Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: accessori

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Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

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Toniolo, Giuseppe 1 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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La nostra scienza non potrebbe prescindere da tale duplice ambiente; ma di più essa vi scorge due distinte economie,una civica,l'altra rurale,egualmente necessarie allo sviluppo normale della ricchezza: l'una di produzione delle materie prime ed alimentari, fondata sulla natura e sulla proprietà immobiliare, l'altra di elaborazione di prodotti accessori ma indefiniti, eretta sul lavoro personale e sulla ricchezza mobile; e raccomandate rispettivamente a due serie di ceti agricolo-fondiari e industriali-mercantili. Ove manchi questo dualismo fra città e campagna l'economia rimane sempre bambina e stagnante, come quella de' germani fino al sec. XII dell'era nostra. Il sorgere della città rappresenta la crisi dello sviluppo economico, in ispecie per virtù della classe commerciale, che dalle città inizia la sua funzione di precorritrice dei progressi in tutta l'economia nazionale e internazionale.

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Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

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Toniolo, Giuseppe 5 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
  • Economia
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Tale predominio umano è così decisivo in tali industrie naturali per eccellenza, che nel cammino della civiltà altre di esse sono destinate quasi a scomparire (la caccia); altre in buona parte a tramutarsi in rami accessori di industrie principali (come la pastorizia); altre a pareggiarsi nell'assetto ed esercizio alle industrie scientifiche e capitalistiche per eccellenza (come l'industria mineraria).

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La foresta segue tuttavia i caratteristici momenti storici della appropriazione: — dapprima res nullius essa rimane per secoli ad uso comune di tutti, che usufruiscono del legno deciduo, dei prodotti accessori, come funghi, frutici, strame fogliaceo, massime della caccia selvatica; — più tardi diviene una proprietà particolare di enti sociali pubblici;di gruppi collettivi di villaggio (più tardi comuni, distretti), della corona e dello Stato, della nobiltà politica da questo investita, di Chiese e corporazioni, proprietà gravata, come sorvivenza delle consuetudini anteriori, di servitù (di legnatico, di caccia, di strame) in favore delle popolazioni, perdurando in generale simile sistema fino alla rivoluzione francese; — nell'età posteriore (sec. XVIII-XIX) senza cessare di essere patrimonio di Stato, diventa oggetto di libera acquisizione privata.

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Altrettanto una certa varietà di prodotti speciali sullo stesso podere (p. e. grano, olive, uva, oltre ai prodotti accessori), ossia la «coltura promiscua», come in Toscana, assicura fra le annuali vicende naturali o dei prezzi, che colpiscono or l'uno or l'altro prodotto, un medio reddito annuale più costante al proprietario e coltivatore; mentre «la coltura troppo specializzata od esclusiva»,per gli infortuni subitanei climatici e mercantili, che possono colpire l'unico prodotto, diviene occasione di sofferenze e di ruina ai coltivatori, come fu degli irlandesi nel 1846 per la malattia delle patate, dei produttori granari d'Inghilterra del 1874-86 per la concorrenza americana, dei vignaioli francesi della Provenza per la crisi del commercio del vino nel 1907.

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. — Altrove i governi, attribuendoli a grandi famiglie privilegiate, ovvero ai comuni o allo Stato, riservarono bensì sovr'essi ai piccoli proprietari e coltivatori gli antichi diritti di accessori godimenti («droit de glanage», di pesca, di legnatico, di pascolo); ma poi colla rivoluzione questi popolari diritti (usi civici) furono soppressi senza indennità e più tardi i beni comunali e demaniali venduti per lo più a speculatori. In tal modo mancò la dote alla piccola proprietà, che in que' beni collettivi trovava la garanzia di un capitale comune di esercizio (il pascolo, il bosco, ecc.); e fu sciolto il legame giuridico dei conterranei partecipi a quei diritti. — Il regime successorio dei codici odierni (in genere equo ed utile) che obbliga il padre alla morte a dividere tutta o gran parte della sostanza in porzioni eguali fra i figli, e insieme la proclamata libertà di circolazione (vendita) anche dei beni fondiari, recò il duplice effetto del frazionamento (giuridico) eccessivo delle piccole proprietà fino allo stritolamento («morcellement, pulverisation du sol»), e alla dispersione (economica) delle particelle di uno stesso podere. Se un padre lascia due ettari da dividersi fra dieci figli, che fare dai singoli di quella microscopica frazione? E se questa medesima frazione è smembrata in due o tre minute particelle distanti l'una dall'altra, come esercitare un'utile coltivazione? (Ardant, Calisse, Jacini). — Tale inferma costituzione giuridico-economica della piccola proprietà coltivatrice, vieppiù stremata dagli odierni gravami finanziari che sottraggono il risparmio ai grandi e lo stretto necessario ai piccoli, si trovò ad ogni sopravvenienza di disastri naturali (grandine, siccità, malattie delle piante) o di mercato, vieppiù sospinta sulla china del debito, facendo nel secolo capitalista terribile sperimento dell'adagio «paysan endetté, paysan ruiné». I minuti possessi vengono assorbiti dai creditori capitalisti o dal vicino più forte; e i proprietari coltivatori sono travolti nel proletariato. È infatti dai piccoli possidenti alpestri espropriati, che cominciò la emigrazione dei braccianti italiani per tutto il mondo.

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Così anche nell'età nostra,risparmiando sul capitale e in parte sulla mano d'opera, la manifattura può reggere talora alla concorrenza degli stabilimenti meccanici nei prodotti di tenue prezzo,come in certe tele ordinarie di cotone nelle campagne toscane, o nelle trecce per cappelli di paglia intorno a Firenze, o negli orologi da parete nella Selva Nera; ovvero può affrontare i prezzi alti ma aleatori di alcuni prodotti, come i tessuti di seta nelle campagne del Comasco e Zurighese, o quelli variegati e di lusso nelle case e officine di Lyon e di Vienna; o fornire prodotti di certo spaccio, ma artistici e suntuari,come i broccati e i paramenti da chiesa a Milano e nel Lionese, o ricche confezioni da signore e di biancheria ricamata per corredi in tutte le grandi città; o in fine accumulare a vile prezzo una quantità indefinita di minuti oggetti per gli usi più svariati e accessori della vita, come le «Kurzwaren» (minuterie) di Norimberga e Fürth, e i così detti «articles de Paris», che riempiono i negozi di chincaglierie ed i bazar.

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