Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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X Legislatura – Tornata del 23 maggio 1870

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Biancheri 11 occorrenze
  • 1870
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Nella “Gazzetta Ufficiale” del 10 maggio corrente è comparso un reale decreto, col quale il Governo, riconoscendo il suo debito verso il Banco di Sicilia, e liquidandolo in lire 2,871,301 78, stabilisce che questa somma debbasi iscrivere nel bilancio passivo delle finanze di quest'anno, costituendo un nuovo capitolo, il 60 quater; poscia aggiunge, all'articolo 3, che dal giorno in cui sarà stato eseguito questo pagamento, cesserà la corrisponsione della somma inscritta a favore del Banco di Sicilia in questi capitoli 88 bis e 88 ter del bilancio che abbiamo sott'occhio.

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Ricorderò però che questo stabilimento metallurgico fu sempre ed è stato la fortuna delle popolazioni delle Calabrie, ed io sono lieto che in mezzo alle ultime turbolenze della provincia di Catanzaro non abbiamo veduto (e potevasi vedere, attesa la miseria), non abbiamo veduto operai della fabbrica metallurgica, nè operai delle miniere di Mongiana.

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E basterebbe soltanto citare uno dei tanti ufficiali superiori che ne fu alla direzione, basterebbe citare il nome del generale Raffaele Mola, autore dotto di molte opere, mio maestro nel collegio dell'Annunziatala, per vedere come gli ufficiali d'artiglieria facevano prosperare quella fabbrica nazionale, e come noi abbiamo fornito di cannoni moltissime altre parti dell'Italia medesima in quel tempo, e non solo abbiamo provvisto cannoni e proietti, e schioppi, e lame per il commercio militare, e per il commercio civile, ma abbiamo anche fornito alla marineria gomene, àncore ed ogni maniera di arredi, di cui avesse potuto essere bisognevole.

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Se noi avessimo davanti agli occhi queste memorie scientifico-tecnico-economiche, noi vedremmo se certe cose si potrebbero con sicurtà fare senza grandissima scossa, e se le obbiezioni fossero vere, cioè che Mongiana non possa dare all'industria e al commercio il ferraccio e il ferro, perchè situata sulla cima del monte in mezzo a difficoltà che derivano dall'esser situata quella officina sulla cima del monte Pecoraro, e perchè noi questo prodotto lo dobbiamo portare al Pizzo, sul Tirreno, o alla marina di Monesterace, dove abbiamo il piede del versante o acquapendente dell'Ionio. Ma anche queste stesse obbiezioni che un tempo si facevano, ed erano colossali, oggi diventano molto minori, oggi che abbiamo il lavoro delle vie di ferro Calabro-sicule, le quali possono contribuire alla maggior prosperità di quelle fabbriche nazionali.

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Ed infatti, o signori, noi abbiamo, di questa mia proposizione, qualche altra prova in Italia, oltre quello che si verifica nello stabilimento di Mongiana. Nelle vicinanze di Cagliari fino all'anno scorso era in lavorazione una bellissima ed importantissima miniera di ferro, quella di San Leone, per l'esercizio della quale, conscii i proprietari della necessità di diminuire le spese di trasporto, si era fatta una ferrovia ad uso di miniera di niente meno che 15 chilometri, se non erro; se erro la cifra, l'onorevole Salaris, o qualche altro deputato sardo, mi potrà correggere.

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Il totale qui è d'accordo in ambedue le colonne, perchè, come ho detto fino da principio, venendoci questa comunicazione quasi in via ufficiale dal relatore del bilancio della guerra, l'abbiamo inserita come un aumento non proposto dalla Commissione di finanza; ma nella relazione diamo spiegazione del perchè abbiamo aggiunto alle lire 11,829,325 dell'ultima variazione dell'onorevole Sella, del 7 marzo, le lira 61,012 in discorso.

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Non fu fatta dal ministro delle finanze, fu domandato che s'inscrivesse dal relatore del bilancio della guerra; e noi ciò abbiamo avvertito ripetutamente nella nostra relazione, che pure l'onorevole ministro delle finanze avrà letta.

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Abbiamo poi notata la stessa somma anche, nella colonna delle cifre proposte dal Ministero. Ecco perchè il totale rimane uguale in ambedue le colonne, perchè in ambedue la Commissione ha fatto l'aggiunta.

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Abbiamo rinunziato a tutto.

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I regolamenti, come esistono ora, bisogna eseguirli, e noi per conformarci agli ordini della stessa Commissione di sindacato, desiderando che si abbiano questi dati, che si compilino questi registri di consistenza, abbiamo mandate circolari su circolari, modelli su modelli. Io vorrei che l'onorevole Seismit-Doda si persuadesse…

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X legislatura – Tornata del 7 aprile 1870

551887
Biancheri 15 occorrenze
  • 1870
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Ciò avvenne segnatamente in Francia ed anche in Italia, ma qui con questo di peggio, che noi non abbiamo avuto fino a pochi anni sono nè un Governo uno, nè un Governo riparatore.

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Dunque per quella ragione che noi abbiamo degli arsenali, che noi abbiamo delle fonderie, dobbiamo anche provvedere perchè non ci manchino cavalli da guerra, anzi a più forte ragione vi dobbiamo provvedere, perchè i cannoni ed i fucili si possono improvvisare, ma non s'improvvisano in alcun modo i cavalli.

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Noi non abbiamo più le famose razze celebrate dai poeti, dagli storici ed eternate dagli artisti nei nostri monumenti; abbiamo, se volete, nell'Italia meridionale dei proprietari che tengono delle numerose mandre di cavalli, ma le tengono, non per esercitare veramente la industria equina, ma per iscopi di agricoltura. Ci sono anche degli intelligenti ippologi che esercitano con qualche successo la industria equina, ma non con lucro; nelle condizioni presenti codesta industria non può essere altro che passiva. Perchè possa essere attiva bisogna che essa dia dei prodotti così perfetti che col prezzo della loro vendita l'industriante possa compensarsi del difetto di prodotti imperfetti; ma ciò non si ottiene in breve lasso di tempo. Perchè il sangue nobile e gentile degli avi scorra nelle vene dei nipoti è necessario che vi discenda per un lungo ordine di magnanimi lombi.

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Noi, o signori, abbiamo un territorio che per molta parte è ancora a pascolo, e che non potrà essere dissodato

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Se noi esaminiamo le varie cifre che compongono questo bilancio del Ministero di agricoltura, industria e commercio, noi abbiamo una prova della tendenza dell'uomo all'esagerazione, per cui, trovata una buona idea, molto facilmente la guasta nell'applicarla, uscendo dai confini della necessità e della convenienza.

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Ma noi abbiamo bisogno di migliorare la razza equina, o, per meglio dire, di continuare nel miglioramento già molto felicemente incominciato.

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Ma, o signori, gli utili che derivano dal mantenimento degli stalloni governativi noi li abbiamo tutti verificati in questi ultimi anni, specialmente visitando le varie esposizioni che si sono succedute in Italia.

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Abbiamo dei siti estesi che non potranno mai essere ridotti ad altra coltura, e che dovranno quindi essere sempre usufruttati per i pascoli, come certe colline, certi monti, certe paludi, certi paesi acquitrinosi. Ed in questi terreni paludosi ed acquitrinosi, tutti gl'intelligenti m'insegnano che fa più buona prova l'allevamento del cavallo di quello che degli altri animali ad unghia fessa.

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Ebbene, la maggioranza, molto limitata, della Commissione del bilancio ci viene a dire che, se non abbiamo cavalli per l'esercito nel nostro regno, com'è composto attualmente, vi sono però razze distintissime; che nel piccolo Stato pontificio danno molti allievi, e che noi potremo, al bisogno, recarci colà ad acquistarne. Soggiunge poi che quei produttori di cavalli hanno potuto mantenere le loro razze, hanno potuto rendere vantaggiosa la loro industria senza bisogno di sussidi governativi, poichè il Governo pontificio, che punto si occupa degli interessi dei propri sudditi (giacchè quelli bisogna chiamarli sudditi), non ha pensato nemmeno all'istituzione degli stalloni governativi.

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Appunto perchè noi siamo in uno stato inferiore, dobbiamo incoraggiare quest'industria, mantenendo in bilancio quella somma che vi ha figurato per tanto tempo, e dalla quale, come dissi, abbiamo ottenuto grandi vantaggi.

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Ci si adduce l'esempio dell'Inghilterra e dell'America; ci si viene a dire che in quei due paesi dove la libertà ha messe profonde radici, non si incoraggia l'industria equina, che non dobbiamo imitare a preferenza l'Austria e la Francia, le quali hanno seguito finora un sistema contrario, e spendono somme immensamente maggiori di quelle che noi abbiamo spese sin qui.

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Questa spesa per l'incoraggiamento dell'industria equina a mezzo di premi poi possiamo evitarla, perchè con ciò non facciamo altro che negare un sussidio per l'incremento dell'industria; ma invece risparmiando la spesa pel mantenimento degli stalloni, noi distruggeremmo con una mano ciò che abbiamo fatto coll'altra, privando bruscamente il paese di una istituzione sulla quale fino ad oggi egli aveva calcolato.

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Se voi dunque calcolate che, ove noi avessimo a vendere ora tutti gli stalloni ed i corrispondenti fabbricati che hanno molto valore, e che alienando il tutto non ne ritrarremmo che pochissimo, voi vedete, signori, che rovineremmo l'industria, e rinunzieremmo ai benefizi che abbiamo diritto di attenderci dalle spese che abbiamo fatte, e dei quali anzi cominciamo ad usufruire, andando incontro al pericolo di dover poi sottostare ad ingenti spese, ove il paese fosse astretto a rimettere i depositi di stalloni.

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Noi abbiamo, per esempio, nella provincia cremonese 37,000 cavalli, e disgraziatamente vi ha in quella razza un difetto che si riproduce costantemente, per cui i cavalli facilmente soffrono nella vista; ma dacchè si introdussero nel Cremonese gli stalloni governativi, è stato riconosciuto dal giurì dell'esposizione ippica che quella razza si è grandemente migliorata, ed anche nella sua conformazione.

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X Legislatura – Tornata del 6 luglio 1870

564450
Biancheri 24 occorrenze
  • 1870
  • politica - sedute parlamentari del Regno d'Italia
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Lo scopo dell'emendamento che io con altri colleghi abbiamo proposto è evidente. Noi riconosciamo che il cumulo delle tasse da cui è colpito il patrimonio ecclesiastico e l'esorbitanza delle medesime, hanno per molti casi gli effetti di una vera confisca, di una spogliazione; noi domandiamo che la tassa straordinaria del 30 per cento non possa mai avere l'effetto di ridurre le rendite dei benefizi ad una somma inferiore alle lire 800 di reddito netto. La Commissione facendo

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Invocando ragioni di giustizia, non abbiamo mai inteso e certo non intendiamo di mettere in dubbio l'alto diritto dello Stato di sopprimere, ove lo creda importante al bene sociale, gli enti morali e di apprenderne per una suprema necessità i beni ed eziandio di moderare i diritti di quegli altri enti ai quali lo Stato non reputi opportuno di togliere la personalità civile, e di restringere i limiti dei possessi ed il diritto a possedere di questi enti conservati. La storia…

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Che cosa fin qui noi abbiamo fatto per renderlo affezionato o meno avverso alle nostre patrie istituzioni? L'abbiamo maggiormente impoverito.

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La proposta che io insieme con gli altri colleghi che l'hanno sottoscritta abbiamo presentata mira appunto ad ottenere anche questo scopo, di non gettare inumanamente nella miseria, quella parte del clero che merita maggior favore. Noi non abbiamo potuto accettare la controproposta della Commissione, perchè con una distinzione a nostro senso ingiustificabile fra benefizi e benefizi, esclude dall'esenzione della sopratassa anche i prebendari e cappellani corali. L'adozione della proposta della Commissione sarebbe un nuovo sacrifizio della giustizia alla finanza. Non è una concessione che si tratti di fare, non è un privilegio che si voglia accordare, è il riconoscimento di un diritto, è la riparazione di un onere ingiusto. La Commissione non ammette che debbano essere rivedute le liquidazioni già compiute. Adunque gli enti morali, i benefiziati a cui fu già inscritto in meno il 30 per cento della rendita, dovranno continuare a sopportare gli effetti della sopratassa? E coloro che anche ingiustamente avranno promosso lite allo Stato od altrimenti frapposto ostacoli alla liquidazione della loro rendita saranno più fortunati, saranno meglio favoriti degli altri? Non sappiamo se questo sia realmente stato l'intendimento della Commissione; sono però queste le conseguenze a cui condurrebbe l'accettazione della controproposta da essa presentata.

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alle condizioni tristissime del pubblico erario, a difficoltà e ad ostacoli che nella discussione di questo progetto di legge abbiamo sentito già più volte ripetere. Ma se stremate sono le finanze dello Stato, ci può essere lecito di sbalzar oggi nella miseria un ordine di cittadini dalla discreta agiatezza in cui ieri si trovavano? Ci può essere permesso di metterli e lasciarli sul lastrico come li abbiamo posti? Se le finanze sono in angustie possono mai la civiltà e la libertà tollerare una specie di spogliazione a danno di uno piuttosto che di un altro ordine di cittadini?

Pagina 3069

In due parole io rendo ragione di questi articoli come li abbiamo formulati.

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Noi abbiamo votate quelle leggi, le abbiamo promosse col sentimento di operare una riforma civile; ma volendo che non fossero in verun modo calpestati i riguardi dovuti all'umanità; che in nessun modo fossero oltraggiati gli individui che venivano colpiti da questa legge.

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Ho domandato la parola perchè l'onorevole ministro per le finanze ha risposto solamente ad una parte della proposta che abbiamo avuto l'onore di fare, a quella parte che è forse mitigata dall'altra dell'onorevole Sartoretti alla quale noi potremmo unirci nel caso che la nostra fosse respinta dalla Camera o dovesse venire ritirata. L'onorevole ministro adunque non ha risposto alla parte che si riferisce all'amministrazione ed al godimento dei beni.

Pagina 3080

Abbiamo detto che pel resto non insistiamo.

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Abbiamo ritirato tutto il resto e ci siamo limitati a quell'articolo solo.

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Si tratterebbe di fare un'eccezione gravissima, enormissima in faccia a tutti gli altri enti, che noi abbiamo ritenuti ben più importanti delle fabbricerie. E non è nuova, signori, questa pretesa; si è cercato sempre di ripeterla, perchè era più favorevole agli enti ai quali si applica la conversione. Ma una volta che la legge è stata eseguita, ed eseguita con quella misura per tutti gli altri enti, una volta che quella misura si è applicata a moltissime fabbricerie, i cui beni sono già stati convertiti e posti in vendita, io credo che questa disuguaglianza urterebbe il buon senso ed il giusto, e che sarebbe veramente una spogliazione che si tratterebbe di fare al demanio, al quale si è già dato per legge il vantaggio della conversione di questi beni.

Pagina 3083

Vede la Camera, vede l'onorevole Sartoretti che dal 33 18 andiamo al 26 10, e per conseguenza abbiamo sette punti sopra trentatrè di differenza, mentre il Veneto non sorge che di un punto e 60 al di sopra della Sardegna, che sarebbe fra le altre provincie la prima; cosicchè io dico che il rapporto fra il prezzo di aggiudicazione e la rendita data agli enti dipende da parecchie circostanze, ma è ben lungi dall'essere quello di cui parla l'onorevole Sartoretti, tanto preponderante da avere una influenza così decisiva che se ne debba fare apposita disposizione di legge.

Pagina 3088

Tengo a memoria che, appunto per questa conservazione dei monumenti, abbiamo parlato più volte quando si discuteva il bilancio della pubblica istruzione, ed è già un anno e mezzo o due anni circa che fu persino preso l'affidamento che fosse composto un inventario degli oggetti d'arte, troppo importando chi non venissero degradati o dispersi.

Pagina 3092

Imperocchè, se dianzi noi abbiamo lamentato che gli individui ai quali doveva esser data la rendita siansi trovati ad attendere per qualche anno, io voglio sperare che la loro professione, o la capacità personale, o la carità pubblica li avrà sostenuti per vivere. Ma, se io non sono tranquillato dal Ministero e dalla Commissione, che. mentre si effettua la conversione dei beni delle fabbricerie, venga prestabilito un assegno, il quale sia messo a disposizione dei fabbriceri e degli operai, avverrà che le fabbriche cadranno in deperimento, avverrà che i monumenti d'arte non si custodiranno. I due o tre anni di ritardo produrranno l'effetto che, quando verrà il provvedimento, queste opere saranno deperite e forse perdute interamente.

Pagina 3092

Io non conosco che una gola garanzia, che non è neanco sufficiente, perchè abbiamo veduto che anche i municipi italiani hanno trascurato molte volte la conservazione di monumenti di grandissimo pregio; ma tuttavia ci sarà sempre maggior guarentigia in un'amministrazione comunale o provinciale che s'identifica con questi monumenti, piuttosto che in un impiegato qualunque il quale sarà tratto dalla cima delle Alpi, per esempio, pet custodire monumenti dell'Italia meridionale.

Pagina 3093

. … noi abbiamo creduto che fosse meglio di lasciare che venisse presentata la legge, ed allora si faranno tutte le aggiunte desiderate. Ma, si disse, ritorniamo una volta in rotaia, poichè no siamo usciti da gran tempo, nella rotaia delle finanza, delle quali ci occupiamo.

Pagina 3095

Il Ministero, nel progetto che abbiamo dinanzi, oltrechè proponeva nell'articolo 1 si dichiarassero compresi i beni delle fabbricerie nella legge del 1867, e così sottoposti alla conversione, formolava tre altre proposte, chiedeva, cioè, si convertissero: 1° i beni spettanti all'Economato generale; 2° quelli appartenenti alle confraternite; 3° e finalmente i beni formanti la prebenda delle chiese parrocchiali.

Pagina 3097

Ora dei sette economati che abbiamo, tranne l'Economato di Torino che possiede beni stabili che danno una rendita di circa lire 300 mila, gli altri non ne posseggono quasi nulla. Da ciò nasce che la conversione dei beni non farebbe che diminuire poco le spese non leggiere che sostiene l'economato generale, ed il cui ammontare non potrei indicare ora, non avendo preveduto che oggi sarebbe sorta questa discussione.

Pagina 3101

Pescatore, Signori, ieri abbiamo adottato una disposizione molto rigorosa riguardo ai capitoli delle chiese cattedrali ed agli altri istituti collegiali ecclesiastici dotati di una parrocchialità collettiva; e bisogna confessare che cotesta disposizione colpisce, come noi tutti sappiamo, particolarmente le provincie meridionali.

Pagina 3103

Come va che, dietro le proposizioni della Commissione, noi abbiamo receduto dalla proposta nostra ed acconsentito a togliere dal nostro programma la conversione dei beni dell'Economato? La ragione è semplicissima.

Pagina 3104

La questione è la seguente: vogliamo noi, oltre al trattare le questioni dichiarative delle leggi precedenti, come abbiamo fatto infino ad ora, entrare in un campo di novelle conversioni?

Pagina 3105

Pagina 3105

Se poi i 6 o 9 milioni non si realizzano interamente a profitto netto dell'erario; il vantaggio della proposta dell'onorevole Rattazzi certamente non vien meno, malgrado questa grande novità che abbiamo dovuto udire in questa discussione.

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Abbiamo anche avuta l'altra peregrina notizia che se questi beni si possono vendere per 6 milioni, non tutta questa somma, che pure entrerebbe nelle casse dello Stato, sarà profitto netto del medesimo.

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