Detto della natura, che dei mortali «è madre in parto ed in voler madrigna» egli prosegue:incontra a questaCongiunta esser pensandoSiccome è il vero, ed ordinata in priaL'umana compagnia, Tutti fra sé confederati estima Gli uomini, e tutti abbraccia Con vero amor, porgendo Valida e pronta ed aspettando aita Negli alterni perigli e nelle angoscieDella lotta comune. l'uno della prima metà del secolo scorso, l'altro vivente, i quali hanno ricordato agli uomini questo loro dovere di troncar le lotte fraterne, di stringersi in un grande fascio solo di volontà concordi. E quella voce di poeti è la voce di molte anime che nelle lotte dure della vita se la vanno ripetendo con maggiore o minore passione ed eloquenza. Ma essi non parlano con il Vangelo. Essi hanno detto, invece: la natura è madrigna all'uomo; la vita è un fato doloroso cui ci condanna il capriccio, la necessità di leggi misteriose, alle quali l'irrequieto desiderio di felicità che tormenta gli uomini è indifferente, come la sorte delle ginestre che fioriscono la schiena del Vesuvio o delle formiche che popolano un ciocco condannato alle fiamme; perché a questa guerra della natura aggiungere la nostra guerra fraterna? Perché lanciare nei cieli vuoti e silenziosi questo grido d'angoscia col quale chiediamo di vivere e di esser felici, e non affidarlo invece ad altri cuori d'uomini che possano accoglierlo e maturarlo in opere di pietà e di assistenza fraterna? Perché, se siamo orfani nella casa buia e nel freddo, esser poi anche cattivi fratelli? Confederiamoci tutti contro il comune fato, raccogliamo nelle nostre anime questo grido di angoscia che facemmo echeggiare nel vuoto, e siamo fratelli, nel breve tragitto della vita. Ed alcuno maledisse e maledice alle fole che hanno richiamato altrove il desiderio e lo sforzo dell'uomo, distraendolo da questa suprema necessità di lotta concorde contro il fato e il dolore.
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E solo esso non prende l'elettore come è, avvicinandosi agli interessi ed alle aspirazioni sue particolari, ma cura di trasformate quest'elettore, conducendolo ad una disciplina di partito, all'accettazione di certi principii e vedute generali, e ad una visione degli affari pubblici che, se non coincide ancora con quella degli interessi collettivi, abbraccia almeno tutta una classe, e la più bisognosa, dalla società italiana.
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