Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Il Galateo

181474
Brunella Gasperini 1 occorrenze
  • 1912
  • Baldini e Castoldi s.r.l.
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
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Se avete capigliature abbondanti, ricordate che alla gente non piace mangiare capelli, sia pur bellissimi. Non leggete i giornali o i libri dei vicini, cosa per alcuni oltremodo irritante. Ma neanche pretendete, in un tram gremito, di leggere un libro o un giornale sopra le spalle o le teste degli altri. Non litigate con altri passeggeri, non tirate in lungo le discussioni; qualsiasi discussione in luogo pubblico è di cattivo gusto, e in tram è quasi sempre comica. Una persona sensata preferisce di gran lunga rinunciare a sconfiggere verbalmente l'avversario piuttosto che diventare il centro della curiosità, del «tifo» o dell'ilarità del non sempre raffinato pubblico tranviario. Non perdete i biglietti: se vi succede, e se il controllore vi becca, non dilungatevi in vane e complesse ricerche, non rovesciate l'intero contenuto delle vostre tasche e borse sotto il naso dell'impaziente funzionario, non mettetevi carponi a cercare il biglietto latitante tra i piedi dei passeggeri. Pagate la multa e amen. Se vedete un amico in un tram affollato, non pretendete di raggiungerlo subito fendendo la ressa a colpi di gomito, né intavolate con lui una conversazione altisonante da un capo all'altro del tram. Anche se siete vicini, meglio parlare a bassa voce; e mai di faccende intime vostre, o peggio altrui. Non ascoltate i discorsi degli altri passeggeri: almeno fingete di non ascoltare, mantenendo impassibilità e sguardo vacuo; non state lì con le orecchie frementi a captare ogni sillaba della conversazione. Anche se avvincente, soprattutto se avvincente. Non fissate le persone. So bene che in tram, non avendo niente altro da fare, può essere divertente e istruttivo osservare il prossimo, ma bisogna farlo senza che gli altri se ne accorgano, senza fissare, senza scrutare, senza passare in rivista le persone dalla testa ai piedi e viceversa. Peggio se gli osservatori sono due, e bisbigliano tra loro fissando una terza persona: in tram come in qualsiasi altro posto, è indisponente. Non fate gli equilibristi. Se restate in piedi, cercate un punto d'appoggio. Non fate come quelli che, fidando sportivamente nel proprio equilibrio, continuano a ondeggiare e saltellare, si inchinano di qua e di là a ogni curva, corrono velocissimi in avanti a ogni frenata, precipitano indietro a ogni ripresa, del tutto incuranti dei piedi che pestano, delle membra che acciaccano, delle frane di corpi umani che provocano nei loro repentini spostamenti. Ci sono i sostegni appositi: usateli, su. Anche se siete sportivissimi.

Pagina 180

Le buone usanze

195588
Gina Sobrero 1 occorrenze
  • 1912
  • Fratelli Treves, Editori
  • Milano
  • paraletteratura-galateo
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Combinare l'ordine e la natura dei cibi da servire deve essere impegno della padrona di casa, a meno che non vi sia un maggiordomo molto esperto; è impossibile dettar leggi a questo riguardo; un pranzo, una colazione sono più o meno abbondanti e di cibi più o meno fini, secondo la fortuna di cui si dispone. Vi sono però regole generali che tutti possono seguire. Così al pranzo non sono adatte le costolette alla milanese, come per colazione non si gradisce un lesso o un piatto umido. Una volta i pranzi erano interminabili; ora le proporzioni sono diminuite assai, e si preferisce una portata di meno ed un po' d'eleganza di più: badi però l'anfitrione, che di ogni piatto ci sia abbondanza per tutti, affinchè non tocchi, per esempio, ad uno dei suoi ospiti la testa del pesce; ella non sa se ha da fare con un ittiofago, e non a tutti piace questa parte, che certi buongustai ritengono la migliore. Non è necessario offrire primizie, ma chi si permette questo lusso, deve procurare che ce ne sia per tutti, senza che si debba lesinare sul boccone. È meglio evitare di dar pranzi i giorni di magro; è più difficile la combinazione di cibi, senza contare che non si ha il diritto di imporre agli ospiti il sacrificio delle loro opinioni. Nei pranzi in campagna molte cose si semplificano; non sempre si trova tutto il necessario per comporre un pranzo o una colazione secondo le norme stabilite; ma se la padrona di casa è una donnina fine, intelligente, può colle più modeste risorse dare alla sua tavola un aspetto di ricchezza, di benessere, di buon gusto, che tengono luogo di tutte le delizie. L'industria moderna ha trovato modo di conservare nelle scatole tutte le verdure e le carni più fine; io non le ammiro e preferisco sempre un pollo arrosto, una frittata di uova fresche, al salmone, a tutte le golosità conservate; ma con la scienza culinaria si può ottenere un grande aiuto dalle piccole scatole di conserve. Il pesce, il gelato, le fritture, i pasticcini grassi e dolci, il formaggio, vanno posti sopra una piccola tovaglia ricamata, guarnita di trine o di frangie. Ho detto che nei pranzi in campagna lecita una maggior libertà, però anche in una colazione fatta sull'erba, all'ombra fresca, di un boschetto, è obbligo di una donna fina, di un uomo bene educato, il condursi come in casa propria. Qualche volta si fa a meno di posate, ma anche un'ala di pollo può essere presa e tenuta fra le dita con grazia, quando chi la mangia possiede questo preziosissimo fra i doni. Del resto, è tanto facile mettere nel paniere qualche posata, qualche tovagliolo; si evita così di veder le smorfie di qualche raffinato o la grossolanità di altri, che, colla scusa della libertà campestre, si permettono qualunque licenza. Poichè ho parlato di posate, voglio accennare ad un fatto disgustoso che pur troppo accade in molte case: le posate sono male lavate, ed esalano un fetore che par fatto apposta per togliere l'appetito. In Francia, per economia, non cambiano le posate ad ogni portata; e mettono una stanghettina di cristallo, d'argento, o d'un metallo qualunque accanto al piatto di ciascuna persona, sulla quale stanghettina si appoggia la posata dopo essersene serviti, per non macchiare la tovaglia; uso davvero non troppo simpatico, al quale mi pare assai preferibile il nostro di cambiare posate ad ogni portata, non lavando però male e in fretta la posata, ma tenendone in serbo la quantità necessaria, quando è possibile. Nei caffè e nelle trattorie sovente si tengono molto male le posate, ed io non saprei immaginare un fetore più disgustoso ed ingrato di quello come di pesce crudo o d'olio rancido, che esala il metallo mal lavato. Sono ora molto in voga i five o' clock teas, ossia il tea, offerto alle cinque; ci si va in toeletta da visita molto elegante, e anche, se il tea non è che una scusa per fare i quattro salti, si tiene il cappello. La tavola per il tea deve essere presieduta dalla padrona di casa, e messa con tutta la cura possibile, più che mai ornata di graziosi gingilli, di fiori, di buon gusto. Non vi si mettono coperti, ma ognuno deve avere la posatina completa, il piccolo tovagliolo, il piatto. Si mangiano dolci, sandwiches, si beve il tea, il cioccolatte nelle tazze di porcellana fine: se si balla sono necessarie varie qualità di vino bianco, se si può, e rinfreschi in abbondanza. È un lusso esotico, questo ricevimento diurno, e per imitarlo, bisogna adoperare tutta l'eleganza che vi sfoggiano gli stranieri, se non si vuol riuscire ridicoli. Tocca agli uomini occuparsi delle signore, giacchè, molte volte, per dare alla festa un carattere di maggiore intimità, i servi non vi compaiono neppure. A questi ricevimenti si va vestiti come per le visite; gli uomini, in stifelius o frac con cravatta bianca: le signore, eleganti quanto vogliono, ma mai scollate, poichè non debbono deporre il cappello.

Pagina 88

Eva Regina

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Jolanda (Marchesa Plattis Maiocchi) 8 occorrenze
  • 1912
  • Milano
  • Luigi Perrella
  • paraletteratura-galateo
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Non vegliare molto tardi la sera per abitudine ; levarsi sollecitamente a tutte le stagioni e fare doccie e bagni, abbondanti lavacri seguiti da un buon massaggio ; — nutrirsi di cibi sostanziosi, leggeri e semplici; pochi dolciumi che sciupano i denti e lo stomaco ; pochi acidi che danneggiano il sangue, fare uso di acque minerali ai pasti; moderazione nel consumo di caffè e di thè; nessun liquore. E alternare il più che sia possibile le proprie occupazioni ; fare in modo che un' attività materiale succeda a un' attività del pensiero — così non molte ore immobili alla macchina da cucire, al pianoforte, alla scrivania, ma variare spesso, interrompersi spesso per dare riposo agli occhi ed al pensiero, che riprenderanno poi le proprie funzioni con più lucidità. Ottima l'abitudine d'una passeggiata giornaliera, specie nelle ore del mattino, e il pattinaggio d'inverno, e tutti i giochi da giardino l'estate. Buonissima l'equitazione, la bicicletta; il canottaggio, il nuoto sono pure fra gli esercizi da consigliarsi, segnatamente a chi ha bisogno di sviluppare le braccia e il torace.

Si fa sboffare i capelli sulla fronte e non porta più la treccia cadente, ma la ripiega a metà o stringe i bei capelli abbondanti in un nastro nero sul collo. Va ai concerti, a qualche teatro di musica, a qualche commedia. Ha una bibliotechina di libri a sua disposizione; serve il thè nel salotto della mamma, l'accompagna quasi sempre adesso, nelle passeggiate, nelle visite. Ha fatto un viaggetto sola col babbo e sogna il suo primo ballo...

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Poi c' è la berlina del costume, per quelle di forme troppo... abbondanti, come per quelle di forme troppo... scarse. Ma non importa, le donne amano il mare, il gran mare benefico e purificatore, e gli sacrificano generosamente qualche lembo della loro vanità. Forse ora si fa un po' meno volentieri la vita degli stabilimenti, vivaio di pettegolezzi e d'invidie, ma ogni famiglia ama di avere sulla spiaggia sabbiosa la sua tenda o la sua capanna dove rimanere a fare la siesta in cospetto della cerulea immensità risonante, mentre i bimbi affondano i piedini nudi nell'arena calda e fine, e vanno e vengono dall'onda che si dilata spumosa fra i loro trastulli. Alcune di queste capanne sono vere succursali della casa, veri piccoli luoghi di delizie nell'interno dove non mancano sedie americane, amache, tavolinetti, necessaires, libri, e perfino mobilucci da riporvi le stoviglie per poter far colazione in accappatoio uscendo dal bagno, e prolungare quell'igienica vita da selvaggi e da nòmadi fino all'ora di pranzo. Quest' è la vera vita di cura, a cui una signora di senno, sia che vada per la sua salute o per quella dei suoi piccini, deve uniformarsi. Nè, la sera, rubi le ore al placido sonno che dovrà rinvigorirle le forze e permetterle di essere lesta di buon mattino, o lasci i suoi bimbi, o, peggio, li trascini dietro, per intervenire ai concerti o ai balli nelle sale chiuse, delizia delle signorine in cerca di marito o delle signore avide di... novità. Il più delle volte, poi, una signora è costretta a rimanere ai bagni senza lo sposo, trattenuto in città dalla sua professione o dal suo impiego o dai suoi affari. E allora il suo contegno deve essere ancora più riguardoso, in modo che i maligni non trovino proprio nulla da ridire. Sia pure guardinga nelle conoscenze che contrae : giacchè le può avvenire di ingannarsi sulla rispettabilità di qualche persona, e può stringere inconsideratamente dei vincoli di cui avrà a pentirsi e a vergognarsi; quando non si veda mescolata a qualche intrigo a fatta vittima di qualche soperchieria. La facilità con cui al mare si annodano conoscenze deve consigliarla, almeno, a mantenerle di un carattere superficiale. Non confidenze intime, dunque, non abbandoni d' anima, non espansioni calorose verso una donna che il giorno prima nemmeno salutavate e che, forse, in capo a un mese non rivedrete più. Cortesia con tutti, aiuto vicendevole, anche,giacchè si può dare il caso che una donna abbia bisogno di un' altra donna in qualche triste ora della vita, e nessuna di noi dovrà sottrarsi per il motivo che non è un'amica ma un' estranea colei che attende il nostro soccorso; ma in via normale, intrinsichezza no, almeno finchè non siamo ben sicure che l' oggetto della nostra preferenza è del tutto degno. L'abbigliamento, ai bagni, sia semplice, lindo, fresco, ma nulla più. Molto bianco per le mamme, le giovinette, per i bambini: lunghi veli per riparare il volto dalla brezza troppo rude: cappellini sobri, calzature pratiche. Pochi e meglio non gioielli affatto, perchè si dimenticano nei camerini del bagno o si smarriscono fra la sabbia: fascette elastiche e leggere, in modo da lasciare al torace tutta la libertà di respirare e di muoversi. Accuratezza, decenza ed anche una certa eleganza nel costume incriminato, che alle signore magre consiglierei bianco, di lana ruvida e consistente, con grande collare: alle signore un po'... forti, come dicono le sarte, nero, a lunga blusa.

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Siano pur abbondanti le rendite, siano pur lauti i guadagni dell' uomo, se la sua compagna non conosce la scienza del vero risparmio, dell' equilibrio fra le entrate e le spese, dell' ordine e della regola nell' amministrare il denaro che ha a sua disposizione, la famiglia non potrà mai godere di un tranquillo benessere, d' agiatezza vera. Ed è appunto qui la spiegazione del problema che a molti pare insolubile: la vita comoda condotta da famiglie di mezzi limitati, mentre certe altre che potrebbero trattarsi con una relativa larghezza, tirano avanti alla peggio a furia di sotterfugi e di ripieghi. Una brava padrona di casa è un tesoro inuguagliabile, è per se stessa sorgente di ricchezza, se anche non recò danaro all'uomo che la scelse. Ma non si creda che il buon metodo vero di governare una casa e una famiglia sia retaggio delle menti limitate e porti come conseguenza l' ignoranza e la rozzezza. La vera economia domestica è anzi un complesso di nozioni e di intuizione che richiede spirito pronto, accortezza, riflessione sagace e facilità a comprendere e a ritenere. Gioverà conoscere un poco la chimica per le sue varie applicazioni, per la ripulitura degli oggetti, per la smacchiatura delle stoffe, e per una quantità di piccoli rimedi occorrenti: l' aritmetica per sapere subito quanto si possiede, quanto si spende e si risparmia, e la contabilità per registrare con ordine entrate e uscite e controbilanciarle, sono pure indispensabili. L' igiene, che si estende dalla sorveglianza della nettezza e dell'ordine, all' assistenza dei malati, all'alimentazione e alle cure preventive o ai primi soccorsi nei casi d' urgenza, fa pure parte in certo modo dell' economia domestica, come pure la gastronomia, conoscenza preziosissima per il risparmio, la salute e il buon umore dei mariti; e finalmente l' abilità nei lavori d' ago che permetta alla signora non solo di cucirsi a macchina qualche capo di biancheria, qualche abito da casa e vestire i bambini, ma di rammendare, di rattoppare, di accomodar calze e di tener in ordine il guardaroba della casa, la biancheria e gli abiti del marito. L' esercizio pratico dell' economia domestica consiste pure nella saviezza del bilancio, nella previdenza per le spese eventuali e nella coraggiosa rinunzia alle spese superflue o eccedenti il preventivo : nella prontezza di trovare il male e vincerlo con la modificazione o coll' energico rimedio, nel scegliere tra due metodi il più confacente alle proprie forze e a quello attenersi superando anche, se occorre, il rispetto umano e l' ambizione di parere più di quello che si è in realtà. Per fare tutto questo occorre intelligenza ed anche un po' di coltura. « Non si riflette mai abbastanza — scrive Angelo De Gubernatis — che una buona istruzione dà alla sposa e alla madre vantaggi inapprezzabili nel governo della famiglia.

Pagina 283

Le prime rughe già si disegnano agli angoli delle sue labbra e dei suoi occhi; i primi fili d' argento serpeggiano tra i suoi capelli bruni, ancora abbondanti, ed essa si trova il cuore ricolmo di un'ebbrezza e di un affanno di cui conosce troppo bene il significato. È l'amore venuto insidiosamente a visitarla. È una tardiva rosa di maggio sbocciata solitaria nel suo cuore: un cuore che ha molto sofferto, che nulla ha goduto, che visse per anni e anni nella nebbia, nel freddo, nella solitudine, e che ora prima di arrestarsi per sempre, reclama la sua parte di gioia e di ebbrezza al banchetto della vita. Ed essa invano gli impone silenzio col ragionamento, con l'ironia; invano rinchiude gelosamente quel segreto di passione che le pesa come una colpa. Tutta l'anima sua è fiorita e odorosa come un giardino. È l'ultima primavera, il cui profumo la inebbria e che ha in sè l'ardore di tutte le passate stagioni non vissute e lo strazio dell'imminente addio. « Momento unico e commovente nella vita della donna! scrive il Nencioni. Se bella, la sua bellezza prende allora un carattere di bontà, di tenerezza autunnale : è la bellezza del cuore, del cuore profondo, dei sensi intelligenti, dell' anima passionata; bellezza spirituale che illumina ed armonizza le forme. È il frutto appena maturo punto dall'insetto alato d'agosto e divenuto più dolce: è la donna ferita dal desiderio intenso d' Amore.»

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In generale i capelli più abbondanti e più lunghi sono bruni e neri; è difficile trovare dei capelli biondi e fulvi molto copiosi e prolissi. I più maravigliosi capelli ch'io m'abbia veduto sono stati quelli di un' attrice, la povera Serafini Checchi, morta ancor giovane in America. Alta, formosa, la sua splendida capigliatura le scendeva al ginocchio. Rammento il mormorìo di stupore e d' ammirazione che s'elevò nel teatro una sera che recitava Frine, quando nell'ultimo atto, vestita di un sol manto, si rivolse verso l'areopago concedendo al pubblico la vista di quei stupefacenti capelli d'un bel castano caldo, serici, ondulati, liberi sulle spalle, che la coprivano fino al polpaccio. Anche un' altra attrice della compagnia De Sanctis possedeva una chioma inverosimile. Rammento due treccie brune che scendevano sino alla balza dell'abito bianco. Queste signore non possono certo seguire la moda nella pettinatura. Ma i capelli sono la loro nota personale e possono acconciarli come vogliono. Maggior cura devono usare le donne che non ebbero dalla natura questo dono regale. In questo momento, però, la moda è favorevole agli scarsi capelli, offrendo il soccorso dei toupé, dei postiches, dei rotolini e dei riccioli. Consiglierò sempre però le signore a non sottoporsi ciecamente al modello imposto dall'ultimo figurino di Parigi, ma a seguire la moda nelle sue linee generali, modificandola poi secondo le fattezze del volto, le linee della fronte. Per esempio, una piccola fronte ben disegnata starà bene se si lascia vedere alquanto ; mentre una fronte troppo alta acquisterà a essere nascosta. I visi larghi dovranno preferire le pettinature alte, i visi rotondi le pettinature basse. Ma viene un momento doloroso in cui qualche filo bianco comincia a serpeggiare fra il bruno ed il biondo; e poi il bianco cresce cresce, fino a dominar tutta la massa ancora abbondante. Che fare ? Inutile negarlo: i capelli grigi invecchiano terribilmente, precipitano giù per la china della maturità nella vecchiaia. Vi sono oggi dei preparati innocui per ridonare ai capelli il colore primitivo, e non so perchè una signora non ne dovrebbe approfittare. Soltanto che la consiglierei a farsi fare l'applicazione da un parrucchiere nei gabinetti appositi, dove si possano digrassare i capelli, asciugarli con maggior prontezza e miglior risultato che in casa, dove una mano inesperta può danneggiare. In Francia le signore d' una certa età adottano il biondo, ma chi non è nata bionda difficilmente evita la stonatura fra il colore dei capelli e il proprio tipo. Le bionde hanno una carnagione speciale: la pelle delle brune appare sempre o troppo pallida o grossolana a confronto dei capelli biondi. Meglio dunque serbare il proprio colore naturale. Alcune signore sfoggiano una finissima capigliatura candida che le fa somigliare alle leggiadre figurine dell'epoca di Luigi XVI. Ma è molto difficile arrivare a far diventare i capelli di un candido perfetto: inoltre bisogna che siano di qualità assai fine e soffice. Coi capelli bianchi gioveranno le sopraciglia nere e il volto un po' roseo.

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LA DONNA FORTE Quando le sarte si trovano dinnanzi una signora dalle forme molto abbondanti, per quella conoscenza profonda che esse hanno acquistata della psiche muliebre penetrandovi dal varco più infallibile, quello della vanità, adoperano un aggettivo che pur esponendo il vero stato delle cose toglie tutta la crudezza della realtà, dicono: « La signora è forte.... » E sotto l' usbergo di questa fortezza possono impunemente consigliare e sconsigliare : aiutare a stringere, a raccogliere, a dissimulare: inventare con la cliente nuovi ordigni di tortura. Giacchè questa « fortezza » è tutt' altro che gradita a chi la possiede, ed anzi si fa di tutto per cacciarla.... Ma essa è come l' istinto, cacciato dalla porta torna dalla finestra. In qualche luogo dell' anima o del corpo, istinto, e.... « fortezza » bisogna lasciarli in pace. Tutte le sarte sono però d' accordo nel dire che è assai più facile vestire una signora di forme abbondanti di una che le abbia troppo scarse. Basterà tendere bene la stoffa, far pieghe ed incavi, perchè l'abito stia a pennello. Infatti, solo che la signora sia un po' alta, certi abiti tailleurs, succinti, attillati, sono sul suo corpo una perfezione. Sono gli abiti che una signora « forte » dovrà preferire : scuri, con pochi ornamenti, nessuno vistoso. Da casa porti i vestiti principessa ed anche gli « impero » purchè le disegnino le linee della persona. E il trionfo la aspetta con le toelette di sera, dagli arditi décolletés, dalle spalle che s' intravvedono sotto il velo; le braccia che mostrano il loro modello scultorio sotto la pelle del guanto che non fa una grinza. Lo strascico che le allunga la figura, le dà imponenza regale : i gioielli hanno bel risalto sul suo collo pieno, sul suo seno ricolmo. Con quale sguardo di giusto orgoglio la signora forte può allora guardare le donnine dalla vita di vespa che alla passeggiata le fanno tanta invidia e che nella sala da ballo si difendono male in una nuvola di veli! Ad ogni modo è una compiacenza di breve durata: al mattino dopo, tornano a invidiarle. Pensano ai tormenti del busto, del caldo, e si trovano molto infelici. Un igienista inglese afferma che la causa prima della corpulenza è il troppo mangiare: consiglia quindi un regime di sobrietà. Mangiare, bere, dormire il meno possibile; fare molto moto, in bicicletta, a cavallo, al remo, a piedi, in montagna, per promuovere la traspirazione e il sudore. Astenersi dai cibi grassi, dai dolciumi, dai farinacei, dal latte, dalla cioccolata, dalla birra e dai vini pesanti. Mangiare carne la più asciutta possibile.

Pagina 600

Quindi bagni, abbondanti lavacri, nitidezza nella biancheria, minuziosa cura in ogni dettaglio della toilette intima: semplice eleganza negli abiti e nella acconciatura. Come nella persona, così nei modi. Lo sposo rimanga sempre un poco il fidanzato a cui si desidera esser cara e gradita. Nulla di più poetico e di più dolce che il vedere fra marito e moglie di vecchia data, continuate quelle premure, quelle cortesie, quegli atti d'urbanità, quelle minute e tenere dimostrazioni d'affetto che abbellirono il primo periodo della loro vita in due. E la casa, il nido, rispecchi sempre, per opera della donna, l' accordo, la serenità, la freschezza inalterabile dei cuori. Sentite in che modo delicato e commovente madame Rostand, che vi citavo dianzi come esempio di moglie, esprime il proposito di conservare intatto il suo prezioso tesoro d' amore attraverso la fuga degli anni e le offese del tempo:

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