(Ecco infatti ritornare la Bersi.)
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(Ed ecco ricomparire l’Incredibile che si avvicina alla Bersi)
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(Ecco già l’usciere colla gran fascia e colla lista dei condannati.)
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(Ma lontane grida annunciano l’avvicinarsi delle visite. Ma ecco la Contessa che rientra.)
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(Ma ecco un tintinnìo di sonagliere. – L’acuta curiosità punge cavalieri e dame che si affannano intorno alla Contessa interrogandola:)
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(Ed ecco a un tratto uscire alcune pastorelle che in vaghe pose si fanno intorno a Fléville che meravigliato le guarda.
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(Tolte le pelliccie e i manicotti giganteschi e consegnati ai premurosi donzelli, ecco le belle dame apparire nelle loro curiose e sapienti toelette.
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(ma ecco accorrere il vecchio giardiniere, il padre di Gérard, che si butta in ginocchio avanti alla Contessa: Gérard corre sdegnato a rialzare suo
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(E Maddalena prende il braccio di Chénier. – Ma appena Chénier e Maddalena hanno fatto pochi passi, ecco dietro il Caffè Hottot correre verso di loro
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(La Contessa accenna che sì. Ed ecco i personaggi del carabas. Son tre: uno avanzato di età, con un esagerato manicotto, il romanziere; un giovane
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(Chénier leva rapidamente lo stocco dentro al bastone e ne sferza il viso a Gérard che dà in un urlo di rabbia e di dolore. – Ed ecco accorrere
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(Ma ecco Mathieu. Gérard ha appena il tempo di parlare a Mathieu, consegnargli il biglietto per Dumas e ritirarsi con Maddalena in fondo all’aula
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pel Cours-la-Reine i rappresentanti della Nazione, che, ecco, attraverso ai giardini delle Tuileries, apparire una vivacissima e gaja schiera di
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(In quell’orrendo baccano, a un tratto, ecco lontano rullare i tamburi e grida di entusiasmi guerreschi – vere grida di amor patrio – echeggiare
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ecco le azzurre, fiorite d’iridi bianche!,
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ecco le grigie sparse di papaveri e bizzarre di arbusti biancastri aggrovigliati!,
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ecco le paonazze ad arruffati leoni di Corea ruggenti fra rami verdi, verdi!,
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(no! – ecco di nuovo e più distinto il bagliore di prima. È la veste di Iris…)
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ecco quelle candide, ove a striscie corrono in ogni senso, come insetti, i misteriosi caratteri nipponici!, –
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Ecco fuori il Yoshiwara; la via ampia, diritta, uguale, colla sua luce multicolore dei mille e mille palloncini, riflettori, trasparenti e rosarie!
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Ecco le vesti in viola che vanno nel basso a tramutarsi in rosa fra rami e fiori e a stormi di grigi passeri volanti!, –
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Ecco il Yoshiwara; l’ora del desiderio lo affolla della gaia, fastosa e spensierata gente cercatrice della voluttà, del piacere o dell’amore – della
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Già il dramma è penetrato nelle ingenue anime delle mousmé; il viso di cera imbiaccata di Dhia ha già strappato spasimi e lacrimuccie; – ecco ora il
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(Ecco simile ad un’ombra Manfredo! Giunge da destra, si avvicina ad Avito che non può fuggire. Lentamente lo scorge). (Si avvicina il tramonto).
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(Si getta su di lei e la bacia anch’egli sulla bocca e quivi rimane sussultando per la morte che si spande nelle sue vene. Ma ecco Archibaldo a
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volge le spalle… Quasi spera ancora!… Ed ecco invece le Vecchie, le Fanciulle, tutte le Donne di Sölden che la attorniano, beffarde, sogghignando).
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Salvala!? E chi la spinse nell’abisso? io o tu? Ciò ch’io posso farò. Ecco le chiavi. Dormono i carcerieri. I cavalli fatati son pronti per la fuga.
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Ed ecco il gigantesco Pu-Tin-Pao con i suoi aiutanti appare nel fondo, immobile e spaventoso.
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Ed ecco nel silenzio dei giardini dove le ultime ombre già accennano a dileguare, delle voci sommesse sorgono lievi e si diffondono quasi irreali.
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A un cenno di Ping gli sgherri l’afferrano, le torcono le braccia. Liù grida. Ed ecco Timur si scuote dal suo terribile silenzio.
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Ed ecco alcune ombre appariscono strisciando fra i cespugli: figure confuse col buio della notte, che si fanno sempre più numerose e finiranno col
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Il Principe non ha quasi più la forza di reagire. Ma ecco richiami incerti, non voci ma ombre di voci, si diffondono dall’oscurità degli spalti. E
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Ecco…! il turbo del Signore è uscito fuori; cadrà sul capo dell’empio.
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Così ha detto il Signore: ecco, io do questa città in mano del re di Babilonia, egli l’arderà col fuoco.
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Ecco Tartaglia!
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Ma ecco il gran Capitano che entra fra Pantalone e Arlecchino.
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Ma ecco complicarsi la cosa!... Ecco apparire improvvisa una grande spada che investe furiosa il Capitano vero e i Capitani falsi, spada maneggiata
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Ecco le Maschere! Ecco il Dottore nella sua roba nera, panciotto raso e i pantaloni di velluto nero stretti da nastri neri al ginocchio, la calotta
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Brighella. A voi due! Ed ecco il famoso Capitano Spavento, della Val d'Inferno, Fracassa, Spezzaferro, Baccano, Terremoto, Sfondacielo, etc, etc... Il
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Il Capitano e Arlecchino si accingono a giuocare... Ma ecco la voce di Brighella!... Nascondono le carte e si danno grandi arie.
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Ed ecco Arlecchino! L'artista assume l'allegra posa della nota maschera bergamasca: i piedi in terza, le gambe nella posa di un maestro di ballo
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Ed ecco l'artista scelto come Pantalone, tutto tremulo e lamentoso, padre nel muover degli occhi, padre nei gesti, padre nell'inflessione della voce
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Un rombo lontano interrompe bruscamente l'estasi del Re che si volge istintivamente verso il fondo. E come egli resta attonito, ecco giungere
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La bufera di vento si è calmata. Ecco Billy: è tranquillo.
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Ecco il comandante dell'«Indomitable», il capitano Vere, di quarant'anni, nobile. È buono con i marinai; ma esige la disciplina. Coraggioso fino
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Ecco John Claggart, il maestro d'arme: l'ordine della ciurma è nelle sue mani. Non sappiamo nulla della sua vita, ma gli uomini di bordo dicono
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prudenza, ma anche di durezza. Ecco infatti gli uomini che giudicheranno Billy Budd.
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Ecco, ora veramente si odono voci di gente che s'avvicina. Una voce alta e squillante, e altre lamentose e imploranti.
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Stupenda notte: il cielo stellato, e l'aria appena mossa da lievi ondate di vento. Profumi di fieni tagliati, di giardini fioriti. Silenzio. Ed ecco
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La mia mamma poveretta, m'insegnava: chiuder gli occhi e contare: uno, due, tre… ecco, ecco, viene… quattro, cinque, sei… è la volta buona… sette
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