agli occhi: bolla liquida per abuso di computer; crollo di zuccheri. Il mondo mi circonda, vorticoso e lontano, la piadina alla salsiccia che mangio è
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Poi, senza aver percepito nulla - devo pur essermi addormentato, a un certo punto - mi scuoto di colpo dopo un corpo a corpo con mia madre, in un
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«... Alcuni mesi dopo un amico mi lasciò ascoltare il nastro, registrato nella stazione radio di Baronissi. Prima la musica allegra di una
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Tu mi rispondi una volta, due volte, guardandomi fisso con gli occhi dai quali sono nato: ed è l'ultimo sguardo, come se non avessi mai smesso
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Lascio che si accumuli la polvere, non la scuoto dai tavoli, dal bordo delle sedie. Mi oppongo a questa inutile fatica. Amo guardarla in mattine come
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L`ho seguita. È sempre sola, ma ha un gatto e un cane.Mi piace. Non mi fa paura come mia madre.Ama gli insetti. Io amo gli insetti. Non ha schifo
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Mi chiedo, osservando le foto più antiche, se tra quei nomi ci siano anche quelli le cui ossa andarono disperse nel trasporto dal vecchio cimitero a
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Questo confondersi, che dovrebbe insegnarci quanto puerilmente siamo attaccati ai nostri nomi, mi ha ricordato di colpo il grande vetro - quasi un
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Quando mi stendo sul tappeto del salotto e guardo in alto, a volte c'è una mosca a volte un moscerino che volando descrive traiettorie stranamente
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ogni volta che l'altro si sposta.Così l'amore procede per sorprese tu mi scopri in una stanza e io ti scopro e ci baciamo insopportabilmente, come se
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La signora che mi spia dietro la sua tenda bianca drappeggiata e che io spio dalla finestra del salotto, perché non viene allo scoperto e mi saluta
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, quando il non pensare si è tradotto in non sentire. Ho cercato allora di tomare a sentire, mai sensi sono della vita, e la vita non basta, almeno così mi
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sassi, ma prima vorrei essere sicuro di non essere frainteso. Per esempio, nemmeno del mio gesto mi posso fidare: forse è sembrato un gesto teatrale
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Dopo che l'ho chiamato, invece, questo fissandomi latra e salta come un pazzo fino quasi a varcare il suo recinto. Allora mi giro per continuare il
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di nuvole e di pioggia. Una bianca tristezza senza nome veste i muri, e nell'alto, una lontana luce, su li orli, un oro dolce sfoggia. Tu che mi
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nell'aria, ma nello sguardo della tua compagna e nel pallido viso, ma nel tuo corpo, ma per la tua bocca canta ciò che non sai: la primavera. Così mi tragge
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A che mi guardi fanciulla con gli occhi pieni di luce, con gli occhi azzurri profondi ed al volto ti sale una fiamma? Non ha sole la mia giovinezza
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percorre la natura e rigido mi corre per le membra al soffiare del vento. Ma che faccio schiacciato sulla terra qui fra l'erbe? Ora mi levo, che ora ho un
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sento vibrare E ribollir ti sento nel mio sangue mentre il sole m'illumina la faccia e dalle labbra mi prorompe il grido: viva la vita! 1° giugno
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frementi si tendono gli archi di tutte le vite esso tace o fanciulla. E quando la mamma mi trae dalle aride ciglia una stilla e quando la morte mi
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, ché, a parlar schietto, l'infreddatura mi fa paura! Ma il raggio blando di quando in quando alla finestra - tu mi balestra: mi udrai sognare e
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sereno, se la bisnonna tua vivesse ancor! Sta' cheto e attento, o pallido bambino, e mi contempli fiso il tuo visino, ti voglio innamorar: la sua
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Di tutte le notti fu il lungo lavoro, la dea che mi segue da sera a mattin; amica, due chèrubi parlaron fra loro, per fosco, per duro, per dolce
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altiero il dubbio, in manto nero. E da quel dì mi seguita, mi seguita indefesso: da lungi or or guatavami, mi sta sul collo adesso; paziente come un
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infinita; fratello, inginocchiati, degli angeli è l'ora; le guance mi sfiora l'aurora del ciel... Son tre che mi accostano, son tre che rammento; son
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tacita anch'io; perché, quando a vespero favello con Dio mi guardi nel viso col mesto sorriso? Io m'affiso lassù, tu in basso guati; io mi faccio gentil
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, per darmi la cena, riponevi in un angolo il rosario; egli, finito appena, tutto ridente mi sedeva accanto, e mi diceva : - T'ho aspettato tanto! - I
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ciel mi sogguardate collo splendor delle tremanti occhiate, ditelo voi, vergini cose, è vero, ch'io tutto finirò nel cimitero? Suonano a esequie, un
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dispersi carezze che ricordar non so. Ma non mi infanghi il plauso dell'ebete orgoglioso che urtai, fra gonne e calici, nel suo cammin famoso; se nei
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a ragazze accompagnati, mi vedevan soletto e mi credean dabbene e poveretto. Anch'io le amavo, e un dì, come deserti vidi i balconi del convegno
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attraverso! - E il fruscìo delle morbide sottane volea beffarmi, cingendole il fianco; e le corna mi fean con pieghe strane sul lato manco, da quella
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Quella ciarliera, Angelica, fante di casa mia, mi narrava di un Tizio morto di apoplessia, e raccontar credevasi un'alta verità, dicendo: " Quel buon
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; - Eh via - le dissi - vien, vieni a cenare, io stesso poi ti voglio confessare, e se vedrò che mi vuoi bene assai, assoluzione e baci in copia avrai; ché
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Un giovinetto di vago aspetto, un dì fra i calici mi raccontò : che di una bella gentil donzella come un maniaco s'innamorò. Ma un dì, la bella
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forme! Nella memoria mi riposa ancora la vita di quell'ora, e veggo omeri bianchi e bianchi denti, e labbra sorridenti, e occhi mesti e pupille accese e
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Una mesta mi additarono giovinetta a brun vestita, e mi dissero: - É la Rita che ha perduto il genitor! - Pochi mesi sorvolarono, la rividi in una
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spettatore. Il somaro che innalza i caldi lai spiri dagli occhi un'aria sofferente qual di chi spera, e lieto non fia mai: poi quando la tua tela mi darai
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mi risana? Oh non più, madre, medicine amare, stanotte io feci un sogno fortunato ... e al dottore lo voglio raccontare; un bel sogno ... era un
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L'ho visto il quadro ... è bello, è sorprendente! Che gagliardo color, che forma pura! ... Però nel fondo non capisco niente, e l'argomento mi mette
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, dell'ava mia carissima un libro di preghiere, dal mio giovine orgoglio ahimè! troppo obliato fra i sogni dell'infanzia, che i preti mi han turbato
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e il dolo! Ma i miei due passerini han già l'aurora indovinata e la gabbia bisbiglia; e il dolce avviso e la pace dell'ora a più lieta canzon mi
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O Musa bionda, o giovinetta mia, bella, dolce, soave, che mi dici al mattin la Poesia ed alla sera l'Ave... tu che, in mezzo alla torbida procella di
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attraverso a un velo bruno, e scote appena la mia mente lassa la forosetta dall'anche di Giuno che mi sorride e passa. La sua lieta canzon va via con lei
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perdendosi, velati i tamburi, nei tramiti oscuri mi lascia quaggiù. Ma Voi, la fantastica che amate il mio canto, che avete nell'anima di tergergli il
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Mi chiaman pazzo le vicine, e infatti fra tanti matti posso esser matto anch'io. Ma, affé d'Iddio, io le sento russar, le donnicciuole; oppur, da
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questa valle; assai lontano forse il destin mi attende: ma per mutar di luoghi e di vicende, muro feudale, ricorderò che non t'ho visto invano, perché in
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, quante favole non cantammo, o Musa, insieme! Mi credetti il santo apostolo, il Veggente, a quindici anni, delirando nel tripudio, delirando negli
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Sotto colla bottiglia! La mia pugna somiglia a quella di Gesù, quando dal monte Satana lo fe' guardare in giù. - Pensa - il diavol mi dice- alla
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... ma mi sorride il giorno, ma la mia musa è qui! È ver: son solitario. Vivo una vita grama... ma so che al mondo m'ama qualche buon'alma ancor. Dal
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quasi spenta è la face! * * Non oso palesarti, o fanciullo, perché mi attardai tanto. Dimmi, andando a dormire, la nostra madre ha pianto? * No, ma
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