Credo debito mio verso i miei elettori di Messina e verso la Camera, che approvò l'elezione, di significarvi, perché lo facciate noto, l'animo mio.
Il conte di Persano rispondeva : «Io non pretesi di prender Tegethoff vivo o morto: ma farò del mio meglio che non mi prenda né vivo né morto» e
Commissioni. Io sono in dovere di dirlo, perchè tale è la mia opinione, fondata sui fatti. È mio dovere poi di giustificare i miei colleghi, i quali
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Questo è mio intimo convincimento che giorno e notte mi tormenta. Io lo manifesto alla Camera colla speranza che anch'essa discenda nella mia
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Catucci. Siccome del mio progetto di legge fu già data lettura nella seduta passata, io prego la Presidenza a volere fissare il giorno del suo
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Siccome questa è una cosa che ha fatto una pessima sensazione nel mio paese, così pregherei l'onorevole presidente a volere domandare come stia la
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intanto la discussione e la indipendenza del mio voto, quando saremo al caso di giudicare la proposta ministeriale.
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oratori, i quali hanno creduto che si dovesse rivenire sulle massime sancite nella passata Legislatura, ho creduto mio debito di fare poche
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emergenti dalle tornate 3 e 5 febbraio 1865. Siccome ciò sarebbe, a parer mio, poco ragionevole ed ingiusto, io prego la Commissione di riferirsi
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Catucci. Prego quindi la Camera di accostarsi al mio divisamento, cioè, che trattandosi qui di eccezione e non di regola, non possa la Camera
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Io quindi prego la Commissione e la Camera di rettificare il loro giudizio. Io, nella prima Legislatura manifestai un sentimento mio con apposito
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Democratico-progressista di Bassano a volerle spedire il mio programma elettorale.
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Cancellieri. Nè pro, nè contro. Voglio soltanto domandare alla Commissione alcune spiegazioni per determinare il mio voto, poichè finora non ho
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Commissione, comunque si trattasse di un mio caro amico, che mi duole vedere escluso da questo Consesso. La mia parola quindi, non senza dolore dell'animo
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Nell'ultima parte del mio discorso, ebbi ieri l'onore di attirare l'attenzione della Camera sopra una parte del bilancio che costituisce la prima
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, colla stessa risolutezza con cui ho annunziato il principio stesso. Ma io non poteva nascondere alla Camera il mio pensiero.
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di fabbricazione, perciocchè due di queste tasse vennero formulate l'anno scorso, l'una dal mio predecessore, l'altra da me medesimo, la tassa della
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È mio convincimento che la tassa della consumazione, come oggi è praticata da noi, sia per le finanze dello Stato una magra tassa benchè grave per i
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Il mio collega dei lavori pubblici ed io abbiamo cercato di trovare il modo di risolvere questo problema; e ci è parso che, avendo già nel bilancio
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Degli altri progetti annunzio, come ho detto nel mio discorso, prossima la presentazione.
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in me quella piena fiducia, che vorrei trasfondere nella Camera, e risposi, signori, quello che sarà la conclusione del mio discorso: l'Italia non
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Scialoja, ministro per le finanze. Mi duole molto di dovermi opporre recisamente all'ordine del giorno del mio antico amico Mancini. Credo che egli
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toccato della questione della libertà della Chiesa, l'ho fatto perchè credeva debito mio di presentare alla Camera un concetto completo di ciò che il
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Io non ho punto inteso di chiedere una dilazione; ho chiesta soltanto la separazione di due argomenti, che a mio avviso debbono rimanere l'uno
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Mi si è dunque attribuito un desiderio che non ho certamente espresso; prego anzi l'onorevole ministro, mio antico amico, di esser persuaso che io
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Il mio vero pensiero fu dal ministro interpretato, quando il medesimo ha tentato di dimostrare che non dovranno avere alcuna influenza sul bilancio
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Crispi. Signori, io sono ben penetrato dell'importanza del disegno di legge, il quale attirò meritamente l'attenzione del mio amico il deputato
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Che anzi, se ho bene inteso una parte del discorso del signor ministro, egli ha già in parte appagato questo mio desiderio, laonde il mio ordine del
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suo dovere convalidando e proponendo per mio mezzo alla Camera la convalidazione dell'elezione dell'onorevole De Martino a deputato del collegio di
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Pissavini relatore. Osservo anzitutto all'onorevole mio interruttore che il De Martino fu eletto alla prima votazione, per cui l'errore di fatto in
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Pissavini relatore. Anzitutto mi corre debito di rettificare un errore di fatto nel quale, a mio avviso, è incorso l'onorevole Nicotera. Egli ha
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, ad osservare che il mio calcolo era esatto.
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potrebbero naturalmente influire sulla validità di quella elezione, e sul voto che la Camera deve pronunziare sulla medesima, così dal canto mio
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Se vi fu mai momento nel quale fosse più che necessario il seguire il sistema più abbreviativo, certo, a mio avviso, egli è questo, urgente essendo
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A mio avviso, queste istruzioni sono opportune e sono da osservarsi nello stato attuale della legislazione; imperocchè certo è che, quando in molte
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Io aveva domandato la parola quando intesi l'onorevole Cortese a chiederla, ed il mio intendimento era appunto quello di troncare ogni ulteriore
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Io debbo dunque dar termine al mio dire, augurandomi che il relatore della Commissione sostenga la sua proposta, e quindi ritengo che la Camera debba
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Tecchio ministro di grazia e giustizia. Come ha sentito la Camera, si tratta di eventi che appartengono ad un tempo d'alquanto anteriore al mio
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Se a tal uopo si dovrà fare un'altra edizione, tornerà, per mio avviso, indubitabile che il fondo posto in bilancio ci faccia difetto.
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Pissavini. Riprendo per conto mio l'ordine del giorno puro e semplice nel senso spiegato dall'onorevole Ungaro.
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, dichiaro che non insisto ora nel mio proposito e che non ho difficoltà di rinunziare alla parola.
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È nell'animo mio che per togliere quegli abusi e quegli sconci non vi abbia che un mezzo: e questo sarebbe di sostituire alle tasse, che vanno
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Quanto poi all'avvenire, assicuro l'onorevole De Filippo e la Camera che il mio bilancio del 1868, già spedito al ministro delle finanze sin dal 27
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, secondo il mio avviso, col sistema attuale delle tasse giudiziarie, per quante modificazioni si arrechino alle tariffe, tornerà impossibile il
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d'appello di Trani, consente nel modo il più concreto col documento che venne letto testè dall'onorevole mio collega, il presidente del Consiglio dei
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Civinini. Se continua la discussione, allora mantengo il mio diritto di parlare. Io ho rinunciato per abbreviarla.
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Non voglio punto entrare nella questione, nella quale il mio onorevole amico Corte è entrato a proposito della passata amministrazione. L'onorevole
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Penso nel segreto dell'animo mio, quando medito di Camera; non mi credo obbligato di dire quel che ne [$$$].
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. Che cosa abbiamo qui in sostanza? Abbiamo, a mio credere, un fatto molto più grave; abbiamo un segno della tendenza propria del nostro paese, del
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Muti. Signor presidente, io non debbo che svolgere il mio emendamento che propongo alla legge, e quindi io credo necessario di farlo prima che
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Accademia della crusca
