Qui l’oratore riassume ed illustra le proposte della minoranza, concludendo ch’essa è riuscita a: «l) muovere la discussione sulle finanze comunali, mentre prima, secondo una confessione insospetta del Popolo, ogni discussione era abolita. A Trento c’è un Consiglio comunale in cui prevalgono i poltroni, inerti, gli eremi muti. Le discussioni sono state abolite… (Popolo, novembre 1909). 2) ravvivare l’interesse dei cittadini per l’amministrazione pubblica. Prima si addormentarono con paroloni, ora si risvegliano colle cifre. E questo clericalismo? 3) costringere la maggioranza a rivedere e a correggere in buona parte le proposte della Giunta. Si risparmiarono così ai cittadini quasi la metà delle imposte minacciate e si sospese il locativo, perché la minoranza dimostrò che almeno per quell’anno non era stabilito che l’imposta fosse necessaria. E questo clericalismo? Abbiamo anche presentata una proposta perché entro un dato tempo si costituisca una commissione indipendente per l’amministrazione delle imprese municipalizzate. E questo clericalismo? No davvero, perché la proposta venne votata da tutti. Vero però che non s’è fatto nulla. E veniamo al quarto punto.
., elettori socialisti chiederanno al loro deputato di dichiarare che la proprietà privata dei mezzi di produzione deve essere abolita, chiedendogli con ciò stesso di lottare contro i governi borghesi, tutori di quella proprietà: mentre: nel caso nostro, possiamo avere contemporaneamente due mandati che sembrano contraddittorii: professare certi principii e sostenere maggioranze e governi i quali riposano sulla negazione di quei principii. Il Bonomi, riuscendo con quel programma, avrebbe dovuto, per coerenza, esser sempre deputato di opposizione in uno Stato che si professa laico..
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