Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

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Toniolo, Giuseppe 22 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
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induttivo; propagandosi più tardi nel secolo XV, fino agli esordi del secolo XVI, con L. Pacioli, Toscanelli, Paracelso (tedesco), Copernico (polacco

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(Pöhlmann); rimanendo frattanto Platone il prototipo dei tardi utopisti del comunismo in Europa (sec. XVI). Le vedute economiche sono più ampie, definite

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all'economia moderna, avvalorando dapprima l'onnipotenza politica (sec. XVI-XVIII), e dappoi coll'individualismo trapassato nei codici (sec. XIX

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periodo va scientificamente a ripartirsi in due successivi momenti: — l'uno di trattazione empirico-monografica dal sec. XVI — e l'altro di trattazione

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cattolico; — esso medesimo aggravato nel secolo XVI dalla rivoluzione religiosa di Lutero, la quale, infrangendo il nesso armonico fra la ragione e la

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Europa centrale e occidentale dal secolo XVI in poi, cominciando dalla imitazione letteraria ed artistica di Grecia e Roma, per poi tramutarsi in

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, o fantastici come L'utopia di T. Moro (1516) inglese, ed altri simili del Doni, Campanella, Bruno (sec. XVI), o polemici come i libelli di Franck

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società presente, come spinsero il pensiero filosofico nello scetticismo di Erasmo, di Montaigne, di Bayle (sec. XVI-XVII), — così insinuarono nei

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decadenti. Sovr'essi sopravanzano di gran lunga G. Bodin e G. Botero (fine sec. XVI) per dottrine economiche ampie e mature, ma sempre dominate

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scolastiche, applicate ai fatti nuovi economici (sec. XV e XVI). Così quel ciclo di cultura cattolica che si dispiega specialmente in Ispagna dietro a

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secoli XV e XVI, abbuiando questi veri sovrani, col ridestare le reminiscenze dell'antichità pagana intorno al fato, al panteismo politico, all

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derivati dal consorzio civile. L'ideale di Machiavelli e del neo-umanesimo del secolo XVI «di uno Stato ricco in mezzo a popolazioni povere» è un

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Già vedemmo (nella «Storia delle dottrine economiche») come imperò dal secolo XVI al XVIII l'utilitarismo politico o di Stato ed anzi dinastico, in

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benefici della civiltà. È un concetto, che già depresso dal neo-umanesimo pagano del sec. XVI e dal razionalismo materializzato del sec. XIX, oggi è

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repubbliche cittadine medioevali, l'Olanda del secolo XVI, oggi il Belgio e l'Europa intera, rispetto agli altri continenti, tutte regioni di forte densità

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distruzione di quegli indigeni e l'assoggettamento politico di que' territori, da un altro trasse i conquistatori nei secoli XVI e XVII, dinanzi alle esigenze

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educò che al cadere dell'evo medio (sec. XV) e nei due secoli XVI e XVII, e prima al di là dell'Alpi che fra noi. Molto vi contribuì la politica economica

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rivoluzione dei paterini, (sec. XIII) o dei contadini sotto Wykliffe (sec. XIV), o degli anabattisti sotto T. Münzer (sec. XVI), senza dire dell'età

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decadimento dell'autorità sociale della Chiesa in seguito allo scisma di occidente, e più nel secolo XVI, per il predominio di idee pagane ostili al popolo

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secoli XVI-xviii) nella rinascenza neo-pagana (che riprodusse financo la schiavitù nell'America) e nella riforma protestante, e dopo l'incentramento

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. Analogamente le dottrine filosofiche del rinascimento riproducono nel secolo XVI l'assorbimento della società nell'assolutismo politico pagano; e più

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piuttosto rinascenza delle antiche) nei sec. XV e xvi, e più recenti esigenze sociali maturarono la più robusta formazione dello Stato moderno del sec. xix

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Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

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Toniolo, Giuseppe 27 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
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collettivo) che non individuale. E tracce di tale origine domestica si protrassero fino al sec. XVI ed oltre, specie in Germania, colla consuetudine

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coefficiente di assimilazione potentissimo è la politica economica di un comune governo; per cui gli ordinamenti di Enrico IV e di Sully (sec. XVI

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progresso economico. Il secondo momento storico è definito dal fatto sociale cosmico delle scoperte geografiche dei sec. XV-XVI per parte dei

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industriale-mercantesca, la quale col favore dei traffici estra-continentali cresceva potente, specialmente in Olanda e poi in Inghilterra (dal sec. XVI

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politica britannica a servigio degli interessi propri, immedesimati con quelli della nazione. — Tale la genesi storica nel sec. XVI-XVII di questo

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corporazioni, l'assoggettamento fiscale di esse; e nella seconda metà del sec. XVI si introdusse colle grandi ordinanze di Carlo IX (1567) e di Enrico

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di imporsi alla nascente industria inglese (Roscher). E dietro a questi esempi in tutta Germania nel sec. XVI le corporazioni escluse da funzioni

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6. In tal modo dal sec. XVI l'interesse della produzione nazionale, da conseguirsi coattivamente dallo Stato colla immolazione della libertà, divenne

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regolatrice del progresso indefinito delle industrie e dei commerci nei rapporti interni ed esterni. La Francia con Turgot, ministro di Luigi XVI

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. — Dal sec. XVI al XVIII l'associazione, divorziando da ogni resto di libertà, diventa uno stromento esclusivo

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funzione sociale dell'esploratore e si aggiunse alla classe gerarchica dei mineranti. Già a cavaliere dei sec. XV e XVI si erano moltiplicate le

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delle «concessioni» dei re, di cui anzi nel sec. XVI aveasi abusato in pro di capitalisti e favoriti e dove fino allora lo sviluppo minerario era stato

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nobiliari dal sec. XVI (Francesco I, Enrico IV), durarono quanto l'«ancien régime»: sicché per queste ragioni protettrici del bosco, Mirabeau nel 1750

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Reno, delle Anse, nei sec. XIV-XV; per noi anticipa coll'età dei comuni fino dal XII, proseguendo anche sino al XVI, perché l'assottigliarsi dei

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fine del medio evo e per l'Italia resiste sino alla metà del sec. XVI (Bertagnolli, Rosa, Niccoli).

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sec. XVI e il XVII (vedi Rosa, Niccoli). — Nell'evo moderno questi italiani, insieme a Olivier de Serres ( 1539-1619) contemporaneo di Enrico IV in

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(è proverbio orientale) non spunta più l'erba. Così la rinascenza classica in Europa nei sec. XV e XVI dispregiò ed oppresse le classi lavoratrici e

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capitalistiche, non mancò essa sempre dal sec. XV al XVI, fra sventure e fortune del pari straordinarie, di una base di equilibrio stabile? Ed oggi i

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particolari, essi in Inghilterra e Germania nei sec. XVI-XVIII furono assegnati ai signori, non già ai coltivatori (Meitzen, Rogers). — Altrove i governi

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nobiltà fedecommessaria dei sec. XVI-XVIII in tutta Europa fu a vario grado ostacolo e ruina dell'arte agraria e più delle cittadinanze, massime i grandi

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dal sec. XVI-XVII permesso sui beni fondiari («real property») della aristocrazia, nei limiti di due generazioni; ma esso peraltro egualmente si

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dal sec. XVI in poi col formarsi dei mercati nazionali e col favore delle incipienti colonie; in Gran Bretagna (non senza violenze e reazioni) per

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Winchcombe), che avrebbe ai primi del sec. XVI riunito in casa sua ben cento telai e combattuto coi suoi operai alla battaglia di Flodden Field; — ove

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manifattura, che pur fecero la gloria degli artigiani nel sec. XIII in Italia e fondarono la industria inglese del sec. XVI?

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mercanti capitalisti-speculatori, in Italia a cavaliere dei sec. XIII e XIV, altrove fra il XV e il XVI; i quali colle grandi loro corporazioni od

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3. Infine nei due sec. XVI-XVIII è un lavorio di governi in tutta Europa per una codificazione industriale,diretta a questo triplice fine: di

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dell'Olanda e dell'Inghilterra nei sec. XVI e XVI; — e infine l'espansione del lavoro europeo e americano, il quale munito di immensi capitali, dalla metà

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