» Il Maestro abbocca. Il miraggio svanisce. La casa è un viavai di ospiti, ricevimenti, gite collettive, merende, bridges, tutto in onor suo, tutto per esibire lui, l'amico celebre preannunciatissimo. Al malcapitato non rimarrà che una via d'uscita: quella del finto telegramma di richiamo in capo a due giorni. Nessuno ci crederà; naturalmente il commiato sarà freddino, e tanto peggio per i padroni di casa. Ma sbaglia ugualmente chi si comporta in modo del tutto opposto. « A casa mia », annuncia compiaciuta la signora all'ospite, che è appena arrivato, « ognuno fa quel che crede. » E dilegua, abbandonandolo in balìa di se stesso. Poiché a tali padroni corrispondono adeguate cameriere, il poveretto non troverà grucce nell'armadio, né asciugamani nel bagno; vagherà alla cieca nei corridoi alla ricerca della toilette, e all'ora del tè siederà sconfortato in un salotto semibuio e deserto. Non c'è da stupirsi se, passati due giorni, sopraggiungerà il solito telegramma a richiamarlo d'urgenza. La padrona di casa ideale è quella che c'è senza esserci; che organizza tutto di dietro le quinte, sorridente, riposata, riposante. Grazie a lei, l'ospite si sente libero non già di sbadigliare, ma di scegliere tra diversi programmi quello che più gli aggrada: desidera fare una passeggiata solitaria nei boschi? Gli verrà indicata la scorciatoia più pittoresca. Preferisce una gita a F. dove c'è un'adorabile chiesa romanica? Per l'appunto, la signora deve fare delle commissioni in quella cittadina e sarà felice di accompagnarlo in macchina. Preferisce rimanere nella sua stanza a scrivere o a leggere? Faccia pure e si regoli per il tè come crede: suoni il campanello, se lo desidera in camera, o raggiunga i padroni in giardino dalle cinque in poi; ci saranno probabilmente anche i signori della villa accanto. Se, troppo entusiasmato da un trattamento così delizioso, l'ospite
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Ma se prima di abbracciare una violenta risoluzione egli si abbocca colla moglie, questa gli farà conoscere con quella forza di persuasione che da l'affetto l'inconseguenza del suo procedere, e i tristi effetti di cui può essere cagione; e torna poco a poco alla mente agitata del marito quella riflessione, quella pacatezza che deve ognora procedere una importante decisione. Dicono i S. Proverbii che la moglie prudente viene da Dio. Perché dunque tenere in non cale, colui che ha la ventura di possederlo, un simile tesoro? perchè non approfittarne e stringere, con quelle saggie confidenze, l'affetto che nasce dall'estimazione? Alcuni sciocchi mariti non danno veruna importanza alle cure poste dalla moglie nel tenere in sesto la casa. Considerano questo zelo, questa passion per l'ordine, per la pulizia come una mania, non altro; ed anco qualchevolta ne ridono, quando non se ne mostrano impazienti. E non pensano costoro che con quelle cure minute le donne fanno un considerevole guadagno; giacché in tal modo nulla si guasta, nulla si perde, nulla si consuma inutilmente; sono meno frequenti, perchè più difficili a nascondersi, i furti, gli scialacqui per parte dei servitori. La polvere, la ruggine non ha alcuna presa sui mobili, sugli arnesi: il tarlo non si mangia gli abiti e va dicendo. Vi par poco tutto questo, o mariti?
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Ma viene la stagione dei bagni, ed eccola con l'inevitabile mamma, sempre abbigliata decorosamente per fare da degno sfondo alla figliuola, sulle terrazze degli stabilimenti più eleganti a stiracchiare un lavoruccio fra le mani, a lanciare occhiate che sembrano lenze ma a cui nessun pesce-uomo abbocca. Misera! ha un bel tuffarsi nelle onde in elegantissimo costume da bagno, mandando piccole grida di paura per attirare l'attenzione; ha un bel seguire a nuoto tutti i sandolini e magari fingere un naufragio quando è all'ultima cartuccia ; tutt'al più le butteranno un salvagente o... la lasceranno affogare in pace. Una ragazza di più o di meno, il mondo gira lo stesso. Addio bagni! — C'è la montagna, e su con l' alpenstock a raccogliere l' ultimo edelweis sull'ultima cima e sostare a tutte le capanne di rifugio e legarsi alle corde di tutte le spedizioni; ahimè, nemmeno a duemila metri c'è verso di afferrare un marito ! Si scende allora sulle collinette, si combinano gite, ottobrate, si recita nelle ville, si ostentano le proprie forme nei tableaux vivants.... Passa invano anche l'autunno... e bisogna ritornare in città, riprendere il proprio posto di signorina in casa e in società. Ma la pazienza e la fede d' una cacciatrice di marito sono inesauribili, ed ella si prepara a ricominciare il suo inseguimento nel prossimo carnevale. Ogni criterio di scelta, ogni gusto di preferenza sono spariti dalla sua mente. Vecchio o giovine, simpatico o brutto, sano o deforme, ricco o povero, ufficiale o borghese, nobile o commerciante, purchè sia un uomo da sposare ella lo accetterà, non solo, ma troverà anche il modo di fargli credere che incarna il suo ideale. Infatti, egli non è l'amore, ma il marito.
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