Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

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Toniolo, Giuseppe 1 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
  • Economia
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La prima elaborazione di essa in questo periodo, piuttosto che dipartirsi come spesso si afferma da Buchez in Francia, Essai d'un traité de philosophie au point de vue du catholicisime et du progrès (1838-40) intinto di concetti sansimoniani, e da Huet (prof. a Gand), Le règne social du christianisim (1853), in cui sorvivono non pochi concetti della rivoluzione viene a coincidere con scrittori partecipi alla accennata rinascenza di cultura cristiana dall'alba del sec. XIX fino verso il 1848. Tali un gruppo di così detti politici feudali.Adamo Müller (m. 1829), che negli Elementi dell'arte politica (1810)si appella alla eterna alleanza della monarchia e della religione, ma che poi, convertito al cattolicesimo, nell'altra opera: Necessità di un fondamento teologico delle scienze politiche (1819), pone «Dio autore dell'ordine sociale»; ed egli, avversario della economia liberale di Smith, vagheggia una politica economica nazionale (come poi List) e nella autonomia delle classi gerarchicamente organizzate scorge un limite alla onnipotenza dello Stato centrale. Concetti condivisi da C. L. Haller (svizzero, m. 1854) nel Restauro della scienza politica (1816), in cui egli con maggior larghezza ravvisa «il modello dell'ordine sociale, fondato sull'autorità e sulla gerarchia, avvivato dalla giustizia e dalla carità universale, nella Chiesa»; vedute che in parte ricompaiono nel visconte di Villeneuve de Bargemont, Economia politica cristiana (1834) e Storia della economia (1842), ove campeggia vieppiù la funzione sociale educatrice del cattolicesimo. Cosicché questi feudali, più che fautori di privilegi politici, definitivamente adempirono ad una funzione liberatrice della società dallo Stato assoluto in nome del regno di Dio,giusta la frase di Schlegel (vedi Goyau).

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Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

398048
Toniolo, Giuseppe 1 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
  • Economia
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È questa la storia, accennata altrove, della produzione nella seconda metà del sec. XIX, per le cui tristi prove, al periodo così detto caotico od anarchico della libertà illimitata nelle industrie, finalmente successe quello di una libertà legalmente disciplinata.

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Il Mezzogiorno e la politica italiana

401452
Sturzo, Luigi 1 occorrenze
  • 1923
  • Opera omnia. Seconda serie (Saggi, discorsi, articoli), vol. iii. Il partito popolare italiano: Dall’idea al fatto (1919), Riforma statale e indirizzi politici (1920-1922), 2a ed. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2003, pp. 309-353.
  • Politica
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La risposta alla prima parte della domanda è stata da me chiaramente accennata in questo discorso, affermando che una politica del Mediterraneo può coesistere con una politica del centro e dell'oriente europeo; aggiungo che una tale politica risponde contemporaneamente e solidalmente agli interessi reali e legittimi del sud e del nord, agricolo e industriale. L'alta Italia manifatturiera deve, per necessità, gravitare verso il bacino danubiano, come l'alta Italia agricola dovrà, col tempo, ritentare la conquista dei mercati svizzeri e tedeschi. Ebbene, nessuno dei vecchi stati, che la guerra ha trasformato o distrutto, ha interessi diretti nel Mediterraneo in contrasto con noi; se la Jugoslavia tende a Salonicco, non può per questo danneggiarci, mentre si deve fare con la Jugoslavia nell'Adriatico una politica che si coordini alle nostre esigenze. Gino Arias, scrivendo appena dopo l'armistizio, depreca il ritorno di una politica economica con la Germania e gli ex-stati austriaci, perché potrebbe a nostro danno ripetersi il tentativo di asservimento del periodo triplicista; e crede che l'agricoltura italiana ne possa fare a meno. Oggi le condizioni economiche e politiche dell'Europa centrale non consentono imperialismi economici a nostro danno; né i rapporti fra l'Italia e la Germania di oggi hanno qualsiasi somiglianza o proporzione con quelli di quarant'anni fa. Per giunta, la nostra capacità industriale oggi è migliorata e lo sarà del pari domani, per quella utilizzazione di forze idroelettriche, che ci daranno una, per quanto parziale, autonomia dalla soggezione del carbone.

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