di caligine, mia madre era morta all'alba, e la Puglia era il paese più lungo del mondo.
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I suoi giorni si sfaldano, granelli macerati. La sua ragione non ha più staccionate. Di dove gli verrà il prossimo assalto? Gli altri, una
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, al suo trambusto che cercava nitore scrostando gli angoli, buttando calce sui muri. Adesso c'è silenzio. So che non torna più nessuno ma che esiste
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più affilato (come la spina) teneva insieme la pelle. Spina e pelle. Osso. Quello che la morte smembrava poteva essere unito di nuovo. Da piccola cucivo
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47. Sommatodà 11, uno più uno. Solo io sola lei. Mi potrebbe prendere senon come figlio come ranocchio. Uno di quei rospi che cigolano sui pentoloni
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un'impalcatura. Dopo un intervento al cranio cominciò a imparare prodigiosamente. Conosce otto lingue, ha superato con i voti più alti gli esami di maturità
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alle candeline per l'albero di Natale. Non trova più in cucina il detersivo appena comprato. Lo ricompra due volte e due volte sparisce. La donna delle
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Mi chiedo, osservando le foto più antiche, se tra quei nomi ci siano anche quelli le cui ossa andarono disperse nel trasporto dal vecchio cimitero a
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dietro un vetro che ha molte parti già offuscate, le tibie sono molto più numerose dei minuscoli crani collocati in alto e di cui non sappiamo né il
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distante un telo bianco più simile a un asciugamano che a un paramento con la scritta ricamata “Trinità”. A questi dettagli se ne aggiunge un altro: la
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Il corridoio è un po piu buio, e non avviene mai che ci incontriamo lì e una zona di passaggio, e ognuno è molto attento, bada bene di restare fermo
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uscissero dai loro contomi, facessero corpo con noi, con l'aria tra di noi. E lì potevamo sentirli di più, tanto da lasciare che si liberassero di nuovo e
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comperato e di quelle più grandi che erano qui da prima - una folla di pioppi silenziosa nel vento di là dalla finestra - senza volerlo contiene la
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sempre in movimento della nuvola pareva quasi sul punto di sciogliersi nel cielo più segreto, e meno male che adesso grazie al vento è ritornata netta e
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non e buio. Allora mi accorgo che dall 'altra parte del Black Water, sulla destra, all 'altezza del buco, non ci sono più rottami, rimesse, tane di
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sentiero e in quel momento preciso dici di aver freddo, che vuoi tornare indietro. Ma è proprio lì che guardo meglio e pochissimo più avanti sento che l
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trine. La portiera nello sfarzo smesso di un giustacuore verde, le rughe del volto più dolci, gli occhi che nel chiarore velano il nero guarda la porta
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porte. Ah! sono io dunque colui che non dormirà più che non sognerà più fino alla morte?
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silenzio per i tonfi sordi sé avvolse in bende assai più gravi e tetre. Un ragno tesse la sua tela folta per il mio teschio e nella tela stanno, morte
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grappoli. Bevemmo l’acqua d’oro, e l’alba ci trovò seduti sull’orlo della fontana nella vigna non piú d’oro. O dolce mio amore, confessa al viandante che
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vergine di stelle. E non c'era più nessuno da tanti anni, nella torre, come nel mio cuore. Sotto la polvere ancora, un odore appassito, indefinito
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giardino delle piante grasse, sotto il tennis; ma il parente maniaco non verrà più a fotografare al lampo di magnesio il fiore unico, irripetibile, sorto su
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dell'odio doloroso delle moltitudini vinte ed arde ogni giovane core e piange nell'aria fumosa lo spasimo disperato, e suona l'urlo più alto quando
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raccolta - non più così la creatura del sole, il fiore della vita, la sorgente ond'io le labbra asciutte dissetava, la giovinezza quale altrove invano
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, marzo luminoso. Ma se t'odiano addormiti nelle coltri riscaldate ed i passeri impauriti nelle siepi denudate, t'ama il falco su nell'aria che più agile si
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, il più profondo e caro senso della nostra vita, che pur uniti e soli sotto il velo di parole comuni nascondiamo, d'atti comuni, con gelosa cura
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cantore che a Euridice si volse ed Euridice nella notte infernale risospinse. Spenta ogni luce allora ed ogni via sbarrata, allor più presso la tenèbra
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svelare la via del suo regno perduto, mi voglio tuffare con più forte lena, che ogni uom manifeste le tenebre arcane conosca e vicine le cose lontane
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, e già le fronde onde tutta t'ammanti, per il continuo ardor si fan perdute. Ed alla notte gli astri all'orizzonte per i vapor rosseggiano più grandi
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sono. No, non son questo corpo, queste membra prostrate qui fra l'erbe sulla terra, più ch'io non sia gli insetti o l'erbe o i fiori o i falchi su
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dove e bever l'aria che da te si muove né mai lasciarti. - 31 marzo 1905 * * * Poiché il dolore l'animo m'infranse per me non ebbe più la vita un fiore
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Che più d'un giorno è la vita mortale? Nubil'e brev'e freddo e pien di noia, die pò bella parer ma nulla vale. PETRARCA, Triumphus Temporis Il
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Giacobbe. Giacché, pensando alla cruenta via per cui fe' vela l'angelo Pensiero, mi persuade la tristezza mia che non la tema il demone Mistero. E più
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, coi freschi venti che l'infanzia spira, spiaggie d'oro e di perle a imaginar. E in lontananza sul vago oceàno del mio viaggio tortuoso e strano, più
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immota la rapida ruota - del meno e del più. Le madri, frattanto, cadean ginocchioni, e in lunghe orazioni - chiedevan pietà... La notte piombava dai
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, laggiù in cimitero, genitori del mio genitor; dadi orrendi del giuoco Mistero, da Dio colmi di sterpi e di orror. Siete teschi, e nessun più vi dice
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, dentro il feretro passò! Una sposa mi mostrarono più di ogni altra seducente, e allo sposo sorridente qual chi molto e a lungo amò ... Così bella
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notte in breve si farà più bruna: forse al varco ti attende un traditore, e cadran tue speranze ad una ad una, come le foglie d'appassito fiore. Se
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cervello? Dio che a ragione, o tanghero, di te più furbo è assai, t'acqueta, la sua maschera non lascerà giammai. E tu in ginocchio pregalo che ci
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mi risana? Oh non più, madre, medicine amare, stanotte io feci un sogno fortunato ... e al dottore lo voglio raccontare; un bel sogno ... era un
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, ti dieder la culla gli iberici lidi? Quegli occhi più fulgidi dell'aurea cornice, oh dimmi se resero un uomo felice! Di nacchere e ghitarre oh ardor
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. Raccogliti, cor mio, l'ora è solenne! Le rondini più e più stringon le spire dei vispi voli in cui beâr le penne, e le assal delle gronde il sovvenire. Così
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ridda felice che ti farò danzar: sarai del ciel più fulgido, più profondo del mar! Ti sentirai poeta, ti sentirai profeta, re, satrapo, pascià
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credo più che gioia franca esista, che resti una fé pura in questa terra!... Fossi Cassandra eternamente trista! Fossi Diomede eternamente in guerra
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forse avea dato, ma l'uom l'ha graffiato, non leggesi più! E ho già la vertigine, e ho già la canizie, e sento l'esercito dell'ore propizie che lungi
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più aderge e più leggiero diventa e meno zoppicante e nero. Lo attrae lo screzio dei molli frondami, frasche, virgulti, rami, voluttuoso amplesso
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estatici il corso brontolando : " No, fumo non è! ". Ma i più furbi bisbigliano invece " Sì, che è fumo, e ai vigneti fatale: la campagna di un soffio
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mio, molte sciagure di cui farai tesoro: esse valgono - sai? - nell'ore oscure oh! molto più dell'oro! Ti lascio i sogni e le illusïoni, mille imagini
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pur pregato, aspettandomi, Iddio? * Tentai più di tre volte di dire il Paternostro, ma... non potei... * * Perché ? * Stava sull'uscio un mostro che
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Volge la nostra età per via funesta; Cristo è di nuovo in croce; e la vestal nella sua bianca vesta trema e non ha più voce! La libertà che
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