Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Trattato di economia sociale: La produzione della ricchezza

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Toniolo, Giuseppe 1 occorrenze
  • 1909
  • Opera omnia di Giuseppe Toniolo, serie II. Economia e statistica, Città del Vaticano, Comitato Opera omnia di G. Toniolo, vol. III 1951
  • Economia
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Gli stessi corpi o collegi dell'arti,che da lor natura sono rappresentanze sociali di classe, tuttavia in forma accessoria assumevano veste di imprese economico-produttive; e quelli per l'uso comune dei propri membri possedettero cascate, molini gualchiere, locali e apparecchi di tintoria (Doren), e in Germania assumevano pei soci l'acquisto collettivo di materie prime e lo spaccio di merci sulle fiere (Janssen). Anzi i maestri comacini non componevano forse una impresa collettiva internazionale per la costruzione delle cattedrali in Europa? E lo Stato alla sua volta non solo possedeva boschi e miniere, ma nei comuni marinari costruiva e affittava navi onerarie a comodo del commercio.

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La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

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Murri, Romolo 1 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
  • Politica
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Si chiede alla fede cattolica quello che essa non è per natura e destinazione sua; quello che o non potrà mai essere od è sì, talora ed in qualche modo, ma solo occasionalmente od in via accessoria e subordinata. Il cattolicismo, lo abbiamo veduto, non deve sostituire o surrogare la scienza: se la scienza giunge a delle conclusioni certe che ci sembrano contrarie a qualche cosa che pensammo sinora di dover ritenere per fede, certo è che noi c'ingannammo: e confessar l'errore non ci costerà nulla, poiché noi sappiamo, d'altra parte, che la scienza sarà eternamente muta su quei problemi di capitale importanza per la vita del nostro spirito, sui quali noi chiediamo ansiosamente una risposta alla fede ed alla religione. Così è per la storia e per le scienze particolari dello spirito e dell'attività umana in genere. Anche esse, queste scienze, non hanno penne per travalicare i fatti e le apparenze e le manifestazioni concrete delle cose; e vanno sempre più restringendosi all'esame di queste. Le conclusioni certe alle quali esse giungono in questo campo della loro ricerca debbono essere accettate da noi: ciò che era criticamente o storicamente falso poté anche giovare alla nostra fede sino a che essa, ritenendolo vero, se ne servì per rappresentarsi più facilmente e comodamente certe verità religiose; scoperto l'errore, noi troviamo che questo è di indole puramente letteraria e storica, ma in nessun modo di indole teologica: poiché alle realtà spirituali nelle quali noi crediamo rimane, nella storia della rivelazione cristiana e nelle fonti autentiche di questa, quanto è necessario per presentarle ai nostri spiriti e permetterci di intenderle ed appropriarcele. La nostra fede cristiana implica l'azione illuminatrice e riparatrice di Dio nella storia e, quindi, una serie di affermazioni e constatazioni storiche senza le quali noi vedremmo quella fede sfumare nei campi del soggettivismo. Ma questo pensiero non può sottrarre alla critica l'esame di ciascun dettaglio in particolare di quei fatti storici, senza una implicita confessione di sfiducia in sé stesso. Ed infatti, se dall'una parte noi vediamo che su certe conclusioni della critica non può esservi più dubbio, anche se esse spaventano delle anime semplici, questa critica stessa, ben lungi dal distruggere tutto, molte cose ha sottratto alla discussione e molte ne ha ricostruite. Faccia dunque essa liberamente; noi siamo certi della sua buona testimonianza: come la lancia della leggenda, essa piaga e risana.

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