensieri, anche quando non vogliamo. Lo sa bene chi, in un
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bene a coloro che sono i primi e più sinceri nostri benefattori ed amici. Chi può contare le cure, le ansie; i travagli dei genitori pei loro figli!
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conversa, acciocché i nostri detti non facciano nascere nel loro animo la noia, mentre aspiriamo ad eccitarvi il diletto.
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di petulante, sta tra questi due estremi. Un giudizio troppo favorevole di noi stessi offende i nostri simili, i quali, volendo giudicare liberamente
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dedicare ai nostri simpatici marinai un capitolo speciale; e, manco a dirlo, non ho potuto, per questo, consultare gli Autori, che di buone usanze han
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vivere! dimenticare noi stessi nella sostanza, e non solo nella forma, sicchè i nostri atti più semplici siano accompagnati dal sorriso sereno e leale
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riputazione di armigere e bellicose. Ed è forse per non istare addietro dalla fama antica che i nostri artigiani, ed in genere que'del popolo minuto, han
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contravventori. Italiani! procuriamo di non aver ad arrossire davanti alla barbarie dei Cinesi. Nei nostri paesi dove i codici sono più benigni ed improntati ai
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discernimento! Dal momento che siamo compresi in un giurì e che nessuna forte ragione potrebbe legittimare i nostri richiami per esserne dispensati
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spezzano ai dì nostri il pane di tutto lo scibile, in seria concorrenza coi libri, coi professori, coi maestri, i quali non potrebbero competere
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religioso de'suoi concittadini, come non lo perderebbe a'dì nostri un gentiluomo negando di ubbriacarsi di birra o di gin a un inglese banchetto, o di
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Non son rare pur troppo al dì nostri quelle metamorfosi di uomini politici, e giornalisti, quei subitanei mutamenti d'opinione per cui chi si levò la
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animali dal pelo lucente di pulitezza avrebbero fatto uno strano contrasto con i nostri sudici armenti di Piemonte; e sì molte di quelle giovani sono povere
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anime loro quel pio e cortese sentire che non permette né lo scherzo indecoroso, né il cinico linguaggio allorché si aggira il discorso sui nostri morti
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parte ai nostri conversari, che partecipavano insomma di noi, delle cose nostre, e senza dei quali imperfetta per così dire sembravaci l'esistenza
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il posto che le spetta nei nostri cuori e nella nostra vita. La religione, essendo una forma di elevazione, è la prima forma della vera signorilità.
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devozione». Scrivendo al Pontefice (come può succedere per pregarlo di una speciale benedizione o preghiera... Quante volte ci rivolgemmo a Lui per i nostri
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Per il secondo punto, cioè per bene educare i nostri figliuoli, dobbiamo incominciare noi ad essere delle perfette fasciste. Non dobbiamo credere di
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veramente la più bella battaglia!... I nostri figliuoli, figliuoli della nostra umanità, debbono diventare e crescere i figlioli dell'anima nostra
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Creatore del mondo e dell'uomo, a Colui che ha creato il sole e la luce, che ci ha dato intelligenza, amore, i nostri diletti figlioli, dobbiamo dare il
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i nostri rapporti con gli animali? Sì, è così. Anzitutto bisogna tener conto che il rispetto degli animali. È un segno di civiltà e non di
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strumento dei nostri voleri. No; oggi per fortuna non vi sono più schiavi; vi sono bensì dei servi che noi dobbiamo considerare come alleati nel
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