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PRIN 2012 – Accademia della crusca
Ippodromo a
Torno a casa alle due e mezzo, mi metto a letto, leggiucchio, di sicuro ho tolto la sovraccoperta - verde e scostato il lenzuolo: il letto è fatto e io non dormo mai sopra il drappo della gatta.
Non prendo sonno, accenni di pressione alta nonostante la seconda pastiglia (notturna, di sicurezza), ma nessuna adrenalina da corse, è stata una serata come tante, né vinto né perso, nessuna emozione particolare, in compagnia di due ippici innocui. E questa insonnia non è normale, perlomeno per gli ultimi tempi: cattiva, persistente, allucinata.
Fa un caldo terribile, la stanza diventa una pozza sanguinosa, la bolla che si era formata all 'occhio destro occupa adesso tutta l'aria, inonda la realtà, la chiude. Nuoto nell 'assenza di sonno.
Poi, senza aver percepito nulla - devo pur essermi addormentato, a un certo punto - mi scuoto di colpo dopo un corpo a corpo con mia madre, in un viluppo sconsiderato, qualcosa di erotico e mortale mai provato prima, devo scrollare e picchiare efarmi largo per liberarmi, lei vuole trascinarmi dentro uno specchio nero appoggiato al pavimento, un pozzo senza fondo e il nero non è vuoto, ma un robo appiccicoso come petrolio, vischiosa materia, secrezione indelebile di bestia. Non respiro né sono oppresso, è solo che affogo.
E mia madre contro, attaccata al corpo, violenta che cerca di baciarmi a morte, di trascinarmi sotto. Riemergo nuotando da quel fango e buco nero, mmi sveglio come reduce da un bagno, trafitto di sudore, gesticolo sconvolto, colpisco senza volere la mia gatta, urlo.
Accendo la luce, devo andare in bagno ho bisogno di freddo, di acqua di rinascita: e mi ritrovo nel mio letto ancora fatto,intatto, la sovraccoperta verde con tutto ll suo pelo di gatto:e soprattutto senza l'impronta del mio corpo.