Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

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Murri, Romolo 5 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
  • Politica
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Ora la coscienza che accetta questo Volere divino, questa unità dei voleri umani in esso, questo orientamento del proprio essere verso un termine esterno ma più alto al quale essa debba rivolgersi tutta, è coscienza religiosa; la crisi morale delle anime si dibatte adunque inesorabilmente fra due termini, l'uno dei quali è la inciviltà, da cui uscimmo, l'altro la religiosità, che tanti paventano.

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La dipendenza di una banda di assassini dal capo può essere perfetta, come obbedienza, il che la farebbe oggi accetta a molti; ma ciò non toglie nulla alla sua ripugnanza; il metodo è buono, ma l'intento perverso. E così è del sacrificio: che un uomo il quale ha votato la sua esistenza ad una casa di bene si faccia uccidere dalle febbri per una notte passata insonne all'aperto, per sé non ci dice nulla; forse l'ammireremo, forse cercheremo solo di scusarlo. Ma che egli affronti il male senza temere la morte, che la sua esistenza si spezzi in un grande sforzo per una grande causa che lo aveva assorbito tutto, che il sacerdote della sua religione ed il reggitore del suo popolo gli dieno insidie ingiurie condanne e la morte, questo è sacrifizio prezioso, perché è la lotta epica di un uomo per il bene contro il male, riflessa in mille coscienze che ne divengono più forti, elevata a simbolo ed insegna di simili lotte per tutto, talora, un periodo storico, o, come avvenne nel Cristo, per tutti i tempi e per tutta l'umanità.

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Ad essi fu giustamente osservato che si entra bensì nella Chiesa con un atto di volontà, cioè libero, per la fede; ma ciò non significa che l'entrare in essa non sia doveroso per l'uomo, la religione cristiana essendo appunto il giusto atteggiamento dell'uomo di fronte ai fini superiori della vita e dell'universo; la volontà accetta un rapporto necessario, non lo crea; compie un ufficio, non se lo prefigge. Il cristiano che, non sapendo, ha ricevuto il battesimo, non trova di essersi, con ciò, assunto oneri ed uffici dei quali avrebbe potuto anche fare a meno; solo, egli è stato istradato da altri per la via della sua futura vita libera religiosa, allo stesso modo che da altri ancora, per altre vie, è stato iscritto cittadino, introdotto in una scuola, addetto a un mestiere. Ed è vana pretesa, ispirata ad un ingenuo razionalismo, quella di presumere che al bambino fatto uomo rimanga libero scegliere il suo Dio; egli non sceglierà da sé il suo Dio come non sceglierà le sue idee, le sue abitudini sociali, la sua posizione nel mondo, la sua classe. Ciò che egli vorrà a 21 anni è quello stesso che egli sarà spiritualmente a quella medesima età: ed egli sarà appunto quello che una serie non interrotta di volizioni altrui al suo proposito e di atti altrui lo avrà fatto, dalle prime associazioni suggeritegli dalla madre sino ai professori d'università, ai compagni, ai padroni che egli avrà al momento della supposta scelta: ognuno che ha influito in quel processo di vita interiore, a un certo momento della vita, ha modificato più o meno sensibilmente tutto il suo ulteriore sviluppo.

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Oh non è questo il pentimento che Dio chiede e che il sacerdote accetta e convalida nel nome di Lui; e non è questa la confessione cristiana, gemito profondo dell'anima che, commossa dal Dio, spezza le catene del male, e sulla vittoria ottenuta su di esso ricostruisce dolorando e piangendo le basi della nuova vita spirituale, salde contro il tornare della bufera che rugge d'intorno.

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Si proietta in un punto, in un cenno, in un gesto, ma è la fede di milioni d'uomini, la fede, dei secoli passati e dei secoli venturi quella che non vien meno e non erra; la Chiesa accetta quel gesto, quando esso è posto, poiché lo Spirito vivente la porta a riconoscere in esso sé stessa, la sua fede antica, che si riflette diversamente nelle cose che mutano intorno, che illumina di luce più viva o più tenue la profondità delle coscienze, ma non muta, essa; poiché, se mutasse, ci strapperebbe a Dio e ci ricondurrebbe nel campo del contingente, del fallibile, del soggettivo. Non temete quindi che, con l'infallibilità del papa, un maestro ed un despota si levi contro la vostra coscienza ad imporvi la sua coscienza e la sua fede: se questa fede, per la quale temete, fosse vostra propria, voi non sareste già più nel cattolicismo: se essa è la fede di tutti, la fede della società cristiana, allora è essa stessa, questa vostra fede, infallibile; poiché non ve ne sono due, ma una; e questa non verrà meno, sinché non verrà meno la missione del Cristo e la presenza di Dio nelle coscienze cristiane.

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Il Parlamentarismo in Italia e la funzione del partito socialista

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 166-191.
  • Politica
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Esso non preparerà la rivoluzione e non preparerà le riforme, appunto perché crede nell'una cosa e nelle altre, accetta i contrarii, senza preoccuparsi di trovar la sintesi che li superi.

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