Noi abbiamo già esaminato quel processo di impoverimento della vita spirituale per cui la religione, in luogo di essere l'ispiratrice di tutta la nostra vita spirituale, si restringe e ritira in alcuni riti e pratiche speciali, abbandonando ai capricci ed alle illusioni dell'egoismo il resto di quella; e quei riti, destinati ad alimentare la sorgente di questa vita morale, si isteriliscono ed assumono all'occhio del credente una significazione falsa e quasi un potere meccanico o magico. Il giusto vive di fede, diceva S. Paolo; il che vuol dire che in lui e per lui i vari atti e riti sacri, la preghiera, i sacramenti, gli esercizii pii hanno valore ed efficacia pratica ed immediata dal pensiero operoso che li riferisce all'origine ed all'istituto loro, prepara l'anima a riceverli, ne fa un vincolo d'unione presente fra la divina virtù che ci si comunica per essi e lo spirito alacre e pronto a riceverla. Quanto, agli occhi nostri sonnolenti, i riti sacri della Chiesa hanno perduto di bellezza e di significato! Lo smarrirsi, negli atti e riti di culto, della loro fondamentale ispirazione, li isterilisce quasi e ne fa delle inutili esteriorità.
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Ferri ed i suoi amici integralisti conservarono nel partito la loro posizione e crearono la piattaforma per i dibattiti del futuro congresso; pur abbandonando al suo fato quel ministero Sonnino che era sorto da una situazione parlamentare creata in gran parte da essi, e sulle spalle del quale avevano così solennemente gittato un bel programma di democrazia di governo.
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