Art. 1761.
. 1761
GIUSEPPE MANETTI fiorentino (n. 1761, m. 17 febbraio 1817) studiò in Roma l’architettura eoa molto profitto, e al suo ritorno in patria, appena di
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14 giugno 1761, m. in Firenze l'8 aprile 1833). Suo padre Filippo incisore fiorentino non senza pregi, erasi colà recato per intagliare alcuni
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manifattura, tuttora in parte esistente, discorse a lungo egli stesso in una lettera stampala a Bologna nel 1761 e che porta per titolo: Descrizione del
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«Cap. III. Le Antichità Romane - La Magnificenza (1744-1761)».(Riguarda le relazioni del Piranesi con altri artisti, con antiquari e amatori, la
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«Cap. IV. La maturità (1761-1778)». (Verte su vicende famigliari e sulle pubblicazioni di stampe piranesiane che fanno seguito alle Antichità romane
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“ 1761…………………………….5 giugno
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Turin, 1760-1761, pag. 176.
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royale de Turin, 1760-1761, pag. 176.. L'apparecchio costruito dal Cigna consisteva in un grande boccione di vetro, capace di contenere 50 libbre di
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, poichè non accadono che ogni secolo o poco più, e poi si rinnovano 8 anni appresso. Da quello del 1639 al 1761 corsero 122 anni, da questo al 1769
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Le osservazioni del 1761 diedero per parallasse solare dei valori varianti da 8" a 10", ma le circostanze erano poco favorevoli, quindi si ripeterono
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, previsti per il 1761 e il 1769. Propose quindi di organizzare spedizioni in varie parti del mondo per compiere le misure necessarie. Ciò avvenne
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per tenervi concerti, spesso di musiche originali: in sei mesi, dal giugno 1760 al gennaio 1761 compose sette delle sue 24 sinfonie, tutte scritte tra
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fallì a Venezia l’osservazione del transito di Venere davanti al Sole del 6 giugno 1761. Scrisse in latino poemi di ispirazione lucreziana. Fu amico
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, organizza le osservazioni dei transiti di Venere davanti al Sole del 1761 e 1769, va in Inghilterra per vedere l’orologio di Harrison che con la sua
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il transito del 6 giugno 1761 perché stava navigando nell’oceano Indiano (lo osservò ma il rollio della nave invalidò le misure), decise di attendere
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), uomo di legge e inventore dilettante, che però non si preoccupò di farlo conoscere. L’ottico John Dollond (1706-1761) arrivò per conto suo alla stessa
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