affettuosamente Ragù - perchè io conosco la nostra signora: nulla le dispiace quanto la mancanza di pulizia. Se Nello, ch' è suo figlio, si sporca le dita d
cosa può mai contenere il mondo, il mondo enorme? È così grande anche il salotto dove stiamo sempre! È così immensa tutta la nostra casa, ch'io non so
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tanti discorsi - ripigliò calmo Dodò. - Io conosco la nostra famiglia; e ti assicuro che invece d'essere scacciato e maltrattato perchè non sei indiano
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vuota - ordinò il conte. - Giacchè questo messere, a quel che sembra, vuol far parte della nostra famiglia, bisogna educarlo come gli altri. - I bimbi
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sofferte nella nostra vita da zingari. - Ragù, rassicurato su l' avvenire, dichiarò, volgendo qua e là la testina con gli occhi lucenti che piacevano
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ch' è nato negli agi, quando la nostra infelice esistenza s' è cangiata in un paradiso! - diceva a volte la Caciotta a suo marito, vedendo Dodò
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’impone a qualunque altro, che l’ora in cui il problema morale richiede una soluzione collettiva è suonata! La nostra borghesia liberale, impegnata in una
nostra Associazione e che ne formano la vita sua esteriore, ma piuttosto una descrizione sintetica dei moti — direi così — della sua psiche, un rilievo
attentamente le mosse degli avversari, sempre pronti a discuterle, e del resto continueremo tranquillamente per la nostra via, come abbiamo fatto
questa nostra patria, che vogliamo difendere tanto dai nemici esterni che interni. Conservatori e innovatori ad un tempo, speriamo e prepariamo tutti un
robusta e fiorente virago. Dopo un inverno breve ci troviamo nella nostra primavera. Ma non siamo soltanto cresciuti di numero. In questi ultimi anni, si è
, applauditissime. Noto quest’anno anche un aumento della collaborazione alla nostra stampa, quotidiana e settimanale, che vorremmo fosse oggetto di
comprendiamo per intiero la nostra missione, dobbiamo partecipare con la vergine potenzialità dei nostri ideali.
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Meridionale, anche guardato solo dal punto di vista della nostra stessa organizzazione; e mantengono uno stacco notevole, e se vuolsi una posizione o più che
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un vitalissimo problema di vita nazionale, che non sfugge alla nostra attività di cattolici, per quanto limitata, e alla quale anche l'alta e media
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della polizia, questo grande fatto di vita nazionale, che ha elevato la nostra nazione a una vitalità notevole, non sarebbe andato incontro a uno dei
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abitanti, Esther non cadrà nelle mani dei kissuri. Avanti, amici! Confidiamo nella nostra buona stella e nella nostra audacia." Si erano messi a correre
sultano per aprire poi il passo ai francesi. Noi sappiamo che i tuoi compatrioti aspirano ad impadronirsi della nostra città." "Chi te lo disse
la nostra salvezza. "Quando saremo addosso alle scialuppe, tu, Rocco, e tu, El-Haggar, lasciate i remi e prendete i fucili ... Mille cannonate! I
la nostra ultima ora." "Ho ancora tre palle," rispose freddamente il gentiluomo. "Ed io ho le mie cariche intatte," aggiunse Rocco. "La vita di otto
ci manca e sono pronto a sacrificare tutta l'eredità di mio padre pur di salvarlo. Venite, marchese. Non dobbiamo essere lontani dalla nostra casa
suoi compagni." "Non ci resta che fare una cosa," rispose il marchese. "Continuare la nostra marcia verso Tombuctu. Se è vero che il colonnello è
anche a cinque o seicento miglia dalle loro oasi." "Dove saranno andati? A levante, ad occidente o al sud? Temo di trovarli sulla nostra via." "Dio ci
assicurarmi se questa boscaglia è deserta. I negri non sono sciocchi e avranno notato la nostra direzione." "Eppure non odo più i tamburi rullare per
!" disse, dopo alcuni istanti. "La nostra salvezza sta lassù! La vita, la libertà, tutto! ... No, Esther, voi non morrete! ... Io vi salverò." Quello
scorti sono dietro quell'ammasso di macerie." "Vuoi cacciarli?" "Potrebbero seguirci o approfittare della nostra assenza per derubarci dei bagagli e
carni del povero mehari. "Vi assicuro, marchese," disse Ben, "che dei brividi ne ho provati durante le ore angosciose della nostra prigionia. Credevo ad
duar." "Allora la nostra missione è finita." "Possiamo tornare presso il signor marchese. Hai delle monete tu?" "Il padrone mi ha dato della polvere