si eleva col rincarare necessario delle derrate), tendono a stabilire una intrinseca e fatale opposizione fra le classi abbienti e quelle nullatenenti, sul campo degli interessi economici; la quale opposizione o lotta di interessi, avvalorandosi filosoficamente del gretto utilitarismo di G. Bentham (1749-1832), riescì finalmente al caratteristico Trattato di economia politica di J. S. Mill (1. ed. 1858). Donde la scuola inglese seguita, arricchita e in parte corretta da Senior, Tooke, Bagehot, M' Culloch, ecc.;
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Le crisi sociali (e quella stessa che ci affligge) hanno origine prima nell'oblio o violazione aperta di questa legge del dovere proporzionale degli abbienti verso i nullatenenti, o altrimenti dei meglio dotati d'ogni superiorità (fisica, morale, economica, civile) verso i meno favoriti dalla natura e dalle contingenze umane.
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Poi una giustizia distributiva, che disciplina le relazioni fra superiori e inferiori,p. e. fra classi abbienti (di proprietari e capitalisti) e nullatenenti (di lavoratori), germe della legislazione sociale moderna, che mantiene l'equilibrio sociale, infrenando i forti e sorreggendo gli umili. Infine una giustizia legale o meglio politica,per cui al bene dello Stato tutti i cittadini devono prestarsi in misura, non già materialmente uniforme, bensì adeguata alla rispettiva capacità contributiva (Antoine, Pottier, Rivalta).
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Nel riparto,attraverso la formazione sempre più spiccata, figlia essa pure della crescente popolazione, di classi economiche (specialmente abbienti e nulla tenenti) con specifiche funzioni (ceti fondiari, capitalisti, operai), il trapasso da sistemi di distribuzione dei redditi e compensi fondati sulla consuetudine, a quelli contrattuali eretti sul valore dei servigi economici.
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. — Infine per il grado di mezzi economici di cui sono fornite, procedendosi dalla dovizia alla povertà all'indefinito; ma di cui due gruppi caratteristici stanno agli estremi, gli abbienti forniti di un patrimonio e i nullatenenti,forniti soltanto della propria facoltà di lavoro (intellettuale o manuale). Suddivisioni di classi, che seguono non solo la produzione, ma il riparto e i consumi della ricchezza; e per cui (circostanza decisiva) ogni vicenda della vita economica risale a modificare e spesso a sconvolgere l'assetto organico delle classi sociali.
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Ma quello che diciamo per noi, lo ripetiamo anche agli altri, specialmente alle classi dirigenti e abbienti, che tollerarono (e spesso aiutarono) i movimenti proletari anticristiani e antinazionali, almeno nel passato; ma che invece pretesero che la chiesa combattesse e sconfessasse quel movimento proletario che non è da oggi, e che oggi, senza confondersi col partito popolare italiano, trae origini dalla medesima scuola cristiano-sociale, che ha in tutto il mondo civile i suoi studiosi, i suoi organizzatori e proseliti, con il medesimo diritto di cittadinanza e di rispetto. Peggio sarebbe che qualcuno pretendesse operare in modo che la chiesa sembrasse alleata a tendenze politiche ed economiche; neppure l'apparenza di ciò potrà esservi oggi in Italia nei riguardi del papato, sia per la sua alta posizione spirituale sia perché indipendente dagli interessi di stato, che un tempo lo potevano legare a combinazioni politiche per la tutela dello stato pontificio. Non sarà difficile però determinare nel popolo stati d'animo di turbamento e di sospetto, come nel passato, attraverso atteggiamenti particolaristici di cattolici e di clericaleggianti, come avvenne in Francia, dopo il consiglio autorevole di Leone XIII al ralliement, sìda creare l'ambiente adatto allo sviluppo dell'anticlericalismo politico. Questo avvertimento vale per gli altri, ma vale anche per noi, perché in Italia non dobbiamo affatto perdere quello che in tanti anni si è acquistato, anzi dobbiamo consolidarlo: cioè lo spirito di fiducia e di benevolenza verso la chiesa, anche da parte di coloro, e sono purtroppo molti, che non sono credenti né religiosi, ma che valutano positivamente lo spirito religioso nelle nostre famiglie e le vitalità spirituali del nostro paese; e sanno che questo spirito giova assai allo sviluppo morale della nazione.
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Denunziatore, per definizione e per ufficio, di tutto il putrido e il viziato che c'è nei governi borghesi, di tutto quel che nell'attività dello Stato obbedisce ad influenze e pressioni di gruppi particolari, di tutti i mezzi dei quali le classi abbienti si giovano per estendere o difendere il loro dominio economico e politico, esso ha in mano quasi solo ⸺ e ciò sia detto più particolarmente a vergogna di quei cattolici che mostrano una tanto facile adattabilità alle combinazioni ed agli intrighi locali e parlamentari di qualsiasi genere — quel poco di elementi vivi di pensiero e di coscienza i quali vanno operando dall'interno, faticosamente, nuove orientazioni nel nostro corpo elettorale. E solo esso non prende l'elettore come è, avvicinandosi agli interessi ed alle aspirazioni sue particolari, ma cura di trasformate quest'elettore, conducendolo ad una disciplina di partito, all'accettazione di certi principii e vedute generali, e ad una visione degli affari pubblici che, se non coincide ancora con quella degli interessi collettivi, abbraccia almeno tutta una classe, e la più bisognosa, dalla società italiana.
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