la precedenza, secondo il rango sociale. Io conosco delle signore abilissime nell'assegnare i posti a tavola: esse, pur rispettando le precedenze
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alcune, è addirittura lo scopo della vita. Or io mi domando come si possa divenir cosí ciechi della mente da seguire supinamente l'andazzo della moda
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affluenza di compratori. In ogni caso, si saluti entrando ed uscendo - io ho veduto anche stare a capo scoperto in alcune botteghe - si eviti di fumare
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passiva buaggine. Si applaude o si zittisce, ma senza eccessi. Le signore debbono farlo con maggiore riservatezza degli uomini. Io trovo poco dignitosi il
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rimandano alla pagina successiva i saluti. Non si cominciano le lettere col pronome Io né con un gerundio. Sono aboliti i qualificativi sperticati
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campo, non bisogna esser secondi a nessuno! Io, che seguo da vicino la evoluzione delle istituzioni scolastiche in tutti i Paesi, ho constatato che
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a un tavolino diverso dal mio, sarebbe inutile che io facessi la presentazione. E sarebbe noioso anche; perché i miei amici contrarrebbero da quel
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per tutto? E lo si fa con quella serietà e con quella importanza che l'insegnamento medesimo esige? Io farei, in proposito - e per esperienza! - non
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superiori e generali, dei quali gran parte in congedo. Ciascuno commenti il fatto come crede: io non posso dispensarmi dall'osservare che esso, non
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cilindri son tutti uguali: il che non è delle pellicce, dei vestiti, degli ornamenti femminili. Può sembrare che io faccia delle ipotesi straordinarie
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dai confini ristretti del proprio io, e piú si riesce interessanti.
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del conversare, è un'arte altresí quella dell'ascoltare! Io oserei affermare che saper apprezzare la virtú del silenzio significa avviarsi verso la
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questione, ripeto, di gusto e di opportunità: io stesso, in altra occasione, regalai uno scaffale per libri; in un'altra ancora, una batteria da cucina: e, a
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dirà che fate gli schizzinosi, quasi che la tavola vostra offrisse di meglio. Io, francamente, non me ne do gran pensiero, e godo nell'invitare e
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può comodamente trovar posto in un albergo? Giacché l'ospitalità, per quanto cordialmente offerta, rappresenta in ogni caso, un disturbo; e io credo
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che uno di loro mormorò: «Deve essere un italiano ». Che avreste fatto voi? Avreste protestato? Sareste venuti alle mani? Io mi contentai di arrossire e
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- incidentalmente, perché ne parlerò di proposito nel capitolo su «La cortesia nella scuola» - che io credo che la gioia sia uno degli elementi caratteristici ed
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- Non ti allontanare da questa piazzetta. Ora ti ho in consegna io. Se vuoi giocare, ecco dei ragazzi. Così dicendo, compare Cosimo, che lo teneva
condurrò io dalla tua mamma domani sera. Non ti farò picchiare, vedrai! E credette di continuare a sognare, la mattina, destato dal rumore che faceva
, sulla fronte, le mie parole. Chi lo manda non vuol comparire. Voi conoscete me e basta; come se lo mandassi io, il ragazzo... Comare Concetta
. - Partiremo a mezzanotte. - Al buio? - C'è la luna piena. Sei contento di venire a Catania? Farai il soldato anche tu. Quanti anni hai? - Undici anni. Ma io
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verranno i carrettieri di Ràbbato... Senza interesse, s' intende, compare Cosimo. Pago io. - Ho due tarì - disse Cuddu vivamente. - Sei ricco, e nessuno lo
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Cuddu. - Te ne presto quattro io; me li renderai - fece uno dei ragazzi. Cuddu accettò. Compare Cosimo sorvegliava il giuoco, con la pipa in bocca e le
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avviò anche lui. Cuddu, rizzatosi da sedere, gli correva accanto: - Datemi il fucile; ve lo porto io. E Cuddu marciò un bel pezzo tra le Squadre, col
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affaticate facendolo parlare. Non vedete com' è commosso? - Scusi, signora... - Ve lo dirò io : si è battuto, è stato ferito... È vivo per miracolo. È
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il cacciatore. - Ma io sono più malizioso di loro. E rimase così immobile, quasi un'ora. Sem- brava che i piccioni si fossero passata la voce. Cuddu
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dirai: - Compare Sidoro, mi manda la mamma per quel che sapete. - So io come debbo poi fare. Via: e non fermarti per strada; è meglio che arrivi tu
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le donne, e uscì saltellando su la neve soffice che gli si schiacciava sotto i piedi. - Hai paura della neve? - gli disse compare Sidoro. - Io non ho
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alta voce compare Sidoro. - Ora andrete al molino senza pagare la polizza... E non più colèra!... Tuo padre è morto di colèra; l' ho visto morire io - si
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qualcuno accennava di essere in cerca di un ragazzo svelto da spedire in un posto. - Vado io, voscenza! - In quattro salti? - In due! - Bada: voglio la
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. - Parlerò io con tua madre. Ti attendo a casa, più tardi. - Per le lettere? Mia madre non vuole. - Non dirle niente. Vieni: Lascia fare a me. Cuddu trovò
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, dopo che quegli gli aveva detto: - Ho mandato io il ragazzo. Non state in pena; ritornerà tra poco; queste sono due onze pel suo servizio. Che le
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appena il tanto per pagare i servi e le tasse. Io non dormo, un giorno o l'altro l'esattore verrà in casa a sequestrare: lo vedo in sogno, ne ho paura
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diavolio cosí, e in piena campagna poi. Ch, io non sono paurosa: se in casa sento un rumore, di notte, mi alzo e scendo anche in cantina esplorando se ci
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sembri un pastore» dice, mettendogli davanti la tazza. «Prendi questo; prendi, agnello; il maestro ti sentirà l'odore del formaggio.» «E lui, chi è? Io
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, questa disgrazia ha scosso profondamente le basi della felicità mia e di tutti i miei. Io ho sofferto tanto, tanto, che mi pare non si possa soffrire di
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quella sera «non è inventata: è proprio vera, ed è accaduta quando io ero bambino. Al mio paese l'inverno è piú lungo e rigido di questo, perché stiamo
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lanciò ad una trave della cucina: chiuse le porte e le finestre, mandò fuori le donne. Disse con calma: «Vedi, Andrea: io stesso farò giustizia
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assoluto.» «Se vossignoria glielo impone, Elias lo cederà immediatamente.» Calmo e fermo, col piccolo pugno bianco sul tavolo, l'uomo replica: «Io non
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È con questo dubbio ch’io dico al povero libriccino presso ad uscire alla luce: va con coraggio egualmente e se potrai servire a qualche operaio, che
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lunghezza d’un centimetro) si coprono d’acquavite genuina e si ripongono. All’acquavite si può sostituire Io spirito di vino. V’ha chi unisce al composto un
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— Io mi chiamo Jolanda Bianco, ma avverto lor signori che non sono mal scomparsa!
dove, circondato dai disoccupati, sono stato pregato, anzi obbligato a parlare. Ho detto loro : «Voi siete disoccupati. Io lavoro sedici ore al giorno
Il bravo autista Mac Neill che mi accompagnava è rimasto incolume: io me la sono cavata con delle leggere ferite al braccio destro prodottemi mentre
questa, che era impenetrabile, io seguivo il corteo tumultuoso.