Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Risultati per: comune

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Trattato di economia sociale: introduzione all’economia sociale

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Toniolo, Giuseppe 34 occorrenze
  • 1906
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, voll. I-II 1949
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sentimento del bene proprio individuale,comune a tutti gli uomini e svolgendosi spontaneamente in condizioni di libertà e concorrenza, riesce a delineare le

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, ambedue signoreggiate da una comune filosofia cattolica;ciò che suggerisce di considerare questi più recenti progressi di studi sociali congiuntamente alla

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-38) ha di comune coi cattolici la critica più estesa e particolareggiata delle dottrine smithiane cremismatiche, le quali «per la ricchezza

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duraturo ed efficace sulle coscienze e sulla comune operosità (anche economica). La varietà delle scuole filosofiche, gli errori commisti alle migliori

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dalle esigenze di un eroismo impossibile alla comune degli uomini (Branca).

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fine immediato del bene comune degli uomini si tramuta in fine mediato e stromentale di sicurezza e perfezione esterna coercibile di quel bene stesso.

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coordinare e dirigere questi enti al miglior bene comune.

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esercizio al fine della sicurezza (esterna coattiva), provvede al bene comune in modo immediato. I corpi legislativi, gli uffici amministrativi, la

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Questa tutela giuridica in particolare (diretta al fine del bene comune) ha per oggetto in prima gli elementi compositivi dell'umana convivenza: cioè

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formazione, tutte le relazioni esterne del vivere. E così il diritto statutario,accanto al diritto comune (intreccio del giure romano e del canonico sulle

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cause e leggi di perfezionamento, in cui è civiltà. La sociologia studia così ciò che v'abbia di comune nelle molteplici manifestazioni (fisiche, civili

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comune giudizio venga di più in più estimata come un mezzo a fini spirituali, e l'uomo come principio e fine di essa, e le leggi economiche siccome umane

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riconoscerne l'ordine razionale positivo di utilità, subordinato a quello morale, e dirigerne l'applicazione al miglior bene comune». La definizione

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(società particolare politica o Stato) per il conseguimento dei fini armonici della civiltà». Fin qui l'economia ha un oggetto comune a tutte le

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concetto religioso di «cattolicità» e da quello civile di « repubblica dei popoli cristiani » sotto il papa e l'imperatore per la difesa della comune

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uomini viventi nel comune consorzio, per fini essenzialmente etici), lo scopo risulta designato così: — il benessere materiale,cioè quel bene prossimo

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Anzi l'economia è scienza dell'utile esterno materiale.Altre scienze sociali mirano all'utile comune, come, p. e., la scienza politica;ma questa

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necessari.Lo stesso sentimento comune lo comprova; gli studiosi ed il pubblico infatti, volgendosi all'economia con tanto fervore ed interessamento, non

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tende ad essere razionalmente nella ricchezza e l'altro ciò che deve farsi per trarne profitto, non sottrae la duplice ricerca al carattere comune di

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scienze sociali positive, che hanno comune con essa l'oggetto (l'umanità) e il punto di vista del fatto (fenomeno); — e inferiori,con le scienze

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fatale comune a tutto il globo; sostituendo così alla metafisica spiritualistica una metafisica materialistica, cioè sempre un insieme di ragioni prime e

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dalla statistica e dalla storia. Il punto di partenza è comune (il fatto), ma quello di arrivo è superiore (la legge razionale).

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Le stirpi o razze umane. – 1. Dai gruppi gentilizi, moltiplicatisi alla lor volta, ma che fra loro mantengono la memoria di un remoto ceppo comune

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trasmettere le proprie funzioni sociali nei discendenti; tendenza comune alla nobiltà di uffici civili, alla aristocrazia dell'armi, come agli esercenti di

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libere e meritorie attività, in proporzione della specie e grado delle proprie attitudini, all'attuazione di quest'ordine sociale per il bene comune

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anche nel diritto di costituirsi con debita graduazione nella dignità di classe autonoma. E col titolo giustificativo comune di una attività utile ai

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gentilizia (la gens,la «Sippe», il «clan»); ente intermedio, che per la derivazione da un ceppo comune ritrae del carattere privato, e per l'esercizio di

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collettivi (della marca), nonché all'uso comune della zona (non coltivabile di bosco, pascolo, stagno), di cui la tribù si considera investita

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signorili, ridotte a servigio del Comune. — Tal'altra il feudatario dalla campagna, che già rispettava le immemorabili consuetudini locali della popolazione

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più poderosa, lo sforzo prolungato e tenace (fra la comune stanchezza) da parte delle monarchie, dai Tudor in Inghilterra ai principi tedeschi, fino

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generale». Il contrapposto sarebbe «l'attribuzione dei beni a tutta l'umanità in comune, ad esclusione di singoli ossia di persone particolari», vale a

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Essa pure col suo carattere sociale moltiplicò all'indefinito colle sue invenzioni prodotti e mezzi di uso comune. Valga quale prototipo: — la

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spiritualizzatrice e universalizzatrice (Tarde); vale a dire fondono le moltitudini nel sentimento del dovere morale sotto la comune autorità

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sociale». Di qui la cultura di un popolo che è «la compartecipazione di esso ad un comune patrimonio acquisito di idee», quasi primo tessuto

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Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

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Toniolo, Giuseppe 16 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
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dell'artigiano maestro (capo della impresa) di tenere presso di sé compagni ed apprendisti, compensati in natura col vitto e riposo sotto il comune tetto

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alla comune solidarietà; — socialmente, l'ampliarsi delle imprese e insieme del salariato, ambedue incompatibili coi vecchi statuti artigiani mercantili

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nel linguaggio comune sono codesti risultati vere ricchezze prodotte che entrino nel patrimonio o nel traffico di alcuno?

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lavoratrice, — di ogni intervento positivo dei pubblici poteri, anche a profitto della ricchezza generale, reputando bastassero il diritto comune, la

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nell'unico e comune fine generale. È l'umile e proficuo riconoscimento del vario nell'uno,che risplende nell'universo (Périn, Pesch).

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feudali o della borghesia procacciante; — sospinte a stringersi a comune difesa e saldezza del lavoro e della classe operosa dalla debolezza dello Stato

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comune. Nell'età medioevale il proprietario feudale riservò a sé, non senza resistenze e lotte dei contadini (1381 in Inghilterra, 1525 in Germania

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l'associazione primitiva della marca «Markgenossenschaft» regolava l'uso comune dei pascoli e il turno collettivo della terra coltivata, così per

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annonario medioevale la produzione granaria dovea farsi all'ingiro del comune civico, in servizio di que' consumatori cittadini.

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mercantili in comune fra proprietari, per latterie e caseificio, per acquisti e vendite collettive (concimi, strumenti, derrate), per vinificazione

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collettivi d'uso comune, che sono il rinfranco e l'integrazione indispensabile della piccola proprietà coltivatrice come dicemmo, e che oggi rientrano nei

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Vantaggi. ‒ 1. Economicamente. — Pel comune interesse dei due soci di accrescere il prodotto lordo la colonia parziaria stimola la coltura intensiva

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riordinati in modo che la proprietà trapassi al comune o meglio forse alla persona giuridica sociale (collettiva) degli utenti stessi, come le nostre

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, alle tende, alle vesti, agli ornamenti, i quali nell'interno della domestica convivenza («menage», «Haushaltung») venivano poi in comune goduti

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, per l'arte del caseificio, ecc. Siccome la terra per secoli esuberante fra scarse popolazioni è d'uso comune (il bosco) o collettivo (la coltivazione

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la loro comune convergenza alla produzione, possono solamente ricercarsi nel loro conserto ad unità,da cui risulta l'industria e il suo ordinamento. E

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