AGRICOLTORI ITALIANI 3ª ediz. Un vol. in-12° con figure, 1877 - L. 3,50. IL BUON COLTIVATORE Libro per le Scuola rurali e per la gente di campagna Premiato con
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e di carezze! Era da poco arrivata alla scuola. Non conosceva nessuna delle compagne. Ma quando la maestra disse che Ersilia era sola, senza genitori
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parmigiano, giallo giallo. Ma non disse nulla ai suoi bambini, Tonino ed Alfredo. Quando questi tornarono dalla scuola mangiarono d'appetito la merenda
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Lucio, tornato dalla scuola, non era andato sùbito a salutare la mamma. - Che hai, bambino mio? - gli chiese questa. Fot. R. FiorilIli. Lucio
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La mamma di Giulio è vedova, e lavora tutto il giorno per mantenere il figliuolo. Ma questi non è riconoscente. Appena uscito dalla scuola, si ferma
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Quel monello di Giulio, invece di tornarsene a casa dopo la scuola, scappò a girare per i campi. Dalla Rivista «Modelli d'arte decorativa» ADOLFO
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Tornata dalla scuola e salutata la mamma, la Maria correva sùbito dalla sua Bebé: - Svegliati, dormigliona! le diceva rizzandola. E la bambola
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Alcuni ragazzacci, usciti appena dalla scuola, acchiapparono due bei gatti bianchi e neri. Con un pezzo di spago li legarono per la coda l'uno con
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Lucio ha un grave difetto: quando deve andare a scuola manca sempre qualcosa nella sua cartella. Ieri mattina era tardi, e Lucio incominciò a correre
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svegli saltano dal letto, respirano l'aria fresca, vanno più lieti e più volentieri alla scuola, con le ciliege e le pere nel panierino. Peccato che
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L'Emilia e la Maria avevano preso una buona abitudine. Si alzavano prestino, e, prima di andare a scuola, facevano ogni mattina una corsa nel
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Che vento tirava! I ragazzi uscivano dalla scuola, e il vento faceva loro volar via i berretti. Quasi tutti gli scolari allora incominciarono a
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. Florilli. Enzo tornò a casa da scuola. La mamma era uscita ed egli ne approfittò per fare l'esperimento. Prese due sottane vecchie della mamma, e se le
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L'Emilia abitava nella stessa casa, della Maria, ma su su, all'ultimo piano. Era povera, andava anche lei a scuola. Era buona, gentile, e tutti le
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La mamma dell'Emilia era caduta ammalata. La piccina non andò alla scuola per tre giorni, e non toccò mai la sua bambola. Rimase sempre presso il
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L'Emilia e la Maria giocavano sempre insieme. Un giorno vollero giocare «alla scuola». L'Emilia doveva essere la maestra; la Maria la bidella; le
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, fanciulle e ragazzi, ognuno è obbligato a lavorare secondo la propria forza. Il tuo dovere, o giovinetta, è ora quello di attendere alla scuola, di aiutare in
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. Ma oggi si nasce con gli occhi aperti. Oggi tutti si va a scuola, poveri e ricchi. E più si è poveri, più si ha bisogno della scuola: e ai contadini
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Eravamo tornate da un po' in città e a scuola e Ippolita viveva già con suo padre, quando si terminarono di valutare i francobolli dello zio Pio
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IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA Oggi Mario è tornato a scuola. Egli ha ritrovato la sua maestra dell'anno scorso, i suoi vecchi compagni e qualche scolaro
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OTTOBRE Comincia l'ottobre: dopo domani Mario ritornerà alla scuola. Egli è ormai uno scolarino di seconda. E bel libro di lettura è pronto; pronto
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invitato suoi piccoli allievi a meditarle. Quando sentono più viva la voglia di marinare la scuola essi devono ripetere mentalmente: Giovane ozioso
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di poter soccorrere i poveri. Nel 1875 le arrivò una letterina firmata da una piccola Maria, scolara di seconda classe in una scuola di Torino. Che
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ULTIMI GIORNI DI SCUOLA Quando fa tanto caldo, com'è difficile stare attenti! Ogni poco la maestra deve richiamare qualcuno: - Su, Luigi, o che dormi
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tante cose belle. Fra poco vedrà le care amiche con le quali giocherà alle signore, alla scuola, alla cucina! Vedrà i bei grappoli d'uva quasi matura
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LA SCUOLA È CHIUSA La scuola è chiusa. Mario, che ormai è stato promosso alla terza classe, passa davanti al caseggiato scolastico, che ha tutte le
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AUTUNNO Ottobre pag. 3 ll primo giorno di scuola ivi Ciò che Mario deve imparare 4 Villa Castelli ivi Guardandosi intorno 5 La Casa di Mario ivi A
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scuola s'inclinavano e tutti i presenti facevano il saluto romano. Mario, che era in fila coi suoi compagni proprio davanti alla lapide, si sentíva
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, qualche volta, Mario va alla scuola com'è vestito in casa; egli mette la cartella ad armacollo, infila le mani in tasca e dice che così non sente
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suona al mattino, al mezzodì, alla sera e nelle domeniche. Egli sa dov'è la scuola, posta non nella via principale, ma dove la strada maestra comincia
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. Egli lascia la scuola alle sue spalle e s'avvia per la strada larga, verso le case. Come è bello il gruppetto di pioppi che circonda la chiesa! Basta
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strada e si son messi a giocare a nocino in attesa dell' ora giusta per entrare in scuola. Mentre eran tutti intenti al gioco, il gattone del Razzanella
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L'AIA DI MARIO Nel pomeriggio, Mario non ha più scuola, e se non piove, esce su l'aia a giocare. Come gli piace la sua aia! Sembra una piazza fatta
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I BALILLA C'è un inno che tutti i ragazzi che frequentano la scuola sanno a memoria e si chiama l'inno di Mameli, perchè l'autore si chiamava
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Balilla. Sono sempre a scuola all'ora precisa. non dimenticano mai le promesse che hanno fatto, non trascurano i loro doveri, sono obbeedienti
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BIANCHINA Bianchina è tornata dalla scuola, e ha descritto alla mamma la sua nuova classe. C'è la cattedra bella, lucida per la signora maestra. C'è
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della nuova scuola italiana per il popolo» PROPRIETÀ LETTERARIA E ARTISTICA RISERVATA Copyright by R. Bemporad & F.° - Firenze, 1929 73- 1929
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Pagina Copertina illustrata
- Vorrei andare a scuola e non posso. - Perchè non puoi? - Mio padre non vuole. - E perchè tuo padre non vuole? - Dice che la scuola è lontana e
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SE I COMPITI POTESSERO PARLARE... Quando i fanciulli vanno alla scuola, hanno i libri sotto il braccio, o la cartella a tracolla, (come il postino
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SERATE LUNGHE Come si sono accorciati i giorni! Si fa sera in un momento. Quando i ragazzi escono di scuola bisogna già accendere la lampada nel
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anni. Non sanno nè leggere, nè scrivere, nè fare di conto. Non hanno mai avuto un maestro, non sono mai andati a scuola. Lassù, sui loro monti, la
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LA SCUOLA NELLO STAGNO Il guaio è che Sempronio e Sempronella non sanno da che parte è la sinistra. Prendono a destra e vanno a finire sull'orlo
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IL CONTADINO E LA SCUOLA C'era una volta, in un paese lontano lontano, un povero contadino che aveva tre figli. Il maggiore si chiamava Rustico, il
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muriccioli o che vanno a spasso sulle siepi di more, che non rinchiudersi tra le pareti di una scuola a prendere una penna in mano. Rustico era
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padre gli avesse detto: «Domani andreai a scuola», egli non avrebbe fatto opposizione, ci sarebbe andatodi buona voglia. Ma il padre aveva detto
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suo padre non avrebbe permesso di andare a scuola, perchè s'era impuntato su quella idea storta che le scuole non servissero a niente. - Un momento
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; non sapevano nè leggere, nè scrivere, nè fare di conto. Là sui monti, non avevano mai avuto un maestro, non erano mai andati a scuola, perchè, lassù
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CHI RIMANE SOLO I fanciulli tornano alle proprie case, e in esse ritrovano i genitori, i parenti, e talvolta gli stessi compagni di scuola, e se non
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SCUOLA E FAMIGLIA Sempronio e Sempronella pregano maestro Saverio di scrivere subito una letterina ai loro genitori, a mamma Venusta e a babbo
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I PRIMI PASSI Ignoranielli PAG. 3 La scuola nello stagno 4 La casa di maestro Saverio 5 Uno due tre 8 Scuola e famiglia 9 Il giorno dei morti 10 I
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