il quale con tanta abnegazione, con tanta imparzialità, con tanta fermezza ha diretto i nostri lavori in questo breve, ma fruttuoso periodo parlamentare.
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Il più vivo omaggio di gratitudine della Camera deve anche essere tributato a tatti i componenti degli Uffici di presidenza, i quali mi hanno coadiuvato con vera abnegazione.
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Se dunque il popolo inglese, che è maestro di libertà per il suo lungo esercizio, può esercitare il diritto di riunione, io non trovo perchè il popolo italiano, che per secoli di sacrifizio si mostrò degno di libertà, che da cinquant'anni si è con tanta abnegazione sottoposto a tutti i sacrifizi ed ha sostenuto tante lotte per la libertà, che dava spontaneo il suo sangue, il suo danaro), che dava tutto ciò che gli domandavate nell'interesse della libertà e della sua indipendenza, oggi debba vedersi sottratto il primo dei diritti della libertà, quale è quello del diritto di riunione.
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Dove si sono trovati uomini di cuore, uomini intelligenti che per esperienza conoscevano la condizione delle località, dove potè concorrere colla solita abnegazione il nostro nobile esercito, i danni o furono impediti o riescirono incontestabilmente minori. Certo alcuni danni erano inevitabili per la ragione che, quando avvengono delle piene come quelle che ebbero luogo l'anno scorso, non vi ha un solo esempio in cui gravi danni non siansi verificati, perchè dappertutto non si trovano uomini intelligenti e devoti, e perchè la diligenza e l'operosità degli uomini ha i suoi confini.
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Nell'intervallo tra la sconfitta dei Peruviani e l'entrata dei Chileni, Lima rimase esposta ad una soldatesca sfrenata, e ad una plebe non trattenuta più dalle autorità, che erano tutte fuggiasche; e fu una provvida misura quella di nuovamente armare la milizia urbana, proposta ed ottenuta dal ministro Viviani, al quale hanno dato sussidio efficace con grande abnegazione i vice-consoli Perolari e Pappalepore.
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Se la risposta non mi persuaderà, certamente me ne appellerò alla Camera presentando una risoluzione, ma sarà sempre un bene che si sappia quale dovrà essere il destino di quella patriottica città che dopo tanti sacrifizi ha diritto finalmente di vedere migliorata la propria posizione commerciale, posizione, che da se sola e senza concorso di alcuno, seppe crearsi dal 1880 in qua, a furia di coraggio ed abnegazione, e senza indietreggiare mai a fronte di qualsiasi gravezza per conseguirla.
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Quando si voglia considerare il momento nel quale gli uomini che ora seggono al banco dei ministri hanno dovuto, facendo opera di abnegazione, accettare la successione del precedente Ministero, si comprende di leggeri che era giusto ed onesto quello che ebbe a dire l'onorevole Di Rudinì ieri nelle sue comunicazioni alla Camera, che il Governo…
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Ma quando i nostri soldati, i nostri ufficiali hanno saputo dare quelle prove eroiche di sacrificio e di abnegazione che hanno dato, e che tutti noi conosciamo, oh! allora, concedetemelo pure, è per lo meno strano che si venga a parlare di onore da rivendicare. Si parla di onore nazionale: ma l'onore nazionale era appunto rappresentato da quei soldati, ma l'onore nazionale era appunto rappresentato da quegli ufficiali. E se vi furono generali insufficienti, i quali prima di vincere a Canne sognarono gli ozi di Capua, se vi furono uomini messi alla testa del Governo impreparati a dirigere le operazioni che dovevano eseguirsi in quella lontana colonia, quei generali e quegli uomini di Governo, concedetemelo pure, non possono rappresentare il paese vero
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Più non udremo l'affascinante oratore, il fiero propugnatore della libertà e del progresso, il nobile rappresentante della istituzione parlamentare; più non vedremo le sue simpatiche sembianze, ma serberemo caro e perenne ricordo di lui, la cui orma di saggezza e di virtù è segnata indelebile nella nostra storia; e la Nazione, ammirando in lui un alto esempio di abnegazione e di patriottismo, venererà la lacrimata sua tomba come un'ara consacrata al culto della patria.
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I nostri marinai diedero le più grandi prove di abnegazione e di coraggio, accorrendo dovunque v'era un incendio da spegnere, una vittima da salvare dall'ire nemiche.
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perchè Luigi De Seta la servì con fervore d'opere, con abnegazione e con affetto di figlio amoroso.
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Quelle contrade or finalmente respirano, tolto l'incubo del brigantaggio, mercè la energia e solerzia del prefetto di Palermo Malusardi, mercè del virile proposito dell'onorevole Nicotera che sprezza gli ostacoli, che fa abnegazione di sè, della sua popolarità, pur contento di ridare a quella estrema parte d'Italia la sicurezza della vita e delle persone.
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Come i miei concittadini, io in questi momenti solenni sull'altare della patria faccio olocausto delle mie prevenzioni, de' miei timori, delle mie antipatie, e mi dichiaro pronto a prestare il mio appoggio a qualunque Ministero, il quale con energia, con coraggio, con abnegazione sostenga la guerra per l'indipendenza del nostro paese.
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Ora io dirò di più ai signori ministri ed a coloro che credono che la chiusura della Camera sia un bene pel paese; dirò, ripeto, che se il Governo procederà d'accordo col Parlamento, il paese si rassegnerà a qualunque sacrificio, a qualunque abnegazione; ma se il Governo agirà da per sè, qualora gli eventi non siano sempre favorevoli, allora le calamità saranno grandi pel Ministero, ma saranno più grandi ancora per il popolo.
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ha fatto miracoli di abnegazione ed ha avuto un coraggio civile davvero non comune, mandando a riposo o in aspettativa una quantità di impiegati, di cui taluni ancora nel fiore degli anni…
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Debbo però dichiarare che, a mio avviso, le attuali imposte sono giustificate, poichè erano necessarie in grandissima parte per costituire l'unità dell'Italia; credo perciò che grandemente meritarono della, patria coloro che ebbero il non facile coraggio di votarle, come meritano l'ammirazione nostra le popolazioni che con tanta abnegazione ne sopportarono e sopportano così grave ed intollerabile peso. Ciò non toglie che queste imposte di guerra, che ora teniamo in tempo di pace, siano sproporzionate alla potenza contributiva del paese.
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Onorevoli colleghi, poichè siamo in vari in questa Camera, e ancor più fuori di qui, che, avendo servito con fede e abnegazione la causa del socialismo, non possiamo consentire in tutti gli atteggiamenti dei nostri colleghi del partito organizzato, permettete che brevemente, succintamente, noi ne accenniamo qualche ragione; non per la preoccupazione di spiegare e giustificare la nostra opinione personale, ma perchè, tra quanti aderiscono in Italia al socialismo venga, per una ragione politica; valutato il pensiero, il giudizio che, anche da quelli che aderiscono al socialismo, si può portare sugli avvenimenti che si stanno ora maturando.
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Solo la concordia nostra, accompagnata da spirito di sacrificio e di abnegazione, potrà innalzare sulla cupola di San Marco e sulle torri del Campidoglio la bandiera della libertà.
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Egli sa che non manca ardimento di sacrifizi all'Italia, perchè e la coscienza e il buon senso additano nell'adempimento del dovere anche quello dell'interesse; non vi ha penuria di abnegazione.
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Bisogna che ognuno di noi faccia il sacrifizio d'una parte delle sue idee secondarie per far trionfare le idee principali; bisogna che ognuno faccia abnegazione d'una parte dei propri sentimenti, se vuole che i sentimenti più nobili e più grandi trovino corrispondenza negli altri.
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M. inoltre volle addimostrarci l'animo suo gratissimo per la parte che la Camera ha preso alle gioie della sua famiglia e del plauso cui l'immane sventura onde furono percosse nobilissime provincie diede occasione alla Rappresentanza nazionale di tributare all'esercito, esempio di abnegazione e di sacrificio.
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Questi esempi di grande ingratitudine nazionale non sono tali da rinvigorire quello spirito di sacrifizio e di abnegazione che noi abbiamo il dovere di trasfondere nelle giovani generazioni, alle quali la patria dovrà presto o tardi domandare quegli slanci di valore e di fede di che non furono avari quei generosi vegliardi, superstiti alle battaglie del 1848 e 1849.
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Onorevoli colleghi, Ercole Radice non è più, ma il ricordo di lui vivrà in questa assemblea per lunghi e lunghi anni: quella nobile e popolare figura rimane come personificazione e tipo d'indefessa operosità, di saldissimo zelo, di luminosa schiettezza, di severa abnegazione.
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Io mi sono preso la cura, perchè vago di questi studi, di leggere tutti i libri, tutte le pubblicazioni fatte circa le nostre ultime fortunate e non fortunate campagne d'Africa, ed ho potuto rilevare quanta abnegazione, quanto spirito di sacrifizio, quanta elevatezza di sentimenti sia nei nostri ufficiali subalterni, e quanti miracoli essi abbiano saputo compiere per condurre al fuoco non solo le truppe italiane, ma le truppe indigene, il che è una cosa molto diversa. Orbene, di fronte a tutto questo, di fronte cioè a tanta benemerenza da una parte ed allo ufficiale riconoscimento delle ragioni dei subalterni dall'altra, vogliamo noi ancora restare impassibili e non provvedere? Ripeto: io prego l'onorevole ministro, nell' interesse stesso della cosa, di provvedere comunque ed in modo definitivo, accordando quello che è possibile accordare, senza far cullare più oltre quella benemerita classe di ufficiali in vane, inutili speranze di più lieto avvenire. E dico ancora, e conchiudo, che una ben grande responsabilità si assume l'onorevole ministro della guerra. Se egli non provvede oggi, domani forse sarebbe troppo tardi; ed il tardi, in materia militare, io ho appreso che è letale e potrebbe essere fatale al paese.
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E quando questi ufficiali toccano con mano che certi generali fra stipendio, indennità di carica, razioni foraggio in natura, indennità cavalli, indennità di alloggio e mobilio, illuminazione e riscaldamento ed altri soprassoldi e indennità percepiscono ben 27 o 28 mila franchi ed anche più, mentre essi sono costretti a sbarcare per forza il lunario con quel poco che dà loro il Governo e che è insufficiente per sodisfare alle necessità della vita, bisogna proprio dire che questi ufficiali compiono un vero miracolo di abnegazione mantenendosi a quell'altezza di sentimento e di dignità personale a cui si trovano: ciò vuol dire che essi sentono davvero degnamente della divisa che rivestono, e che meritano un miglior trattamento.
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Accademia della crusca
