lungamente una scena immaginaria, quasi drammatica, certo assai commovente: il principe desolato, furibondo all'idea che ella avesse potuto prestargli
permesso, ella sarebbe stata, come si conviene, o rossa in viso per la vergogna o pallidissima per l'indignazione. Rimase invece molto pallida e molta
costituzionalmente pura, finchè ella non sarà passato da quella poltrona a questa. E, cosi dicendo, m'indicava la poltrona da cui egli s'era or ora levato
biglietto era mio. Allora, mentre l'uomo tornava a legare e rimettere il portafoglio nella tasca che ebbe cura di abbottonare bene, ella mi accennò di
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coltivarlo. Ella si scosse tutta, e mi sembrò sulle prime si rallegrasse all'idea di liberarsi di me: poi le vidi gli occhi pieni di lagrime. In quel
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sulle falde del vestito, sull'omero, sul ginocchio: ella non se ne accorgeva. Al mio avvicinarsi trasalì; e le bestiole volarono e scapparono via da
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nuova, furtivi, inquieti, d'un'inquietudine che ella però cercava di nascondere: solo gli occhi di una madre possono guardare così. E io sentivo
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; allora s'arrabbiò. - E adesso Basta con l'ingozzarlo! Non è un animale, poi! Basta, Bona! Ella intanto lo sfasciava dalla sciarpa di pelo. - Ma è vero
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Mentre il vecchio andava a rimettere i suoi arnesi, ella mi accennò di sedermi. Sedetti. Non so perchè provavo d'un tratto una sensazione di pace, di
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che ella mi giudicasse male per il male che avevo fatto, e credesse che io le confidavo le mie pene per farmi rimettere il debito, mentre in fondo
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il proprio sposo. Un tremito mi agitava tanto da far tremare anche la lettera fra le mie dita: ella se ne accorse; piano piano si tolse lo scialle
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maggiori dispiaceri: ma per quanto si sia preparati si soffre lo stesso. Senza rispondermi ella si rivolse al Tobia e lo interrogò: l'uomo di legno non
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sporgenti. Io leggevo il suo pensiero nei suoi occhi che a stento trattenevano le lagrime e volevano parere freddi, indifferenti. Più tardi ella mi disse
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In quei giorni la zia cadde malata. Era una semplice pleurite, la sua, ma io mi misi in mente che ella fosse malata di crepacuore per i dispiaceri
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condannato. E andai nella camera di lei per soffocare il mio rimorso: ma ogni mia cura riusciva inutile: ella aveva la febbre sempre più alta ed era agitata
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E non osai neppure l'indomani e neppure nei giorni seguenti, sebbene ella andasse migliorando e di tanto in tanto m'interrogasse con gli occhi
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più; ed io, che in fatto di piccoli debiti ero orgoglioso e volevo non se ne avesse, feci notare alla zia che bisognava pagargli le visite: ella non
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, avevo impressione che ella dovesse pesarmi.... Ero stanco per la corsa già fatta: nulla avevo mangiato da tante ore; ero attirato laggiù verso il
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. Così un po' rassicurata, ella s'inchinò da tutte le parti per salutare le sue immagini; poi cominciò a spogliare il bambino guardando per ogni verso le
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piedini e portarli alla bocca. Era tanto bello: come la rosa di maggio. Sembra ieri.... Qui in questa camera tutto è come allora, - ella aggiunse
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maggior rispetto e considerazione per lui; egli invece, appena sentì il calore del fuoco che ella aveva riacceso, balzò di sotto il suo sacco e disse con
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Perchè ella era una donna superstiziosa e sognante. Da qualche tempo, poi, quest'impressione di sogno che l'aveva sempre guidata, s'era intensificata
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. Ella si rimise a sedere, riabbassando la testa come non potesse tenerla su. II marito gridava: - Ma non prepari neppure il caffè per il dottore? La vede
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sua visita usava offrirgli. Ella chiamò Albina: ma il dottore, sedendosi sulla panca vicino a lei, le battè una mano sulla spalla come per scuoterla dal
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Bona perchè ella tenesse il bambino, ma ogni volta le chiedeva una tazza di caffè e lo voleva da lei. II quarto giorno consigliò alle serve di far
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dell'atto di lei e curioso di vedere chi ella fosse: e quello sguardo la turbò fino al profondo delle viscere. Sì, anche lei aveva veduto altre volte quegli
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le narici un po' aperte, le cose intorno. - Adesso che siamo calzati, possiamo andare a spasso, - ella disse mettendo il bambino per terra. - Sei
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che le aveva pietrificato il sangue nelle vene; il fatto è che ella non cedeva una goccia sola di questo dolore e non voleva più neppure piangere per
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dentro, richiuse il portone riassicurandolo col gancio, i catenacci e i paletti, e mentre il padrone staccava il cavallo ella rientrò nella cucina
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e dicendo chi ero. Staccai il foglietto e lo porsi alla ragazza; ella parve ricordarsi: certo aveva sentito parlare di me; mi guardò meglio, arrossì
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se non si avvicinava spontaneamente. Ma come a sua volta affascinata, ella si accosta alla siepe; per qualche momento ci sorridiamo, ci parliamo con
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dal mio delitto, e sopratutto per il bene che ha accompagnato questo dolore, perdonami. Ma ella non perdonava. Era bella, nel suo dolore e nel suo
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presidente. Dunque ella si oppone alla proposta dell'onorevole presidente del Consiglio. Veda di concludere.
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accettare senz'altro, di procedere ora alla discussione generale su tutte le questioni. Ella risponderà, e creda pure che la Camera le userà quella
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consuetudine che, ella lo sa meglio di me, è parte integrante di quella più larga consuetudine, su cui posa il regime parlamentare.
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quotidianamente il naso ricurvo. - Del resto - aggiunsi con una bonarietà che non sapevo dissimulare - vedrò assai volentieri la raccolta, ed ella potrà
lago di Como ed era partito per Milano; il ladro, introdottosi nella camera da letto della baronessa, quella notte medesima, credendo che ella pure fosse
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, nella mente di lei, il corollario agli scherzetti di tre anni innanzi; ma mi parve ingenua e bonaria. - Ha proprio paura della casa, - ella mormorò con
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azzeccarmi una febbre. Tutto è armonia ed equilibrio a questo mondo. Non osai scriver nulla a Clara; nella sua ironica posizione di fidanzata, ella non poteva
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disse: - Oh! Poi ingoiò la saliva, e mentre consegnavo il soprabito alla cameriera, ella ripetè: ~ Oh! E credendo con ciò d'aver compiuto la sua
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respingere? Che cosa dite? - esclamò Clara attonita. - Subito, dalla vostra bocca escono offese? Ella stava veramente preparandosi pel teatro: me lo
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. Bagna le labbra. Ella accostò la tazza alla bocca; io bevvi ciò che rimase. In anticamera risonarono delle voci, mentre in istrada la carrozza
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? - chiesi, rimettendo il bicchiere sulla tavola, e sedendomi presso Clara, che rimaneva sdraiata. - Quasi la una, - ella rispose. - Ma non importa: è fatta
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. Nello specchio mi vide, e disse con voce spenta: - Perdonami: ho male alla testa; non posso reggere questo peso... E tu? Sarai malato anche tu? Ella mi
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ripresa dalla necessità volgare delle prove. Se, per caso, il barone avesse potuto riavvicinarla, s'ella si fosse lasciata sfuggire una parola, un accenno
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, fino ad offrirsi quando io appena facessi un'allusione all'amore rinato, quasichè ella avesse voluto compensarmi e rassicurarmi; tutto questo aveva
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per andarmene, ella mi trattenesse con un gesto. - Non uscite - disse. - Ho da parlarvi. La guardai: era accigliata. Aggiunse: - E' stato da me, oggi
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senz'avvedermene. Salii. Per le scale incontrai Geltrude. - Venivo da lei - ella mi disse. - E' la terza volta che donna Clara mi manda. Vada, vada presto; la
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portiera e mi guardava attorno, cercandomi. - Clara! - dissi, mentre mi alzavo e le andavo incontro. - Ah, siete qui? Siete qui, all'oscuro?.... - ella
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Mi parve che una tenebra densa mi circondasse, non appena Clara scomparve. Avevo ben compreso che da quella soglia ella non sarebbe più passata, e
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