Senza abbandonarci a forme di esasperazione, senza forzature anticostituzionali, guardiamo il problema in faccia e facciamocene un concetto esatto.
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Ognuno di voi ha l'esperienza di ciò che egli è interiormente; per variar di opinioni filosofiche, l'esperienza che noi abbiamo di noi stessi non muta, l'esperienza di essere ciò che siamo interiormente, null'altro che volontà, nihil aliud quam voluntates, e di agire come agiamo, vale a dire conoscendo l'oggetto della nostra azione ed il risultato che vogliamo ottenere con questa, scegliendo fra le diverse forme di attività, deliberando, anche, spesso fra l'agire ed il non agire; capaci di abbandonarci ad azioni spontanee o, come dicono, riflesse, provocate cioè da stimoli esterni ai quali i sensi reagiscono senza nostra deliberazione, ma anche capaci di inibire i nostri nervi motori, di dirigere il corso delle nostre emozioni, di accumulare energie per riversarle consapevolmente, quando l'ora ci parrà giunta, sull'atto rivolto ad un certo segno.
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