Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il letto vuoto

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Pecora, Elio 1 occorrenze

Allora, contenendo la paura, mentre quei due le ripetono a voce alta di star attenta, decide di arrampicarsi.

Il letto vuoto

344644
Bertoni, Alberto 1 occorrenze

E mia madre contro, attaccata al corpo, violenta che cerca di baciarmi a morte, di trascinarmi sotto. Riemergo nuotando da quel fango e buco nero, mmi sveglio come reduce da un bagno, trafitto di sudore, gesticolo sconvolto, colpisco senza volere la mia gatta, urlo.

Menhir

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Prete, Antonio 1 occorrenze

Quell'abbaglio nell'aria, il treno era fermo nella piana di Cerignola, il maggio rotolava di là dai finestrini, mia madre era morta all'alba, ed era accanto a me nel corridoio, era nell'angolo delle sue rose, sulla strada tra i rovi sotto il sole, il foulard nero con i fiori rossi, vedi laggiù, diceva, in fondo agli ulivi, vedi il colombaio bianco, la gazza saliva dal cespuglio gracchiando, accanto a noi sulla strada passi d'ombra ascoltavano i suoi racconti, mia madre era morta all'alba, la sua voce dalle sere d'inverno era venuta lì nel corridoio, era la musica dell'attesa con tutti quei toni che salivano scendevano quasi cantassero, ora ammansivano l'ansia dell'indugio, e il treno riprendeva affarmato il cammino, schiacciavo sotto i piedi la lontananza, non ti preoccupare, diceva, sapevo che stavi venendo, sapevo che stavi per arrivare, il maggio era un lenzuolo immenso di azzurro e di caligine, mia madre era morta all'alba, e la Puglia era il paese più lungo del mondo.

Come non piangenti

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Alziati, Cristina 1 occorrenze

È già il secondo piccione, chissà, sarà stata una moto, è il secondo nei vicoli, sotto la segatura coperto per metà, e all'uscita da scuola nemmeno lo sguardano i bambini, mentre a una piccolissima che singhiozza più in là, se non smette di piangere la riempiranno di botte, gridano - saranno i genitori, chissà, sarà il family day, e lei piange più forte

Il letto vuoto

344695
Pecora, Elio 1 occorrenze

Gli altri, una moltitudine, in tanti lo abitano, a loro volta testimoni, residui di una storia residua, compagni di un viaggio inarrestabile. Finanche i morti, gli usciti, parlano muti dal punto in cui partono le arterie, dove inizia il respiro. Traversamenti veloci. Voci alte e fioche.

Il letto vuoto

344712
Bertoni, Alberto 1 occorrenze

E adesso che, se non faccio in tempo a trovare parole capaci di avvicinare le due parti della mia lacerazione, una sconfitta molto simile al deserto sarà mia e mia soltanto.

Il letto vuoto

344713
Pecora, Elio 1 occorrenze

Di lì a poco il bambino parte con la madre, che lascia casa e marito. Con l°uomo rimane la vecchia madre, che si cura degli uccelletti. Alcuni mesi dopo uno dei due pappagallini muore, nessuno in casa appura se il maschio o la femmina. La vecchia donna teme che, presto, il sopravvissuto, lui o lei, morirà per quell'assenza. Invece l'uccelletto vive a lungo, sano e allegro. Quanto alla donna, spesso cerca nella memoria il momento in cui trovò nella gabbia il piccolo corpo inerte.

Il letto vuoto

344720
Bertoni, Alberto 1 occorrenze

Tu mi rispondi una volta, due volte, guardandomi fisso con gli occhi dai quali sono nato: ed è l'ultimo sguardo, come se non avessi mai smesso, adesso che ho due anni, dieci, quaranta e tutti gli altri, con uno sguardo terribilmente uguale- saettante, vitale - a quel primo nel nido.

Disturbi del sistema binario

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Magrelli, Valerio 2 occorrenze

Un bacio anche a lei, tuo Ermanno

Fuor di metafora, l'autore ha ritenuto necessario segnalare non tanto la scoperta del Male, quanto quella della sua localizzazione, rivelatasi molto piú vicina del previsto: nello scenario bellico della famiglia, Erika è il nostro Irak a domicilio,

Il letto vuoto

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Pecora, Elio 1 occorrenze

Non esita a colpire nei punti deboli.

Finestre di via Paradiso

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Zani, Gabriele 1 occorrenze

In memoria di mio zio Giuseppe Zani ; nato a Cesena il 15 marzo 1923, soldato di leva, morto nel campo di concentramento di Gross Fullen, in Bassa Sassonia, il 14 settembre 1944.

L'ora felice

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Scarabicchi, Francesco 2 occorrenze

Poco a poco la perdi la voce lirica che ti lascia come chi s'alza nel buio di un cinema e va via. Rimane intatto il mese, un marciapiede, la ragazza che attende controvoglia nell'atrio e ha gli occhi chissà dove. L'ora ferma è un conforto, il primo pomeriggio, illeso niente che si muta in prosa, oltre la piazza vuota e il gelo di panchine intirizzite su cui nessuno siede. Chiusi i chioschi dei giornali, chiusi i portoni mentre passa il vento che scende alla rinfusa verso il porto, agita carte e polvere, le luci d'una siccità decembrina di asfalto più che grigio fra le vetrine spente. Dal bar di fronte ascolto il profumo d'anice e caffè e m'accade di sfogliare il piccolo calendario ch'è sul banco: banchine in faccia al mare, bitte, funi, la schiuma crespa delle onde a frangersi sui fianchi delle barche, sui moli, sugli scogli; secchi, carrette, ceste, reti nei sacchi, fiasche e, appena scorta, sul bordo della foto in bianco e nero, a sinistra, la prua che spunta d'un battello che ha per nome Aprile.

Chissà dov'è rimasta la tua gonna, se a Fiesole sul muro della casa o in un albergo d'Arno; chissà dove ho lasciato me ad attendermi, contemplando un cancello o a un tavolino di caffè all'aperto, fosse Lucca o Volterra, fosse l'ansia di una via alberata, Val di Chiana che fugge come gli anni, all'insaputa. Sono per te che resti mentre vado questi fogli di sosta, messaggeri al Marzocco, nel risveglio.

Sciame di pietra

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Luzzi, Giorgio 1 occorrenze

Io ho qui, se Lei fruga, ho qui, guardi, dentro uno stracciodi camicia delle piccole foto mie che potrebbero servireda identikit a un palo segnaletico. E invece, Mr. Olmert,invece qualcuno si è certamente sbagliato, ha finitoper scambiare questa zona dotata delle migliori meled'Israele per il vostro Buon Recinto, The good fence,oltre il quale le vostre artiglierie scaricano pioggerellee risatine. Dunque se Lei fruga io qui dentro ho alcuniidentikit che mi saranno fatali e che ho ricavato con lamoneta nella fessura di un piccolo box alla stazionedelle autocorriere appena fuori Cana. Mia mogliele riconoscerà certamente, Mr. Olmert, e mi staràaspettando ai bordi craterizzati di una città feniciada dove partì il giovane marinaio Phlebas della Waste Land. E la sorte del gatto?, ci siamo chiesti. Il gattoprese la forma immortalabile di un minuscolo humandi Nagasaki, un fiore miracoloso di arte spontanea efu un Ur-gatto inumidito, un gatto-calce appena partoritoirto di peli a tutte l'arie, bianco in origine, eppureancora vivo e potente nella sua oratoria, con gli unghiolida comiziante agganciati a quei frammenti di tavoleche rimangono del ponte distrutto delle Sue pioggerellee risatine, Mr. Olmert. E quanto alla signora Yakir?,la Sua suddita, la rossa con le Red Marlboro che le siaccorciano tout de suite tra le labbra rosse come cerecolorate a un pittore equinoziale, Mrs. Yakir, dicebamus,ha acceso i cinque televisori di casa sintonizzandoli sucanali diversi. Ovunque si colleghi non vede che arte:il Posthuman è gradito per la sua compostezza, maper il senso della vastità la Lebensraum Art e perla vaga dissolvenza la Endlösung Art. Poi altre dueche non ricordo. E che ne fu della modesta mia persona,Mr. Olmert? Come Le dicevo stavo tentando di andareverso nord con alcune piccole foto nei lembi della camicia,una moglie e dei figli al sud della regione dei cedriinvasi dall'acqua salata. Mia moglie non vedrà le mieimmagini disseminate sui pali. In verità questa terraè una ex-terra su cui si scaricano pioggerelle e risatine.Non Le spiacerà se La informo però che dai fascismidel mondo sgorgano in vostro onore i fontanilidi vittoria e potenza, stappano all'inno vostro la lorosciampagna di pioggerella e risatine. Tremendamentela vittima Sua vittoriosa sono.

Il letto vuoto

344832
Pecora, Elio 1 occorrenze

Sosterà in molte capitali, incontrerà presidenti e monarchi persuadendoli a firmare in un grande album bianco.

Il letto vuoto

344847
Pecora, Elio 2 occorrenze

Muore a ottant'anni. Guarda i mobili della sua stanza, il passero di porcellana, la scatola d'argento sul piano di marmo del comò. Il figlio la sente dire ansimando: «Potessi portarli con me!».

A vestire la morta è la più vecchia delle cugine, che la chiama e lei erutta e si rilassa. Così possono infilarle l'abito nero e le scarpe, secondo l'uso del Sud da cui proviene.

Dal balcone del corpo

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Anedda, Antonella 1 occorrenze

A) l`uomo? B) la donna? C) il bambino? D) una vicina senza volto? E) io che scrivo?

Il letto vuoto

344874
Pecora, Elio 1 occorrenze

Una donna telefona a M. dal suo paese d'origine. Dice di essere stata sua compagna di banco alle elementari. Gli chiede, prima con timidezza, poi con insistenza, di interessarsi di un suo fratello di vent'anni finito nel reparto psichiatrico del Policlinico.

Menhir

344880
Prete, Antonio 1 occorrenze

C'erano nel bianco riverberi di bianco, che spumeggiando rotolavano su una distesa bianca, il cielo, sopra, era bianco, un cielo perso nella luce che lo abbagliava di bianco, è assenza, mi dicevo, è vuoto d'assenza, ma era un bianco che innevava i pensieri, un abisso di bianco che cancellava ogni cosa, a guardare bene anche il fondo del bianco, il suo incavo, il suo riflesso erano bianchi, è il silenzio, mi dicevo, il silenzio dell'origine, o della fine, ma era solo un immenso lenzuolo bianco sotto cui dormivano bianche moltitudini, qua e là s'affacciavano parvenze vestite di bianco, disfatte subito nel bianco, s'affacciavano simulacri imbiancati, smarriti nei loro bianchi pensieri, è il nulla, mi dicevo, il bianco del nulla, ma era soltanto un sogno di bianco che generava bianco, così quando lui sveglio guardai a lungo, di là dalla finestra, la luna, che quella notte era bellissima e bianca.

Il letto vuoto

344884
Pecora, Elio 1 occorrenze

Ricorda la strada lungo il fiume e la ripercorre: per un incontro che può ripetere a suo piacimento.

Salva con nome

344901
Anedda, Antonella 1 occorrenze

Non riesco a sentirti, sta passando un camion carico di ferro, ogni parola spenta dalle sbarre di ferro, ogni nome folgorato dal clangore del ferro, lucido e nero di pioggia senza passato o futuro. Il desiderio non è più l'affamato che guarda dalla finestra la casa illuminata.

Il letto vuoto

344906
Pecora, Elio 2 occorrenze

A questo punto si sveglia, si calma. Ora sa che il fidanzato, poi suo marito, è morto da dieci anni. E ricorda quando si risvegliava angosciata da quello stesso sogno e ritrovava lui, vecchio, addormentato al suo fianco.

Va dalla madre di lui e la trova in cucina a lustrare pentole di rame. Parla con la vecchia, le chiede del figlio, non le riesce di trattenere le lacrime. L' altra risponde evasiva, la conforta, giura che non ha notizie, non sa.

Il letto vuoto

344908
Pecora, Elio 1 occorrenze

Oppure andrà in Sicilia, a Catania, dove fece il marinaio e conobbe decine di marittimi di diverse nazioni, tutti gentili e appassionati.

Il letto vuoto

344926
Pecora, Elio 1 occorrenze

Dopo i grandi entusiasmi per lo sbarco sulla luna, sono in pochissimi a interessarsi alle astronavi che toccano pianeti remoti e roteano per anni e decenni nel vuoto siderale. Eppure, ripete, le capita ancora di rneravigliarsi delle voci nella radio, delle facce nel televisore.

Il letto vuoto

344971
Pecora, Elio 1 occorrenze

A volte, in pochi righi, appare l'allegria, passa velata la morte. Una folla, in cammino verso il giorno o la notte, verso il ricordo o la dimenticanza, sosta dentro il presente. Che vale di queste storie mentre il pianeta ruzzola e ruota, avanzano ghiacciai, si consumano stelle, il tempo cambia di numero, si perpetrano orrori, si assolvono speranze?

Ritorno a Planaval

345016
Dal Bianco, Stefano 10 occorrenze

Adesso mi rivolgo a te che per amore vero verrai qui, sul filo delle mie parole scritte. Lo faccio per riconoscenza e per un poco certo amore mio, senza vederti...

Ho cercato allora di tomare a sentire, mai sensi sono della vita, e la vita non basta, almeno così mi hanno convinto a credere... E adesso tu, come puoi pretendere di ascoltare la mia storia se la mia storia è infangata, o non è ancora incominciata, se la riva del mondo in cui siamo corrisponde al confine di un letto...

Si pensa sempre a sé come invariabili, ma non avrei che sarei durato, come carne che cammina, come pensieri sentlrnentr e vite altrui che ti si avvinghiano e con amore, che non finisce mar e trova sempre nuove contatti, rapimenti e ti riporta al punto di partenza: una vita gentile e appassionata, dei ricordi da gestire al meglio, buttando via ciò che non serve e il resto liberandolo equamente lasciando posto al nuovo, un colpo al cerchio uno alla botte per non tornare a Planaval, come del resto ti ho visto, anche tu, stampata nella foto, hai la tua rosa.

L' azzurro smemorato del crepuscolo a strisce, attraverso le persiane della camera. Lo stesso azzurro con le macchie scure delle piante sotto di sé, davanti a sé, nella nostra direzione quando siamo rivolti al terrazzo, e ancora azzurro sulla destra, filtrato dalla tenda bianca ma ugualmente pungente, e azzurro ancora sullo specchio, dal cielo del terrazzo, in visione angolare, invadente, senza possibili raffronti. Sembra che non ci lasci scampo, che invada la casa e che si muova con le cose che tocca senza peraltro contaminarci, anzi svuotandoci la testa, sbattendoci fuori di casa leggeri dementi e senza chiavi.

Tutto portava là, a quello scintillio di gesti forse inventati e nondimeno appaganti.

Sto solo chiuso nella mia casa come un tagliaboschi, O un marinaio, O un soldato di una guerra, tremando a ogni colpo. Ma il cielo è sgombro, il sole entra dai vetri e tutti i movimenti del vento sono sotto controllo. Sto in bilico tra paura e sicurezza. Sto nella situazione in cui si sogna. Allora scrivo e ogni tanto mi awenturo in terrazza e sollevo l'oleandro e il gelsomino. Mi ostino a non proteggerli, a rimetterli in piedi. Mi hanno detto che il vento rinforza le piante. lo come un padre in lotta con se stesso mi apposto dietro il vetro, noto il ramo spezzato del rosaio, guardo l'oleandro e il gelsomino inclinare e traballando farsi forti.

Mentre il mio sguardo discreto abbraccia indistintamente dal terrazzino le nubi della pioggia e la tazzina del caffè (sulla tavola, in casa), sotto casa, vicino alla cancellata, un bambino si nasconde a una bambina, e su di lei piove l'ironia del sole.

Ora che non c'è più la guerra intorno a questo posto astratto, e quelle stesse frasi senza sfiorarmi cadono spuntandosi, ora riprende ardire una pioggia di morti nel giardino, e una voce di casa, che è una voce di vivi ed è perplessa, stupida immortale, come un pensiero animale.

Quando il vento è più freddo si fanno portare su in alto e si lasciano andare, così da sembrare più fermi e sicuri dei loro fratelli dal volo più mosso, che rischiano contro la bora schiantandosi, pare, a momenti e faticosamente sulle facciate delle case.

Sembra che la chitarra appesa mandi una nuova luce, e che lo specchio rifletta se stesso in un ombra chiara, e che l'argento si sia preso la tenda abbagliandomi ferocemente e co me da dentro un ncordo La parete e indifferente davanti a due finestre totalmente, completamente buie Ma qui dentro e come se anche la notte fosse chiara e illuminata dalla lampadina e dal bagliore della penna.

Salva con nome

345027
Anedda, Antonella 2 occorrenze

In questo libro i nomi possono essere dati arbitrariamente da chi legge, possono essere associati a vecchie foto di visi che colleziono negli anni e di cui non so il nome.

Ci chiamano, noi rispondiamo, dobbiamo rispondere, dobbiamo voltarci a rischio della follia. Chi e dove sono, cosa succede se decido di disfarmi del nome, di farmi chiamare in un altro modo? E quante persone dovrei ammaestrare?

Il letto vuoto

345037
Pecora, Elio 1 occorrenze

Lei va nel bagno a lavarsi gli occhi, ad azzurrarsi le palpebre, come per una festa.

Finestre di via Paradiso

345039
Zani, Gabriele 2 occorrenze

Il compagno che trent'anni fa passava ogni domenica di casa in casa a chiedere chi volesse “l'Unità” e che ora vedo ogni mattina di ritorno dall'edicola pedalare lento con una sola copia (la sua) stretta tra mano e manubrio.

E tanti altri, molti dei quali non ho mai saputo neppure il nome, parenti alla lontana, tizi familiarmente sconosciuti, gente magari vista una volta e mai più e via discorrendo, tutte le volte che penso a un mio terrestre, personalissimo Paradiso.

Il letto vuoto

345046
Pecora, Elio 2 occorrenze

La madre manda la bambina a riprenderla.

La piccola fugge via e di lì a poco l'uomo viene a restituire la pollastra bianca e ha la faccia livida. Passano giorni. Un mattino Anna ode un pianto convulso. Pensa alla moglie del vicino, che tradisce il marito e che spesso questi bastona. Il pianto continua, cresce. La madre va alla finestra e si rivolge all'uomo che dice, ancora piangendo: «Aspetta! ti faccio vedere che ho fatto». Un attimo e torna, getta in strada un involto, la madre getta un grido, ammutisce tre giorni. Anna salta dal letto, vede la testa mozza della moglie del pazzo, con le trecce sciolte e gli occhi spalancati. Nella casa dell'uomo vengono trovati quattro biglietti e su tutti sta scritto: “Se vuoi salvare il mondo devi uccidere Anna”. La morta si chiamava Anna, come la bambina.

Il letto vuoto

345051
Pecora, Elio 1 occorrenze

Con gli occhi velati, le guance smunte, le labbra livide, all'alba e di notte, va a spezzare nelle aiuole dei vicini i boccioli della rosa tea, calpesta anemoni e ortensie. Quindi ritorna ai suoi difficili sonni.

Il letto vuoto

345052
Pecora, Elio 1 occorrenze

Laureato in Cirenaica, ne faceva fede il diploma in mostra nello studio, una volta gli sfuggì di quando girava le fiere a cavare denti.»

Il letto vuoto

345060
Bertoni, Alberto 3 occorrenze

È l'ora dopocena, precoce per le abitudini italiane, ma di luce già un po' incerta, cosi a nord, quasi all'altezza della Norvegia. D'improvviso, in simultanea, accadono due cose: un cane border collie si avventa, a difesa del suo pezzo di giardino, e abbaia, abbaia violento, fatto strano perché il timbro fondo e calmo della mia voce bastaspesso da solo ad acquietarli, i cani.

Sono in Scozia e cammino lungo il fiurne Black Water Acqua Nera, uno di quei rivoli da niente che poi esplodono in un fiordo interminabile, ali di farfalla capaci di provocare a migliaia di chilometri un tornado.

ti interrompo: ma la resurrezione è solo tregua, spazio vuoto, la salvezza di una particola di vita, briciola o nervo, davanti a questo muro.