Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Una famiglia di topi

205124
Contessa Lara 26 occorrenze
  • 1903
  • R. Bemporad &Figlio
  • Firenze
  • paraletteratura-ragazzi
  • UNICT
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damascate, gingilli d' ogni sorta, preziosi e di buon gusto. La contessa vigilava in persona il lavoro di ciascuno, e dava comandi e consigli con buona

tutta tenerezza e giudizio per la famiglia, mostrava di desiderare una cosa, non era solito a dirle di no. Dunque?... Dunque Nello si vedeva già con l

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Moschino, lo abbiamo detto, era uno spiritello curioso, sempre in giro, sempre pronto a cambiar di luogo, con la smania dell'ignoto, con un desiderio

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dov' era capitato per caso, gettatovi dal temporale, stimò una fortuna di poter barattare due parole con qualcuno della sua razza, e s' affrettò a

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ancora sotto una pianta, i cui rami penzolavano mezzo tronchi, con le foglie arse, quasi che quella pioggia fosse stata di fuoco. Dove andare, Dio mio

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Rita chiamare con voce di pianto: - Moschino! Moschino! Dove sei, Moschino mio? - Ma la suppose una cara, un' ultima illusione della sua fantasia. Come

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. Il topolino sembrava impazzito dalla gioia. Con le zampine faceva forza per alzarsi quanto più poteva su le mani dei suoi padroncini, e stringeva loro

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pelo, lavar bene Moschino con acqua di crusca e ungerlo tutte le sere, prima d' andare a letto, con unguento di zolfo canforato. Povero Moschino! La

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A questo punto Dodò tacque, perchè era l' ora del pranzo. Quel giorno la contessa stava meglio assai, e volle che i topini mangiassero sul letto con

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con te, fuggirei dove tu volessi, anche a costo di patir la fame.... - A questo punto Dodò, che aveva udito abbastanza, fece capolino tra una bottiglia

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presto a sostituirlo con un altro. - L'uomo insistè: - Creda, signora, che quando è sano, è il più bravo. - I bambini, vedendo ormai le trattative

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le furie. Quando Dodò si presentò su la soglia dello studio della contessa, insieme con la Lilia, i bimbi gli vennero incontro, tutti contenti

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Nello affettò una pera, e pigliando il centro pieno di semi, lo porse al nuovo venuto; che si mise subito a mangiarlo con bel garbo e buon appetito

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uscita, vivente e sorridente, al colpo di bacchetta d' una fata, da un ventaglio di carta di riso con le stecche di lacca intarsiate. Nello, egli

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capelli incipriati, graziose nelle vesti cilestrine e color di rosa; Turchi barbuti da' pantaloni larghi, dal turbante bianco, con in bocca una pipa

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A Rita e a Nello la mamma aveva data una graziosa canestra con un coperchio ricamato in lana a rosoni rossi per farne un nido ai loro nuovi piccoli

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anche più bisogno di lei. Ragù si mosse lentamente dal suo giaciglio, e venne al piattino, dove appoggiò le manucce rosate, assaporando con voluttà

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sofferte nella nostra vita da zingari. - Ragù, rassicurato su l' avvenire, dichiarò, volgendo qua e là la testina con gli occhi lucenti che piacevano

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si dovetter tirare addietro con le zampine scottate. - Poverini! - esclamò la bambina, vedendo che le sue bestioline badavano a leccarsi in fretta e

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badava a dire: - Fermi! fermi! State boni! Chetatevi! - Ma sì: era come dire al muro. Alla fine, vedendo che con le buone non c'era verso di farli

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studiava la letteratura con amore straordinario. Ma non era certo il valore morale di quei volumi che potesse importare a Dodò. A lui piaceva innanzi

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descriveva con la rozza semplicità degli uomini usi a non far complimenti nè con la vita nè con la morte. A una certa pagina si vedeva il bastimento

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soggiunse, volgendosi a Rita, che era felice di veder il suo grave babbo occuparsi dei sorcetti con tanta bontà: - Come gli dici tu, Rita, quando lo

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trattar il conte come trattava la Rita, e subito si mise furiosamente a baciarlo, a baciarlo, senza lasciargli tempo di dire una parola. Con uno

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bicchiere o una tazza, si levava su le zampine e tendeva le braccia con tanta insistenza, che bisognava per forza voltarsi da quella parte, e dargli quel

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' accostava al padrone e si levava su le zampine e lo spingeva con tutto il corpo come per digli: - Andiamo, via! - E siccome il conte, dopo pranzo, si

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Il legittimismo in Italia

401508
Sturzo, Luigi 4 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 245-249.
  • Politica
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nostre fila di cattolici non s'infiltrasse una questione di carattere prettamente politico, che noi con la gran maggioranza dell'Italia riteniamo una

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Cattolica Italiana,a terminare alla Discussione,ad Elia Rotondo, a Galati-Scuderi con i loro articoli, lettere aperte, dialoghi italo-siculi e giù di

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legittimista, che non esiste per un carattere politico. Se fosse così, come i legittimisti e i borbonici la pensano, alla stessa stregua e con gli

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Del resto io non arrivo a comprendere che vogliano questi uomini con la faccia voltata indietro, come gl'indovini dell'inferno dantesco.

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La questione meridionale

401973
Sturzo, Luigi 6 occorrenze
  • 1903
  • Scritti inediti, vol. i. 1890-1924, a cura di Francesco Piva, pref. di Gabriele De Rosa, Roma, Cinque Lune-Ist. Luigi Sturzo, 1974, pp. 234-239.
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vi facciano ostacolo, non vi ripugna con le prevenzioni della volontà; ma anche perché noi cattolici, che oggi diamo all'Italia lo spettacolo del come

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pretesto per affermarsi sulle condizioni politiche diverse, da creare lo stacco vero, reale, di due Italie che si guardano in cagnesco; con la differenza

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Entriamo adunque nell'analisi accurata, coscienziosa, sobria e serena del problema, con la convinzione che anche a noi spetta interessarcene, come di

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e poscia il resto è segnato con le parole hic sunt meridionales.

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della razza, non hanno fatto diminuire, ma accrescere e raffinare quel fondo speciale della psicologia elementare dovuta alla comunicazione immediati con

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sé, in comunicazione con la natura; il senso collettivo e sintetico è meno sviluppato in chi nell'analisi minuta della vita svolge una attività di

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I PREDONI DEL SAHARA

682455
Salgari, Emilio 14 occorrenze

udire la loro condanna. Quantunque certi della loro sorte, si erano presentati al ministro a testa alta con un fiero cipiglio. Il vizir, un vecchio

La casa del vecchio ebreo non era già una meschina costruzione, come appariva all'esterno. Aveva un elegante cortile con chioschi di purissimo stile

fenomenale ed una resistenza incredibile." Il superstite si era alzato guardando il marchese attentamente e quasi con diffidenza. "È a voi che devo la

seppelliscono subito nella sabbia fino al ventre, onde il corpo non graviti, e ve li tengono per tre o quattro settimane, nutrendoli esclusivamente con latte e

kissuri! ... " Accortosi che l'arabo cercava di sfoderare l'jatagan, con due colpi di rivoltella l'aveva fulminato, poi si era precipitato attraverso

ferita." "Che un leone affamato lo abbia assalito?" si chiese il moro, guardando con paura le dune che li circondavano e armando precipitosamente il

predoni non temono la morte e vanno alla carica con un coraggio disperato. Il marchese, conoscendo già quanto valevano, non si era fatto soverchie

coperto di dune sabbiose, gruppi di palmizi si vedevano dovunque e anche non pochi duar mostravano le loro tende brune con zeribe contenenti cammelli e

kissuri per farli subito arrestare, con poca probabilità che uscissero più mai vivi da Tombuctu, ed intascare il premio della delazione. Non voleva però

stavano distesi al suolo, pure ammantellati, altri quattro Tuareg, con a fianco certe lance dalle lame dentellate e molto lunghe. "Li hai finalmente

?" chiese Ben, angosciosamente. "Spero che siano i negri che hanno rapito Esther," rispose il marchese. "Avanziamo con prudenza e cerchiamo di sorprenderli

miglio condito con sciroppo di datteri, un vero manicaretto per gli abitanti del deserto. Il povero diavolo, a digiuno da cinque giorni, divorava con

fosse stata. "Rinchiusi!" esclamò con accento di terrore. Si alzò quanto era lungo, ascoltando attentamente i rumori che scendevano attraverso il

, ed essi aggiunsero senza troppi sforzi la carovana, rifugiandosi in mezzo ai cammelli. "Marchese!" gridò Esther, con voce alterata. "Siete stato