- La padrona ha ordinato che si attaccasse per la signora Marchesa...
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- lnfatti: è la sola cosa che abbiate voi ed i vostri pari: la forma!
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(Tutta questa scena deve essere eseguita dall'attrice, che rappresenta la Duchessa, con una straordinaria calma, che manifesti la gran dama, la quale
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(Seguita a soggetto, tentando di parlare, ma la voce del Duca copre la sua)
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Sofia! Sofia!... Chi è là?... Chi è là?... Felice!... Qualcuno!
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(Nasconde la faccia sul petto di lui, che la bacia e l'abbraccia teneramente).
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La minestra? Non avevamo detto di non fare la minestra ?
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Neanche per sogno. Far la pantalonaia o la sarta, non è uguale?
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Pietro solo. Guarda ancora sotto la tovaglia. Raccoglie giornali sul tappeto. Riassesta i cuscini. Suona il campanello. Pietro va ad aprire. Entrano
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E voi non la licenziate? Sta fuori tutta una notte, e voi non la licenziate?
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Intendo benissimo; voi amate la vostra libertà, la vostra quiete.
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(accennando con la mano la sedia che le é sempre vicina).
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Già! E subito ho colta la occasione per parlar di voi con la Contessa.
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La Contessa è là nel suo salotto, in compagnia del signor marchese Vittorio.
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(Silvio entra: - Marianna attraversa la scena, verso la porta del fondo).
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- Egli...ha ragione!... Avete promesso la dote...la dote manca...cessa ogni obbligo...
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(cava la lettera dal portafazzoletto e la dà a Gaudenzi)
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- Oh, la gente!... Credi che...se resto...mi rispetteranno di più?... E che in Roma...oggi...siano in molti pronti a metter la mano sul fuoco per la
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Deve venire per fissar la partenza.... Gli farò la proposta.
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Bada... la mia carrozza sarà là che aspetta nella via d' Olier...
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(lentamente ridiscende. La sua espressione è mutata. Mutata è la sua voce)
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Manon: tornerò presto! Siete voi la padrona, durante la mia assenza!...
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Eran le mie parole, Germana, e tu lo sai! Nella lunga attesa che mi consumava, quale speranza avevo? Intorno a me la congiura spietata dei miei
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No, Germana... bisogna trovare in noi la forza, quanto più grande è la disperazione!
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Erano gli occhi tuoi, la tua dolcezza, e la malinconia della tua sorte!
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!... Gli dirò: Signor padre... la Teologia, che noia! La mia croce di Malta, che tristezza!... Ho incontrata la vera vocazione: eccola, e non la lascio!...
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(ma dicendo così, indica con la mano la porta di sinistra)
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Avrei voluto fare con voi quello che fece il Marchese Fériol con la piccola Aissè... se la portò bambina, laggiù, dalla Turchia dov' era ambasciatore
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Non vi perrnetto! Le « Notti bianche » nei saloni dei Duchi De la Maine, s'onorano di menti superiori! Nè La Motte, nè Chaulier, nè Florian, nè
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...o là in quell'angolo! o sotto una finestra... La storia?... I'esattezza?... non ha importanza!
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(E come la DUCHESSA entra, Lassay le muove incontro inchinandosi e baciandole la mano).
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È distrutta! È distrutta!... Voi siete il nulla per lui! Nemmeno un'ombra! L'abito della Chiesa ha ricoperto la sua Croce di Malta! L'abate ha
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(e la spinge quasi fuori, risalendo poi rapidissimo verso la porta dell'anfiteatro).
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Come possa egli aver firmato la ricevuta tre giorni dopo la sua morte.
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(Si passa le mani sulla fronte, sforzandosi di rimettersi, e va ad aprire la porta d'entrata. Si vede il Dottor Rank che appende la sua pelliccia
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Ecco il suo biglietto da visita.. Ma la lettera, la lettera!
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(Helmer suona. Nora balla la tarantella. Rank, dietro di Helmer, la segue con gli occhi).
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La stessa scena. Mobili, tavolini, sedie, e sofà sono stati trasportati nel centro della stanza. La porta dell'anticamera è aperta. Si sente la
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La signora Linde esce. - Helmer chiude la porta e ritorna presso Nora).
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Fossimo già là Candida!...Fossimo già là, nell'oblio e nella pace!
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Mi vedete tremante d'ira... di ribellione... di nausea. Non avrei nè la calma, nè la forza sufficienti per raccogliere la mia roba. Nè - d'altronde
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(e in così dire prende dal tavolo la chitarra e la va pizzicando)
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Perchè quando sono entrato eri là... non negarlo - eri là in anticamera!
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Prende la busta del biglietto portato dal groom e la butta in terra.
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E tre lire per la carrozza; non posso arrivare là impolverato.
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La conduce presso la grande finestra. Spalanca le persiane. Chiaro di luna nella stanza.
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Là dietro il cespuglio. Guarda l'ombra che ne getta la luna. Vedi?
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Che importa la casa, quando la bellezza sia fuori delle finestre?
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Già un luogo impossibile. La via, la casa, la scala, le stanze: il limbo dei santi padri. E lontano! Pioveva a rovescio. Laghi dapertutto. Buono che
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La vedi.... scusa.... la signora, mi conduce in una specie di tinello dove ci mangiano, perchè sapeva di cavoli, e mi squadra da capo a piedi.... con
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Accademia della crusca
