Suzuki prega, raggomitolata davanti all’immagine di Budda: suona di quando in quando la campanella della preghiera.
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(Suzuki accompagna Kate che esce dalla porta di destra, poi sale al piano superiore: Sharpless si avvicina a Butterfly, dandole i danari di Pinkerton)
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(cessano le chiacchiere: tutti tralasciano di mangiare e di bere e si avanzano in circolo ascoltando con grande raccoglimento: Pinkerton e Butterfly
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Passa la note angosciosa. – Dal porto all’alzarsi della collina salgono voci confuse di marinai e rumori diversi. – All’alzarsi del sipario è già
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(Goro viene frettoloso dalla casa, seguito dai due servi: portano bicchieri, bottiglie e due poltrone di vimini: depongono bicchieri e bottiglie su
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(un colpo di cannone)
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(Yamadori sospira di nuovo: saluta Sharpless, poi se ne va, seguito dai servi. Butterfly fa cenno a Suzuki di spreparare il thè: Suzuki eseguisce
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Interno della casetta di Butterfly.
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(Suzuki lascia Goro, il quale tenta di giustificarsi)
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(Pinkerton e Sharpless entrano cautamente in punta di piedi)
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(Suzuki rientra dalla porta di sinistra e rimane in disparte ad osservare)
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(Suzuki esce dalla porta di sinistra. Butterfly la segue mestamente collo sguardo).
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In fondo, al basso, la rada, il porto, la città di Nagasaki.
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(si ode la voce di Sharpless il Console, che sale il colle)
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Goro fa visitare la casa a Pinkerton, che passa di sorpresa in sorpresa.
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(Suzuki si inginocchia innanzi al simulacro di Budda, poi va ad aprire lo shosi).
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(Butterfly prende il bambino, lo mette su di una stuoia col viso voltato verso sinistra, gli dà in mano una banderuola americana ed una puppattola e
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Nerone e Tigellino ritornano da un sentiero dei campi e s’arrestano al tumulo. La foga di Nerone, tutta scomposta, lascia vedere una mirabile tunica
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Tre Precursori Mori, a cavallo, passano di galoppo sull’Appia, risplendenti d’armille e di falère.
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Il velo, che copre il capo di Nerone, cade. Appena il volto di Nerone si scopre,
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Rodiano, inghirlandate di verbene, colle mani legate e fra le mani un tirso od altri emblemi bacchici, camminano fra due file di truci bestiarii che le
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Un rombo lugùbre giunge dall’alto e ad intervalli uno scroscio come di cataste o di mura che ruinino.
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Qui si ristabilisce ancora una volta l’ordine di marcia del corteo. Passa una turba confusa d’Armeni, d’Etiopi, d’Indiani, di Greci, d’Egiziani
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Si vedono comparire dall’uliveto due decurie di Guardie Germane col loro Decurione ed alcuni Pretoriani accompagnati da portatori di fiaccole.
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La notte è piena di canti che giungono dalla vasta campagna, dalle lontananze dell’Appia; frammenti di canzoni portati dal vento, dispersi dal vento.
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L’orto dove s’adunano i Cristiani, nel suburbio di Roma, è illuminato dagli ultimi riflessi del tramonto. A sinistra v’è un casolare con un vasto
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D’un tratto un largo fiotto di sangue trabocca spumeggiando dal calice e cade nel bacino sottoposto. Nello stesso momento sorge dal braciere ardente
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Dal circo giungono grida di «Euoè! Euoè! Euge! Euge! Macte! Macte!» mentre un’ondata di folla entra correndo dall’esterno nell’Oppidum. Entra dalla
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Mentre Tigellino sventola ancora il focale, s’ode squillare non lontano una chiamata di bùccine come per un esercito in marcia. Dalla via di Roma i
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Un gruppo di sacerdoti circonda Gobrias, tentando strappargli la tazza di mano; egli colle braccia alte la difende. Cerinto, Simon Mago e Dositèo non
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Il corteo si rimette in marcia. Preceduto dalle fanciulle Gaditane, passa un gruppo di Phalangarii. Portano sulle spalle un fèrcolo su cui si innalza
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Ad un tratto s’odono degli urli di spavento che vengono dal fondo del criptoportico e dalle parti più alte dell’edificio dove s’incomincia a scorgere
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I fedeli si alzano, s’inchinano davanti la statua di Nerone, alcuni vanno a baciare i piedi dell’idolo, altri abbassano il capo davanti la colonna
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Il tempio di Simon Mago
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di chi guarda, dal muro delle carceri, e la sua parete a mano manca è popolata di botteghe e di taverne. Nella stessa parete, leggermente concava, si
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Un grido di gioja irrompe dalla folla.
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Le grida di terrore aumentano e s’avvicinano. Il fumo penetra nell’Oppidum e s’ode Gobrias che grida: «L’incendio è nelle fornici!». Altre voci
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Si ristabilisce l’ordine di marcia del corteo.
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Etiopi, una corona di giovinetti Asiatici lo circonda e una torma di Pretoriani a cavallo lo segue.
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Ancor più nel lontano risuona il canto di prima:
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L’Oppidum non è più che una voragine di fumo.
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I cristiani e le cristiane ripetono fervorosamente le parole di Fanuèl.
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Vortici di folla irrompono da ogni lato. La maggior calca ferve intorno ad una quadriga; quivi le fazioni del Circo si affrontano levando grida di
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La cella è affollata da gente d’ogni classe e l’ogni paese: Matrone adorne di ricchissime vesti, portanti in capo una preziosa mitella od altre
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Fanuèl va frugando a sua volta nell’ombra lungo la parete di destra.
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Rubria si vela il viso e s’avvia rapidamente dalla parte di Roma.
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Segue un momento di tregua; Tigellino se ne vale per ripigliare il racconto.
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Fanuèl torna a sederlesi a lato. Rubria posa la testa sul petto di Fanuèl.
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Da ogni parte del Circo si odono le grida di «Basta! Le Dirci! La Tragedia! Basta!»
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Gobrias tracanna, poi corre al desco e s’incorona comicamente brillo con una ghirlanda di fiori gialli.
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