Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Di un partito e un programma radicali in Italia

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari–Società Naz. di Cultura, 1908, 192-206.
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Noi vorremmo, se lo spazio ce lo permettesse, mostrare quale profonda oppressione sia, per la. coscienza dei paesi latini, il non aver ancora risolto questo problema dei rapporti fra le due società, e quanto intralcio ne venga a tutta la loro attività spirituale: la Francia è vissuta un secolo dello sforzo enorme fatto- nella rivoluzione e protratto sino alla recente abolizione del Conconcordato; l'Italia giunse con fatica alla soppressione delle congregazioni ed a toglier Roma al Vaticano e, dopo lo sforzo, ha lasciato tacere ogni questione religiosa, sinché i suoi uomini politici son venuti ad essere effettualmente d'accordo con una politica vaticana la quale, pur avendo cambiato nei particolari, è identica nella sostanza a quella del Card. Antonelli, come alcuno ha osservato di questi giorni V. l'Azione democratica, organo della Lega democratica nazionale, (Via Garibaldi 33, Torino) N. 6, 1907, nella quale è un vigoroso appello ai giovani contro la politica clericale.. Con questo esame, ci si offrirebbe anche luogo a mostrare come un rinvigorimento della fiacca ed incerta e discorde coscienza nazionale in Italia non si possa forse averlo se non affrontando questo problema; e come tuttavia esso sia condizione prerequisita di una politica vigorosamente radicale. Il radicalismo religioso (il cattolicismo è stato sempre radicale nei periodi di conquista vera) ci darà forse il radicalismo politico: Della quale politica, per riassumere e chiudere questo nostro breve studio, le condizioni od i caratteri dovrebbero essere specialmente questi:

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I primi cattolici in Parlamento

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1908
  • Murri, R., La politica clericale e la democrazia, I, ne I problemi dell’Italia contemporanea, Ascoli Piceno-Roma, Giuseppe Cesari– Società Naz. di Cultura, 1908, 86-107.
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Dato il prevalere dell'economia rurale nei tre quarti d'Italia e date le condizioni di cultura e di religiosità del popolo, una politica anticlericale, nell'un senso o nell'altro, avrebbe ostile il Senato, pressoché unanime, ed ostile la maggioranza della Camera, anche come essa è presentemente costituita. Dopo il grande sforzo fatto per abolire il potere temporale dei papi, 1'Italia moderna, sistemati in maniera abbastanza abile i suoi rapporti col pontificato e con la Chiesa, non aspira certamente a nuovi passi in avanti: molto più che, se nella sua precedente politica ebbe consenzienti molte coscienze religiose, questa volta le avrebbe tutte contro. Inoltre l'anticlericalismo di governo condurrebbe a una lotta immediata con la Santa Sede; il prestigio e l'influenza di questa nella vita internazionale, se vanno rapidamente diminuendo, sono forse ancora tali da poter creare seri imbarazzi all'Italia, qualora fosse fra i due lotta decisa e aperta. Si può dire dunque che, da questa parte, i cattolici che vanno in parlamento sfondano una porta aperta; c'è pericolo, anzi, che la loro presenza nuoccia piuttosto chegiovare, poiché quella che nei nostri governi fu sinora considerata come abilità politica e buon senso italiano, rischierebbe d'essere considerata come condiscendenza a un partito clericale, e può quindi provocare più forti e immediate reazioni anticlericali. Per questo, forse, il Vaticano ha mostrato di comprendere, prima e dopo l'abolizione del nonexpedit,cheun partito cattolico in parlamento potrebbe essere d'impaccio e non di vantaggio, e lo teme anche oggi, mentre non può oramai più impedire che esso si costituisca.

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